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Anatomia dei burger vegetali. 57 prodotti a confronto

I burger vegetali sono un alimento sempre più diffuso e apprezzato, non solo da vegetariani e vegani. Gli ingredienti di base sono sempre costituiti da un mix di legumi, cereali e verdure. Le caratteristiche dei prodotti invece variano sensibilmente, in ragione sia dell’aggiunta di sale e additivi, sia dei tenori di grassi, grassi saturi e proteine. Oltreché della natura, convenzionale o bio, degli alimenti.

L’indagine di mercato eseguita da GIFT (Great Italian Food Trade) tra il 5 e il 19 gennaio 2024 offre la possibilità di comparare 57 prodotti venduti in Italia con marca industriale, marca del distributore e discount.

Burger vegetali, 57 a confronto

Il campione si compone di 9 prodotti a marca del distributore (MDD), 12 dei discount, 15 di marca dell’industria e 21 biologici. Con analisi trasversale, tra i 57 prodotti, di 11 burger vegetali etichettati come ‘senza glutine’.

La composizione nutrizionale talvolta tradisce l’obiettivo dichiarato di offrire i burger vegetali come alternativa ‘salutista’ rispetto agli hamburger a base di carni:

  • grassi saturi e sale in alcuni casi raggiungono livelli ragguardevoli;
  • gli additivi alimentari non mancano. Quattro di questi – metilcellulosa (E461), gomma di guar (E412), farina di semi di carrube (E410) e gomma di xanthan (E416) – possono creare disturbi gastrointestinali. Altri tre – acetato di sodio (E262), sorbato di potassio (E202) e idrossido di potassio (E525) – non sono autorizzati nei prodotti bio.

Fibre e proteine

I nutrition claims più presenti in etichetta dei burger vegetali riferiscono alla presenza o ricchezza in fibre e proteine. È utile al proposito ricordare le differenze tra le diverse indicazioni:

  • fonte di fibre’ o ‘contiene fibre’ significa che l’alimento contiene almeno 3 g di fibre per 100 g, ovvero 1,5 g di fibre per 100 kcal;
  • alto contenuto di fibre’, ‘ricco in fibre’ ne esprime un tenore doppio, pari cioè ad almeno 6 g di fibre per 100 g, o 3 g di fibre per 100 kcal; (1)
  • fonte di proteine’ e ‘ad alto contenuto di proteine’ (High protein)‘ indicano che almeno il 12% e il 20% del valore energetico dell’alimento, rispettivamente, viene apportato dalle proteine. (2)

1) Burger vegetali, l’offerta dei discount

Nel canale discount, che continua a crescere sotto la spinta del caro-prezzi, (3) abbiamo selezionato 12 burger vegetali proposti da Eurospin, Lidl e Todis, tutti descritti nella tabella che segue.

I dati nutrizionali più interessanti, a seguire:

  • grassi saturi. 2,62% la media, in un ampissimo range da 0,8 a 9,2%;
  • fibre. 25,4g% la media di 7 prodotti su 12. I cinque prodotti Lidl omettono di indicarne la quantità (non obbligatoria ma raccomandabile, in particolare su questo tipo di prodotti;
  • sale. 1,31% la media, tra un minimo di 0,90% e un (preoccupante) massimo di 1,70%.

Il prezzo medio dei prodotti esaminati nei discount è 11,80 €/kg. Con oscillazioni dai 9,94 €/kg dei Veggie Burger gusto carciofi e pomodori secchi di Todis ai 14,05 €/kg del Next Level Burger di Lidl.

I due prodotti citati offrono lo spunto per introdurre alcuni elementi di comparazione:

a) il più economico, proposto da Todis, si distingue per tre elementi:

– la maggiore quantità di sale aggiunta nei burger del discount (1,70%),

– poche salutari fibre (1,8%), (4)

– impiego dell’additivo metilcellulosa (E 461), che può avere effetti lassativi. Si noti che tutti i 12 prodotti del discount contengono additivi,

b) il più caro, Next Level di Lidl, contiene

– la maggiore quantità di grassi saturi (9,2%, abominevole) e

– ben tre additivi e due aromi di sintesi. Tra questi ultimi meritano attenzione gli aromi di affumicatura, indicati come potenzialmente genotossici nell’ultimo parere di EFSA. (5)

burger vegetali al discount

2) I burger vegetali a marca del distributore

Le ‘own-label’ (o ‘private label’) della Grande Distribuzione Organizzata a loro volta registrano una crescita continua, anche (ma non solo) a causa dell’inflazione alimentare. I 9 prodotti di Carrefour, Coop ed Esselunga qui comparati (vedi tabella) sono tutti non biologici. Altri prodotti di Coop e di Conad sono invece inseriti nel gruppo dei burger biologici, che vedremo più avanti.

In questo gruppo, il prezzo medio è di 15,15 €/kg e oscilla dagli 11,27 €/kg del Burger gli Spesotti di Coop (la linea ‘primo prezzo’, introdotta a novembre 2023 come presidio contro l’inflazione) ai 19,50 €/kg del burger di proteine di piselli della stessa insegna.

Il tenore medio di proteine è di 10,7g per 100g di prodotto, con una variabilità significativa dai 4,5g dei medaglioni alle melanzane di Carrefour ai 16g di Coop (semi di lino e semi di zucca) e Esselunga (a base di soia).

2.1) Grassi saturi e sale

Tra i burger vegetali a marca del retail tre prodotti si distinguono per profili nutrizionali squilibrati rispetto alla media di categoria:

– il burger di proteine di piselli di Coop, oltre a essere il più caro, svetta per l’elevato contenuto di grassi saturi (7,7%, rispetto a una media di 1,94%), probabilmente a causa della presenza in ricetta di olio di cocco, nonché per l’aggiunta di aromi di sintesi e metilcellulosa (come altri tre burger a MDD),

– i Medaglioni con Bulgur di Carrefour Veg abbondano con il sale (1,70%, contro una media di 1,24%),

– i Burger soia e spinaci di Esselunga hanno a loro volta un tenore di sale eccessivo (1,70%).

burger vegetali a marca del distributore

3) Industria di marca

Il leader italiano di settore è Kioene, con 5 burger vegetali a proprio marchio (purtroppo non bio) nonché vari altri a marca di retail (Esselunga, Conad) e discount (Lidl, Todis), anche in versione bio,

Il confronto più serrato sui prezzi è tra Kioene e Nestlé (marchio Garden Gourmet), attorno ai 15-16 €/kg, rispetto a una media di 17,83 €/kg e un range tra 14,25 e 22,69 €/kg.

Soltanto 4 dei 15 prodotti a marchio industriale, si noti bene, sono privi di additivi alimentari.

3.1) Solo 4 prodotti senza additivi

Sotto il profilo nutrizionale, si osserva che

– i grassi saturi raggiungono il livello di 6,5g per 100g di prodotto nei due Burger di Unconventional. Un tenore quasi triplo rispetto alla media dei 15 prodotti (2,2%), e più vicino a quello di molti hambuger di carne, come abbiamo visto. (6) Questo operatore è inoltre l’unico dei 15 che assieme a Nestlé aggiunge aromi di sintesi,

– il sale svetta a 1,70% nel Burger Kioene, rispetto a una media di 1,18%, con larghe oscillazioni tra 0,40g (Nestlé proteine di soia) e 1,50g per 100g di prodotto (Kioene broccoli e kale),

– le proteine, spesso citate in etichetta, sono in media 10,75g per 100g di prodotto. Il quantitativo minimo (4,5g) si trova nei miniburger carote broccoli di Nestlé Garden Gourmet. Il livello massimo (21g) nel burger di soia saporito della stessa marca,

– le fibre, infine, oscillano tra 1,6g per 100g nel burger alle melanzane di Kioene e 9g nel Burger’Z quinoa spinaci e verze di Zerbinati.

3.1) Il burger per ‘pancia sgonfia’

Interessante il burger di tofu alla parmigiana di Compagnia Italiana, che con il claim ‘pancia sgonfia’ si propone come alimento vegetariano a basso contenuto di fodmap (Fermentable Oligo-Di-Monosaccharides and Polyols), vale a dire carboidrati a catena corta scarsamente assorbiti dalle pareti intestinali e fermentati dai batteri dell’intestino stesso, particolarmente inadatti a chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile.

Moderato nell’aggiunta di sale (0,78%), questo prodotto contiene la più alta dose di grassi (17%) tra quelli a marca industriale, con 2,9% di grassi saturi (la media è 2,2%).

burger vegetali di marca industriale

4) La carica dei burger vegetali biologici

L’offerta più ampia e qualitativamente pregiata di burger vegetali appartiene al biologico, forse più rodato per rispondere alla domanda di prodotti veg equilibrati e sostenibili. Ben 21 burger vegetali bio sono facilmente reperibili nei supermercati (Coop e Conad) e nelle maggiori catene specializzate (Naturasì e Più Bio, nel nostro campionamento).

I valori invisibili di questi burger attengono alla vera sostenibilità delle produzioni agricole, nel rispetto dell’unico metodo codificato a livello internazionale, nonché l’assenza di residui di pesticidi e altri agrotossici in verdure, legumi e ogni altro ingrediente. Altro che grani ‘convenzionali’ e lenticchie canadesi essiccate con il glifosato. (7)

Quelli visibili, riferiti in etichetta, evidenziano ancora una volta la superiorità del bio in termini di salubrità: rari (2 su 21) additivi alimentari, tra i pochi autorizzati nel settore biologico, e ‘clean labels’.

4.1) Cari ma buoni

Il prezzo medio dei burger vegetali bio è 22,63 euro/kg. Superiore ai prezzi di tutti i prodotti non bio, dai 17,83 €/kg delle marche industriali ai 15,15 €/kg delle ‘private label’, fino agli 11,80 €/kg dei discount. La qualità si paga, se pure a prezzi eccessivi rispetto alle differenze di costo delle materie prime.

Il range dei prezzi, anche nel bio, è piuttosto ampio. Si risparmia con le ‘own-label’ dei distributori, grazie a Conad Verso Natura e Coop Viviverde che rimangono sotto i 18 €/kg, in linea con i prezzi dei marchi industriali non bio.

4.2) La ricetta bio

I valori nutrizionali dei burger bio confermano una maggiore attenzione alla salute in questo settore produttivo:

– i grassi saturi ammontano in media a 1,44g per 100g di prodotto, meno che nelle categorie non bio già esaminate,

– il sale, come sopra, è mediamente presente in misura di 1,11%, con un range che va da 0,90g a 1,50g (sempre per 100g di prodotto),

– le fibre, 4,29% in media, variano nei 21 campioni da un minimo di 2,4% a un massimo di 9,7%,

– le proteine, in media di 9,7%, oscillano nel campione da 3,4 a 16%, come mostra la tabella.

burger vegetali bio

burger vegetali bio

5) Glutine e altri allergeni

Le persone allergiche devono prestare particolare attenzione nella scelta dei burger vegetali. In alcuni casi, viene evidenziato in etichetta ‘ricetta senza soia’ oppure ‘senza glutine’, con un asterisco che nella parte posteriore della confezione precisa tuttavia la possibile presenza degli allergeni (vari cereali contenenti glutine) ‘in tracce’.

È il caso di alcuni prodotti Kioene con ‘ricetta senza soia’ ma soggetti a possibile contaminazione incrociata (Kioene miniburger vegetali ai broccoli e kale, miniburger l’Originale vegetale con zucca e carote e Miniburger vegetali ai broccoli e kale).

Su 57 prodotti comparati, 11 precisano l’assenza di glutine. Come mostra la tabella, i prodotti sono sempre biologici, a eccezione di due casi (La Fattoria Veg, nelle due versioni basilico-pinoli e carote-timo). Quest’ultima, tuttavia, evidenzia in etichetta anche ‘senza soia’, salvo poi precisare sul retro la sua possibile contaminazione ‘in tracce’. A rischio di manette, in caso di shock anafilattici di consumatori allergici.

burger vegetali senza glutine

Marta Strinati

Note

(1) Dario Dongo. ABC indicazioni nutrizionali. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.5.18

(2) ‘x% proteine’ sul fronte etichetta, serve l’asterisco? Risponde l’avvocato Dario Dongo. FARE (Food and Agriculture Requirements). 11.3.23

(3) Marta Strinati. Italiani in stand-by. Le previsioni di consumo di Coop Italia per il 2024. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.1.24

(4) Marta Strinati. Alzheimer, il consumo di fibre alimentari riduce il rischio e protegge il cervello degli anziani. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.4.23

(5) Marta Strinati. Aromi di affumicatura genotossici, il parere EFSA. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.11.23

(6) Marta Strinati. Hamburger e tartare di bovino, poca carne e alcuni figli di madre ignota. 39 a confronto. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.9.23

(7) Marta Strinati, Dario Dongo. Lenticchie Made in Canada invadono l’Italia. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.5.18

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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