Il rapporto della Commissione Europea ‘From the hives’ (2023) – nell’esporre l’esito dei lavori da essa coordinati con il suo Joint Research Centre (JRC) e lo European Anti-Fraud Office (OLAF) – offre un’ambigua rappresentazione dei monitoraggi eseguiti tra novembre 2021 e febbraio 2022 su un esiguo campione di miele d’importazione da Paesi extra-UE (1,2). Un approfondimento.
1) Miele, le regole UE
Produzione, lavorazione e confezionamento del miele sono soggetti ai requisiti igienico-sanitari di cui allo Hygiene 2 Regulation (EU) No 853/04. I marketing standard – composizione e parametri di purezza, categorie commerciali, requisiti specifici di etichettatura – sono invece definiti nella Honey Directive No 2001/110/CE, ora in fase di revisione (3,4). Il miele, in essenza:
– può venire distinto in relazione all’origine (miele di fiori, di nettare, di melata), (5) e al metodo di produzione (miele di favo, scolato, centrifugato, torchiato, filtrato, industriale),
– è composto in prevalenza da zuccheri (glucosio e fruttosio, 80% circa) e altre sostanze (es. acidi organici, enzimi, particelle solide). Tracce di polline eventualmente residuate per opera delle api non si qualificano come ingredienti,
– colore, aroma e il sapore dipendono dalla specie botanica di origine, così come la consistenza (fluida, densa o cristallizzata), funzione del rapporto glucosio/fruttosio,
– non può contenere alcun ingrediente diverso dal miele né alcun additivo, né sostanze estranee (zuccheri compresi),
– non deve avere odori e sapori anomali, processi fermentativi in atto, acidità regolata artificialmente e/o aver subito trattamenti termici di elevata entità tali da denaturare tutti gli enzimi naturalmente presenti (es. diastasi).
2) From the hives. Breve monitoraggio sul miele d’importazione extra-UE
La Commissione europea, DG SANTE (Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare), ha coordinato una succinta azione di monitoraggio volta a valutare l’incidenza delle, non-conformità alla ‘direttiva miele’ ed eventuali frodi alimentari – in particolare, mediante aggiunta di sciroppi di zucchero – sui soli mieli d’importazione da Paesi extra-UE.
Tale azione ha coinvolto le autorità di alcuni Stati Membri, lo EU Food Fraud Network, il Joint Research Centre (JRC) e l’Ufficio Europeo per la lotta anti-frode (OLAF). L’azione di monitoraggio, nominata ‘From the hives’ (‘dalle arnie’), si è articolata nelle tre fasi di cui a seguire.
2.1) Campionamenti e controlli
Nei quattro mesi intercorsi tra novembre 2021 e febbraio 2022 sedici Stati membri, oltre a Norvegia e Svizzera, hanno eseguito campionamenti casuali su 320 partite di miele d’importazione, alle frontiere UE. Di questi, 147 campioni (47%) sono stati indicati come ‘non conformi’ ai requisiti della Honey Directive.
I controlli hanno coinvolto 123 importatori di miele in UE, 70 dei quali sono stati ‘segnalati’ per l’importazione di partite ‘sospette’, per ipotetica adulterazione con zuccheri estranei. 63 dei 98 importatori soggetti a verifiche, secondo le autorità, avrebbero trattato almeno una partita di miele sospetto.
2.2) Rintracciabilità
I Paesi partecipanti hanno raccolto informazioni sulle destinazioni del miele d’importazione soggetto ai controlli. La Commissione ha a sua volta raccolto i dati relativi alla rintracciabilità presso gli esportatori dei Paesi terzi e gli importatori in UE, avvalendosi anche del sistema TRACES.
2.3) Indagini
Le autorità degli Stati coinvolti, con la cooperazione dell’OLAF, hanno poi eseguito indagini sulle fasi di approvvigionamento, trasformazione, miscelazione e confezionamento delle varie partite di miele d’importazione.
Le indagini non hanno però consentito di ottenere risultati affidabili, al di là dei pochi casi in cui è stato possibile accertare l’esistenza di frodi alimentari. Come in Bulgaria, ove i controlli hanno permesso di verificare l’aggiunta di sciroppi di zucchero al miele d’importazione, ovvero la sottrazione di residui di polline per mascherare l’origine botanica e geografica dei mieli.
L’inaffidabilità dei controlli è dovuta all’assenza di strumenti e metodi di analisi armonizzati per individuare le adulterazioni dovute all’aggiunta di zuccheri estranei. Analisi realizzate con metodi diversi possono perciò condurre a risultati contraddittori su identici campioni.
3) From the hives. I metodi analitici utilizzati
JRC ha utilizzato diversi metodi analitici per identificare i mieli sospetti di adulterazione con sciroppi di zucchero:
– Elemental Analyser/Liquid Chromatography – Isotope Ratio Mass Spectrometry (EA/LC-IRMS). Metodo basato sulla differenza tra gli isotopi del carbonio 13C/12C delle proteine e degli zuccheri. Molto utilizzato in passato, EA/LC-IRMS è considerato uno dei metodi migliori per identificare sciroppi di amido di mais o canna da zucchero e anche altri sciroppi zuccherini (es. riso, frumento o barbabietola da zucchero),
– High-Performance Anion Exchange Chromatography – Pulsed Amperometric Detector (HPAEC-PAD). Identifica la presenza di polisaccaridi con un grado di polimerizzazione (DP) ≥10,
– Liquid Chromatography – High Resolution Mass Spectrometry (LC-HRMS). Identifica gli oligosaccaridi con DP < 10 e ≥ 6, nonché altri marker come il 2-acetilfuran-3-glucopiranoside (AFGP) e l’anidride difruttosio (DFA),
– Proton Nuclear Magnetic Resonance (1H-NMR) Spectroscopy. Permette di individuare il mannosio, quale marker, oltreché profilare il miele sulla base di standard definiti da laboratori privati.
I criteri utilizzati da JRC per identificare i mieli come ‘sospetti’, applicando i suddetti metodi, sono stati:
– superamento delle soglie definite per le analisi svolte con il EA/LC-IRMS, o
– oligosaccaridi con DP tra 6 e 9, identificati con C-HRMS, o
– polisaccaridi con DP tra 10 e 19, individuati tramite HPAEC-PAD, o
– mannosio individuato da LC-HRMS e confermato da Nuclear Magnetic Resonance (NMR), o
– DFA o AFGP individuati mediante LC-HRMS.
La combinazione di questi metodi può permettere di identificare, attraverso vari marker, la presenza di elementi generalmente estranei alla naturale composizione del miele. Nessuno di tali metodi consente però di misurare la quantità di tali elementi e la loro presenza non è sempre dovuta all’adulterazione.
4) AAA metodo uniforme di analisi cercasi
‘The Commission may adopt methods to permit verification of compliance of honey with the provisions of this Directive (…). Until the adoption of such methods, Member States shall, whenever possible, use internationally recognised validated methods such as those approved by Codex Alimentarius to verify compliance with the provisions of this Directive’ (‘Honey Directive’ No 2001/110/CE, article 4).
A 22 anni di distanza dall’entrata in vigore della ‘Honey Directive’ gli Stati membri – in attesa di un metodo validato e uniforme di analisi del miele – continuano a eseguire pout-pourri di analisi non sufficienti a identificare con certezza le varie possibili adulterazioni. Ed è su queste che si basa il rapporto ‘From the hives’ (2023), i cui risultati sono perciò inattendibili.
5) Piano coordinato dei controlli sul miele, 2015-2017
Nell’ormai lontano 2015 la Commissione europea aveva pubblicato una raccomandazione sul programma coordinato dei controlli ufficiali, ai sensi del reg. (CE) 882/2004). Il piano di controllo coordinato sul miele – l’unico non più disponibile su EUR-Lex (6) – si distingueva, rispetto all’ambigua operazione ‘From the hives’, sotto diversi aspetti:
– si riferiva espressamente allo Official Controls Regulation (EC) No 882/04, anziché a generici ‘samplings’ e ‘investigations’,
– i controlli ufficiali riguardavano ogni tipo di miele, prodotto in UE e d’importazione, senza discriminare i prodotti in base all’origine né presupporre (falsamente) a priori che le adulterazioni avvengano solo nei Paesi extra-UE,
– tutti i 28 Stati membri (anziché solo 16 Paesi), oltre a Svizzera e Norvegia, erano coinvolti. Con l’obiettivo di analizzare un numero di campioni quantomeno ragionevole (2.310 campioni. Obiettivo raggiunto al 98%, con 2.264 samples). (7)
5.1) Qualità dei controlli ufficiali
Nel 2015-2017 i controlli non si sono limitati – come invece nel 2021-2022 – alla ricerca di ipotetiche adulterazioni con ‘zuccheri estranei’. Il piano coordinato dei controlli ufficiali eseguiti nel 2021-2022 ha infatti considerato, in un contesto geografico di produzione e commercializzazione ben più ampio, ogni possibile non conformità. Ivi comprese quelle sull’origine botanica e/o geografica del miele, d’importazione e ‘Made in EU’. E a tal uopo erano stati condotti diversi tipi di analisi, in aggiunta a LC-IRMS o EA-IRMS:
– sensoriale, per valutare caratteristiche del miele che non possono venire misurate con gli strumenti disponibili (es. odore, colore, sapore anomali),
– microscopica, per verificare attraverso i residui di polline l’origine botanica e geografica dei mieli. Oltre a possibili tracce di filtrazioni, diluizioni, contaminazioni o altre non conformità,
– conduttività elettrica e della diastasi, quali marker della qualità del miele e possibili indizi di adulterazione,
– determinazione del contenuto di vari zuccheri, attraverso gascromatografia (GC) o cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC).
I mieli ‘sospetti’ (1.200 campioni, pari al 53% del totale) sono stati inviati al JRC-IRMM (Joint Research Centre – Institute for Reference Materials and Measurements) e sottoposti a ulteriori analisi con metodi quali EA/LC-IRMS e NMR. A esito di tali controlli, solo il 14% del totale dei campioni di miele (europeo e d’importazione) prelevati è risultato non conforme ai requisiti della ‘Honey Directive’.
5.2) Metodi di analisi. Il supporto di JRC
I risultati delle analisi eseguite dal JRC nel 2015-2017 sono stati riportati in un report oggi non accessibile sul sito della Commissione europea. (8) JRC aveva tra l’altro considerato sia le adulterazioni del miele (europeo e d’importazione) con aggiunta di sciroppo, sia le adulterazioni indirette. Vale a dire le pratiche di somministrazione di sciroppi di zucchero alle api durante il periodo di flusso nettarifero, in difetto di alcuna giustificazione legata a sanità e benessere animale.
La determinazione isotopica era stata considerata un metodo ‘eccellente’ per identificare gli zuccheri provenienti da sciroppi, come confermato anche in un successivo rapporto. (9) Senza trascurare la sensibilità del metodo, in relazione alle varie piante (C4,C3), e l’importanza del metodo EA/LC-IRMS per identificare gli sciroppi di alcune specie vegetali. I di- e i tri-saccaridi erano poi considerati tra i marker più importanti da definire con questo sistema (a tutt’oggi non validato).
Le raccomandazioni di allora, da parte di JRC – che si ricorda non essere un laboratorio ufficiale – sono state:
– armonizzare i metodi analitici da sottoporre all’approvazione della International Honey Commission (IHC) o da un organismo equivalente. Gli ‘Harmonised Methods of the International Commission’, si ricorda, sono alla base della revisione dello standard del Codex Alimentarius, (10)
– sviluppare una biobank dei mieli, gli sciroppi di zucchero e i prodotti per la nutrizione delle api, in modo da coprire l’ampia varietà di mieli attualmente disponibili sul mercato europeo,
– inserire nella biobanca un database di campioni, analizzati da una validata EC/LC-IRMS o altri metodi equivalenti per definire i criteri di purezza e stabilire la variabilità naturale dei diversi mieli, da conservare in tale database centralizzato di riferimento,
– validare i metodi analitici emergenti, a esito di loro verifica con i dati disponibili nella biobanca e valutazioni di comitati di esperti, in vista di ulteriori sviluppi.
6) Contributi degli stakeholders
FEEDM, European Federation of Honey Packers and Distributors, rappresenta numerosi importatori e confezionatori di miele in UE. Un suo gruppo di lavoro tecnico sta lavorando all’individuazione di metodi alternativi per identificare gli zuccheri esogeni presenti nel miele, in seguito ad adulterazione. FEEDM e il suo gruppo di lavoro – nel dare atto che i metodi di analisi più utilizzati non sono ancora armonizzati, validati ed accreditati – si sono offerte di cooperare con il JRC per affrontare il problema da esso segnalato già nel lontano 2016. (11)
Il cittadino ungherese Zoltán Tóth ha presentato una petizione al Parlamento europeo (n. 0432/2016), volta a interrompere la commercializzazione in UE dei prodotti del miele manipolati con resine sintetiche a macroreticolo, le quali rilasciano particelle che contaminano il miele e possono rappresentare un rischio per la salute, per via della presenza di copolimeri di stirene e granuli di divinilbenzene, ritenuti mutageni e cancerogeni. (12)
La petizione del cittadino – che ha altresì richiesto di finanziare test da eseguire nelle frontiere UE – sembra avere sorpreso la Commissione europea. La quale, nel dichiararsi inconsapevole della pratica denunciata e richiamare l’esecuzione del piano di controlli 2015-2017, si è limitata riferire che solo le autorità competenti degli Stati membri possono individuare non conformità a seguito dei controlli ufficiali, ed eventualmente provvedere a segnalarle sul RASFF. (13)
7) Official Control Regulation
Official Controls Regulation (UE) No 2017/625 prevede apposite misure per i casi di ‘sospette non conformità’ sui prodotti che ricadono nel suo ambito di applicazione, miele incluso. Tra queste, si segnalano:
– il dovere delle autorità competenti di effettuare controlli ufficiali per confermare il sospetto o dimostrarne l’infondatezza (art. 65.1),
– in caso di sospetto su frodi alimentari ovvero sulla violazione delle regole applicabili da parte di un operatore, a esito dei controlli ufficiali, le autorità competenti possono intensificare i controlli ufficiali sulle partite con medesima origine o impiego (art. 65.4).
I requisiti e i criteri da applicare ai metodi di campionamento, la designazione dei laboratori ufficiali per l’esecuzione dei controlli ufficiali e le analisi da essi eseguite sono definiti nel reg. UE 2017/625 al Capo IV (art. 34, 37).
8) Conclusioni provvisorie
I messaggi sensazionalistici che hanno seguito la pubblicazione del rapporto ‘From the hives’ – ove la Commissione europea ha riferito al ‘47% di non conformità e adulterazioni’ nel miele d’importazione – sono privi di alcun fondamento. E mettono ingiustamente in cattiva luce il miele d’importazione extra-UE da cui dipende la food security nel Vecchio Continente. (14)
I dati incerti si basano su un numero di campioni che sfiora il ridicolo (320), non certo rappresentativo di un mercato segmentato e complesso. I quali sono stati prelevati da un numero limitato di Stati membri e analizzati, solo in parte, con una varietà di metodi privi di validazione scientifica né ufficiale. (15)
In tutti i casi, i mieli analizzati sono stati considerati come ‘sospetti’. Senza alcuna prova certa di adulterazione, al di fuori dei pochi casi ove le indagini hanno mostrato possibili indizi di frodi alimentari. Si segnala al riguardo uno di questi, in Italia, ove il teorema accusatorio è stato smentito dalle analisi di revisione.
Dario Dongo
Note
(1) European Commission (2023). EU Coordinated Action ‘From the hives’ – Sampling, investigations and results. Publications Office of the European Union. https://food.ec.europa.eu/system/files/2023-03/official-controls_food-fraud_2021-2_honey_report_euca.pdf
(2) European Commission (2023). EU Coordinated action to deter certain fraudulent practices in the honey sector. JRC Publications Repository
https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC130227
(3) Direttiva 2001/110/CE, concernente il miele. Tesso consolidato su Eur-Lex http://data.europa.eu/eli/dir/2001/110/2014-06-23
(4) Dario Dongo, Alesaandra Mei. Miele, succhi di frutta, confetture e marmellate, latte disidratato. Proposte di riforma dei marketing standard in UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.5.23
(5) Il miele di melata è ottenuto principalmente dalle sostanze secrete da insetti succhiatori (Hemiptera) che si trovano su parti vive di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante. Secondo la circolare 12 Luglio 2007, n. 3, in Italia è conosciuto e commercializzabile anche come ‘miele di bosco’, solo nel caso in cui sia stato ottenuto da essenze boschive. Se la provenienza è da specie erbacee, il miele può essere denominato solamente ‘miele di melata’
(6) V. https://food.ec.europa.eu/horizontal-topics/official-controls-and-enforcement/legislation-official-controls/coordinated-control-programmes_en. Manca all’appello il documento 12.3.15 (C(2015) 1558 final), che dovrebbe riportare i risultati sul piano di controllo coordinato sul miele
(7) European Commission (2016). Coordinated control plan to establish the prevalence of fraudulent practices in the marketing of honey – Outline. https://food.ec.europa.eu/system/files/2016-10/official-controls_food-fraud_honey_control-plan-outline_201512.pdf
(8) European Commission (2016). Scientific support to the implementation of a Coordinated Control Plan with a view to establishing the prevalence of fraudulent practices in the marketing of honey – Results of honey authenticity testing by liquid chromatography-isotope ratio mass spectrometry
(9) European Commission (2020). Determination of 13C/12C ratios of saccharides in honey by liquid chromatography – isotope ratio mass spectrometry. Results of an interlaboratory comparison. https://knowledge4policy.ec.europa.eu/sites/default/files/honey_pt_report_lc-irms_va.pdf
(10) International Honey Commission (2009). Harmonised Methods of the International Honey Commission https://www.ihc-platform.net/ihcmethods2009.pdf
(11) FEEDM. The need of harmonisation of analytical methods for honey authenticity. 09.05.23. https://www.feedm.com/download/f.e.e.d.m.-statement-on-harmonisation-of-analytical-methods
(12) Parlamento Europeo. Petizione n. 0432/2016, presentata da Zoltán Tóth, cittadino ungherese, sulla cessazione della vendita dei prodotti del miele manipolati con resine sintetiche a macroreticolo che costituiscono un pericolo per la salute dei consumatori europei. https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/PETI-CM-605989_EN.pdf 8.6.20
(13) Il ‘General Food Law’ a ben vedere prevede la possibilità per la Commissione europea di consultare EFSA su rischi emergenti di sicurezza alimentare e altri temi di sua competenza (Reg. EU No 178/02, art. 29,31,34). Come avrebbe dovuto fare – e non ha fatto – per verificare la fondatezza dei metodi scientifici per l’analisi del rischio legato alla cross-contamination degli alimenti con ‘tracce’ di allergeni. V. Dario Dongo. Allergeni e RASFF, blackout europeo. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.7.22
(14) La DG SANTE della Commissione europea, nel rapporto ‘From the hives’, ha così dato seguito alle ricorrenti fake news sul miele della Repubblica Popolare Cinese, primo produttore al mondo del nettare delle api, e di altri Paesi BRICS. V. Dario Dongo. Miele cinese contraffatto, fake news. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.12.18
(15) Lo stesso Joint Research Center ha espresso dubbi, almeno in parte, sulla validità di alcuni metodi (come la determinazione isotopica, che pure JRC aveva in precedenza sostenuto)

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.