Il 19 ottobre 2023 l’Assemblea di Strasburgo ha adottato una nuova risoluzione sulla ‘European Protein Strategy’. (1) Un documento tardivo, poiché la legislatura volge ormai al termine, eppure degno di attenzione. Il Vecchio Continente è ancora lontano dagli obiettivi di indipendenza nella produzione delle proteine necessarie alle proprie filiere agroalimentari e zootecniche. È perciò necessario dedicare a tal obiettivo apposite politiche, risorse economiche e riforme normative.
Si ha riguardo a tutte le fonti di proteine disponibili – nei regni vegetale, animale e dei funghi – e all’esigenza di promuovere la ricerca e innovazione su diversi fronti. Ottimizzare la produzione agricola primaria e la trasformazione, in una logica di sviluppo sostenibile ed economia circolare, per soddisfare la domanda interna. Anche attraverso lo ‘upcycling’ di scarti e sottoprodotti, così da ridurre al minimo ‘food loss’ e ‘food waste’.
1) European Protein strategy, le novità
‘A European strategy for the promotion of protein crops’ (2018), la precedente risoluzione sul tema, era focalizzata sulla produzione di proteine ottenute da leguminose (e.g. soia) o altre fonti vegetali, da promuovere anche attraverso la ‘Common Agriculture Policy’. (2) La nuova ‘European Protein Strategy’ si distingue sotto due aspetti principali:
– l’inclusione di un’ampia varietà di fonti proteiche di origine vegetale e animale, tradizionali e innovative. In vista dell’obiettivo, sempre più chiaro e ambizioso, di raggiungere l’autosufficienza nella produzione di proteine a uso ‘food and feed’,
– la richiesta alla Commissione europea di adottare apposite ‘policy actions’ volte ad aumentare la disponibilità di proteine, anche attraverso la semplificazione del Novel Food Regulation (EU) No 2015/2283.
2) Proteine vegetali
La dipendenza dai Paesi terzi è tuttora significativa, per quanto attiene alle proteine vegetali ove la soia rimane in testa. Il Parlamento europeo chiede di incentivare la produzione interna e la differenziazione di produttori e fornitori, per superare le condizioni di monopolio o oligopolio che peraltro proseguono, in UE come a livello globale. (3)
La coltivazione di piante a uso proteico e il mantenimento di prati a uso pascolo possono soddisfare in modo più efficiente i fabbisogni alimentari degli animali da reddito, ma anche contribuire al miglior mantenimento del suolo e ridurre gli input agricoli (e.g. fertilizzanti, pesticidi), a vantaggio dell’ambiente e della sostenibilità nel suo complesso. Anche attraverso produzioni estensive, soprattutto in aree marginali.
La canapa viene finalmente riconosciuta come una fonte di proteine sostenibili ad alto potenziale. (4) Il Parlamento uscente chiede alla Commissione di proporre un regolamento volto ad armonizzarne i requisiti per la coltivazione e la trasformazione a uso alimentare e mangimistico. Insieme ad essa, bisogna stimolare puntare a specie e varietà di piante adeguate alle caratteristiche ambientali e pedomorfologiche del paese di coltivazione. (5)
3) Proteine di origine animale
Il ruolo delle proteine di origine animale nella nutrizione umana non può venire trascurato, come evidenzia anche la FAO (2023). (6) La dipendenza dai Paesi terzi settori è ancora prevalente per i prodotti della pesca e l’acquacoltura (60% circa). E i loro consumi continuano a diminuire, nonostante il loro contributo essenziale agli apporti di proteine di alto valore biologico e acidi grassi polinsaturi Omega-3, indispensabili alla prevenzione di malattie cardiovascolari. (7)
Gli animali terresti, i ruminanti soprattutto, sono in grado di valorizzare determinate produzioni vegetali (e i relativi residui) non idonee al consumo umano, e agire come bioconvertitori per ottenere proteine di alta qualità ad utilizzo alimentare. Una semplificazione all’autorizzazione di nuovi additivi per mangimi, di cui è stata fatta richiesta, può aiutare a aumentare la disponibilità di prodotti per incrementare la digestione proteica, e limitare le emissioni di metano e di ammoniaca nell’ambiente.
4) Nuove proteine, novel foods
Alghe e microalghe, micoproteine, insetti e proteine da fermentazione sono le fonti a più alto potenziale per ottenere proteine e altre sostanze a uso alimentare e mangimistico, in una logica di economia circolare e piena valorizzazione dei sistemi agroalimentari.
La produzione di proteine da queste fonti è ostacolata dal Novel Food Regulation (EU) No 2015/2283, la cui applicazione rimane onerosa e problematica anche a causa dei sistematici ritardi nella pubblicazione delle opinioni scientifiche di EFSA (European Food Safety Authority).
Gli eurodeputati adducono poi l’inidoneità del regolamento ‘novel food’ a disciplinare i prodotti alimentari da ‘cell culture’ – benché approvato dallo stesso Parlamento europeo, ad ampia maggioranza – per via delle implicazioni di natura etica (leggasi, pre-elettorale), economica, sociale e ambientale che coinvolgerebbero anche i consumatori.
Una revisione del regolamento ‘Novel Foods’ è in ogni caso ritenuta necessaria per semplificare le procedure e abbreviarne i tempi, senza rinunciare alla sicurezza dei prodotti autorizzati. Come evidenziato da ‘Horizon4Proteins’ – il gruppo di consorzi europei dedicati alla ricerca sulle ‘novel proteins’, a cui #ProFuture e la nostra squadra di Wiise partecipano – è altresì necessario facilitare l’accesso alla procedura di autorizzazione ‘novel foods’ a SMEs (Small and Medium Enterprises), startup innovative ed enti di ricerca, oggi costretti a oneri economici spesso sproporzionati. (8)
5) Upcycling di sottoprodotti e scarti
I sottoprodotti e gli scarti (biowaste) delle filiere agroalimentari devono venire considerati – in una logica di upcycling ed economia circolare – quali possibili fonti di proteine e altri nutrienti a uso ‘food and feed’. La filiera ittica ha un alto potenziale che si sta esprimendo, tra l’altro, nel progetto di ricerca #EcoeFISHent a cui la nostra squadra di Wiise pure partecipa (9,10).
Fertilizzanti alternativi a quelli di sintesi possono a loro volta venire realizzati a partire da sottoprodotti e scarti di diverse filiere. Ed è importante promuoverne l’utilizzo, introducendo prodotti alternativi tra cui il biowaste e rifiuti alimentari, l’azoto da digestato, e quello recuperato da letame (RENURE). Sarà perciò utile classificare i ‘sostituti dei fertilizzanti’.
6) Supporto agli agricoltori e agli allevatori
Agricoltori e allevatori (pesca e acquacoltura inclusa) sono al centro della strategia sulle proteine, in quanto essenziali a conseguire gli obiettivi di indipendenza proteica. Le loro scelte su colture e bestiame, pratiche agronomiche e di allevamento, sono necessarie sia per ottenere proteine a sufficienza, sia per realizzare prodotti innovativi.
Le capacità produttive di questi protagonisti delle filiere dipendono anche dalla formazione e il supporto economico di cui il Parlamento europeo rileva la carenza. Sottolineando perciò l’esigenza di attingere ai contributi offerti dalla PAC (o CAP, Common Agriculture Policy) e l’OCM (o CMO, Common Market Organization) e alle sinergie con enti di ricerca.
7) Attenzione al consumatore
I consumatori appaiono sempre più attenti alle informazioni riportate in etichetta, soprattutto per quanto attiene alla integrità e sostenibilità dei sistemi alimentari. Il Parlamento uscente invita perciò la Commissione a proporre un marchio europeo ad applicazione volontaria, per attestare la sostenibilità ambientale. (11)
Le fonti proteiche devono inoltre soddisfare le esigente dei consumatori in merito al sapore, la consistenza, il valore nutrizionale e il prezzo. Per questo motivo, oltre agli aspetti legati alla produzione primaria, è necessario stimolare il supporto anche alle industrie della trasformazione, per realizzare prodotti in grado di soddisfare i requisiti di mercato.
8) Ricerca e innovazione
Ricerca e innovazione sono identificate come necessarie, per aumentare la produzione di fonti proteiche ma anche per rendere i sistemi produttivi sostenibili. I vari programmi di ricerca europei – i.e. Horizon, Life, EIT Food – dovranno includere, nei futuri ‘work programs’, incentivi per favorire l’impatto dell’innovazione nei di settori ‘food and feed’.
I progetti di ricerca devono venire orientati verso tecniche colturali innovative (i.e. agricoltura di precisione, robotica) ma anche verso la mitigazione di rischi e avversità, quali patogeni e infestanti. Il documento indica alcuni esempi – e.g. pesticidi a basso rischio, insetti antagonisti – senza tuttavia richiamare due elementi fondamentali:
– il decalogo FAO (2019) sull’agroecologia, identificata come la via da seguire per la transizione ecologica dei sistemi agroalimentari, (12),
– l’alto potenziale delle ‘food cultures’ per controllare e mitigare i rischi di contaminazione microbiologica delle derrate e gli alimenti. (13)
9) Environmental and nutritional Life Cycle Assessment, n-LCA
Environmental and nutritional Life Cycle Assessment (n-LCA) è un modello, richiamato nella ‘European Policy Strategy’, che mira a identificare i compromessi tra i potenziali di degrado ambientale e un’adeguata fornitura nutrizionale. FAO ha proposto un metodo di analisi n-LCA, oltre alle ‘best practices’ e le raccomandazioni per la sua esecuzione. Questo approccio può consentire una valutazione accurata del maggior numero possibile di nutrienti essenziali, considerando la qualità nutrizionale e gli impatti sulla salute umana e l’ambiente delle loro fonti e modalità di produzione. (14)
10) Conclusioni provvisorie
La strategia sulle proteine adottata dal Parlamento europeo è molto ambiziosa, sostanzialmente in linea con i proclama contenuti in varie strategie della Commissione – i.e. ‘Green Deal’ e ‘Farm to Fork’ – la cui attuazione è stata tuttavia parziale.
Tutte le fonti proteiche di origine vegetale sono ritenute idonee a contribuire all’incremento della produzione di proteine a uso mangimistico in UE, secondo lo ’EU feed protein balance sheet’. (15,16) Il contributo delle proteine animali per la nutrizione umana richiede un focus più accurato, per costituire un ‘food protein balance sheet’ dedicato agli alimenti.
I tempi sono peraltro strettissimi, in vista delle prossime elezioni europee. A maggior ragione considerando che la Commissione impiega in media sei mesi per rispondere alle risoluzioni dell’Assemblea di Strasburgo.
‘European Protein Strategy’, ad maiora.
Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna
Note
(1) European protein strategy – European Parliament resolution of 19 October 2023 European protein strategy (2023/2015(INI)). https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2023-0375_EN.pdf
(2) A European strategy for the promotion of protein crops – European Parliament resolution of 17 April 2018 on a European strategy for the promotion of protein crops – encouraging the production of protein and leguminous plants in the European agriculture sector (2017/2116(INI)). https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2018-0095_EN.pdf
(3) Si veda il paragrafo ‘Il business dei cereali’ nel precedente articolo di Marta Strinati, Dario Dongo. Greedflation, i super profitti delle Corporation e supermercati in UK con l’alibi dell’inflazione. 17.3.23
(4) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Farina di canapa, nutrizione e salute. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.7.20
(5) Roberta Seclì. Giornata mondiale dei legumi, alleati della nutrizione e della sostenibilità ambientale. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.2.23
(6) Marta Strinati, Dario Dongo. Alimenti di origine animale necessari a nutrizione e salute, rapporto FAO. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.5.23
(7) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Omega-3 e prevenzione delle malattie cardiovascolari. Meta-analisi di Mayo Clinic. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.2.21
(8) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Horizon4Proteins. La ricerca sulle proteine a confronto con politiche e regole UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.5.23
(9) Dario Dongo, Alessandra Mei. Acquacoltura, riduzione e upcycling degli scarti ittici in proteine, Omega-3 e micronutrienti. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.6.23
(10) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. EcoeFISHent, upcycling e blue economy nella filiera ittica. Il progetto di ricerca UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 18.10.21
(11) Basterebbe seguire l’esempio francese, sull’etichetta ambientale con il Planet-score e su quella nutrizionale con il NutriScore. Si veda il precedente articolo di Marta Strinati. Etichettatura ambientale, il Planet-score debutta in Francia. GIFT (Great Italian Food Trade). 17.1.21
(12) Dario Dongo, Camilla Fincardi. Agroecologia, SDGs, salvezza. Il decalogo della FAO. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.4.20
(13) Dario Dongo. Conservanti naturali a rischio di barriere legali, cortocircuito in UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.10.23
(14) McLaren S. et al. (2021). Integration of environment and nutrition in life cycle assessment of food items: opportunities and challenges. FAO, ISBN 978-92-5-135532-9, https://doi.org/10.4060/cb8054en
(15) Weindl, Isabelle & Ost, Mario & Wiedmer, Petra & Schreiner, Monika & Neugart, Susanne & Klopsch, Rebecca & Kuehnhold, Holger & Kloas, Werner & Henkel, Ina & Schlüter, Oliver & Bußler, Sara & Kimura, Sonoko & Ma, Hua & Grune, Tilman & Rolinski, Susanne & Klaus, Susanne. (2020). Sustainable food protein supply reconciling human and ecosystem health: A Leibniz Position. Global Food Security. 25. 100367. 10.1016/j.gfs.2020.100367.
(16) Oilseeds and protein crops. European Commission, Agriculture and Rural Development https://tinyurl.com/mpcjw4m9