Stop a glifosate e altri 3 agrotossici. È la nuova sfida di Coop sui fronti di agricoltura sostenibile, tutela dell’ambiente e dei cittadini, sicurezza alimentare. I primi frutti liberi dai pesticidi in questione sono le ciliegie, già disponibili nei 1.100 punti vendita del leader italiano della GDO (Grande Distribuzione Organizzata).
Meloni, uva, clementine seguiranno nelle prossime settimane, secondo stagionalità. Fino a emancipare dagli agrotossici nella ‘lista nera’ le 35 filiere di ortofrutta (15 già nel 2019) a marchio Coop. Un volume di prodotti freschi che entro tre anni raggiungerà un volume di oltre 100mila tonnellate di frutta e verdura (per un valore di oltre 325 milioni di euro), 116 fornitori e oltre 7mila aziende agricole.
Agrotossici, la ‘lista nera’ di Coop Italia
Oltre al glifosato – la cui pericolosità è stata di recente riaffermata anche in termini di danni a microbioma e DNA – Coop Italia ha da ultimo concordato con i suoi fornitori l’eliminazione di altre tre molecole pericolose per l’ambiente e la salute. Tenuto anche conto del c.d. ‘effetto deriva’, che comporta la diffusione dei veleni in atmosfera, acqua e terreni. Si tratta di
– Terbutilazina,
– S-metolaclor,
– Bentazone.
Il bando di glifosato e Co., segue il bando di altre molecole, deciso da Coop ben prima dei divieti di legge, come
– etossichina,
– difenilammina,
– benomil e carbedazin,
– vinclorzolin,
– procimidone,
– pirimicarb,
– metomil,
– clormequat,
– forclorfenuton,
– imidacloprid.
Coop Italia, pioniere della sostenibilità
La drastica riduzione dell’impiego di prodotti chimici in agricoltura è stata avviata da Coop oltre trent’anni fa. Nel 1988 per prima coinvolse i fornitori agricoli nell’adozione del metodo di agricoltura integrata, che si avvale tra l’altro degli insetti per la lotta biologica ai parassiti. Secondo un modello che su tali basi è stato sviluppato proprio in Italia e disciplinato attraverso una norma volontaria UNI (la cui applicazione è divenuta obbligatoria nel 2012 sul nostro territorio, nel 2014 in tutta Europa).
Una seconda spallata agli agrotossici si registrò nel 1993. Coop lanciò una campagna per la riduzione dei pesticidi che raccolse un consenso eloquente, oltre un milione di firme. Da allora, la politica del leader italiano della Gdo ha continuato spedita nel solco della sostenibilità ambientale. Con riflessi concreti sui prodotti a marchio, nei quali i residui di pesticidi sono da anni inferiori del 70% rispetto ai limiti di legge.
Il bando al glifosato e ad altri 3 erbicidi è dunque l’ennesimo tassello di una politica coerente orientata sul lungo corso, di generazione in generazione. All’insegna di sostenibilità ambientale e sociale, sicurezza alimentare, benessere animale. Coop Italia ha messo a segno negli anni, con inaudita celerità, una serie di riforme tanto rivoluzionare (e onerose) quanto preziose per la collettività. Sempre in prima linea per affrontare i rischi emergenti e contrastare le ingiustizie sociali. Alcuni esempi a seguire:
– riduzione della plastica negli imballaggi,
– divieto di uccisione dei pulcini maschi delle galline ovaiole, i tristemente noti ‘pulcini tritati’,
– eliminazione degli antibiotici negli allevamenti di pesce, galline ovaiole e pollame. Con la campagna ‘Alleviamo la salute‘, volta a mitigare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza,
– riduzione dello spreco alimentare,
– eliminazione dell’olio di palma da tutti i prodotti a marchio, all’indomani dell’allarme Efsa,
– lotta a caporalato e lavoro nero, con la campagna ‘Buoni e giusti‘.
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".