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Monopoli sulle commodities, Bunge – Viterra

L’1 agosto 2024 la Commissione europea ha approvato l’ennesimo consolidamento dei monopoli sulle commodities agroalimentari, l’acquisizione da parte del colosso Bunge della più grande azienda cerealicola canadese con sede nei Paesi Bassi, Viterra.

1) Bunge – Viterra, notifica della concentrazione

Il 13 giugno 2024 la Commissione europea ha ricevuto notifica preventiva – ai sensi del regolamento (CE) n. 139/2004, articolo 4 – della concentrazione programmata da Bunge Global SA con l’acquisizione del controllo esclusivo di Viterra Limited, mediante acquisto di tutte le sue azioni.

Bunge è una società agroalimentare quotata alla Borsa di New York, con sede a St. Louis (Missouri, USA), attiva principalmente nella vendita di farine e oli di semi oleosi e altri oli vegetali. Bunge vende anche cereali, tra cui mais, grano, orzo e prodotti macinati, come la farina di grano, nonché semi oleosi non lavorati e altri prodotti come lo zucchero.

Viterra è un’azienda agroalimentare con sede a Rotterdam, nei Paesi Bassi, di proprietà di Glencore, CPP Investments, BCI e VEBT. Viterra si concentra sull’acquisto e la vendita di prodotti di base non trasformati, in particolare cereali e semi oleosi. Viterra vende anche altri prodotti non trasformati come cotone e zucchero, nonché prodotti macinati (i.e. farina di grano) e prodotti a base di semi oleosi (e.g. farine).

2) Commissione europea, l’indagine

L’indagine sulla concentrazione condotta dalla Commissione europea ha rilevato che:

– Bunge e Viterra sono entrambe aziende agroalimentari globali integrate verticalmente, attive nella produzione e/o acquisto, il commercio e la lavorazione di prodotti agricoli. Con ‘sovrapposizioni significative nel settore dei semi oleosi (cioè semi di colza, soia e girasole)’;

– la concentrazione, nello schema proposto, ‘avrebbe ridotto la concorrenza nei mercati dei semi oleosi e dei prodotti correlati, comprese le farine di semi oleosi per il consumo animale, gli oli di semi oleosi grezzi e gli oli di semi oleosi raffinati per il consumo umano o per la produzione di biodiesel’;

– ‘in particolare, la transazione avrebbe inciso negativamente sulla concorrenza in Europa centrale, dove entrambe le parti sono attive lungo l’intera catena di approvvigionamento’;

– ‘la transazione avrebbe portato a una notevole concentrazione di capacità di lavorazione dei semi oleosi nell’Europa centrale, con potenziali effetti negativi nei confronti degli agricoltori e dei clienti a valle’.

3) Bruxelles, via libera con impegni

Le parti hanno risposto alle ‘preoccupazioni della Commissione in materia di concorrenza’ offrendo di cedere la totalità delle attività di Viterra nel settore dei semi oleosi in Ungheria e Polonia, e una serie di attività logistiche a esse collegate.

Questi impegni rispondono pienamente alle preoccupazioni della Commissione in materia di concorrenza, eliminando le sovrapposizioni orizzontali e i legami verticali tra le attività delle parti nel settore dei semi oleosi nei territori interessati’. (1)

La Commissione europea, di conseguenza, ha:

– ‘ricevuto feedback positivo durante il test di mercato

– ‘concluso che l’operazione, modificata dagli impegni, non solleva più problemi di concorrenza

– affidato a un ‘monitoring trustee’ inglese (Evelyn Partners LLP, Londra), con buona pace della Brexit, la verifica del rispetto degli impegni.

4) Possibili impatti sui redditi degli agricoltori

L’aggregazione in oggetto – di magnitudo senza precedenti in un settore già concentrato nel dominio di pochi (si veda il successivo paragrafo 5) – aumenta inevitabilmente la posizione dominante sul mercato dei suoi protagonisti.

Le vittime sono i concorrenti (trader) più piccoli, ma anche e soprattutto i fornitori e i clienti. Vale a dire agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione alimentare, nonché i consumatori a valle della filiera alimentare.

Uno studio preliminare sull’impatto dell’operazione Bunge – Viterra sull’agricoltura canadese, condotto da diversi economisti, ha concluso che essa ridurrebbe i redditi degli agricoltori in misura di USD 770 milioni/anno. (2)

5) Monopoli sulle commodities e gli input agroalimentari

ABCCD – vale a dire, l’assieme delle cinque Corporations ADM, Bunge, Cargill, COFCO e Louis Dreyfuss – controlla il 70-90% del commercio globale di commodities agroalimentari. E Bunge (US$ 59,540 miliardi di fatturato, 2023), già prima dell’acquisizione di Viterra, era la quinta Corporation del pianeta per il commercio di cereali.

I monopolisti delle commodities – come evidenziato in apposito rapporto di iPES FOOD (3) – hanno tra l’altro innescato la crisi alimentare globale del 2022, attraverso speculazioni sistematiche che hanno consentito di aumentare i loro profitti netti annuali tra il 75% e il 260%.

I colossi occidentali (ABCD, esclusa la sola Cofco, cinese) sono oltretutto nelle mani dei gestori di fondi d’investimento Vanguard, BlackRock, State Street Global Advisors (SSGA) e Geode. I quali, come si è visto, controllano altresì i monopolisti globali di pesticidi e sementi (Basf, Bayer, Corteva) e quelli dei fertilizzanti. (4)

6) Concorrenza e concentrazioni in UE

Il recente rapporto della Commissione europea sulla concorrenza (2024) riconosce che negli ultimi 25 anni, in un’ampia gamma di settori:

– è aumentata la concentrazione sia a livello di settore che di mercato

– sono cresciuti a dismisura i ricavi e i profitti. Profitti in media quasi raddoppiati per le ‘superstar globali’ (i.e. Coca-Cola, Nestlé, P&G, Philip Morris, Gillette), dall’11% al 18% tra il 1998 e il 2022

– è aumentato il divario tra i leader del settore e i ‘follower’ per quanto riguarda i margini di profitto, i profitti e la produttività, mentre

– è diminuito il dinamismo delle imprese, misurato da indicatori quali la volatilità delle quote di mercato tra le imprese leader o i tassi di entrata e uscita. (5)

Mergers Regulation (EC) No 139/04, d’altra parte, trova di fatto applicazione nei soli casi in cui le concentrazioni dimostrino una concreta capacità di ostacolare in misura significativa la concorrenza nel mercato europeo.

7) Inflazione dei venditori

Un recente studio (Weber e Schulken, 2024) identifica come ‘inflazione dei venditori’ – avendo riguardo ai grandi trader, e al loro impatto sulla macroeconomia – il fenomeno altrimenti noto come ‘greedflation’, allorché riferito al commercio al dettaglio. (6)

Le Corporation transnazionali, dotate di un’intelligence interna sui mercati agricoli globali superiore a quella degli Stati, svolgono perciò un ruolo cruciale nella finanziarizzazione dei mercati alimentari. Traendo vantaggio dalle crisi e dalla volatilità.

8) Conclusioni provvisorie

La ‘sovranità alimentare’ – un leitmötif che ricorre nella propaganda dei governi di alcuni Stati membri e anche nello ‘Strategic Dialogue for the Future of Agriculture in UE (7) – rimane pura velleità, senza un intervento politico efficace a metter fine ai monopoli sopra accennati.

Dario Dongo

Note

(1) European Commission clears Bunge’s acquisition of Viterra subject to conditions. Press release. 2.8.24 https://tinyurl.com/yp5xyu2n

(2) Richard Gray, James Nolan, and Peter Slade (2024). The Economic Impact of the Proposed Bunge-Viterra (BV) Merger on the Grain Sector in Western Canada: A Preliminary Assessment. University of the Saskatchewan, Department of Agricultural and Resource Economics https://tinyurl.com/2uavfn5d

(3) Dario Dongo. I tentacoli della finanza sulla sovranità alimentare e il nostro cibo. GIFT (Great Italian Food Trade). 31.3.24

(4) Marta Strinati. Aumento dei prezzi e crisi alimentare in tempo di guerra. Retroscena nel rapporto iPES FOOD. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.5.22

(5) European Commission: Directorate-General for Competition. Protecting competition in a changing world – Evidence on the evolution of competition in the EU during the past 25 years. Publications Office of the European Union, 2024 https://data.europa.eu/doi/10.2763/089949

(6) Isabella Weber, Merle Schulken (2024). Towards a Post-neoliberal Stabilization Paradigm: Revisiting International Buffer Stocks in an Age of Overlapping Emergencies
Based on the Case of Food. Political Economy Research Institute (PERI), University of Massachusetts Amherst https://tinyurl.com/yckcewca

(7) Dario Dongo. Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura in UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.9.24

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