Il 6.11.19 è stato raggiunto un accordo storico, tra UE e Cina, per ‘fornire un’elevata protezione da imitazioni e usurpazioni’, su base reciproca, a 200 indicazioni geografiche sui prodotti alimentari di qualità. Un traguardo importante, in una cooperazione di ampissimo respiro.
Ue-Cina, una cooperazione di lungo corso e ampie prospettive
La cooperazione UE-Cina in materia di indicazioni geografiche è stata avviata nel 2006 e ha raggiunto un primo traguardo nel 2012, con il riconoscimento reciproco di dieci indicazioni geografiche di entrambe le parti.
L’intesa 6.11.19 estende la tutela ad altre 100 Geographical Indications (GIs) europee sul mercato cinese, e ad altrettante GIs cinesi in Unione Europea. Ed è celebrata come uno degli accordi commerciali di maggior rilievo raggiunti fra Cina e Unione europea negli ultimi anni, in una nota congiunta del ministro cinese Zhong Shan con il commissario Phil Hogan. (1)
È un grande ‘passo avanti nel riconoscimento globale delle indicazioni geografiche, che ci permette di preservare il modo tradizionale di produrre questi prodotti di alta qualità, preservando il nostro patrimonio alimentare e contribuendo alle economie rurali, ai consumatori europei e cinesi e alla società in generale’.
Altre 350 indicazioni geografiche (175 per parte) verranno riconosciute quattro anni dopo l’entrata in vigore dell’accordo, che è prevista entro la fine del 2020. A seguito di formale approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio.
Le Indicazioni Geografiche tutelate
L’elenco delle 100 GIs europee a cui è estesa la tutela in Cina comprende una serie di alimenti, vini, liquori e bevande spiritose. Tra questi il Brandy de Jerez al Queso Manchego (Spagna), la Feta greca, svariati vini francesi, Champagne e Cognac. Le Münchener Bier e Bayerisches Bier (Germania), Irish Cream e Irish Whisky (Irlanda), nonché lo Scotch Whisky (Regno Unito). (2)
L’Italia è il Paese meglio rappresentato, con 26 su un totale di 100 GIs europee tutelate. Vini, formaggi e salumi di qualità sono in prima posizione. I prodotti italiani di qualità, nell’ordine:
– vini Asti, Barbaresco, Bardolino Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Brunello di Montalcino, Chianti, Conegliano-Valdobbiadene-Prosecco, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Toscano/a, Vino Nobile di Montepulciano grappa, Montepulciano d’Abruzzo, Soave,
– formaggi Asiago, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Taleggio,
– carni lavorate, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele, Bresaola della Valtellina.
Le cento GIs cinesi protette comprendono Pixian Dou Ban (pasta di fagioli Pixian), Anji Bai Cha (tè bianco Anji), Panjin Da Mi (riso Panjin) e Anqiu Da Jiang (zenzero Anqiu), Fuzhou Jasmine Tea, diversi altri tè e Jinghe Goji Berry. (3)
La Cina per l’Europa
La Cina per l’Europa è la seconda destinazione dell’export agroalimentare, per un valore di € 12,8 miliardi (settembre 2018-agosto 2019, +13,5% rispetto all’anno precedente). Ed è altresì la seconda destinazione delle esportazioni di prodotti di qualità riconosciuta mediante IGs, i quali esprimono il 9% del valore complessivo dell’export verso l’Impero di Mezzo. (4) Con un potenziale di crescita senza pari in termini assoluti, grazie alla continua crescita della classe media che si stima raggiungerà i 550 milioni di cittadini entro il 2022.
‘Il mercato cinese, con una classe media in aumento che apprezza i prodotti europei autentici, iconici e di alta qualità, ha un potenziale di crescita elevato per le bevande e i prodotti alimentari europei e vanta inoltre un proprio sistema di indicazioni geografiche consolidato, con specialità che grazie a questo accordo i consumatori europei potranno ora esplorare ulteriormente’. (5)
Cina-Italia, otto secoli di amicizia
Il rapporto tra Italia e Cina è unico al mondo, sotto diversi aspetti. Il francescano Giovanni da Pian del Carpine fu il primo occidentale a incontrare l’allora imperatore dei tartari Guyuk, nel 1246, e dopo molte missioni si fermò a Khambaliq (Pechino) finché visse, nel 1328. I mercanti veneziani Matteo e Niccolò Polo, accolti dal Khan Qubilai poco dopo il 1260, vennero richiesti di tornare con uomini di scienza per condividere la cultura, prima ancora delle merci.
Marco Polo, figlio di Nicolò, giunse 8 anni dopo e si fermò per 17 anni alla corte di Qubilai. Nel 1294 fu poi il mercante genovese Pietro Lucalongo ad accompagnare, in una delle sue tante missioni, Giovanni da Pian del Carpine. Il quale a sua volta venne richiesto di istruire i tartari alla dottrina cristiana e venne proclamato, tra l’altro, arcivescovo di Pechino e patriarca per l’Oriente (nel 1309-1310).
Cina e Italia condividono dunque storie di civiltà e culture millenarie, sulle cui basi si è intessuto un rapporto di amicizia profonda. Ed è stato proprio l’interesse verso gli scambi culturali a precedere i commerci che diedero luogo alla via della Seta. Non è un caso dunque se l’Italia sia stato il primo Paese europeo del G7 ad avere aderito alla ‘Belt and Road Initiative’ (BRI), il 23 marzo 2019.
La Cina per l’Italia
‘La crescita del valore economico delle produzioni a indicazione geografica continua inarrestabile per l’Italia, che vanta un primato mondiale con 822 prodotti DOP, IGP, STG registrati a livello europeo su 3.036 totali nel mondo’. (Rapporto Ismea-Qualivita 2018. V. nota 6)
Le esportazioni italiane delle eccellenze DOP, IGP, DOC e DOCG continuano a crescere (+4,7% nel 2018) e rappresentano oggi il 21% dell’export agroalimentare complessivo, con un valore di € 8,8 miliardi. (6) La Cina per l’Italia può presto divenire il primo mercato di destino dei prodotti di qualità. Ed è opportuno sottolineare come la cooperazione si radichi sulla protezione. Senza invece lasciare alcuno spazio alle imitazioni, come invece nei trattati conclusi con Canada (CETA) e Giappone (JEFTA).
Dario Dongo
Note
(1) Dichiarazione congiunta Ue-Cina
(2) Elenco delle indicazioni geografiche europee protette
(3) Elenco delle indicazioni geografiche cinesi protette
(4) Infografica sull’accordo UE-Cina 6.11.19
(5) Comunicato stampa della Commissione europea, 06.11.2019
(6) Cfr. Rapporto Ismea-Qualivita 2018, DOP e IGP patrimonio da 15,2 miliardi di euro, in crescita del 2,6%
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.