Più materie prime italiane e nuove ricerche per valorizzare il baby-food prodotto nel Bel Paese. Il duplice obiettivo è parte dell’accordo siglato il 23.5.19 tra il colosso dell’alimentazione per lattanti e bambini Plasmon e il ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.
Un marchio di origine garantita
Il protocollo prevede la creazione da parte di Plasmon di un marchio attestante l’origine italiana di tutte le materie prime impiegate nelle sue linee di baby-food, dedicate specificamente a lattanti e bambini fino ai 3 anni di età. Un plus positivo per il brand, considerato l’apprezzamento della filiera agroalimentare italiana nel mondo e la alta qualità che già caratterizza gli alimenti per l’infanzia italiani. E un goal per l’agricoltura italiana, sempre alle prese con materie prime d’importazione offerte a prezzi più competitivi.
Per carne, frutta, verdura, cereali, latte, pesce, olio e altri ingredienti agroalimentari impiegati nei propri prodotti, Plasmon – marchio di Kraft Heinz Italia – si impegna a virare decisamente sul Made in Italy. La previsione è aumentare nei prossimi 5 anni l’approvvigionamento di materie prime 100% italiane dalle attuali 16mila a 25mila tonnellate annue.
Innovazione e sostenibilità
Il Mipaaft, dal canto suo, assicura un ulteriore miglioramento della qualità dell’agroalimentare, affidando al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) il compito di rilanciare la ricerca in direzione della tutela della sicurezza alimentare e della sostenibilità delle produzioni italiane.
‘Il CREA darà il proprio contributo nella ricerca e sviluppo di sistemi e soluzioni innovativi per l’agricoltura di precisione, la tracciabilità anche con tecnologia blockchain, la sicurezza alimentare, la nutrizione e ogni altro ambito necessario per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari per l’infanzia‘, precisa il ministero.
Il contrasto all’obesità infantile, che oggi in Italia colpisce il 18% dei bambini tra i 6 e i 10 anni, con conseguenze sull’incremento del rischio precoce di malattie cardiovascolari e alterazioni del metabolismo, è un altro punto dell’accordo. Verrà attuato promuovendo presso le famiglie l’adozione della dieta mediterranea per alimentare il bambino nei suoi primi mille giorni di vita. Un modello dietetico corretto, che se ben impostato può proteggere i giovanissimi dalla malsana assuefazione al cibo-spazzatura, primaria causa dell’epidemia di obesità e sovrappeso in Italia.

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".