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Economia circolare, risoluzione del Parlamento europeo sul piano d’azione

La recente risoluzione del Parlamento europeo sul piano d’azione della Commissione europea traccia il percorso da seguire per promuovere l’economia circolare nel Vecchio Continente.

Lo European Green Deal, presentato da Ursula von der Leyen l’11.12.19, inizia così a declinarsi in iniziative concrete. Con attenzione anche ai diritti dei consumatori a prodotti sostenibili e riparabili, oltreché a informazioni corrette.

Si ha riguardo ai Sustainable Development Goals (SDGs) 12 (Consumo e produzione responsabili) e 15 (La vita sulla terra), in Agenda ONU 2030. Oltreché all’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica in UE entro il 2050.

Economia circolare, contesto

2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti vengono prodotti ogni anno in UE. E l’impatto ambientale delle merci dipende in misura sostanziale, fino all’80%, dalla fase di progettazione. Il paradigma del monouso, nei prodotti e gli imballaggi, è del tutto insostenibile. Metà delle emissioni totali di gas serra – e oltre il 90% di stress idrico e perdita di biodiversità – provengono dall’estrazione e la lavorazione delle risorse. E se il consumo globale di materiali raddoppierà nei prossimi quarant’anni, la quantità di rifiuti generati ogni anno è stimata aumentare del 70% entro il 2050.

L’economia circolare postula anzitutto una riduzione significativa dell’uso complessivo di risorse naturali e della produzione di rifiuti (1,2). La sua realizzazione richiede però una profonda trasformazione delle catene del valore in tutta l’economia e l’utilizzo sostenibile delle materie prime primarie. Abbattere le emissioni di carbonio, ridurre l’impronta ambientale delle produzioni, eliminare le sostanze tossiche. Per passare da uno schema lineare di ‘produzione-consumo-scarto’ a una effettiva circolarità. Entro il 2050, secondo gli obiettivi dichiarati a Bruxelles.

Economia circolare, il piano d’azione UE

La Commissione europea – nel piano d’azione 11.3.20 sull’economia circolare – si era soffermata sulla prevenzione dei rifiuti e la loro gestione ottimale, con focus specifico in sette aree chiave. Plastica, tessile, rifiuti elettronici, cibo e acqua, imballaggi, batterie e veicoli, edifici e costruzioni. (3) Senza rinunciare alle aspirazioni di crescita, competitività e addirittura leadership globale dell’UE su tali aspetti.

La direttiva Ecodesign, sulla progettazione ecocompatibile, deve perciò venire estesa anche ai prodotti non collegati all’utilizzo di energia. (4) Il Parlamento ha a sua volta approvato iniziative per combattere l’obsolescenza programmata, migliorare la durata e la riparabilità dei prodotti, rendere più forti i diritti dei consumatori con il  ‘diritto alla riparazione’. Sottolineando anche l’importanza del diritto dei consumatori a essere correttamente informati sull’impatto ambientale dei prodotti e dei servizi, in contrasto a greenwashing e false dichiarazioni ambientali.

Piano d’azione per l’economia circolare, risoluzione del Parlamento europeo

Il 10.02.21 il Parlamento europeo ha approvato il piano d’azione proposto dalla Commissione, aggiungendovi una serie di raccomandazioni volte a completare il percorso verso l’economia circolare entro il 2050. L’assemblea di Strasburgo chiede regole più severe su consumo e riciclo (5) e invita la Commissione a seguire il calendario già stabilito.

Si sottolinea che ciascuna proposta legislativa dovrebbe venire basata su una valutazione d’impatto globale e gli Stati membri dovrebbero a loro volta integrare l’economia circolare nei loro piani nazionali di ripresa e di resilienza. Le raccomandazioni di Strasburgo, nei 10 punti chiave a seguire.

Obiettivi vincolanti e indicatori armonizzati

1. Obiettivi vincolanti per il 2030 devono venire definiti sull’impronta ambientale dei materiali, nell’intero ciclo di vita e per ogni categoria di prodotto, e l’impronta ecologica dei consumi.

2. Introduzione di indicatori di circolarità armonizzati, comparabili e uniformi, entro il 2021, sulle impronte dei materiali e dei consumi, con una serie di sotto-indicatori sull’efficienza delle risorse e i servizi ecosistemici.

Gli indicatori dovrebbero misurare il consumo di risorse e il ciclo di vita dei prodotti realizzati in UE, tenuto anche conto di importazioni, lavorazioni in Paesi terzi ed esportazioni. Devono essere coerenti con gli standard internazionali e aggiornati periodicamente.

Agevolazioni e sovvenzioni

3. Normative e politiche a favore di nuovi modelli commerciali sostenibili e circolari che consentano di risparmiare risorse e ridurre l’impatto ambientale. Con rimozione degli ostacoli normativi e fiscali ingiustificati, affrontando anche le sfide ambientali legate alla digitalizzazione.

4. Eliminazione delle sovvenzioni ad attività dannose per l’ambiente, anche negli ambito della strategia industriale per l’Europa e di quella per le PMI. L’industria deve assumere un ruolo attivo nella transizione verso un’economia più circolare.

Informazione trasparente

5. Passaporti digitali dovrebbero venire introdotti per aiutare le imprese, i consumatori e le autorità di sorveglianza del mercato a:

– registrare l’impatto climatico, ambientale, sociale e di altro tipo su un prodotto nell’intero corso della catena del valore,

– fornire informazioni affidabili, trasparenti e di facile accesso sulla durabilità del prodotto e le possibilità di manutenzione, riutilizzo, riparazione e smantellamento, oltreché sulla

– gestione dei materiali alla fine del ciclo di vita, composizione (materiali e sostanze chimiche utilizzate), impatto ambientale e di altro tipo. A tale riguardo, si invita la Commissione a valutare le opzioni per l’introduzione di un apposito marchio.

6. Contrasto al greenwashing e alle false dichiarazioni ambientali, anche attraverso la regolamentazione dell’uso delle dichiarazioni verdi e la definizione di metodi di calcolo armonizzati.

Controlli di conformità, appalti pubblici verdi

7. Maggiori controlli sulla conformità dei prodotti importati e distribuiti in UE anche attraverso l’ecommerce. I controlli ufficiali negli Stati membri devono seguire criteri uniformi che ne prevedano i numeri minimi e la frequenza, sotto il coordinamento della Commissione europea.

8. Attuazione degli appalti pubblici verdi (GPP, Green Public Procurement), magari anche su base obbligatoria anziché volontaria, per accelerare la transizione ecologica.

Blockchain, incentivi e tariffe

9. Promozione di tecnologie digitali come la blockchain pubblica, per tracciare i flussi materiali, i processi e le prestazioni ecologiche dei prodotti nell’intero corso della supply chain.

10. Incentivi economici e tariffe. La modulazione delle tariffe dei servizi e la fiscalità su base ecologica, incentivi fiscali ai consumi sostenibili (es. IVA) devono accompagnarsi a tasse sulle emissioni di gas serra e filiere insostenibili.

Obsolescenza programmata

Il Parlamento europeo si esprime altresì a favore di iniziative che migliorino la durabilità e la riparabilità dei prodotti, rafforzando i diritti dei consumatori mediante accesso gratuito alle informazioni necessarie per la riparazione e la manutenzione, comprese le informazioni e l’accesso ai pezzi di ricambio e gli aggiornamenti dei software.

Un’etichettatura armonizzata chiara e facilmente comprensibile, lo sviluppo di un punteggio di riparazione uniforme e l’introduzione di contatori di utilizzo per determinate categorie di prodotti sono indispensabili. Il ‘diritto alla riparazione’ dovrebbe inoltre coprire il ciclo di vita esteso dei prodotti, l’accesso ai pezzi di ricambio e le informazioni complete a tale riguardo, costi accessibili per il ripristino.

L’obsolescenza programmata dovrebbe venire contrastata anche attraverso misure legislative ad hoc, quali ad esempio il suo inserimento nell’elenco di cui in Allegato I alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali (dir. 2005/29/CE, recepita in Italia con il d.lgs. 206/05, c.d. Codice del Consumo).

Prevenzione dei rifiuti, riutilizzo e riciclo

La prevenzione dei rifiuti è la priorità assoluta. La Commissione è perciò invitata a proporre obiettivi vincolanti per la riduzione complessiva dei rifiuti e di specifici flussi e gruppi di prodotti, nonché obiettivi volti a limitare la produzione di rifiuti residui, nella revisione della direttiva quadro sui rifiuti e della direttiva sulle discariche prevista per il 2024.

La progettazione deve considerare la capacità dei materiali a conservare le proprie caratteristiche nel tempo e la loro attitudine al riutilizzo. E in subordine al riciclo. Gli Stati membri devono poi applicare efficaci sistemi di restituzione dei depositi e raccolta differenziata.

Accordi globali, coerenza e tutela dei diritti umani

L’UE ambisce a guidare le azioni a livello globale, amplificare gli sforzi per un accordo internazionale che mantenga la gestione delle risorse naturali all’interno di un ‘limite planetario’ per l’uso delle risorse naturali. Per avere questo ruolo di leadership, serve però una chiara politica commerciale strategica, che permetta di compiere progressi nella transizione verso l’economia circolare e il raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs).

Gli accordi commerciali e di investimento devono essere in linea con le politiche in materia di economia circolare. Il Parlamento sottolinea quindi ‘l’importanza di imporre l’obbligo secondo cui le materie prime primarie e secondarie importate nell’UE siano conformi alle norme in materia di tutela dei diritti umani, della salute umana e dell’ambiente equivalenti alle norme dell’UE, anche attraverso l’imminente proposta legislativa della Commissione sulla governance aziendale sostenibile e sul dovere di diligenza e ad assicurare condizioni di parità nelle catene di approvvigionamento chiave dell’UE’. (6)

Dario Dongo e Giulia Torre

Note

(1) Luca Foltran, Dario Dongo (2018). Economia circolare, ABC pacchetto UE. GIFT (Great Italian Food Tradehttps://www.greatitalianfoodtrade.it/imballaggi/economia-circolare-abc-pacchetto-ue e

(2) Dario Dongo, Giulia Torre (2020). Pacchetto Economia Circolare, attuazione in Italia a settembre 2020. GIFT (Great Italian Food Trade), https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/pacchetto-economia-circolare-attuazione-in-italia-a-settembre-2020.

(3) Comunicazione della Commissione ‘Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare: Per un’Europa più pulita e più competitiva’ (COM(2020)0098)

(4) Direttiva 2009/125/CE, relativa all’istituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia

(5) Parlamento europeo, risoluzione 1.2.20. ‘Preparare il terreno per un’economia circolare globale: situazione attuale e prospettive’ (SWD(2020)0100). https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0040_IT.pdf

(6) V. risoluzione di cui in nota 5, punto 123

Laureata in giurisprudenza, master in European Food Law, si occupa di legislazione agro-alimentare, veterinaria, agricola. Dottoranda alla Scuola per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in materia di novel food.

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