Salvare il riso italiano ed europeo, con un drastico freno alle importazioni a basso costo dai paesi extra-UE. È quanto chiedono alla Commissione europea i ministri all’Agricoltura di 8 governi degli Stati membri.
L’appello è stato firmato il 17 luglio 2017 dai rappresentanti di Italia, primo produttore di riso in Europa, Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Portogallo e Romania.
Stop alle importazioni di riso
Il documento chiede alla Commissione quattro azioni. In primo luogo un tetto alle importazioni low cost, causa di conclamati danni alle produzioni europee.
Secondo l’Ente Risi, dal 2009 – data della liberalizzazione delle importazioni dai Paesi meno avanzati (PMA) – le importazioni di riso sono cresciute del 65%, raggiungendo il volume record di 1,34 milioni di tonnellate nella campagna 2015/2016. Di conseguenza, il riso europeo resta nei magazzini. Le giacenze sono ora stimate in 586.000 tonnellate, pari al 30% della produzione UE.
Per porre un freno all’invasione di riso extra-UE, gli 8 governi chiedono alla Commissione europea di
– attivare la clausola di salvaguardia sulle importazioni dai paesi EBA (Everything But Arms). (1) E considerare l’opportunità di rimuovere i vincoli che limitano l’applicazione delle misure di salvaguardia per le importazioni dai PMA (Paesi meno avanzati) e da altre origini nel Sistema delle Preferenze Generalizzate,
– riconoscere la specificità del settore nella nuova PAC, Politica Agricola Comune.
I danni sociali e ambientali del riso extraUe
La richiesta degli 8 governi alla Commissione europea indugia anche sulle sorti delle popolazioni e dei territori da cui proviene il riso.
A differenza di quanto avviene per altre produzioni extra-UE notoriamente insostenibili e pure massivamente importate, come l’olio di palma, per il riso si solleva la questione.
Si chiede perciò a Bruxelles di ‘approfondire gli studi per valutare gli effetti che questi sistemi riguardanti i paesi meno sviluppati ed i Sistemi di Preferenze Generalizzate hanno avuto sui diritti sociali e dei lavoratori nei paesi EBA, come anche le conseguenza ambientali dei sistemi di produzione locali‘.
Riso, la scelta della provenienza affidata ai consumatori
Ultima misura invocata per salvare il riso europeo è l’adozione di una etichetta trasparente, completa della provenienza della materia prima. In modo da consentire ai consumatori la consapevole scelta del riso Made in Europe, meglio ancora se Made in Italy. Una richiesta già avanzata dal governo italiano – seppure in modo confuso – in linea con la spiccata preferenza dei consumatori per gli alimenti Made in Italy.
Note
(1) L’iniziativa «Tutto tranne le armi» (EBA) concede l’accesso in esenzione da dazi e contingenti per tutti i prodotti, ad eccezione di armi e munizioni, ai paesi meno sviluppati (PMS). Con la riforma, esso è diventato più mirato su 49 paesi meno sviluppati che beneficiano del regime EBA per un periodo illimitato. Di questi, 33 sono paesi africani, 10 sono paesi asiatici, 5 sono paesi della regione del Pacifico e l’ultimo si trova nei Caraibi (Haiti). Sui regimi commerciali applicabili dalla UE ai paesi in via di sviluppo vedi
Vedi http://www.europarl.europa.eu/atyourservice/it/displayFtu.html?ftuId=FTU_6.2.3.html#_ftn5