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Canapa industriale, conferenza EIHA a Colonia, 5-6.6.19

Abbiamo partecipato alla 16a conferenza internazionale sulla  canapa industriale, organizzata a Colonia il 5-6.6.19 dal nova-Institute insieme a  EIHA (Industrial Hemp Association). Breve  reportage  con alcune riflessioni a seguire.

EIHA  16th Hemp Conference, giugno 2019

Gli stati generali  della filiera globale della canapa industriale – 410 partecipanti da 49 Paesi – si sono riuniti a Colonia, il 5-6.6.19, alla 16a edizione della più importante conferenza sul tema. (1) Per un’ampia condivisione sullo stato di salute del settore, la ricerca e le prospettive di sviluppo in diversi ambiti agricoli e industriali (produzione di alimenti e integratori alimentari, cosmetici, mangimi, bioplastiche, materiali per la bioedilizia, tessuti e fibre, economia circolare ed energia rinnovabile), politiche e regole.

La domanda globale  di prodotti a base di canapa – in particolare alimenti, cosmetici e CBD (cannabidiolo, estratto non psicoattivo dalle numerose e comprovate proprietà favorevoli alla salute) – è in continua crescita. Le coltivazioni in Europa raggiungeranno quest’anno l’estensione di 50.000 ettari, dei quali circa 4.000 in Italia. Di là dell’Atlantico, le produzioni in Canada crescono (>50.000 ha), mentre in USA sono state avviate nuove colture proprio nel Kentucky – patria storica dell’omonimo tabacco – con il motto ‘Make Hemp Great Again!’. La Cina a sua volta sta investendo grandi risorse in agricoltura e ricerca sulla canapa industriale. A servizio soprattutto dell’industria tessile – grazie a fibre biodegradabili e prive di microplastiche  – e di quella automobilistica. Nonché per la produzione di cibi, cosmetici e CBD. India, Kazakhstan, Thailandia e altri Paesi a seguire.

L’innovazione  procede a grandi passi ed è uno dei driver più importanti dell’industria della canapa. Il premio ‘Hemp Product of the Year 2019’ è stato attribuito a tre prodotti:

1) Trifilon AB  (Svezia), valigia per  trolley  in  BioLite, polipropilene rinforzato con fibre di canapa al 30%. Trifilon è stata fondata da ricercatori dell’università di Linköping, con l’idea di sviluppare un’alternativa ecologica alla plastica. La canapa è una delle fibre naturali più forti e può venire impiegata come biocomposto per realizzare bioplastiche integralmente riciclabili. Le quali, a differenza delle plastiche tradizionali, derivano da fonti rinnovabili (piante), che sequestrano carbonio nell’atmosfera. Il  trolley  è solo un esempio, a cui si aggiungono sedie, giocattoli, contenitori, ma anche pannelli fonoassorbenti, carrozzeria esterna e moduli interni per auto e altri veicoli. Materiali forti, leggeri e resistenti,

2) BAFA Neu GmbH  (Germania),  Absolute HempProtein. Un concentrato di proteine (70%) ​​derivate dalla canapa, in polvere, 100% naturale, disponibile anche in versione ‘bio’. Sapore simile alla nocciola, color panna, consistenza cremosa. Priva di fibre insolubili, la polvere può venire miscelata con liquidi – ad esempio, in frullati di frutta – o impiegata in altri cibi. Una preziosa fonte di proteine anallergiche per il pubblico vegano e non,

3) Hemptouch d.o.o.  (SIovenia), crema viso.  Hemptouch Balancing Face Cream  è un prodotto per la cura della pelle formulato con tre estratti di canapa industriale. Idrolato di canapa, cannabidiolo (CBD) e olio di semi di canapa. L’idrolato di canapa ha proprietà antimicrobiche, restringe i pori e leviga la pelle, mentre l’estratto di CBD aiuta a controllare la secrezione di sebo in eccesso e l’acne. L’olio di semi di canapa a sua volta nutre e restituisce luminosità alla pelle.

Il  Raw Vegan Shake  di Hempster HB (Svezia), tra i primi sei classificati, è altresì degno di attenzione. Il  Raw Vegan Shake  è una bevanda biologica a base di semi di canapa, in quattro gusti (Chocolate,  Chai Latte,  Cocos  e  Vanilla Malt). (2) Una nota di merito va anche a  Hanfling  di Hanfwerk  (Germania). Un alimento vegano  ready-to-eat, biologico, il cui aspetto ricorda vagamente un piccolo salsicciotto. Disponibile nelle versioni  Nature,  Bombay  e  ChorizoHanfling  è realizzato a partire da semi di canapa, lavorati anche come la soia per produrre il tofu. Così come i paté di numerosi gusti già distribuiti in un centinaio di supermercati e negozi bio tedeschi.

Canapa industriale e  Sustainable Development Goals  (SDGs)

Il rapporto ‘Cannabis & Sustainable Development, paving the way for the next decade in Cannabis and hemp policies’, presentato alla conferenza, è stato pubblicato a marzo 2019 da un gruppo di ricercatori austriaci. (3) Per condividere i risultati della ricerca accademica sul potenziale contributo della filiera della  Cannabis Sativa L.  al raggiungimento di 15 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) in Agenda ONU 2030.

La rigogliosa pianta  è comparsa in Asia centrale attorno al 5000 a.C. Nel corso dei millenni ne sono stati utilizzati i semi, come cibo, e la fibra per diversi impieghi. Ivi compresi materiali da costruzione, prodotti su scala locale ed efficienti. Più di recente si sono verificate con successo le capacità delle radici di decontaminare i suoli, le rese della biomassa per produrre energia (anche in piccoli impianti, su scala locale), la possibilità di realizzare plastica vegetale rinnovabile e riciclabile e altro ancora.

L’impiego alimentare  della  Canapa Sativa L.  ha rilievo cruciale per mitigare la malnutrizione (End Hunger, SDG n. 2). I suoi semi sono composti da circa il 30% di olio e il 25% di proteine, oltre a carboidrati e fibre alimentari, vitamine e minerali. L’olio di semi di canapa  ottenuto per estrazione meccanica contiene oltre l’80% di acidi grassi polinsaturi (PUFA). Acido alfa-linolenico (ω3, Omega3) e acido linoleico (ω6, Omega6) nel rapporto ideale di 2,5:1. (4) Sono presenti anche i metaboliti biologici di altri due acidi grassi essenziali, acido gamma-linolenico e acido stearidonico. (5)

In Europa intanto, biechi funzionari servono interessi particolari  in antitesi al bene comune e allo sviluppo sostenibile. Nel Bel Paese poi, populismo e superficialità animano la politica  e la giustizia. A pregiudizio e discredito di una filiera agroindustriale promettente – di cui proprio l’Italia fu per secoli protagonista globale – che ha bisogno di venire promossa come prescritto da una legge dello Stato tuttora in vigore. (6)

Dario Dongo

Note

(1) Il dinamismo del settore è testimoniato dalla massiccia partecipazione di PMI e  start-up  nonché ricercatori universitari (rispettivamente l’82% e l’8% dei 330 partecipanti da 40 Paesi, all’edizione 2018 della  EIHA Conference)
(2) Il riferimento al ‘latte’, ovviamente, dovrà venire cancellato per evitare di incorrere nel divieto di  milk sounding. Sebbene esso sia stato tollerato, di recente in Italia, dall’Antitrust (si veda precedente articolo)
(3) Riboulet-Zemouli K, Anderfuhren-Biget S, Díaz Velásquez M and Krawitz M. (2019). ‘Cannabis & Sustainable Development: Paving the way for the next decade in Cannabis and hemp policies.’ FAAAT think & do tank, Vienna
(4) Institute of Natural Fibres and Medicinal Plants, INFMP (2017). ‘Cannabis (Cannabis sativa L.) a valuable plant useful and medicinal’. Postępy Fitoterapii Vol. 02/2017
(5) Callaway J C. (2004). ‘Hempseed as a nutritional resource: An overview’. Euphytica 140: 65 /72 .  doi.org/10.1007/s10681-004-4811-6
(6) legge 242/16, ‘Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa

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