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Via al crowdfunding di Foodu, il primo e-commerce partecipativo

A un anno dal lancio, Foodu rilancia la sfida con una campagna di equity crowdfunding. La startup italiana di e-commerce partecipativo punta ad accelerare la crescita e completare lo sviluppo della sua linea B2B.

Foodu, l’e-commerce partecipativo

Foodu è una startup innovativa 100% italiana, precisamente pugliese. A giugno 2020 ha lanciato il primo e-commerce partecipativo, in cui è la community che propone e decide cosa mettere in vendita sulla piattaforma. Con lo scopo di selezionare alimenti locali, bio e ben realizzati.

La selezione dei prodotti ammessi alla vendita è affidata a due canali. Il primo si compone di consumatori Approver, vale a dire clienti che testano in anteprima i prodotti a prezzi scontati valutandone il gusto. Il secondo è formato da esperti (tecnologi, nutrizionisti, etc.), chiamati invece a giudicare l’alimento in base a etichetta, processo produttivo, origine delle materie prime.

Una community in crescita

In 12 mesi Foodu ha coinvolto oltre 1.000 persone e valutato più di 22 mila prodotti. Il meccanismo produce un elevato livello di fidelizzazione.

Secondo l’azienda, ‘L’80% dei clienti di Foodu pensa che la selezione di prodotti sia migliore di quella di altri canali, sia online che offline, l’86% è positivamente soddisfatto o estremamente soddisfatto del servizio, il 93% suggerirebbe Foodu ad amici e familiari‘.

Crowdfunding per crescere

La fase due richiede un supporto concreto che Foodu ricerca attraverso la campagna attiva dal 21 ottobre 2021 sulla piattaforma Mamacrowd.

L’obiettivo è ‘coinvolgere nuovi soci con la prima raccolta di equity crowdfunding, per accelerare la crescita, espandere la propria presenza nel mercato della spesa online e completare lo sviluppo di un’innovativa linea di servizi B2B, volta ad accompagnare anche i produttori in un processo di trasformazione “consumer centric”: la startup punta a raccogliere un massimo di 300.000 €, equivalente al 14,2% delle quote’.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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