HomeMercatiPrezzi alti, consumi alimentari ridotti. La 14a edizione di Osservatorio Immagino

Prezzi alti, consumi alimentari ridotti. La 14a edizione di Osservatorio Immagino

I consumi alimentari degli italiani si confermano contratti dall’impennata dei prezzi, anche nella 14a edizione dell’Osservatorio Immagino. Il nuovo rapporto di GS1 Italy incrocia le informazioni riferite sulle etichette di oltre 136mila prodotti con le rilevazioni di NielsenIQ sulle vendite in ipermercati e supermercati italiani nel periodo giugno 2022-giugno 2023. (1)

Il metaprodotto di Osservatorio Immagino

Il metaprodotto Immagino è l’indicatore statistico che calcola il profilo nutrizionale medio di oltre 80mila prodotti. In questa edizione l’indicatore mostra il successo crescente delle proteine – nonché le lievi riduzioni di carboidrati, zuccheri, grassi e grassi saturi, Kcal – nelle scelte dei consumi alimentari degli italiani. Senza purtroppo indicare il trend del sale.

La tabella nutrizionale media per 100g di prodotto si presenta così:

  • 175,9 Kcal. In lievissimo calo (-1%, rispetto alla precedente rilevazione);
  • grassi, 8,5g. Lieve diminuzione, -2,1%, grazie al minore apporto di categorie come olio di semi, olio extravergine di oliva, olio di oliva, tonno sott’olio, burro, merendine e maionese;
  • grassi saturi, 2,9g. Minimo calo, -0,9%, legato ai minori consumi di olio di semi, olio extravergine, burro, gelati multipack, mozzarelle e pandoro, in parte controbilanciati dalla crescita dei consumi di uova di gallina e alimentazione sportiva;
  • carboidrati, 19,3g (-1%);
  • zuccheri, 7,3g (-1,4%). Tendenza che si deduce anche dal successo dei claim riferiti al ridotto contenuto di zuccheri, come vedremo;
  • fibre, 2,1g (-0,2%). L’indicazione in etichetta della quantità di fibre è facoltativa e viene specificata soltanto su 49.275 prodotti. L’apporto medio si conferma ai livelli della precedente rilevazione, grazie all’effetto combinato del maggiore contributo di biscotti tradizionali, alimentazione sportiva, fagioli conservati, estrusi, creme spalmabili dolci, patatine, passata di pomodoro, pizze surgelate e sostitutivi del latte, unito al minor consumo di biscotti integrali/multicereali, surgelati vegetali naturali/frutta, farine/miscele, pasta di semola, pasta integrale/farro/kamut/base legumi e merendine;
  • proteine, 6,7g (+1%). La crescita è trainata dai maggiori consumi medi di uova di gallina, alimenti per sportivi, dessert freschi, latte Uht, quarta lavorazione avicunicola, creme spalmabili dolci, formaggi grana e simili, biscotti tradizionali, piadine, pancarré e bevande base latte Uht.

L’italianità in declino

L’origine italiana degli alimenti – primo claim esaminato nella 14a edizione dell’Osservatorio Immagino – è evidenziata nell’etichetta di quasi 26mila prodotti. Tra questi, tuttavia, la tendenza è di un calo generalizzato delle vendite a volume (quelle a valore conservano sempre segno positivo a causa dei rincari). In dettaglio:

– bandiera italiana. Il segno di riconoscimento più utilizzato (oltre 15mila prodotti) è quest’anno abbinato a una contrazione delle vendite del 4% a volume. Cresce invece il fatturato: le vendite a volume segnano +11,4%, per un giro d’affari complessivo di 6,5 mld di euro. Le categorie più penalizzate sono affettati, pizze surgelate e latte fresco.

– 100% italiano. Gli 8.339 prodotti che riportano sulla confezione questo claim cedono il -4,1% a volume e guadagnano il +13,8% a valore. Il maggiore calo dei volumi riguarda affettati, birre alcoliche, verdure di quarta gamma e gelati multipack;

– prodotto in Italia. Qui emerge il peggiore andamento dei segnali di italianità, con -7,9% di vendite a volume e un +4,6% a valore. Male sughi pronti base, uova da ricorrenza >30 grammi, vini Doc e Docg italiani, pesce preparato panato surgelato e piatti pronti surgelati.

Geographical Indications (GIs)

Le indicazioni DOP, DOP e DOCG compaiono su 4.494 prodotti, con un giro d’affari di quasi 1,5 miliardi di euro di nel canale supermercati e ipermercati. Complessivamente le vendite segnano -2,7% a valore e -2,6% a volume.

Trainano il calo dei volumi soprattutto i vini DOC e DOCG, lo spumante charmat secco e lo spumante classico. Resistono invece i 1.286 prodotti DOP, che sviluppano il maggior fatturato (oltre 691 milioni di euro) e registrano il maggior tasso di crescita a valore (+11,8%), mantenendo stabili i volumi (+0,1%).

IGP (Indicazione geografica protetta) e IGT (Indicazione geografica tipica) registrano a loro volta una contrazione delle vendite a volume (-7%) e un modesto rialzo di quelle a valore (+1,8%). Tra i 2.110 prodotti così etichettati, cedono in particolare affettati, pasta di semola e vini.

Regione che vai

La depressione dei consumi tocca anche gli alimenti con origine regionale in evidenza. Gli oltre 10mila prodotti di questo paniere segnano un fatturato in crescita di +7,3% (a oltre 3 mld di euro) e vendite quantitative a -3,9%.

Soltanto sei indicazioni di origine regionale aumentano le vendite:

– Sardegna. Bene il latte Uht, male burro, verdure di quarta gamma, mozzarelle e birre alcoliche. I 623 prodotti Made in Sardinia mantengono i volumi (+0,5%) e accrescono il fatturato (+17,15), che vale 207 mln di euro;

– Puglia. Dei 775 prodotti, tirano paste filate fresche, vino Igp e Igt, passata di pomodoro, mozzarelle, verdura di quarta gamma e formaggi da tavola interi e a porzioni. Nel complesso, le vendite segnano un +16,9% a valore e un +3,4% a volume;

– Umbria. Tra i 225 prodotti umbri, soprattutto acque minerali gassate, non gassate e lievemente gassate, e passate di pomodoro accrescono le vendite in GDO. Complessivamente i volumi venduti crescono del +3,2% e il giro d’affari del +15%, sfiorando i 144 milioni di euro;

– Molise. Questa indicazione regionale ottiene i migliori risultati dell’anno: +26,9% le vendite a valore e +7,5% a volume. Tra i 144 prodotti, che hanno sfiorato i 113 milioni di euro di sell-out, spiccano per crescita la pasta di semola e la passata di pomodoro;

– Basilicata. Con appena 45 prodotti, l’indicazione di origine lucana vale 22 milioni di euro. Le vendite crescono a valore (+9%) e a volume (+2,6%). Merito soprattutto delle fragole;

– Valle d’Aosta. Trend positivo sia nei volumi (+6,6%), grazie a quarta lavorazione avicunicola (preparati precotti a base pollo e tacchino) e formaggi da tavola a fette, sia nei valori delle vendite (+13,8%). I 31 prodotti etichettati come valdostani valgono quasi 10 mln di euro.

Free from, pochi zuccheri e niente aspartame

Tra i 16 claim relativi al mondo del free from, che vale quasi 8 mld di euro (+11,8%, ma -4,4% a volume), soltanto quelli relativi agli zuccheri sono associati a un incremento numerico delle vendite, trainate da dessert freschi, bevande base frutta 30-99%, basi, biscotti tradizionali e yogurt da bere:

  • ‘pochi zuccheri’, +8,3% a volume e +23,6% a valore;
  • ‘senza zuccheri aggiunti’, +12,1% a volume e +27% in valore. Questo claim, osserviamo, può venire letto quasi sempre anche come ‘con edulcoranti’. In sostanza, non si rinuncia al gusto dolce ma si vira sui dolcificanti acalorici, talvolta problematici.

Emblematico il caso dell’edulcorante di sintesi aspartame, classificato come probabile cancerogeno dalla IARC e tuttora autorizzato nonché presente in numerosi alimenti. (2)

I consumatori più accorti hanno imparato a evitarlo. Il rapporto dell’Osservatorio Immagino riferisce infatti che il claim ‘senza aspartame’, presente su soli 66 prodotti, sostiene le vendite in valore (+10,1%) e volume (+2,8%).

‘Senza antibiotici’ e gli altri free from

I primi tre claim in termini di fatturato nel paniere free from replicano lo schema che seguono quasi tutti i panieri:

  • ‘senza conservanti’, presente su 4.351 prodotti per un giro d’affari di oltre 2,7 mld di euro, segna +8,3% a valore e -8,2% a volume. Il calo è generalizzato ma particolarmente accentuato per per specialità salate surgelate e maionese, calati anche a valore;
  • ‘pochi grassi’, individuato sulle etichette di 3.168 prodotti, è associato a un aumento del fatturato (+15,3%, fino a oltre 1,7 mld di euro) e un calo numerico delle vendite di -2,2%. Bene i dessert freschi, male affettati e snack dolci;
  • ‘senza olio di palma’, terzo claim per giro d’affari, compare su 2.629 prodotti. Il fatturato è cresciuto di +12,1%, fino a 1,5 mld di euro, ma le vendite sono diminuite a volume di -4,1%. Pasticceria, quarta lavorazione avicunicola, biscotti tradizionali e merendine sono stati i mercati a maggiore crescita; pancarré, snack dolci, pane bauletto, cereali per la prima colazione e creme spalmabili dolci quelle in calo.

Tra i claim ‘emergenti’, finalmente, ‘senza antibiotici’ – su 330 prodotti – registra un deciso aumento del fatturato (+20,1%), che ha superato i 273 milioni di euro, sia pur con lieve calo dei volumi (-0,8%). Crescono le uova e calano le specialità ittiche e i surgelati di pesce al naturale.

Il paniere dei ‘rich in’

Il paniere del ‘rich in’, rispetto ai 12 mesi anteriori al giugno 2023, ha mostrato la maggior capacità di tenuta dei volumi, calati solo del -0,9%, e la più alta crescita del fatturato, aumentato del +13,9%.

Dei 12 claim rilevati da Osservatorio Immagino, soltanto tre sono associati a un aumento numerico delle vendite:

– ‘proteine’ è primo per giro d’affari, seguito da ‘fibre’ e ‘vitamine’.  Sviluppa un giro d’affari di 1,7 mld di euro,+19,6%, a valore e +4,5% in volumi. I prodotti traino sono dessert freschi, latte fresco, alimenti per sportivi, formaggi grana e simili;

– ‘fermenti lattici’ cresce sia a valore (+15,4%) sia a volume (+1,3%). I 541 prodotti con questo claim in etichetta valgono oltre 405 milioni di euro. I migliori risultati emergono per latte fermentato/kefir, crescenza, yogurt intero e freschi industriali;

– ‘magnesio’ cresce anch’esso sia a valore (+10,8%) sia a volume (+2,9%). L’Osservatorio Immagino l’ha individuato sulle etichette di 438 prodotti che hanno sviluppato 126 milioni di euro di vendite. Cereali per la prima colazione, camomilla, alimentazione sportiva e integratori sono le categorie best performer a volume.

Allergeni appesantiti dai caro prezzi

Gli alimenti accompagnati dalla indicazione in etichetta dell’assenza di un allergene sono 10.959 per un giro d’affari di oltre 4,7 miliardi di euro. Il paniere complessivamente registra un aumento del fatturato di +9,5% e un calo delle vendite numeriche di -4,8%.

  • ‘Senza glutine’ rimane primo in questo paniere per fatturato (>3,2 mld di €) e numero di prodotti (8.594). Come da copione, sale il fatturato (+6,1%) e calano i volumi venduti (-6,8%). Male affettati, maionese, uova di Pasqua e würstel.
  • Il logo ‘gluten free’ con la spiga barrata di Associazione italiana celiachia (AIC) compare su 1.972 prodotti, che valgono un giro d’affari di quasi € 668 mln (+4,5%), a fronte però di un importante calo dei volumi (-7,5%). Male in particolare affettati e omogeneizzati, surgelati vegetali naturali/frutta, creme spalmabili dolci, yogurt greco colato skyr, confetture e spalmabili base frutta, e i surgelati.

Free from lattosio e uova

A questo trend due claim fanno eccezione:

– ‘senza lattosio’ è secondo in classifica per fatturato (€ >1,9 mld) e assortimento (2.727 prodotti) e si aggiudica la migliore performance annuale del paniere, con vendite di +16,6% a valore e +0,9% a volume. Crescono a volume soprattutto dessert freschi, grana e simili, yogurt funzionale e bevande base latte Uht.

– ‘senza uova’ è invece ultimo in classifica con appena 166 referenze ed € 26 mln di fatturato. Spicca invece per la crescita annua delle vendite a volume, +2,6%. Molto bene pasta fresca non ripiena, pasta fresca senza glutine e biscotti salutistici.

Vegetariano e dintorni

Nel paniere dei claim relativi allo stile di vita rientrano 13.000 prodotti per un giro d’affari di 4 mld di euro in supermercati e ipermercati.

  • ‘Veg’, cioè vegano e/o vegetariano, è il claim che vale oltre 2,3 mld di euro di vendite. I 4.800 prodotti così presentati hanno aumentato il fatturato di +11,8%, ma a prezzo di un calo dei volumi venduti pari a -2,8%, in particolare in maionese, mozzarelle e yogurt greco.
  • ‘Vegetariano’, rilevato su oltre 2mila prodotti, traina il fatturato di +12,3%, fino a 1,6 mld di euro. Calano di -2,6% i volumi. Male maionese, mozzarelle, yogurt greco colato skyr, estrusi, formaggi da tavola in fette, formaggi da tavola interi/porzionati e salse/spalmabili vegetali.
  • ‘Vegano’. Stesso trend dei due precedenti claim. I 3.630 prodotti etichettati come vegani aumentano il fatturato di +10,4%, fino a superare 1,1 mld di euro, ma cedono nelle vendite a volume di -2,3%. Male estrusi, surgelati vegetali naturali/frutta, altri infusi e salse/spalmabili vegetali.

La certificazione biologica

Il claim ‘bio’ è il più diffuso (8.259 prodotti) del paniere nonché terzo per giro d’affari (1,2 mld di euro). Il fatturato cresce (+2,3%), ma i volumi calano in misura significativa (-8,4%). Male latte fresco, gallette, pasta integrale/farro/kamut/base legumi, confetture e spalmabili a base di frutta.

Le rilevazioni, ricordiamo, considerano le vendite in supermercati e ipermercati. Non tengono conto, quindi, dei canali ulteriori di distribuzione del biologico, come negozi specializzati, mercati ed ecommerce.

Kosher e halal

Le certificazioni kosher e halal, che identificano i prodotti realizzati nel rispetto dei dettami religiosi ebrei e musulmani, hanno andamenti variabili.

  • Kosher è rilevato su 1.663 prodotti che valgono 894 mln di euro di fatturato, in crescita di +11,2% mentre scendono i volumi di -4,5%. Male olio extravergine di oliva, cereali per la prima colazione, creme spalmabili dolci, praline e cioccolatini, confetture e spalmabili base frutta.
  • Halal compare su 504 prodotti certificati, che crescono a valore di +17,2% e – caso eccezionale nel paniere – anche a volume, +2%. In aumento i volumi venduti di pasta di semola, grana e simili, caramelle e snack dolci.

Gli ingredienti benefici

In ciascuno dei sette gruppi in cui vengono organizzati gli ingredienti benefici c’è qualche dato positivo anche in volume. Complessivamente, invece, le vendite dei 13.667 prodotti di questo paniere sono cresciute in valore (+11,2%), fino a un giro d’affari di oltre 4,3 mld di euro, a causa del caro prezzi, ma sono diminuite in volume, -2,8%.

1 – Traditional. In questo gruppo, soltanto il claim ‘caramello’ aumenta i volumi di vendita di +10%, ma a fronte di un aumento a valore di +41,4%. Il claim ‘cacao’ supera il miliardo di euro di giro d’affari, cresciuto di +9,4% solo per i rincari. Le vendite a volume infatti scendono di -4,2%, a causa delle creme spalmabili dolci.

2 – Superfruit. Tre claim mostrano un risultato brillante. ‘Avocado’ si conferma molto apprezzato dagli italiani. Le 65 referenze che lo richiamano in etichetta hanno aumentato del +37,1% il giro d’affari, ormai superiore ai 34 mln di euro, e del +22,2% i volumi venduti. ‘Anacardi’ cresce di +15,5% a valore e +7% a volume. Compare su 242 prodotti per un fatturato di 56 mln di euro. ‘Acqua di cocco’, infine, esprime una nicchia di 1,6 mln di euro per 11 referenze, ma segna +8% a valore e +4,3% a volume.

3 – Supercereali e farine. Anche in questo gruppo (2.221 prodotti) tre claim, in controtendenza, trainano le vendite anche a volume. ‘Avena’ su 623 prodotti segna +18,4% a valore, fino a un fatturato di oltre 298 mln di euro. Segno positivo anche per le vendite a volume (+6%), grazie soprattutto a sostitutivi del latte Uht, cracker e biscotti integrali. Stesso trend per ‘Farina di riso’ (+16,4% a valore, +2,2% a volume) e ‘olio di riso’, che compare su appena 20 prodotti, +14,2% a valore e +3% a volume.

4 – Dolcificanti. I due claim monitorati hanno andamento opposto. ‘Zucchero di canna’ perde ben -8,7% di vendite a volume e aumenta quelle a valore di solo +3,7%. ‘Stevia’ è invece in crescita sia a valore (+8,5%), sia a volume (+3,7%), soprattutto grazie a bevande a base di tè, alimenti per sportivi e infusi.

5 – Semi. Andamento dimesso per i prodotti con i cinque claim relativi ai semi. ‘Semi di lino’, primo per giro d’affari con 152 mln di euro, emerge anche per la crescita annua a valore (+20,4%) e – unico del micro paniere, a volume (+5,2%), grazie anche alla performance del tonno sott’olio. Molto male ‘semi di canapa’, -19,4% a volume e -14,7% in valore per i 52 prodotti accompagnati da questo claim, che valgono 3 mln di euro.

6 – Spezie. Il gruppo conta 896 prodotti con oltre 88 milioni di euro di fatturato ed è conforme alla tendenza generale con un andamento negativo, -2,3% a valore e -9,5% a volume. Per ‘zenzero’ vendite in calo di -1,2% a valore e -8,8% a volume, soprattutto per tè e altri infusi. ‘Curcuma’ perde -8,6% a valore e -15,8% a volume. ‘Cannella’, infine, perde -2,8% a valore e -9,1% a volume.

7 – Superfood. La star del gruppo è ‘spirulina’, con vendite impennate a due cifre sia a valore (26,5%) sia a volume (16,2%) trainate da pasta senza glutine e succhi freschi. 38 prodotti contengono la portentosa alga. (3) In espansione anche la vendita dei 36 prodotti con tè ‘matcha’ (tè e gelati dessert): +7,6% a valore e +0,5% a volume. Molto male, infine, ‘bacche di goji’, -24,6% a valore e -27,4% a volume, e ‘açai’, -21,8% a valore e -27,3% a volume.

Il bello della lavorazione artigianale

Il metodo di lavorazione degli alimenti viene esplicitato con nove claim su 3.897 prodotti. Due sole indicazioni sono associate a un aumento delle vendite a volume:

– ‘artigianale’ è stato rilevato su 750 prodotti (come pizza surgelata, affettati, pasta fresca e altri formaggi freschi a pasta filata) ed è associato a una crescita record delle vendite, sia a volume (+33,9%) sia a valore (+40,8%), superando i 144 mln di euro di fatturato;

– ‘non fritto’ compare su 372 prodotti. Estrusi e panetti croccanti sono tra gli alimenti con tendenza più dinamica. Il paniere vale 114 mln di euro, in crescita di +13,9%. Le vendite a volume sono aumentate di +1,3%.

Il trend dei primi tre claim per giro d’affari ricalca lo schema dettato dal caro-prezzi:

– ‘estratto a freddo’ compare su 348 prodotti, concentrati nell’olio extravergine di oliva, che valgono quasi 277 mln di euro. Il fatturato è cresciuto di +13,5%, mentre le vendite a volume sono scese di -5,9%;

– ‘trafilato’ qualifica 1.295 prodotti, essenzialmente la pasta. Vale un giro d’affari di oltre 268 mln di euro, aumentato di +12,3%. Anche in questo caso, le vendite a volume diminuiscono di ben -8%. Simile l’andamento dell’altro claim tipico della pasta secca, ‘essiccazione’, che compare su 317 prodotti e vale un fatturato di 115 mln di euro, aumentato di +4,3%, ma con vendite a volume in discesa (-10,1%), soprattutto su pasta di semola, kamut e farro;

– ‘lavorato a mano’, terzo claim per fatturato (oltre 153 mln di euro per 356 prodotti), aumenta le vendite a valore (+6,5%) e diminuisce quelle a volume (-6,9%). Male tonno sott’olio, tonno ricettato con contorno, affettati e secondi piatti a base di pesce.

Texture morbida e fragrante

La consistenza degli alimenti viene descritta in etichetta attraverso 11 claim. Anche in questo paniere, rileva la 14a edizione di Osservatorio Immagino, si ripropone un aumento del fatturato (+15,4%) e un calo di vendite (-2,3%), soprattutto per i claim ‘sottile’, ‘croccante’, ‘soffice’ e ‘ripieno’.

Soltanto due claim accrescono le vendite anche a volume:

– ‘morbido’, segnalato su circa 1.000 prodotti vale quasi 569 mln di euro. È il claim di maggiore successo nei 12 mesi monitorati, con una crescita a valore di +18,5% e a volume di +1,4%, grazie soprattutto a pancarré, pane bauletto e pane da tramezzini;

– ‘fragrante’ qualifica 272 prodotti. È primo per incremento del fatturato, +18,7%, fino a quasi 162 mln di euro, e mantiene sostanzialmente stabili le vendite a volume (+0,5%).

Marta Strinati

Note

(1) Osservatorio Immagino, quattordicesima edizione 2023 • 2. GS1 Italy Servizi
https://servizi.gs1it.org/osservatori/osservatorio-immagino-14/

(2) Marta Strinati. L’aspartame è un possibile cancerogeno, secondo IARC. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.6.23

(3) Dario Dongo, Marta Strinati. Spirulina, la microalga che nutre, stimola il sistema immunitario e aiuta a dimagrire. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.7.20

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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