Dalla scorta di generi alimentari alla scorta di surgelati il passo è breve, anzi obbligato. L’andamento dei consumi durante l’epidemia da coronavirus, il lockdown e i primi mesi della crisi sanitaria ha visto le famiglie fare incetta di generi alimentari, scorte di pasta e ingredienti quali farina e lievito. Una spesa bunker, l’ha definita la Coop, soprattutto nelle prime settimane. Nella scorta non sono mancati i surgelati, che nei primi quattro mesi dell’anno segnano un aumento del 13,5% nei consumi domestici.
I prodotti più acquistati sono stati quelli ittici, gli snack salati, le pizze surgelate, le patate. Nel 2019 invece il consumo dei surgelati ha superato la soglia dei 14 kg a persona, tornando a crescere rispetto al 2018 e seguendo un andamento piuttosto stabile a partire dal 2010.
I consumi dei prodotti surgelati. Il Rapporto IIAS
Il quadro viene dal dossier ‘I consumi dei prodotti surgelati. Rapporto 2019′ dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS) che fa il punto sullo stato del settore. Ma considerata la pandemia, non ha potuto evitare di mettere nero su bianco l’andamento dei consumi di surgelati durante i primi quattro mesi dell’anno.
Il coronavirus, il lockdown, le uscite solo per comprare beni di prima necessità hanno fatto cambiare la spesa delle famiglie. È stato uno stress test, in qualche modo, anche per la filiera dei surgelati, sottoposta a due tendenze opposte: l’aumento dei consumi in casa e il dimezzamento o quasi di quelli fuoricasa, crollati per la chiusura di mense scolastiche e aziendali, attività di ristorazione commerciale, collettiva, bar ed esercizi pubblici.
Surgelati nel carrello, il primo quadrimestre 2020
Nei primi quattro mesi del 2020 c’è stato dunque il boom dei consumi domestici e il crollo del fuoricasa. Con il lockdown si è generata ‘una corsa agli acquisti per garantire lo stock casalingo che ha mutato rapidamente e profondamente la composizione della spesa alimentare‘, si legge nel Rapporto. Le famiglie hanno comprato pasta, riso, conserve. E hanno comprato surgelati. C’è stato un aumento della domanda superiore a quella dei prodotti freschi.
Nel primo trimestre 2020 la spesa alimentare delle famiglie è aumentata del 7% su base annua. Nel primo quadrimestre dell’anno le vendite del totale surgelati retail hanno toccato più 13,5% con aumenti diversi a seconda dei segmenti: l’ittico segna più 16,5%, gli snack salati più 21,5%, le patate più 12%, le pizze più 12,5% e i Ricettati più 5,5%.
Nella seconda parte dell’anno, evidenzia lo IIAS, è prevedibile che si torni a una stabilizzazione dei consumi. A perdere invece è tutto il settore del fuoricasa, prima col lockdown e poi con un previsto calo della domanda che fanno parlare di ‘una perdita complessiva sull’anno per il settore dei surgelati pari a 600-650 milioni di euro corrisponde a circa un quarto del fatturato del Fuoricasa‘.
Andamento ancora diverso e positivo per il door to door e l’online. Il porta a porta segna un boom, con aumenti nel solo mese di marzo anche di oltre il 40%. Vanno su anche le vendite sul web, che rientrano nell’aumento generale dell’ecommerce durante tutta la fase emergenziale della pandemia.
‘Nello stesso contesto – si legge nel dossier – va segnalata l’impennata delle vendite online, una modalità di acquisto relativamente nuova per il nostro settore. Il fenomeno si inserisce nel boom del commercio online dei prodotti di largo consumo confezionato, che registra tassi di aumento superiori al 150% anche nelle prime settimane dopo le riaperture di inizio maggio’.
I consumi di surgelati nel 2019
L’andamento del 2019 parla di consumi in ripresa. Per la prima volta in Italia il consumo procapite di surgelati ha superato la soglia dei 14 kg l’anno (per la precisione 14,1 Kg). Questi prodotti sono oggetto di un generale apprezzamento. La metà delle famiglie consuma surgelati due o tre volte alla settimana. Lo scorso anno tutto questo si è tradotto in un aumento dell’1,5% dei volumi acquistati nel canale retail.
‘Il risultato è stato una crescita complessiva dei consumi pari al +1,3%, per un valore assoluto di 849.900 tonnellate, corrispondente a un consumo pro capite annuo di oltre 14 kg. Un andamento migliore – come accade da tempo – di quello della spesa alimentare complessiva delle famiglie italiane, pari al +0,4% rispetto al 2018′.
I vegetali sono il fiore all’occhiello del comparto e coprono più del 43% del retail. Crescono sia i vegetali semplici, sia i minestroni e le zuppe, sia a lunga cottura che ricettati. Nei consumi di surgelati si segnala nel dettaglio più 0,5% per i vegetali, più 0,7% per le patate, più 1,2% per i prodotti ittici, più 2,4% per pizze e snack, più 2,9% per piatti ricettati, più 2,5% per la frutta e più 1,1% per i dessert. In crescita anche la carne, che è però un settore di nicchia. I prodotti ittici segnano più 1,2% ma vanno su soprattutto mollame naturale e crostacei (più 7%) mentre è in flessione il pesce intero e quello panato o pastellato.
Sabrina Bergamini
Note
Spesa & lockout: più mascherine e meno tinte. I consumi dei prodotti surgelati. Rapporto 2019 https://www.istitutosurgelati.it/wp-content/uploads/2020/06/IIAS_REPORT_CONSUMI_2019.pdf
Giornalista. Consumi, diritti, alimentazione, sociale, ambiente. Responsabile di redazione Help Consumatori. Ha collaborato con ResetDOC, Il Riformista, La Nuova Ecologia, IMGPress.