Battaglia del grano, i pastai replicano
Troppe importazioni e poco sostegno alle produzioni nazionali. Sul tema fulcro della Battaglia del grano, i pastai non mollano. Secondo Aidepi, Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, l’import non si tocca: “Il nostro ruolo di leader mondiali del mercato della pasta ci ha posto, da sempre, tra i Paesi con maggiore fabbisogno di grano duro. Se venisse prodotta pasta di solo grano nazionale, gli italiani dovrebbero rinunciare a tre piatti di pasta su dieci e perderemmo il primato di leader mondiale di produzione ed esportazione di pasta, con danni enormi al settore e agli altri comparti trainati dall’export di pasta, come olio, formaggio e pomodoro”.
I rappresentanti dell’industria pastaria replicano alla Battaglia del grano sostenendo che le produzioni nazionali sono insufficienti e inadatte, e che il fattore prezzo non è la ragione discriminante. “I grani duri esteri più pregiati, che coprono in media il 30-40% del fabbisogno, possono arrivare a costare anche il 10%-15% in più di quelli nazionali, perché solo i migliori frumenti disponibili sul mercato permettono di realizzare la giusta “miscela”, che è il segreto della nostra pasta», sostengono.
A sostegno della Battaglia del grano si pongono invece i pastai che impiegano esclusivamente grano duro italiano, incontrando la preferenza dei consumatori italiani, sempre più consapevoli dell’importanza di consumare quando prodotto all’interno del paese.