Nuovo buco nell’acqua per la sugar tax e la plastic tax in Italia. Le due misure fiscali altrove applicate per guidare la riformulazione delle bibite responsabili di obesità, carie e malattie metaboliche e per ridurre il consumo di risorse per plastiche usa e getta (che ritroviamo frammentate persino nella placenta), nel Bel Paese sono state nuovamente rinviate, infilate nella conversione in legge (blindata da voto di fiducia) del DL ‘Superbonus’ (39/2024). (1)
Sordi alle ripetute richieste della società civile e delle autorità sanitarie internazionali, ma sull’attenti alle richieste delle industrie, i rappresentanti dei partiti politici della maggioranza hanno inscenato una gara all’obbedienza alle lobby, con l’unico pregio della ‘trasparenza’. A buona memoria.
Sugar tax, l’amaro in bocca
La tassazione delle bibite analcoliche edulcorate con zucchero o altri dolcificanti, introdotta nel 2020 dal governo Conte II, è stata osteggiata in ogni modo dall’industria delle bibite perlopiù a base di acqua zucchero e aromi di sintesi. Prodotti dal profilo nutrizionale malsano, peraltro già soggetti a Iva ridotta (10%) a differenza delle migliori spremute di arancia fresca (22%), come abbiamo visto. (2)
Contro la sugar tax, l’industria di settore ha dapprima avanzato ricorso al TAR per iniquità fiscale. Tentativo respinto al mittente dalla Corte Costituzionale. (3)
In vista dell’entrata in vigore, l’1 luglio 2024, è iniziato il solito balletto: pressioni sui partiti amici, false dichiarazioni sulla ipotetica inefficacia della misura (invece dimostrata nei Paesi ove già vige) e di danni economici, in questo caso con il ricatto dei posti di lavoro a rischio. Una tecnica consolidata, come abbiamo visto, nella lotta di Big Food contro le raccomandazioni dell’OMS. (4)
Il risultato, dapprima limitato al dimezzamento della tassa (da 10 a 5 centesimi per ettolitro) per due anni, è stato infine il rinvio della sugar tax di un anno, al primo luglio 2025.
Plastic tax, nuovo rinvio
La plastic tax, anch’essa introdotta con la legge di bilancio 2020, viene rinviata ancora, di ben due anni, luglio 2026.
La misura mira a ridurre il consumo di alcuni tipi di imballaggi in plastica monouso, realizzati interamente con il consumo di nuove risorse, mediante un’imposta di 450 euro a tonnellata.
Plastiche compostabili e ottenute da riciclo, anche in parte, sono infatti escluse dai prodotti monouso soggetti all’imposta di obiettivo (come pure i dispositivi medicali e gli imballaggi farmaceutici).
La miopia e la necessità di obbedire agli ordini delle lobby anche in questo caso penalizza la salute della popolazione.
Abbinata all’opposizione al sistema di deposito (DRS) sulle bottiglie monouso in plastica – prezioso per eliminare la dispersione di rifiuti e alimentare il riciclo -, (5) l’affondamento della plastic tax suona come un invito a inquinare ulteriormente l’ambiente e gli alimenti con polimeri che in forma nanometrica sono già stati rinvenuti nei polmoni, nella placenta e in altri organi del corpo umano. (6)
Marta Strinati
Note
(1) V. https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Ddliter/58131.htm
(2) Marta Strinati. Spremute, succhi e bevande a base di arancia. 50 a confronto. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.4.24
(3) Marta Strinati. Via libera dalla Corte Costituzionale alla sugar tax. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.3.24
(4) Marta Strinati, Dario Dongo. Nutrizione e salute, ecco come Big Food ostacola l’OMS. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.9.20
(5) Marta Strinati. DRS, Deposit Return Scheme. Tre casi da manuale. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.3.24
(6) Marta Strinati. Microplastiche, un nuovo fattore di rischio cardiovascolare. GIFT (Great Italian Food Trade). 11.3.24

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".