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Plastiche biodegradabili, un mercato da 3,4 miliardi di US$ nel 2020

Plastiche biodegradabili per salvare gli oceani, un mercato da 3,4 miliardi di US$ nel 2020 sebbene ancora ai primordi.

Si intende per ‘biodegradabile‘ un materiale che può essere degradato da microrganismi – quali batteri, o funghi – in acqua, gas naturali (es. anidride carbonica, metano), o biomassa.

La biodegradabilità è fortemente legata alle condizioni ambientali, come temperatura, presenza di microrganismi, ossigeno e acqua. Il concetto di ‘materiale biodegradabile’ risulta perciò appropriato solo quando in relazione a una norma che ne specifichi condizioni e tempi di biodegradazione.

Le plastiche biodegradabili attualmente rappresentano meno dell’1% a livello planetario. Le sue applicazioni interessano borse per la spesa (c.d.shoppers), pellicole agricole di pacciamatura, imballaggi sciolti, bottiglie, stoviglie monouso. Il costo elevato rappresenta un ostacolo alla loro diffusione. Nondimeno, la crescente attenzione dei consumAttori e le politiche ambientali adottate da alcuni governi offrono grande stimolo alla ricerca e sviluppo in questo settore.

Il mercato globale – che oggi vale poco più di 2 miliardi di dollari (dati 2015) – è quindi atteso crescere fino a 3,4 miliardi di US$ entro il 2020. (1) L’Europa occidentale è il primo mercato delle materie plastiche biodegradabili, esprimendo oltre il 45% della domanda globale (dati 2014).

In ragione della spiccata coscienza ambientale delle sue popolazioni.

Le politiche ambientali adottate in vari Paesi UE hanno inciso in misura determinante su questa evoluzione. Gli incentivi all’impiego di plastiche biodegradabili sono infatti passati per misure legislative rigorose. L’uso di sacchetti di plastica a base di petrolio è stato vietato in Italia e assoggettato a specifiche imposte in altri Paesi, quali Irlanda e Germania.

Quali plastiche biodegradabili?

Il PLA (plastica basata sull’acido polilattico), grazie a notevoli proprietà meccaniche e di lavorazione, ha raggiunto il 45,1% del mercato totale dellematerie plastiche biodegradabili (2015). Secondo solo alle miscele di amido, i cui costi di produzione sono decisamente inferiori.

Le miscele di amido – di cui Mater-Bi® rappresenta il campione nazionale – sono realizzate con procedimenti simili a quelli utilizzati per produrre materiali termoplastici. Per rendere l’amido puro (2) resistente all’acqua e/o lavorabile, si realizzano blend con sostanze naturali dotate di apposite funzioni tecnologiche.

Altri tipi di plastica biodegradabile oggetto di attuali ricerche sono:

– plastiche basate su poli idrossi alcanoati (PHB, PHBV, etc.),

– plastiche basate su poliesteri aromatici alifatici,

– plastiche basate sulla cellulosa (cellophane),

– plastiche basate sulla lignina.

Quali applicazioni? Imballaggi in testa

Gli imballaggi rappresentano il primo ambito di applicazione delle materie plastiche biodegradabili (60,3% del mercato globale, 2015).

Borse per la spesa, posate e stoviglie monouso sono al centro della produzione di materiali da imballaggio usa-e-getta con materie plastiche biodegradabili. Per merito della crescente attenzione dei consumAttori verso l’ambiente. Ma anche perché è proprio questa la prima area di miglioramento. Atteso che la gran parte della plastica in Europa – il 40% circa – è utilizzata in scatole e involucri. Per confezionare cibi, bevande e vestiti.

Il riciclo interessa a tutt’oggi meno del 15% degli imballaggi, meno del 5% della plastica in generale. In pratica, bisogna invertire la rotta. Al più presto.

Luca Foltran e Dario Dongo

Note

(1) V. rapporto Biodegradable Plastics Market by Type (PLA, PHA, PBS, Starch-Based Plastics, Regenerated Cellulose, PCL), by Application (Packaging, Fibers, Agriculture, Injection Molding, and Others) – Global Trends & Forecasts to 2020

(2) L’amido puro, viceversa, è utilizzato in altre applicazioni. Quali ad esempio le capsule ad uso farmaceutico

Esperto di packaging e materiali destinati a entrare in contatto con le sostanze alimentari e delle relative evoluzioni legislative. Gestisce il sito informativo foodcontactmaterials.info sulle normative europee ed extraeuropee nel campo dei materiali destinati al contatto con il cibo.

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