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Glifosato, ora Basta!

Abbiamo già fatto il punto sul glifosato, il pesticida più diffuso a livello planetario cui sono attribuiti pericolosi effetti di interferenza endocrina e infertilità, cancerogenesi e danni al DNA, malformazioni del feto, neurotossicità, promozione della resistenza agli antibiotici (1). Abbiamo denunciato l’indifferenza della Commissione europea e dell’autorità federale tedesca, da essa delegata alla ri-valutazione del rischio legato all’impiego del glifosato, rispetto agli autorevoli studi che ne hanno evidenziato la pericolosità per i lavoratori e i consumatori, l’ambiente e gli animali. Evidenziando altresì come i più gravi pericoli fossero già noti a partire dagli anni ’80, se pure sottaciuti grazie alle potenti lobby delle multinazionali interessate. Ma c’è dell’altro, la società scientifica e quella civile iniziano a reagire. Vediamo come.

L’esposizione ai pericoli del glifosato è elevata in tutti i Paesi che non ne abbiano ancora vietato l’utilizzo. I primi ad essere esposti sono gli agricoltori e gli addetti alla manutenzione di parchi, giardini e orti. Adulti e minori – almeno 260.000 sotto i 16 anni di età solo negli Stati Uniti (2) – lavorano nei campi senza neppure impiegare i Dispositivi di Protezione Individuale comunque necessari a limitare l’integrazione del veleno con l’organismo umano. Il pericolo poi si estende alle popolazioni che vivono nei pressi di appezzamenti ove il pesticida viene cosparso in abbondanza. L’Environmental Working Group ha di recente pubblicato una mappa interattiva ove si mostra il massiccio impiego di glifosato su campi OGM nei pressi di quasi 4000 scuole elementari negli USA (3).

La contaminazione dei terreni, delle colture e delle falde acquifere non è accidentale bensì sistematica, e deliberata. Soprattutto nelle coltivazioni intensive di soia, mais e cotone OGM appositamente progettati per resistere al ‘Round-up’. Più del 90% delle produzioni agricole ‘Made in USA’, ivi comprese quelle di frumento e patate, riso, arachidi, pomodori, mele, arance, uva figurano nella top list della USDA (United States Department for Agriculture) per i quantitativi di pesticidi utilizzati (4). La situazione è poi ulteriormente aggravata a causa di una folle pratica diffusa negli USA a partire dagli anni ’90, l’impiego tardivo del glifosato poco prima della trebbiatura per incrementare le rese (5).

La crescente diffusione della celiachia pare a sua volta correlata all’elevata contaminazione del frumento con glifosato (6). La D.ssa Stephanie Seneff, ricercatore senior del MIT (Massachussets Institute of Technology), aveva già pubblicato vari studi sulla correlazione tra glifosato e maggiore ricorrenza di svariate patologie, ivi compresi neurotossicità e autismo (7). Ed è infine giunta a dimostrare che il glifosato danneggia i villi intestinali – riducendo la capacità dell’intestino di assorbire vitamine e minerali – e si lega con la gliadina, una delle frazioni proteiche del glutine (8), in una reazione chimica che ne ostacola gravemente la digeribilità. “The end result is that your body develops an immune reaction” (9), conclude la ricerca del MIT, “glyphosate appears to be strongly correlated with the rise in celiac disease” (10).

Speranze, indifferenza e reazioni. La Russia ha bandito definitivamente la coltivazione e l’importazione di OGM, causa primaria di inquinamento da ‘Round-up’, già nel 2014 (11). Ma in Europa la Commissione continua a ignorare (12) i nuovi rischi emersi in relazione al glifosato, anziché – come doveroso – sospendere la sua autorizzazione in attesa di nuove valutazioni scientifiche (13). Anzi ancor peggio, il 6 maggio 2015 il Commissario europeo per la Salute Vytenis Andriukaitis ha risposto a Greenpeace di non avere intenzione di accelerare i termini per la revisione della licenza del pesticida, che erano già scaduti nel 2012, sono stati rinviati a fine 2015 e potrebbero ulteriormente slittare in avanti (14). L’8 maggio tra l’altro i ministri degli Stati tedeschi con delega alla salute pubblica hanno adottato una risoluzione per il bando della vendita di prodotti da giardinaggio contenenti glifosato e il divieto del suo impiego in prossimità di aree abitative. Hanno pure sollecitato l’autorità federale a rivalutare con urgenza il rischio ‘Round-Up’, alla luce degli ultimi studi scientifici di cui al successivo paragrafo (15),

– il 14 maggio 2015 la ‘International Society of Doctors for the Environment’ (ISDE) ha scritto una lettera aperta, al Presidente del Parlamento Europeo Martin Shultz, alla Commissione europea e ai suoi direttori generali per la Salute dei consumatori e la Sicurezza Alimentare, Agricoltura e Ambiente, Mercato Interno (16). Chiedendo a viva voce il divieto, immediato e permanente, alla commercializzazione e l’impiego in Europa di glifosato e diserbanti che contengano il glifosato e gli altri quattro pesticidi che il 20 marzo 2015 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, OMS, ha classificato come potenzialmente cancerogeni (17),

– 1,4 milioni di firme sono state raccolte ad oggi sulla PETIZIONE lanciata su Avaaz, che invitiamo tutti i nostri lettori a sottoscrivere. L’appello é rivolto alle Autorità, ai Ministeri e ai legislatori di Unione Europea, Stati Uniti, Canada e Brasile, affinché ricorrano al principio di precauzione per la sospensione immediata delle autorizzazioni all’impiego e alla vendita di glifosato (18). Frattanto, alcune catene della grande distribuzione in Germania, Svizzera e Italia hanno iniziato a sospendere la vendita di erbicidi contenenti il pericoloso veleno (19).

(Dario Dongo)

Note:

(1) “Increasingly common chemicals used in agriculture, domestic gardens, and public places can induce a multiple-antibiotic resistance phenotype in potential pathogens. The effect occurs upon simultaneous exposure to antibiotics and is faster than the lethal effect of antibiotics. The magnitude of the induced response may undermine antibiotic therapy and substantially increase the probability of spontaneous mutation to higher levels of resistance”, http://mbio.asm.org/content/6/2/e00009-15

(2) http://civileats.com/2015/05/13/children-are-harvesting-your-food-are-they-safe

(3) http://www.ewg.org/agmag/2015/05/monsanto-s-glyphosate-blankets-gmo-crops-near-schools

(4) http://civileats.com/2015/03/16/how-europes-regulation-of-pesticides-could-impact-your-food

(5) http://www1.agric.gov.ab.ca/$department/deptdocs.nsf/all/faq7206?opendocument

(6) http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2014/09/14/glyphosate-celiac-disease-connection.aspx

(7) intervista D.ssa Stephanie Seneff sul legame tra glifosato e autismo, 16.9.14, su http://youtu.be/BIC58VpYE4A

(8) http://www.celiachia.it/Aic/AIC.aspx?SS=351&M=368

(9) “Gut dysbiosis, brought on by exposure to glyphosate, plays a crucial role in the development of celiac disease. Many CYP enzymes are impaired in association with celiac disease, and we show that glyphosate’s known suppression of CYP enzyme activity in plants and animals plausibly explains this effect in humans.”

(10) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3945755

(11) http://youtu.be/GGSNtGMiFp8. I terreni della vicina Ucraina, altro grande esportatore di cereali, sono invece già in buona parte nelle mani di investitori USA che si daranno certo da fare per coltivare OGM resistenti al glifosato. Cfr. http://farmlandgrab.org/post/view/24880

(12) https://www.greatitalianfoodtrade.it/food-times/armi-di-distruzione-di-massa-il-glifosato

(13) Il c.d. principio di precauzione, cui sono ispirate le politiche europee in ambito ambientale e agro-alimentare prevede infatti l’adozione di efficaci e tempestive misure di salvaguardia, quando i dati scientifici a disposizione non consentano di escludere i rischi per l’ambiente, la salute umana e quella animale. Cfr. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=URISERV:l32042

(14) http://planetark.org/wen/73202

(15) Si noti bene che il ‘Federal Institute for Risk Analysis’ (BfR), ripetutamente sollecitato al riesame del dossier, ancora nell’estate 2014 aveva dichiarato la tossicità ‘relativamente bassa’ del glifosato (!). Cfr. http://www.euractiv.de/sections/gesundheit-und-verbraucherschutz/pflanzenschutzmittel-glyphosat-bundeslaender-fordern-eu, https://www.organicconsumers.org/news/german-states-call-ban-monsantos-glyphosate

(16) http://www.isde.org/Appeal_glyphosate_IARC.pdf

(17) ‘International Agency for Research on Cancer’ (IARC), Agenzia della ‘World Health Organization’ (WHO). Il rapporto si basa su tre  ampi studi epidemiologici condotti in USA, Canada e Svezia. Cfr. http://www.iarc.fr/en/media-centre/iarcnews/pdf/MonographVolume112.pdf

(18) Per le altre petizioni in corso si veda la nota 8 al precedente editoriale, su https://www.greatitalianfoodtrade.it/food-times/armi-di-distruzione-di-massa-il-glifosato

(19) http://www.ilfattoalimentare.it/glifosato-ritiri-volontari-svizzera.html

-> Un documentario sul tema è visibile su http://feedtheworld.info/documentary-trailer

 

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