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Mercato suinicolo, gravi anomalie sui prezzi stabiliti dalla CUN

Il mercato suinicolo è uno dei pochi regolati da una CUN – Commissione Unica Nazionale – per la determinazione dei prezzi. Si riscontrano tuttavia gravi anomalie che danneggiano sempre, guarda caso, i suinicoltori italiani.

Mercato suinicolo, la riunione settimanale

La formazione del prezzo nazionale unico dei suini da macello è soggetta a un aggiornamento su base settimanale. La CUN si riunisce ogni giovedì per ‘formulare la tendenza di mercato ed i relativi prezzi indicativi‘, in relazione ai suini da macello del circuito tutelato (DOP, c.d. suini tatuati) e a quelli del circuito non tutelato (c.d. suini bianchi). (1)

Il prezzo unico nazionale viene definito da 20 commissari e 6 garanti. Con una rappresentanza paritetica, a livello formale, di venditori-allevatori e acquirenti-macelli. E uno squilibrio di poteri contrattuali che è evidente a tutti:

– da un lato gli allevatori, frammentati in diverse sigle e rappresentanze sindacali,

– dall’altro i macelli – con il coltello dalla parte del manico – dietro gli scudi di un’unica associazione industriale di categoria, Assica.

Un Report di parte

La trattativa tra domanda e offerta si basa sui dati di mercato che la CUN riceve ogni mercoledì, alla vigilia della propria riunione settimanale. Il Report informativo relativo ai dati di mercato si rivela spesso però difforme dalla realtà.

L’elemento cruciale per definire il prezzo unico nazionale attiene ai ‘Dati di macellazione dei suini circuito DOP’. Ma i dati provengono da una sola parte, i macelli. E la loro ‘stima’, come precisato a piè del Report, è frutto di un’elaborazione della Borsa merci telematica italiana (BMTI). Una società pubblica istituita dal Mipaaf nel 2006, la quale si avvale di IFCQ Certificazioni S.r.l. (uno degli organismi di controllo del circuito delle produzioni suinicole tutelate).

Prezzi da macello

La definizione del prezzo imposto all’intero mercato nazionale è dunque stabilito sulla base di quanto comunicato dai 19 macelli che compongono il panel di riferimento in sede CUN. Nessun dato viene invece raccolto sul versante degli allevatori.

ELENCO MACELLI CUN
I macelli del panel però si permettono di comunicare in ritardo il numero dei capi acquistati e macellati, all’occorrenza. Così da mascherare i picchi di domanda e alterare la determinazione dei prezzi a loro esclusivo vantaggio.

Listini bucati

All’ultima riunione della CUN, giovedì 11.2.21, per esempio, solo 15 dei 19 macelli del panel hanno fornito dati. La settimana precedente, solo 14. La Commissione ha perciò stimato il valore della domanda con grande approssimazione.

DATI REPORT CUN

I listini dei suini da macello sono quindi bucati e gravemente sottostimati a danno degli allevatori, come poi emerge nelle 4-5 settimane successive, quando i dati mancanti alfine emergono. Ma gli aggiustamenti a posteriori, ça va sans dir, non producono effetti sulle transazioni già eseguite.

Autorità latitanti

Le autorità deputate ai controlli e alla sorveglianza del mercato – Mipaaf, in primis, e Antitrust – sono tuttavia latitanti. Ma come è possibile affidare il meccanismo di determinazione del prezzo unico nazionale alla stima dei dati forniti da una sola parte contraente?

Una soluzione ci sarebbe. In accordo al regolamento della CUN, il Report potrebbe includere anche ‘ulteriori dati e analisi ad hoc’, invece dei soli numeri dei macelli. Dove prenderli?

Dove reperire i dati che mancano?

‘La componente allevatori non ha in mano dati aggregati, come i macelli, però un paio di fonti utili ci sarebbero’, spiega Dario Folla, esperto di settore con esperienza di responsabilità nel flusso dei dati di filiera presso gli istituti di controllo in qualità.

‘Il Mipaaf è la prima fonte. Dal 2011, in seguito al recepimento molto tardivo di regolamenti UE, anche in Italia si fa la classificazione delle carcasse suine. La cosa è da ultimo normata dal DM 24.10.18′.

1) Mipaaf

I dati di classificazione devono essere obbligatoriamente inseriti in un portale governativo (art. 17). E devono venire trasmessi entro il martedì successivo alla settimana cui si riferiscono (in linea con quanto disposto all’art. 22). Il giorno dopo, mercoledì, vengono divulgati sul sito Mipaaf, in apposita area.

Gli inadempienti sono soggetti a sanzioni. Tutti i macelli che abbattono più di 200 maiali come media settimanale devono classificare i suini DOP e non DOP. Vale a dire, la quasi totalità dei suini che formano il mercato’.

2) Portale RIFT

‘La seconda fonte utile è il portale RIFT, nato sulla spinta del Mipaaf e degli Istituti di controllo operanti nella filiera suinicola, IFCQ e CSQA. Attualmente, i report RIFT hanno cadenza mensile, ma volendo potrebbero essere riorganizzati su base settimanale, per informare correttamente la CUN’.

Perché CUN utilizza i ‘numeri’ dei macelli anziché i dati pubblici?

‘Il problema è che questi dati, sebbene ufficiali, non vengono aggiornati nei tempi previsti. Lo scarto è rilevante, come si nota confrontando i dati 2020 sulle carcasse riportati dalle tre fonti: portale Mipaaf, CUN e portale RIFT’.

TABELLA COMPARAZIONE DATI 2020 MIPAAF-CUN-RIFT

‘Innanzitutto la prima cosa che balza agli occhi è che sommando il dato settimanale dei suini classificati (portale Mipaaf) si ottiene un dato complessivo di 7.132.660 suini (si tratta dei suini classificati per la DOP, la stragrande maggioranza, più qualche centinaio di migliaia di suini non DOP ma comunque da classificare a seguito della normativa). Sommando il dato dei suini macellati su base mensile esclusivamente per i fini della DOP (portale RIFT) si ottiene una somma di 8.206.221’.

Un milione di maiali scomparsi

‘I 1.073.561 maiali che mancano all’appello in effetti non sono spariti, ma non sono stati rendicontati all’interno della settimana di pertinenza. Se si aggiornasse il report dei suini classificati per settimana (portale Mipaaf), il dato più o meno dovrebbe coincidere con la somma dei 12 dati mensili del RIFT. Più o meno, in quanto il dato di classificazione dovrebbe essere quello dei maiali DOP (che devono essere tutti classificati per legge) più qualche centinaio di migliaia di maiali non DOP che devono però essere classificati in quanto spediti in macelli che debbono obbligatoriamente classificare.

Negli anni scorsi il riepilogo annuale del report di classificazione operato verso marzo dell’anno successivo a quello di competenza portava a riappropriarsi di un consistente numero di maiali (vedasi riepiloghi pubblicati sempre sul sito Mipaaf) a parte qualche annualità che non presenta i dati riepilogativi annuali’.

In sintesi, i dati per rendere trasparente il mercato dei suini da macello esistono, ma non vengono aggiornati né utilizzati. E a pagarne le spese sono sempre gli allevatori.

Mercato drogato, l’evento di marzo 2020

L’inaffidabilità dei dati – e quindi del prezzo unico nazionale CUN – è emersa in modo eclatante durante il primo lockdown da Covid-19. E a beneficiarne sono stati evidentemente i macelli, la parte forte del tavolo CUN.

Nella primavera 2020 girava come un mantra, sulla stampa di settore, il messaggio di un calo della macellazione nell’ordine del -20-30%, nei primi mesi del 2020, rispetto all’anno precedente. Si attendeva di conseguenza un cospicuo calo di prezzo.

L’abbaglio del crollo vendite a causa lockdown è stato però smentito a giugno 2020. Con la pubblicazione dei dati degli Istituti di controllo il calo stimato al -20-30% si è ridimensionato al -4-5% (sul lungo periodo). Probabilmente qualche settimana ‘difficile’ in concomitanza alla prima chiusura, c’è stata, ma non con i numeri che giravano. Una scoperta tardiva, visto che le stime avevano già abbattuto il prezzo pagato agli allevatori.

Di tanto in tanto, emerge qualche voce critica sulla terzietà dei dati affidati alla CUN. Nulla però scalfisce la granitica inefficienza del sistema. (2)

Marta Strinati e Dario Dongo

Note

(1) La CUN ‘Tagli di carne suina fresca’ è stata istituita nel 2018 con decreto direttoriale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali n. 29712 del 19 aprile 2018, adottato di concerto con il Ministero dello sviluppo economico ai sensi dell’art. 4, comma 1, del Decreto 31 marzo 2017, n. 72 https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5819
Per leggere i Report è necessario registrarsi nel sito listinicun.it
(2) Criticità analoghe emergono anche nel lavoro della CUN suinetti, v. comunicato stampa ConfagricolturaCanali, presidente della Federazione nazionale suini: “Necessaria più trasparenza nelle rilevazioni delle Cun”’. 23.8.2020

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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