L’agricoltura rigenerativa è emersa come un approccio trasformativo all’agricoltura, promettendo di ripristinare gli ecosistemi, migliorare la salute del suolo e garantire la sicurezza alimentare, affrontando al contempo il cambiamento climatico. Questa revisione esplora la storia, la definizione, le pratiche e le evidenze scientifiche alla base dell’agricoltura rigenerativa, confrontandola con l’agricoltura biologica e la permacultura. Vengono inoltre esaminati il suo potenziale di mercato e le iniziative di agenzie internazionali come la FAO e l’IFAD.
1. La storia dell’agricoltura rigenerativa
L’agricoltura rigenerativa, sebbene spesso presentata come una soluzione moderna alle sfide ambientali contemporanee, affonda le sue radici in pratiche antiche e conoscenze tradizionali. I suoi principi non sono nuovi, ma rappresentano una riemersione di metodi collaudati nel tempo, combinati con progressi nella scienza ecologica.
1.1. Radici antiche
Le comunità indigene e rurali di tutto il mondo hanno praticato per secoli una gestione sostenibile del territorio. Tecniche come la rotazione delle colture, la consociazione e l’agroforestazione erano fondamentali per mantenere la fertilità del suolo, la biodiversità e la salute degli ecosistemi. Ad esempio:
- i popoli indigeni delle Americhe utilizzavano il sistema delle Tre Sorelle (mais, fagioli e zucca) per creare una relazione simbiotica tra le colture, migliorando la salute del suolo e la resa (Kimmerer, 2013);
- in Africa, pratiche tradizionali come il maggese e la pacciamatura venivano utilizzate per ripristinare i nutrienti del suolo (Altieri, 2004);
- le risaie asiatiche incorporavano la biodiversità acquatica per creare sistemi agricoli resilienti (Thrupp, 2000).
Queste pratiche erano intrinsecamente rigenerative, concentrandosi sul lavorare con la natura piuttosto che contro di essa.
1.2. Emergenza moderna
Il termine “agricoltura rigenerativa” ha iniziato a guadagnare popolarità negli anni ’80, principalmente grazie al lavoro di Robert Rodale, figlio di J.I. Rodale, pioniere dell’agricoltura biologica. Robert Rodale ha sottolineato l’importanza di ricostruire la materia organica del suolo e ripristinare gli ecosistemi degradati come modo per affrontare le crescenti crisi ambientali causate dall’agricoltura industriale (Rodale, 1983). Ha definito l’agricoltura rigenerativa come un approccio olistico che va oltre la sostenibilità, mirando a migliorare attivamente gli ecosistemi piuttosto che semplicemente mantenerli.
1.3. Tappe fondamentali
- Anni ’70-’80. Il movimento dell’agricoltura biologica, guidato da figure come J.I. Rodale, ha gettato le basi per l’agricoltura rigenerativa, evidenziando i danni dei fertilizzanti e dei pesticidi sintetici (Rodale Institute, 2020).
- Anni ’80-’90. Robert Rodale ha popolarizzato il termine “agricoltura rigenerativa”, concentrandosi sulla salute del suolo come fondamento di sistemi agricoli resilienti (Rodale, 1983).
- Anni 2000. Il concetto ha guadagnato slancio con l’aggravarsi del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità. Organizzazioni come il Rodale Institute e Kiss the Ground hanno iniziato a promuovere pratiche rigenerative.
2. Definire l’agricoltura rigenerativa
Non esiste una definizione universalmente accettata di agricoltura rigenerativa, ma è generalmente intesa come un sistema di principi e pratiche agricole che aumentano la biodiversità, arricchiscono i suoli, migliorano i bacini idrografici e potenziano i servizi ecosistemici. I principi chiave includono:
- Salute del suolo: aumentare la materia organica e la diversità microbica.
- Biodiversità: promuovere colture, bestiame e fauna selvatica diversificati.
- Gestione dell’acqua: migliorare la ritenzione idrica e ridurre il deflusso.
- Sequestro del carbonio: catturare il carbonio atmosferico nel suolo e nelle piante.
-
Resilienza: creare sistemi che si adattano alla variabilità climatica.
Sebbene non esista uno standard ISO per l’agricoltura rigenerativa, esistono diversi schemi di certificazione privati, come la Regenerative Organic Certification (ROC) del Rodale Institute e il programma Land to Market del Savory Institute. Questi framework forniscono linee guida, ma mancano dell’uniformità degli standard dell’agricoltura biologica.
3. Pratiche e implementazione
L’agricoltura rigenerativa viene implementata attraverso una serie di pratiche, tra cui:
- Colture di copertura: piantare colture di copertura per proteggere il suolo e fissare l’azoto;
- Agricoltura no-till: minimizzare il disturbo del suolo per preservarne la struttura e la vita microbica;
- Rotazione e diversificazione delle colture: ridurre la pressione dei parassiti e migliorare la fertilità del suolo;
- Agroforestazione: integrare alberi e arbusti nei sistemi agricoli;
- Compostaggio e applicazione di letame: aumentare la materia organica del suolo;
- Gestione integrata del bestiame: utilizzare animali al pascolo per migliorare la salute del suolo.
A differenza dell’agricoltura biologica, che vieta l’uso di input sintetici, tranne per un limitato set di prodotti ecologici per la protezione delle piante, l’agricoltura rigenerativa consente un “uso limitato” di agrochimici – ancora da definire e standardizzare, con particolare riferimento al divieto delle sostanze tossiche più pericolose – concentrandosi invece sulla riduzione della dipendenza attraverso pratiche ecologiche. La permacultura, d’altro canto, è un “sistema di progettazione” che integra i principi rigenerativi ma si estende oltre l’agricoltura per includere uno stile di vita sostenibile.
4. L’Alleanza Europea per l’Agricoltura Rigenerativa (EARA)
L’Alleanza Europea per l’Agricoltura Rigenerativa (EARA) ha sviluppato una serie di principi guida per questo movimento, enfatizzando la rigenerazione ecologica, sociale ed economica. Questo capitolo sintetizza i principi dell’EARA, le intuizioni sull’uso dei pesticidi e le implicazioni più ampie per l’agricoltura sostenibile.
4.1. Principi dell’agricoltura rigenerativa secondo EARA
EARA delinea quattro principi fondamentali che sostengono l’agricoltura rigenerativa:
- Rigenerazione come processo di miglioramento della vita. L’agricoltura rigenerativa è un processo dinamico ed evolutivo piuttosto che uno stato statico. Si basa sul principio dell’evoluzione, in cui la vita si combina in una complessità più simbiotica in condizioni favorevoli. Questo processo migliora continuamente la capacità di dare vita a luoghi e persone.
- Rigenerazione orientata ai risultati. L’obiettivo è raggiungere risultati positivi nella salute sociale, ecologica ed economica. L’agricoltura rigenerativa non è dogmatica, permettendo agli agricoltori di scegliere le pratiche in base a un’analisi approfondita del loro contesto specifico. Lo sviluppo di un’interdipendenza simbiotica su scala bioregionale è essenziale, collegando miglioramenti ecologici olistici con un’agricoltura altamente produttiva.
- Rigenerazione specifica al contesto. Il processo di rigenerazione inizia con una comprensione approfondita del contesto unico di un sistema agricolo. Implica lo sviluppo di una visione completa per la salute e le proprietà funzionali del sistema, progredendo verso risultati chiave che guidano il processo decisionale. Flessibilità e adattabilità sono cruciali per adattare gli approcci a circostanze ambientali e socio-economiche uniche.
- Rigenerazione sistemica. La rigenerazione è favorita attraverso l’intero sistema, non solo in azienda. Implica sinergie in cui una maggiore biodiversità del suolo porta a migliori funzioni ecologiche, piante più sane e una maggiore produttività. Questo approccio sistemico garantisce che la produttività agricola non sia scambiata con l’impatto socio-ecologico, ma piuttosto che entrambi siano migliorati.
4.2. Approccio dell’EARA all’uso dei pesticidi
EARA fornisce una prospettiva sfumata sull’uso di pesticidi sintetici nell’agricoltura rigenerativa:
- Riduzione specifica al contesto. Sebbene i pesticidi sintetici possano essere utilizzati inizialmente o in determinati contesti, l’enfasi è su una riduzione drastica rispetto ai tassi di uso convenzionali. Questa riduzione è ottenuta attraverso un approccio ambizioso e specifico al contesto, su misura per le circostanze uniche di ogni azienda agricola. Il risultato primario è la salute ecologica, in particolare il miglioramento della salute del suolo, che può essere misurato dallo sviluppo del carico tossico totale per ettaro/resa e dalla biodiversità del suolo.
- Focus sulla salute sistemica. L’uso di pesticidi sintetici è accettabile nell’agricoltura rigenerativa se allineato all’obiettivo più ampio della salute sistemica. Un’azienda agricola è considerata rigenerativa se riduce costantemente l’uso di pesticidi sintetici nel suo contesto, muovendosi verso una fase di eliminazione graduale. Ciò è in linea con il principio della rigenerazione come processo sistemico, concentrandosi sulla salute complessiva dell’azienda agricola e dell’ecosistema agroalimentare piuttosto che sull’adesione rigida a pratiche prescritte esternamente.
- Necessità temporanea. I pesticidi sintetici dovrebbero essere visti come una necessità temporanea piuttosto che una soluzione permanente. Le aziende agricole che fanno ampio uso di pesticidi sintetici senza una chiara traiettoria verso la riduzione e l’eliminazione graduale non possono essere considerate rigenerative. Tale dipendenza limita la rigenerazione ecologica e mantiene la dipendenza economica, portando a risultati non ottimali per la salute complessiva.
- Benefici ecologici. L’agricoltura rigenerativa migliora le funzioni ecosistemiche e la salute complessiva ristabilendo le reti alimentari naturali e migliorando la biodiversità del suolo. Ciò consente agli ecosistemi di gestire meglio parassiti, malattie e infestanti attraverso predatori e antagonisti naturali. Le funzioni biologiche del suolo migliorate aumentano anche la capacità del suolo di disintossicare l’ambiente, riducendo la necessità di input sintetici.
5. Studi scientifici
Valutare gli studi scientifici sui benefici dell’agricoltura rigenerativa è complesso a causa della mancanza di una definizione standardizzata delle pratiche considerate in ciascuno studio. Tuttavia, l’applicazione coerente dei principi dell’agricoltura rigenerativa è stata associata a diversi potenziali benefici, come segue.
5.1. Fertilità del suolo e sequestro del carbonio
L’agricoltura rigenerativa è ampiamente riconosciuta per il suo potenziale di migliorare significativamente la salute del suolo, un componente critico dei sistemi agricoli sostenibili. Uno studio fondamentale di Lal (2020) evidenzia che pratiche rigenerative, come le colture di copertura, la riduzione dell’aratura e gli emendamenti organici, possono aumentare il carbonio organico del suolo dello 0,5-1,5% annuo. Questo aumento non solo migliora la fertilità del suolo, ma anche la ritenzione idrica e il ciclo dei nutrienti, rendendo i sistemi agricoli più resilienti alla variabilità climatica e agli eventi meteorologici estremi.
Allo stesso modo, Teague et al. (2016) hanno dimostrato che i sistemi di pascolo gestito, una componente chiave dell’agricoltura rigenerativa, possono migliorare significativamente la struttura del suolo e lo stoccaggio del carbonio. La loro ricerca ha mostrato che le pratiche di pascolo rotazionale aumentano la biomassa radicale e l’attività microbica, portando a livelli più elevati di materia organica del suolo e una migliore stabilità degli aggregati. Questi cambiamenti contribuiscono al sequestro del carbonio a lungo termine, riducendo i livelli di CO₂ atmosferica e mitigando il cambiamento climatico.
Ulteriori studi di Paustian et al. (2016) hanno sottolineato che pratiche rigenerative, come l’agroforestazione e le rotazioni colturali diversificate, possono aumentare le riserve di carbonio del suolo mantenendo o addirittura aumentando la produttività agricola. La loro meta-analisi di studi globali ha rilevato che i sistemi rigenerativi possono sequestrare 0,5-2 tonnellate di carbonio per ettaro all’anno, a seconda delle condizioni regionali e delle pratiche di gestione (Paustian et al., 2016).
Inoltre, Bossio et al. (2020) hanno evidenziato il ruolo dell’agricoltura rigenerativa nel ripristinare i suoli degradati, in particolare nelle regioni aride e semi-aride. La loro ricerca ha scoperto che pratiche come l’applicazione di compost e le colture perenni possono ricostruire la materia organica del suolo, migliorare l’infiltrazione dell’acqua e aumentare la biodiversità, portando a sistemi agricoli più produttivi e sostenibili.
5.2. Biodiversità
L’agricoltura rigenerativa svolge un ruolo cruciale nel promuovere la biodiversità creando habitat per impollinatori, insetti benefici e altre specie selvatiche. Kremen e Miles (2012) hanno dimostrato che i sistemi agricoli diversificati, come quelli che incorporano rotazioni colturali, consociazioni e agroforestazione, supportano una ricchezza di specie significativamente maggiore rispetto alle monocolture. Questi sistemi forniscono una varietà di nicchie ecologiche, migliorando la resilienza degli ecosistemi agricoli a parassiti, malattie e cambiamenti climatici (Kremen & Miles, 2012). Inoltre, Altieri et al. (2015) hanno scoperto che pratiche rigenerative, come l’uso di colture di copertura e la riduzione degli input chimici, aumentano l’abbondanza di microrganismi del suolo e artropodi, essenziali per il ciclo dei nutrienti e il controllo dei parassiti.
5.3. Rese
Sebbene le rese nei sistemi rigenerativi possano essere inizialmente inferiori, spesso si stabilizzano o aumentano nel tempo man mano che la salute del suolo migliora e gli ecosistemi diventano più resilienti. Una meta-analisi di Ponisio et al. (2015) ha rilevato che i sistemi agricoli diversificati all’interno dell’agricoltura biologica, come quelli che incorporano rotazioni colturali, consociazioni e agroforestazione, raggiungono rese comparabili alle monocolture convenzionali, migliorando al contempo la biodiversità e i servizi ecosistemici.
5.4. Qualità nutrizionale delle colture
Uno dei principali benefici nutrizionali dell’agricoltura biologica è l’aumento della concentrazione di composti bioattivi nelle colture. Mitchell et al. (2007) hanno dimostrato che pratiche rigenerative, come l’uso di concimi organici e colture di copertura, aumentano significativamente i livelli di composti fenolici, antiossidanti e vitamine in frutta e verdura. Ad esempio, i pomodori coltivati in sistemi rigenerativi hanno mostrato livelli più elevati di vitamina C e licopene, entrambi associati a benefici per la salute come la riduzione del rischio di malattie croniche.
Inoltre, Reganold e Wachter (2016) hanno evidenziato che i sistemi biologici e rigenerativi spesso producono colture con una maggiore densità nutrizionale, inclusi livelli più elevati di minerali come zinco, ferro e magnesio. Ciò è attribuito al miglioramento della salute del suolo e dell’attività microbica nei sistemi rigenerativi, che favoriscono l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante. La loro revisione ha anche notato che le pratiche rigenerative possono portare a una stabilità delle rese a lungo termine, specialmente di fronte alla variabilità climatica, grazie alla maggiore resilienza degli agroecosistemi.
5.5. Sicurezza alimentare
Oltre ai benefici nutrizionali, l’agricoltura rigenerativa può migliorare la sicurezza alimentare riducendo la dipendenza da input esterni come fertilizzanti e pesticidi sintetici. Schreefel et al. (2020) hanno scoperto che i sistemi rigenerativi, in particolare quelli che integrano allevamento e coltivazione, possono raggiungere una maggiore redditività netta nel tempo, nonostante rese inizialmente più basse. Questa resilienza economica, combinata con migliori risultati nutrizionali, rende l’agricoltura rigenerativa un’opzione convincente per affrontare sia la sicurezza alimentare che la sicurezza nutrizionale.
6. Confronto con l’agricoltura biologica
L’agricoltura rigenerativa condivide molti principi con l’agricoltura biologica, come l’evitare input sintetici e promuovere la biodiversità. Tuttavia, va oltre enfatizzando il sequestro del carbonio nel suolo e il ripristino degli ecosistemi. Uno studio comparativo di Gattinger et al. (2012) ha rilevato che i sistemi biologici migliorano la salute del suolo ma potrebbero non raggiungere gli stessi livelli di sequestro del carbonio delle pratiche rigenerative.
Esaminando più da vicino, i principi dell’agricoltura rigenerativa si allineano strettamente a quelli dell’agricoltura biologica. Le principali differenze possono essere riassunte come segue:
- Definizione e standard. L’agricoltura biologica è definita a livello internazionale, comprendendo principi generali e criteri specifici per le pratiche agricole e zootecniche. Questi criteri includono un elenco positivo di prodotti fitosanitari consentiti e le condizioni del loro uso, insieme al divieto di prodotti contenenti o derivati da organismi geneticamente modificati (OGM) e nuove tecniche genomiche (NGT), ad eccezione dei medicinali veterinari.
- Quadro normativo. Le suddette pratiche agricole e zootecniche sono integrate in regolamenti obbligatori in vari Paesi (ad esempio, il Regolamento (UE) 2018/848), con diversi decenni di esperienza applicativa.
- Conformità e controllo. La natura vincolante delle regole dell’agricoltura biologica richiede l’adesione a un regime specifico di controlli ufficiali, supplementari a quelli applicabili alla produzione agroalimentare generale.
- Certificazione dei prodotti. Tutti i prodotti etichettati come biologici sono soggetti a controlli ufficiali aggiuntivi, oltre alle certificazioni da parte di organismi autorizzati dalle istituzioni competenti, richieste per tutti gli operatori delle rispettive filiere (esclusi solo i distributori di prodotti preconfezionati).
- Restrizioni sugli additivi alimentari. Gli alimenti biologici sono anche soggetti a requisiti specifici, inclusa una lista positiva restrittiva di additivi alimentari consentiti rispetto a quelli ammessi negli alimenti convenzionali.
Al contrario, l’agricoltura rigenerativa si concentra su risultati come la salute del suolo, il miglioramento della biodiversità e il ripristino degli ecosistemi, senza una definizione universalmente accettata o un processo di certificazione standardizzato.
7. Riconoscimenti da parte delle agenzie internazionali
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) hanno riconosciuto il potenziale dell’agricoltura rigenerativa come approccio trasformativo per affrontare la sicurezza alimentare globale, il cambiamento climatico e la povertà rurale.
- Il Global Soil Partnership (GSP) della FAO, istituito nel 2012, svolge un ruolo fondamentale nel promuovere pratiche di gestione sostenibile del suolo a livello mondiale. Il GSP si concentra sul miglioramento della salute del suolo attraverso iniziative come lo sviluppo delle capacità, la condivisione delle conoscenze e l’attuazione delle Linee Guida Volontarie per la Gestione Sostenibile del Suolo (FAO, 2017). Queste linee guida sottolineano l’importanza di pratiche come la rotazione delle colture, gli emendamenti organici e la riduzione dell’aratura, che si allineano strettamente ai principi dell’agricoltura rigenerativa.
- Allo stesso modo, l’IFAD è stato strumentale nel sostenere progetti di agricoltura rigenerativa, specialmente nei Paesi in via di sviluppo dove i piccoli agricoltori affrontano sfide significative. Ad esempio, l’IFAD ha finanziato progetti di agroforestazione nell’Africa subsahariana, integrando alberi con colture e bestiame per ripristinare terreni degradati, migliorare la biodiversità e migliorare i mezzi di sussistenza (IFAD, 2024). Questi progetti non solo contribuiscono al sequestro del carbonio e alla resilienza climatica, ma anche all’empowerment delle comunità locali, fornendo fonti di reddito sostenibili e migliorando la sicurezza alimentare.
- Sia la FAO che l’IFAD sottolineano l’importanza della collaborazione multi-stakeholder e dello scambio di conoscenze per ampliare le pratiche rigenerative. L’Iniziativa di Scalabilità dell’Agroecologia della FAO e il Programma di Adattamento per l’Agricoltura dei Piccoli Agricoltori dell’IFAD sono esempi di come le agenzie internazionali stiano promuovendo partnership tra governi, ONG e comunità locali per promuovere l’agricoltura rigenerativa su larga scala (FAO, 2020; IFAD, 2022). Queste iniziative evidenziano il ruolo cruciale dell’agricoltura rigenerativa nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), in particolare SDG 2 (Fame Zero), SDG 13 (Azione per il Clima) e SDG 15 (Vita sulla terra).
8. Dimensioni del mercato e crescita prevista
Il mercato globale dell’agricoltura rigenerativa è in rapida crescita, grazie alla crescente consapevolezza dei suoi benefici ambientali, sociali ed economici. Secondo un rapporto completo di Grand View Research (2025), il mercato globale dell’agricoltura rigenerativa è stato stimato a 10,30 miliardi di dollari nel 2023 e si prevede che raggiungerà i 31,88 miliardi di dollari entro il 2031, con un CAGR del 15,37% nel periodo di previsione 2024-2034.
‘Oggi molte aziende alimentari promuovono i loro prodotti come ottenuti con pratiche rigenerative, il che è diventato un potente strumento di marketing. I consumatori sono disposti a pagare un prezzo maggiorato per prodotti alimentari che rispondono ai loro valori. Di conseguenza, sempre più aziende alimentari adottano queste pratiche sostenibili, contribuendo a una maggiore consapevolezza e adozione di queste pratiche nell’industria alimentare‘ (Grand View Research, 2022).
8.1. I principali fattori di crescita del mercato
- La domanda di prodotti “sostenibili” da parte dei consumatori. La preferenza dei consumatori per gli alimenti prodotti in modo sostenibile è in aumento, grazie alla maggiore consapevolezza dei problemi ambientali come il degrado del suolo, la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici. I marchi che adottano pratiche rigenerative sono sempre più considerati leader nella sostenibilità, guadagnando un vantaggio competitivo sul mercato (Grand View Research, 2022).
- Impegni aziendali per la neutralità del carbonio. Molte aziende si stanno impegnando a raggiungere obiettivi di neutralità del carbonio e di emissioni nette zero, riconoscendo il ruolo dell’agricoltura rigenerativa nel sequestro del carbonio. Ad esempio, aziende come Cargill, Danone, General Mills, Nestlé, PepsiCo, Unilever e Walmart hanno lanciato iniziative di agricoltura rigenerativa come parte delle loro strategie di sostenibilità, anche per migliorare la reputazione del marchio (Grand View Research, 2025).
- Politiche e incentivi governativi: i governi di tutto il mondo stanno introducendo politiche e incentivi finanziari per promuovere le pratiche rigenerative. Ad esempio, la Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea e il Programma di Gestione della Conservazione del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) forniscono finanziamenti e supporto tecnico agli agricoltori che passano ai metodi rigenerativi. Queste politiche dovrebbero accelerare la crescita del mercato riducendo le barriere all’adozione.
- Progressi tecnologici. Le innovazioni nel campo dell’agricoltura di precisione, del monitoraggio della salute del suolo e delle tecniche di agricoltura rigenerativa stanno facilitando l’adozione e la scalabilità delle pratiche rigenerative da parte degli agricoltori. Tecnologie come il telerilevamento, l’analisi guidata dall’intelligenza artificiale e gli input biodegradabili stanno migliorando l’efficienza e l’efficacia dell’agricoltura rigenerativa, favorendo ulteriormente l’espansione del mercato (World Economic Forum, 2024).
8.2. Approfondimenti regionali
- Nord America. La regione domina il mercato globale dell’agricoltura rigenerativa, rappresentando la quota maggiore. Ciò è attribuito alla forte domanda di prodotti sostenibili da parte dei consumatori, unita a un significativo sostegno da parte di aziende e governi (Grand View Research, 2022).
- Europa. Ci si aspettava che l’Europa registrasse una crescita sostanziale, grazie alle severe normative ambientali delineate nella strategia Farm to Fork (2020) dell’UE, che mirava a rendere i sistemi alimentari più sostenibili. Tuttavia, lo spostamento dell’attenzione nella nuova Vision for the Future of Agriculture and Food (2025) dell’UE ha messo in dubbio il mantenimento di queste aspettative. In particolare, per quanto riguarda la sicurezza dei pesticidi e la loro riduzione.
- Asia-Pacifico. Anche questa regione sta emergendo come un mercato in forte crescita, grazie alla crescente adozione di pratiche rigenerative in Paesi come l’India e l’Australia. Le iniziative governative e la crescente consapevolezza della salute del suolo sono i fattori chiave che contribuiscono a questa crescita.
9. Il rischio di greenwashing
La crescita del mercato dell’agricoltura rigenerativa ha portato a un aumento delle dichiarazioni di marketing relative ai suoi benefici ambientali. Tuttavia, la mancanza di definizioni e standard universalmente accettati rappresenta un rischio significativo, in quanto le aziende possono fare affermazioni incoerenti e, in alcuni casi, ingannevoli. Questo rischio è stato evidenziato anche in un recente rapporto sull’etichettatura di sostenibilità nel settore alimentare dell’UE, pubblicato dal Joint Research Center (JRC) della Commissione europea (JRC, 2024).
Questa ambiguità non solo mina la fiducia dei consumatori, ma può anche – inavvertitamente o meno – contribuire a pratiche di “greenwashing”, che dovrebbero essere vietate dalla Direttiva (UE) 2024/825. Questo rischio è aggravato dalla commercializzazione di prodotti “rigenerativi” che non soddisfano le soglie ecologiche promesse, spesso a causa della mancanza di una verifica indipendente.
Secondo una relazione della Corte dei Conti europea (2022), questa mancanza di chiarezza normativa espone le imprese e i consumatori a dichiarazioni ingannevoli che non rispettano i divieti di greenwashing previsti dalla legislazione europea. Solo attraverso la trasparenza, la verifica scientifica e standard coerenti l’agricoltura rigenerativa potrà essere all’altezza del suo potenziale di sostenibilità.
10. Esigenze di trasparenza
In un’epoca in cui i consumatori sono sempre più sensibilizzati alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità, le affermazioni relative a “zero residui di pesticidi” devono essere verificate con rigore e trasparenza. L’agricoltura rigenerativa è spesso commercializzata come un’alternativa alle pratiche agricole convenzionali, con affermazioni di un uso significativamente ridotto o nullo di pesticidi. Tuttavia, senza sistemi di verifica concreti, tali affermazioni sono suscettibili di sfruttamento.
È necessario sviluppare protocolli di analisi dettagliati e registrarli all’interno di un sistema blockchain pubblico per fornire una verifica credibile di queste affermazioni. Ciò comporterebbe la raccolta di dati sui residui di pesticidi attraverso metodi di analisi standardizzati in diverse fasi del processo di produzione alimentare, con risultati resi pubblici in tempo reale attraverso una piattaforma blockchain pubblica. Questo sistema impedirebbe alle aziende di ingannare i consumatori con affermazioni non comprovate, che altrimenti possono essere difficili da verificare a causa dell’assenza di standard internazionali o di una legislazione chiara che definisca cosa si intende per agricoltura rigenerativa.
La tecnologia blockchain offre una soluzione efficiente per mantenere un registro immutabile e trasparente di tutti i test sui residui di pesticidi e delle pratiche agricole, garantendo la tracciabilità e la responsabilità lungo tutta la filiera alimentare. Un sistema di questo tipo potrebbe eliminare la confusione che circonda termini come “agricoltura rigenerativa” o “allevamento rigenerativo”, che spesso mancano di una definizione legale. Consentendo l’accesso diretto del pubblico a questi dati verificati, una soluzione blockchain di questo tipo potrebbe prevenire le false dichiarazioni di marketing e contribuire a proteggere sia i consumatori che le aziende dall’essere ingannati.
In assenza di un sistema di questo tipo, le aziende potrebbero continuare a capitalizzare su indicazioni vaghe e non verificate, ingannando i consumatori e minando la credibilità dell’agricoltura rigenerativa. È quindi essenziale che gli organi legislativi, in collaborazione con gli sviluppatori di blockchain, le autorità di certificazione e l’industria agricola, stabiliscano un processo chiaro e trasparente per verificare le indicazioni relative ai residui di pesticidi e alle pratiche rigenerative. Fino ad allora, i consumatori rischiano di essere ingannati da indicazioni che non riflettono i reali benefici ecologici o le pratiche impiegate nella produzione alimentare.
11. Conclusioni provvisorie
Il potenziale dell’agricoltura rigenerativa di migliorare la salute del suolo, la biodiversità e la resilienza al clima, fornendo soluzioni sostenibili alla sicurezza alimentare e alle sfide ambientali, è messo in ombra dalla mancanza di definizioni e criteri standardizzati. La filiera biologica rimane l’unico sistema affidabile per garantire questi stessi obiettivi.
Lo spostamento dei finanziamenti pubblici dall’agricoltura biologica alle pratiche “rigenerative” non è raccomandato, in quanto potrebbe non garantire il raggiungimento di risultati comparabili, in particolare per quanto riguarda la decontaminazione dei suoli e delle acque dai pesticidi e da altri contaminanti (ad esempio, PFAS, microplastiche) legati al loro utilizzo.
Tuttavia, le imprese che adottano pratiche rigenerative dovrebbero dare priorità alla trasparenza, registrando tutti i dati rilevanti su piattaforme blockchain pubbliche. Ciò garantirebbe l’accessibilità e l’affidabilità dei dati, aumenterebbe la fiducia del pubblico e faciliterebbe una più ampia accettazione, sostenendo in ultima analisi l’adozione diffusa delle pratiche rigenerative.
Dario Dongo
Copertina generata dall’intelligenza artificiale di Fotor
Riferimenti
1. Altieri, M.A. (1996). Agroecology: The science of sustainable agriculture. 2nd ed. 2018. Boulder: Westview Press. ISBN: 9780429495465. https://doi.org/10.1201/9780429495465
2. FAO, 2017. The future of food and agriculture: Trends and challenges. Rome: Food and Agriculture Organization of the United Nations. http://www.fao.org/3/a-i6583e.pdf
3. Kimmerer, R.W., 2013. Braiding sweetgrass: Indigenous wisdom, scientific knowledge, and the teachings of plants. Minneapolis: Milkweed Editions. ISBN 978-1-57131-335-5 https://tinyurl.com/3wwrmx64
4. LaCanne, C.E. and Lundgren, J.G., 2018. Regenerative agriculture: Merging farming and natural resource conservation profitably. PeerJ, 6, p.e4428. https://doi.org/10.7717/peerj.4428
5. Lal, R., 2020. Regenerative agriculture for food and climate. Journal of Soil and Water Conservation, 75(5), pp.123A-124A. https://doi.org/10.2489/jswc.2020.0620A
6. Minasny, B., Malone, B.P., McBratney, A.B., Angers, D.A., Arrouays, D., Chambers, A., Chaplot, V., Chen, Z.S., Cheng, K., Das, B.S. and Field, D.J., 2017. Soil carbon 4 per mille. Geoderma, 292, pp.59-86. https://doi.org/10.1016/j.geoderma.2017.01.002
7. Montgomery, D.R., 2017. Growing a revolution: Bringing our soil back to life. New York: W.W. Norton & Company. ISBN: 9780393608335
8. Paustian, K., Lehmann, J., Ogle, S., Reay, D., Robertson, G.P. and Smith, P., 2016. Climate-Smart Soils. Nature, 532(7597), pp. 49-57. https://doi.org/10.1038/nature17174
9. Rodale, R., 1983. Breaking new ground: The search for a sustainable agriculture. The Futurist, 17(1), pp.15-20. https://tinyurl.com/5n8n5yfv
10. Jeff Moyer, Andrew Smith, PhD, Yichao Rui, PhD, Jennifer Hayde, 2020. Regenerative agriculture and the soil carbon solution. Kutztown: Rodale Institute. https://tinyurl.com/34epuss2
11. Savory, A., Buttefield, J., 2013. Holistic management: A commonsense revolution to restore our environment. 3rd ed. Washington, DC: Island Press. ISDN: 9781610917438
12. Thrupp, L.A., 2000. Linking agricultural biodiversity and food security: The valuable role of agrobiodiversity for sustainable agriculture. International Affairs, 76(2), pp.265-281. https://doi.org/10.1111/1468-2346.00133
13. Burtscher-Schaden, H.; Durstberger, T.; Zaller, J.G. Toxicological Comparison of Pesticide Active Substances Approved for Conventional vs. Organic Agriculture in Europe. Toxics 2022, 10, 753. https://doi.org/10.3390/toxics10120753
14. Lal, R., 2020. Regenerative Agriculture for Soil Health and Carbon Sequestration. Journal of Soil and Water Conservation, 75(5), pp. 123A-129A. https://doi.org/10.2489/jswc.2020.0620A
15. Teague, W.R., Apfelbaum, S., Lal, R., Kreuter, U.P., Rowntree, J., Davies, C.A., Conser, R., Rasmussen, M., Hatfield, J., Wang, T., Wang, F. and Byck, P., 2016. The Role of Ruminants in Reducing Agriculture’s Carbon Footprint in North America. Journal of Soil and Water Conservation, 71(2), pp. 156-164. https://tinyurl.com/yx3edjyz
16. Bossio, D.A., Cook-Patton, S.C., Ellis, P.W., Fargione, J., Sanderman, J., Smith, P., Wood, S., Zomer, R.J., von Unger, M., Emmer, I.M. and Griscom, B.W., 2020. The Role of Soil Carbon in Natural Climate Solutions. Nature Sustainability, 3(5), pp. 391-398. https://doi.org/10.1038/s41893-020-0491-z
17. Kremen, C., and Miles, A., 2012. Ecosystem Services in Biologically Diversified versus Conventional Farming Systems. Ecology and Society, 17(4), 40. https://doi.org/10.5751/ES-05035-170440
18. Altieri, M.A., Nicholls, C.I., Henao, A. and Lana, M.A., 2015. Agroecology and the Design of Climate Change-Resilient Farming Systems. Agronomy for Sustainable Development, 35(3), pp. 869-890. https://doi.org/10.1007/s13593-015-0285-2
19. Ponisio, L.C., M’Gonigle, L.K., Mace, K.C., et al., 2015. Diversification Practices Reduce Organic to Conventional Yield Gap. Proceedings of the Royal Society B, 282(1799), 20141396. https://doi.org/10.1098/rspb.2014.1396
20. Mitchell, A.E., Hong, Y.J., Koh, E., et al., 2007. Ten-Year Comparison of the Influence of Organic and Conventional Crop Management Practices on the Content of Flavonoids in Tomatoes. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 55(15), 6154-6159. https://doi.org/10.1021/jf070344+
21. Reganold, J.P. and Wachter, J.M., 2016. Organic Agriculture in the Twenty-First Century. Nature Plants, 2(2), p. 15221. https://doi.org/10.1038/nplants.2015.221
22. Schreefel, L., Schulte, R.P.O., de Boer, I.J.M., et al., 2020. Regenerative Agriculture – the Soil is the Base. Global Food Security, 26, 100404. https://doi.org/10.1016/j.gfs.2020.100404
23. What Is the Difference Between Organic and Regenerative Agriculture? Noble Research Institute. [Accessed 1 March 2025] https://tinyurl.com/4y3dm5cu
24. Grand View Research, 2025. Regenerative Agriculture Market Size, Share & Trends Analysis Report. https://tinyurl.com/n8cbv5zm
25. Peer, J., 2020. Agronomic efficiency in regenerative farming. Outlook on Agriculture, 50(1), 13-25. https://doi.org/10.1177/0030727021998063
26. Sher, A., Li, H., ullah, A. et al. Importance of regenerative agriculture: climate, soil health, biodiversity and its socioecological impact. Discov Sustain 5, 462 (2024). https://doi.org/10.1007/s43621-024-00662-z
27. Giller KE, Hijbeek R, Andersson JA, Sumberg J. Regenerative Agriculture: An agronomic perspective. Outlook Agric. 2021 Mar;50(1):13-25. doi: 10.1177/0030727021998063
28. FAO, 2017. Voluntary Guidelines on Sustainable Soil Management (VGSSM). Food and Agriculture Organization of the United Nations. https://tinyurl.com/yu79ux3b
29. IFAD, 2024. Strengthening agroforestry in rural investment: lessons learned and best practices from IFAD operations. The International Fund for Agricultural Development (IFAD), Rome. ISBN 978-92-9266-393-3. https://tinyurl.com/4p7yr4pp
30. FAO, 2020. Scaling Up Agroecology Initiative. Food and Agriculture Organization of the United Nations. https://tinyurl.com/drxbnwfp
31. IFAD, 2022. Adaptation for Smallholder Agriculture Programme (ASAP+). International Fund for Agricultural Development. https://www.ifad.org/en/asap
32. USDA, 2020. Conservation Stewardship Program. https://www.nrcs.usda.gov/wps/portal/nrcs/main/national/programs/financial/csp/
33. World Economic Forum. Farms of the future: How can AI accelerate regenerative agriculture? September 10, 2024 https://tinyurl.com/m23hv2j4
34. FAO, 2022. Regenerative Agriculture in Asia-Pacific: Opportunities and Challenges. Food and Agriculture Organization of the United Nations.
35. European Commission, Joint Research Centre, Sanye Mengual, E., Boschiero, M., Leite, J., Casonato, C., Fiorese, G., Mancini, L., Sinkko, T., Wollgast, J., Listorti, G. and Sala, S. Sustainability labeling in the EU food sector: current status and coverage of sustainability aspects. Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2024. https://tinyurl.com/n42fpr88
36. Pablo Tittonell, Veronica El Mujtar, Georges Felix, Yodit Kebede, Luciana Laborda, Raquel Luján Soto, and Joris de Vente. Regenerative agriculture—agroecology without politics? Front. Sustain. Food Syst. https://doi.org/10.3389/fsufs.2022.844261

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.