Il governo della Repubblica Ceca si accinge a varare un decreto che ambisce a vietare il ‘meat sounding’. Al preciso scopo di impedire il richiamo ai nomi di preparazioni di carni – i.e. polpette, cotolette, salsicce e hamburger – in etichetta e pubblicità di alimenti veg.
1) ‘Meat sounding’, 5 anni di battaglie
L’utilizzo di termini e diciture che richiamano carni, preparazioni di carne e prodotti a base di carne nella presentazione di alimenti vegetariani e vegani – i.e. ‘meat sounding’ – è al centro di una battaglia che prese il via al Parlamento Europeo l’1 aprile 2019.
La Commissione AGRI del Parlamento Europeo adottò in tale data una proposta di emendamento al progetto di riforma del CMO (Common Market Organization) Regulation, tesa a vietare il ‘meat sounding’, che venne tuttavia respinta dall’assemblea plenaria a larga maggioranza, il 23 ottobre 2020. (1)
Gli eurodeputati convennero perciò che non è necessario vincolare l’impiego di termini legati alle carni agli alimenti di origine animale, atteso che i consumatori sono ben in grado di distinguere i prodotti di diversa origine promossi come alternative veg.
2) ‘Meat sounding’. L’ossessione di Francia, Italia e Repubblica Ceca
Fallito il tentativo di riforma delle regole UE, le rappresentanze del settore zoologico e dell’industria della trasformazione delle carni si sono perciò rivolte ai governi più sensibili alle loro lobby:
– la Francia ha dapprima provato a vietare il ‘meat sounding’ con un progetto di legge mai attuato, a seguito di ricorsi giudiziari che hanno raggiunto la Court of Justice of the European Union (CJEU); (2)
– l’Italia ha a sua volta introdotto una legge, l’1 dicembre 2023, che in linea teorica vieta rigorosamente non solo il ‘meat sounding’, ma anche l’agricoltura cellulare; (3)
– la Repubblica Ceca si avventura ora in uno schema di decreto che a sua volta intende vietare l’uso di parole legate alle preparazioni di carne nella presentazione dei prodotti vegetariani e vegani. (4)
3) Repubblica Ceca, il progetto normativo e le prime reazioni
In Repubblica Ceca il governo dichiara di voler tutelare i consumatori introducendo il divieto di presentare i prodotti a base vegetale come ‘cotoletta di funghi’ (allorché realizzati con micoproteine al posto della carne), ‘salsiccia di soia’ o ‘hamburger di fagioli’.
‘L’emendamento presentato dal ministero dell’Agricoltura sconvolgerà il mercato dei prodotti a base vegetale’, ammonisce Lucia Milec, responsabile dei Public Affairs presso ProVeg Czechia.
I divieti proposti, paradossalmente, priverebbero i consumatori della possibilità di comprendere ‘la forma, l’uso e il sapore del prodotto a base vegetale, rendendone più facile l’uso in cucina’.
Un recente sondaggio di YouGov sui consumatori della Repubblica Ceca, a conferma di quanto sopra, rivela che:
- 7 intervistati su 10 vogliono mantenere etichette come ‘salsiccia a base vegetale’, ‘salsiccia di soia’ e ‘cotoletta vegana’;
- almeno 8 persone su 10 associano il nome ‘salsiccia di soia’ a un prodotto senza carne.
4) Tutela dei consumatori
Food Information Regulation (EU) 1169/11, FIR, ha stabilito regole uniformi per la tutela dei consumatori europei e della concorrenza leale tra le imprese, con particolare riguardo a:
– denominazione dell’alimento. In assenza di denominazioni legali o usuali, il nome del prodotto deve consistere in una denominazione descrittiva (e.g. preparazione gastronomica a base di soia); (5)
– pratiche leali d’informazione. È vietato indurre in errore consumatori sulle caratteristiche dei prodotti alimentari in vendita, con particolare riguardo tra l’altro alla loro natura, identità, composizione, metodo di produzione (Reg. EU 1169/11, articoli 7.1.a e 36).
I prodotti alimentari a base vegetale correttamente presentati in quanto tali sono perciò conformi alle regole UE, nel rispetto delle denominazioni legali riservate ad alcuni di essi (i.e. latte e latticini, i cui nomi non possono venire evocati su prodotti di diversa origine). (6)
5) Legislazione concorrente
La legislazione concorrente degli Stati membri in tema di informazione al consumatore, ai sensi del Food Information Regulation, è soggetta a precisi vincoli volti a garantire la libera circolazione delle merci nel mercato interno (TFEU, articolo 34). (7)
Le norme nazionali che interferiscono con il corretto funzionamento di una Common Market Organization (CMO) sono a loro volta incompatibili con il diritto UE, secondo la Corte di Giustizia, anche se la materia in questione non sia stata disciplinata in modo esaustivo. (8)
6) Libera circolazione delle merci e discriminazioni a contrario
Le normative nazionali in esame si qualificano come ‘discriminazioni a contrario’ poiché comportano maggiori oneri a carico dei soli produttori dei rispettivi Stati membri, non potendosi invece applicare ai prodotti legalmente fabbricati in altri Paesi membri nel rispetto delle regole UE. E sono vietate in quanto misure equivalenti alla restrizione quantitativa del commercio, secondo storica giurisprudenza della Corte di Giustizia. (9)
Romana Nýdrle, Direttore del Commercio presso la Confederazione del Commercio e del Turismo in Repubblica Ceca, avverte infatti che il divieto di ‘meat sounding’ danneggerà i soli piccoli e medi produttori locali. ‘I produttori stranieri possono continuare a offrire prodotti a base vegetale senza cambiamenti. Le aziende ceche, tuttavia, dovranno affrontare costi elevati per il rebranding, che aumenteranno i prezzi e danneggeranno la competitività delle aziende ceche nel mercato europeo’.
7) Prospettive
Court of Justice of the European Union (CJEU) – con la sentenza 4 ottobre 2024, nel caso C-438/23 (Protéines France, Association végétérienne de France, European Vegetarian Union v. Repubblica francese) – ha chiarito in via definitiva l’illegittimità del divieto di ‘meat sounding’ ipotizzato in Francia. (10)
L’interpretazione ufficiale di CJEU è vincolante per tutte le autorità europee e nazionali, incluse quelle giudiziarie. La sentenza sopra citata comporta perciò l’illegittimità di tutte le normative nazionali che vietino l’uso di termini tradizionalmente associati alla carne su alimenti che non la contengono.
La Commissione europea, nel suo ruolo di garante del Trattato, ha già notificato all’Italia l’impossibilità di dare attuazione alla sua legge contro il meat sounding e l’agricoltura cellulare. (11) E dovrà fare altrettanto nei confronti del governo della Repubblica Ceca. Attivando una procedura di infrazione, qualora essi si ostinino ad applicare le norme in questione.
8) Zootecnia europea, quali strategie?
La battaglia delle industrie delle carni contro il ‘meat sounding’ – in Unione Europea, quantomeno (12) – è definitivamente fallita. La filiera zootecnica europea, a partire dagli allevatori, dovrebbe perciò focalizzarsi su altre strategie, quali ad esempio:
– l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria di origine, a livello UE, sulle preparazioni di carne e i prodotti a base di carne, ivi inclusi quelli con Geographical Indications (GIs) quali le Indicazioni Geografiche Protette (IGP); (13)
– l’informazione obbligatoria sull’origine delle carni servite nei ristoranti, mense, catering. Oltreché su preparazioni e prodotti a base di carne non preimballati. Da stabilire a livello nazionale, nel rispetto del FIR; (14)
– la revisione sistematica delle regole UE sul benessere animale e la sostenibilità della zootecnia, la cui applicazione può distinguere i prodotti locali rispetto a quelli extra-UE (e.g. Mercosur) e rafforzare la fiducia dei consumatori; (15)
– la promozione del sistema di etichettatura nutrizionale sul fronte delle etichette Nutri-Score, per valorizzare le proprietà e la ricchezza in proteine di alto valore biologico delle carni fresche e altri alimenti di origine animale; (16)
– e soprattutto, la riforma della Unfair Trading Practices Directive (EU) 2019/633 (UTPs), per ottenere il divieto assoluto di vendita dei prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione e il riconoscimento di un #prezzoequo. (17)
9) Conclusioni provvisorie
La Repubblica Ceca, come già la Francia e l’Italia, è destinata a fare una pessima figura su un’iniziativa palesemente contraria non solo al diritto UE ma anche a prassi commerciali consolidate che rispondono alle aspettative di una quota crescente di consumatori vegetariani e vegani, nel rispetto delle scelte di ciascuno.
I governi nazionali dovrebbero venire chiamati a rispondere, nei confronti dei loro cittadini, per il deliberato spreco di risorse pubbliche in progetti normativi inutili il cui fallimento è già sicuro, alla luce dell’interpretazione ufficiale fornita dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
I cittadini che intendano prevenire ulteriori sprechi di risorse pubbliche nella proposta di divieto del ‘meat sounding’, da parte del governo della Repubblica Ceca, possono aderire alla petizione proposta da ProVeg Czechia seguendo il link richiamato in nota. (18)
Dario Dongo
Credit cover ProVeg Czechia (si veda nota 17)
Note
(1) Dario Dongo. ‘Vegan meat’, meat sounding. Big show at the European Parliament. FT (Food Times). October 23, 2020
(2) Dario Dongo, Marta Strinati. Meat sounding, the French ban submitted to the EU Court of Justice. FT (Food Times). August 28, 2023
(3) Dario Dongo. Italia, il Senato approva la legge che vieta agricoltura cellulare e ‘meat sounding’. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.7.23
(4) Džem, nebo marmeláda? Evropská snídaňová směrnice přináší změny v označování potravin. Forbes CZ. 4.12.24 https://tinyurl.com/2w4yxu3r
(5) Dario Dongo. Food name. FT (Food Times). August 21, 2017
(6) Dario Dongo. Oatly, London Court of Appeal Denies ‘Post Milk’ Trademark. FT (Food Times). December 11, 2024
(7) Regulation (EU) 1169/11, articolo 38
(8) European Court of Justice. Case C-283/03 Kuipers [2005] ECLI:EU:C:2005:314, para. 37 and the case-law cited
(9) European Court of Justice. Case 8/74 Dassonville [1974] ECLI:EU:C:1974:82
(10) Dario Dongo. Meat sounding, green light from the EU Court of Justice. FT (Food Times). October 6, 2024
(11) Dario Dongo. ‘Synthetic meat’ and ‘meat sounding’, the Italian law self-extinguishes. FT (Food Times). February 2, 2024
(12) Il richiamo a nomi di carni e prodotti lattiero-caseari è stato invece vietato con successo in altri Paesi extra-UE come il Messico. Si veda il precedente articolo di Dario Dongo. Milk and Meat sounding, addition of water to meats. Lessons from Mexico. FT (Food Times). December 28, 2019
(13) Dario Dongo. Origin of raw materials, the unsolved problem. FT (Food Times). March 5, 2024
(14) Dario Dongo. Origin of all meats in restaurants, the French lesson. FT (Food Times). November 25, 2019
(15) Si veda il paragrafo 2.4 nel precedente articolo di Dario Dongo. European consumers’ priorities to the new Commissioner. FT (Food Times). December 12, 2024
(16) Dario Dongo. Nutri-Score and health, new confirmations from France and Spain. FT (Food Times). December 20, 2024
(17) Dario Dongo. Sales below costs, farmers protest in France. FT (Food Times). January 18, 2024
(18) Postavte se za svobodu názvosloví (Salsiccia di soia contro la censura). ProVeg Czechia https://tinyurl.com/3tsppkmy

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.