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CSR, rendicontazione di sprechi e rifiuti alimentari

La rendicontazione della sostenibilità d’impresa (Corporate Sustainability Reporting, CSR) comprende l’obbligo di dichiarare i flussi in entrata e in uscita, così anche gli sprechi e i rifiuti alimentari, nonché i destini dei vari coprodotti.

Il questionario sviluppato da Wiise benefit nel progetto di ricerca Wasteless, in Horizon Europe, offre alle imprese di settore un modello di base per la rendicontazione delle prestazioni di economia circolare e così adempiere ai nuovi obblighi.

1) CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive. Premessa

Corporate Sustainability Reporting Directive (EU) No 2022/2464, in riforma della Accounting Directive 2013/34/UE, ha introdotto l’obbligo di rendicontazione sulle responsabilità sociali e ambientali delle imprese. In via progressiva, dai grandi gruppi alle SMEs (Small and Medium Enterprises), escluse le sole microimprese. (1)

Le relazioni a bilancio dovranno quindi venire integrate dalle informazioni necessarie alla comprensione dell’impatto dell’impresa sulle questioni legate alla sostenibilità, nonché l’impatto di tali aspetti sull’andamento dell’impresa e i sui suoi risultati economici.

La Commissione europea – a seguito di apposite consultazioni con la European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) – ha poi introdotto i primi European Sustainability Reporting Standards (ESRS), tramite Reg. (EU) No 2023/2772, affinché la rendicontazione possa seguire criteri omogenei. (2)

2) European Sustainability Reporting Standards (ESRS), aggiornamenti

Reg. (EU) No 2023/2772 aveva fissato al 30 giugno 2024 l’aggiornamento degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), in modo da aggiungervi:

– informazioni complementari relative alla sostenibilità nel settore specifico ove l’impresa opera

– principi di rendicontazione di sostenibilità per i Paesi terzi (da adottare con atto delegato separato).

L’adozione dei suddetti criteri di rendicontazione di sostenibilità è stata tuttavia prorogata di due anni, tramite Direttiva (EU) No 2024/1306. (3)

3) Economia circolare, ESRS 5

ESRS 5 introduce per la prima volta la definizione di ‘economia circolare’, intesa quale:

un sistema economico in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle altre risorse nell’economia è mantenuto il più a lungo possibile, migliorandone l’uso efficiente nella produzione e nel consumo, così da diminuire l’impatto ambientale del loro uso, riducendo al minimo i rifiuti e il rilascio di sostanze perico­lose in tutte le fasi del loro ciclo di vita, anche mediante l’applicazione della gerarchia dei rifiuti.

L’obiettivo è massimizzare e mantenere il valore delle risorse, dei prodotti e dei materiali tecnici e biologici creando un sistema che consenta la durabilità, l’uso o il riutilizzo ottimali, il ricondizionamento, la rifabbricazione, il riciclaggio e il ciclo dei nutrienti.’

3.1) Scopo e ambito di applicazione

Gli obblighi di informativa attengono all’uso delle risorse nell’ottica di economia circolare, per quanto concerne:

– i flussi di risorse in entrata, compresa la circolarità dei flussi in entrata di risorse rilevanti, tenendo conto delle risorse rinnovabili e non rinnovabili;

– i flussi di risorse in uscita, comprese informazioni su prodotti e materiali; e

– i rifiuti.

Le informazioni su tali flussi devono permettere ai fruitori della dichiarazione di sostenibilità di comprendere:

– il modo in cui l’impresa incide sull’uso delle risorse, compresa l’ef­ficienza delle risorse, la prevenzione dell’esaurimento delle risorse, l’approvvigionamento sostenibile e l’uso di risorse rinnovabili (secondo il principio ‘uso delle risorse ed economia circolare’) in termini di impatti rilevanti positivi e negativi, effettivi o potenziali;

– eventuali azioni intraprese per prevenire o mitigare gli impatti ne­gativi (effettivi o potenziali) che derivano dall’uso delle risorse, comprese le misure volte a contribuire a dissociare la crescita economica dall’uso dei materiali, e per affrontare rischi e opportunità, nonché i risultati conseguiti;

– i piani e la capacità dell’impresa di adeguare la propria strategia e il proprio modello aziendale per allinearsi ai principi dell’economia circolare, tra cui, in via non limitativa, la riduzione al minimo dei rifiuti, il mantenimento del massimo valore di prodotti, materiali e altre risorse e la promozione di un uso efficiente degli stessi nella produzione e nel consumo;

– la natura, il tipo e la portata dei rischi e le opportunità per l’impresa associati agli impatti e le dipendenze, che derivano dal­l’uso delle risorse e dall’economia circolare, e il modo in cui l’im­presa li gestisce; e

– gli effetti finanziari sull’impresa nel breve, medio e lungo periodo associati ai rischi e le opportunità che derivano dagli impatti e dalle dipendenze in termini di uso delle risorse ed econo­mia circolare.

3.2) Flussi di risorse in entrata

Le imprese devono illustrare l’uso delle risorse nelle proprie operazioni – e in quelle dell’impresa a monte, nella catena del valore – le quali comprendono i prodotti (imballaggi compresi) e i materiali utilizzati (acqua inclusa), spazi, impianti e macchinari utilizzati in ogni fase.

Qualora i flussi in entrata rilevino per la sostenibilità, devono poi venire fornite le ulteriori informazioni che seguono, espresse in kg o t:

– peso totale dei prodotti e materiali tecnici e biologici impiegati nel periodo di riferimento;

– percentuale di materiali biologici (e biocarburanti usati per fini non energetici) per la fabbricazione di prodotti e fornitura di servizi (compresi gli imballaggi) provenienti da una filiera sostenibile, comprensiva di informazioni sul sistema di certificazione e l’applicazione del principio dell’uso a cascata; e

– peso (valore assoluto o percentuale) di componenti secondari riutilizzati o riciclati, prodotti e materiali intermedi secondari utilizzati dall’impresa per i prodotti e servizi (compresi gli imballaggi).

L’impresa deve inoltre fornire i metodi utilizzati per il calcolo dei dati, precisando se i dati provengono da misurazioni dirette o stime (specificando le ipotesi di riferimento).

3.3) Flussi di risorse in uscita

La misurazione dei flussi di risorse in uscita serve a mostrare il contributo dell’impresa ai principi di economia circolare, aumentando o massimizzando il reinserimento di prodotti, materiali e rifiuti trattati già utilizzati, insieme alla strategie e riduzione dei rifiuti adottata dall’impresa e la consapevolezza di attuazione.

I flussi in uscita di prodotti e materiali devono venire descritti in funzione di principi di circolarità applicati tra cui – ove pertinenti, anche per i prodotti alimentari – la durabilità, riutilizzabilità, riparabilità, smontaggio, rifabbricazione, ricondizionamento, riciclaggio (indicando il tasso di contenuto riciclabile in prodotti ed imballaggi).

3.4) Rifiuti

I dati sui rifiuti fanno parte delle informazioni sui flussi in uscita, per i quali deve venire specificata la quantità totale (kg o t), la quantità in peso non destinata allo smaltimento e indirizzata al riutilizzo, riciclaggio ed altre operazioni di recupero.

I rifiuti da smaltire devono venire altresì quantificati in peso e distinti per tipo di trattamento, tra cui incenerimento, smaltimento in discarica ed altre operazioni di smaltimento, e tipo (i.e. rifiuti pericolosi e non pericolosi) con la somma complessiva di questi tipi di trattamento e la quantità (totale e percentuale) di rifiuti non riciclati.

La composizione dei rifiuti deve specificare il settore di appartenenza (e.g. rifiuti alimentari per la filiera alimentare) e i materiali presenti nei rifiuti (i.e. biomassa, plastica, metalli), specificando gli eventuali rifiuti pericolosi (inclusi quelli radioattivi) e i metodi utilizzati per la misurazione o la stima di tali valori, similmente per i flussi in entrata.

3.5) Effetti finanziari

Gli effetti finanziari da rendicontare si riferiscono ai rischi e opportunità connessi all’applicazione dell’economia circolare, in relazione alla situazione patrimoniale-finanziaria, il risultato economico e i flussi finanziari dell’impresa.

Si misurano così l’influenza dell’economia circolare su tali fattori, nonché gli eventuali effetti finanziari attesi prima e dopo la concreta attuazione di nuove misure volte a incrementare la sostenibilità.

4) Commissione europea, FAQ

La Commissione europea ha pubblicato le bozze di Frequently Asked Questions (FAQs), che raccolgono le richieste ricevute dalle società, per offrire dettagli su ambiti e periodi di applicazione, esenzioni, condizioni per riferire a stime anziché alla raccolta accurata di dati offerti dai fornitori, oltreché di quelli propri. (4)

Il documento include chiarimenti sull’attuazione della CSRD nel rispetto della Accouting Directive e l’applicazione delle ESRS. Tenuto anche conto di Audit Directive 2006/43/CE, Audit Regulation (EU) No 537/2014, Transparency Directive 2004/109/CE, Sustainable Finance Disclosure Regulation (EU) No 2019/2088. (5)

Fig. 2 – Periodi di applicazione del reporting di sostenibilità (fonte: Commissione europea)

6) Wasteless, strumenti e metodi

L’applicazione dei principi a base dell’economia circolare si basa su diverse politiche normative europee, tra cui il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, la strategia industriale dell’UE e la direttiva 2008/98/CE (Waste Framework Directive, WFD), la cui revisione è in fase di approvazione definitiva da parte del Consiglio europeo.

Il progetto #Wasteless, in Horizon Europe, sta sviluppando una serie di strumenti e metodi innovativi per facilitare gli operatori della filiera agroalimentare ‘from farm to fork’ a prevenire, misurare e ridurre food loss and waste (FLW).

WIISE benefit, in questo progetto, sta mettendo a punto un sistema di raccolta dati che si avvale della una tecnologia blockchain e si basa sui principali standard e riferimenti normativi UE, tra cui:

– FLW Standard

– decisione delegata (UE) 2019/1597

– Joint Research Centre (JRC), ‘Building a balancing system for food waste accounting at national level’ report

– anche in vista dell’adempimento agli obblighi di rendicontazione stabiliti in ESRS 5. (6)

7) Conclusioni provvisorie

L’attuazione della CRSD e l’applicazione del primo gruppo di principi di rendicontazione di sostenibilità offrono uno stimolo, agli operatori della filiera alimentare, ad avviare la misurazione dei flussi materiali e delle prestazioni di economia circolare.

Gli strumenti e i metodi in via di sviluppo nel progetto di ricerca Wasteless, sotto forma di ‘open innovation’, possono offrire supporto utile e gratuito alle imprese che intendano avviare questo percorso facilmente tali obblighi di rendicontazione.

-> Le imprese basate in UE interessate a provare questo strumento, in modo completamente gratuito e con il supporto del nostro personale tecnico, possono scrivere a surveywasteless@gmail.com.

Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna

Note

(1) Dario Dongo, Alessandra Mei. CSR, European Sustainability Reporting Standard. I nuovi obblighi per le imprese. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.7.23

(2) Dario Dongo, Alessandra Mei. European Sustainability Reporting Standards, definiti i criteri UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.8.23

(3) Direttiva (UE) 2024/1306, che modifica la direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda i termini per l’adozione di principi di rendicontazione di sostenibilità per taluni settori e per talune imprese di paesi terzi. EUR-Lex GU L 2024/1306 http://data.europa.eu/eli/dec/2024/1306/oj

(4) Draft Commission notice on the interpretation of certain legal provisions in Directive 2013/34/EU (Accounting Directive), Directive 2006/43/EC (Audit Directive), Regulation (EU) No 537/2014 (Audit Regulation), Directive 2004/109/EC (Transparency Directive), Commission Delegated Regulation (EU) 2023/2772 (first set of European Sustainability Reporting Standards “first ESRS delegated act”), and Regulation (EU) 2019/2088 (Sustainable FinanceDisclosures Regulation “SFDR”) as regards sustainability reporting https://tinyurl.com/y2rsydjr

(5) Dario Dongo, Elena Bosani. Bilanci di sostenibilità e investimenti responsabili, due diligence ESG e CSR. Reg. UE 2022/1288. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.7.22

(6) Il citato rapporto JRC applica il principio del bilancio di massa dei flussi in entrata e in uscita, comprensivo di sottoprodotti e rifiuti alimentari, attraverso il metodo Material Flow Analysis (MFA)

(7) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Wasteless, ridurre e valorizzare gli sprechi alimentari in blockchain. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.7.24

Andrea Adelmo Della Penna

Laureato in Tecnologie e Biotecnologie degli Alimenti, tecnologo alimentare abilitato, segue l’area di ricerca e sviluppo. Con particolare riguardo ai progetti di ricerca europei (in Horizon 2020, PRIMA) ove la divisione FARE di WIISE S.r.l. società benefit partecipa.

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