I membri dell’Associazione Europea di Libero Scambio – ALES (o EFTA – European Free Trade Association) hanno introdotto delle clausole negli accordi di libero scambio con i Paesi del Sud del mondo capaci di mettere a rischio lo scambio di sementi tra contadini, fondamento della sicurezza alimentare. A denunciarlo è Michael Fakhri, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo.
L’accordo di libero scambio che minaccia i sistemi alimentari
I quattro Paesi dell’EFTA, Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, stanno negoziando accordi di libero scambio con Malesia e Thailandia, due Paesi la cui sussistenza è ancora fortemente dipendente dall’agricoltura contadina.
Tali accordi contengono una clausola che impone ai Paesi aderenti di adottare nella propria legislazione la legge dell’Unione internazionale per la Protezione delle Nuove Varietà Vegetali del 1991 (UPOV 91). (1)
Cos’è UPOV 91
La Convenzione UPOV (2) è un sistema armonizzato per la protezione delle varietà vegetali in tutto il mondo. Fornisce un diritto di esclusiva paragonabile ai brevetti che si applica a tutela della proprietà intellettuale delle varietà vegetali. La versione attuale, del 1991, è molto più restrittiva della precedente (UPOV 78) e limita gravemente i diritti degli agricoltori sulle sementi.
Attualmente 76 Paesi e due organizzazioni internazionali hanno aderito all’UPOV, ma per molti di questi è stata una conseguenza dell’aver sottoscritto accordi commerciali con l’Unione Europea, gli Stati Uniti o la Svizzera.
Il business dei semi
La Convenzione impedisce alle piccole aziende agricole, che sono la maggioranza nei paesi del Sud del mondo, di ottenere le sementi attraverso i propri raccolti o mediante lo scambio tra agricoltori.
Aderendo alla Convenzione, gli agricoltori sono costretti ad acquistare ogni anno le sementi dalle grandi aziende dell’agrobusiness a un prezzo più alto. Semi che spesso non sono stati sviluppati per adattarsi alle condizioni climatiche e ambientali di quei territori. E chi viola tale accordo può rischiare addirittura il carcere. (3)
L’opposizione delle organizzazioni internazionali
Il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo, Michael Fakhri, ha inviato una lettera ai membri dell’EFTA per sottolineare come questa imposizione metta a rischio il diritto all’alimentazione di questi Paesi.
Rischio evidenziato anche dalla società civile malese, che teme la nascita della biopirateria oltre che la messa a repentaglio della biodiversità e della sicurezza alimentare. (4)
Anche altre organizzazioni contadine e ONG, come la Coalizione svizzera per il diritto alle sementi, si sono unite alla richiesta di ritiro della clausola UPOV. Ricordando come tale clausola viola il diritto alle sementi sancito nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche della FAO.
L’ambiguità dei membri EFTA
La Svizzera e gli altri componenti dell’EFTA rimangono sordi a tale richiesta. Eppure, gli Stati dell’EFTA sono i primi a non applicare l’UPOV 91 nei propri ordinamenti nazionali.
Il Liechtenstein non ha una legge sulla protezione delle varietà vegetali mentre la Norvegia si attiene a quella meno stringente del 1978.
La Svizzera ha sottoscritto l’UPOV 91 ma solo formalmente, permettendo agli agricoltori di scambiarsi alcune sementi, come il grano o le patate. Solo l’Islanda applica UPOV 91, ma allo stato attuale non esistono varietà protette nel Paese.
Ci si chiede quindi quali interessi vengano protetti. L’unica azienda del settore agro-industriale con sede in Svizzera è Syngenta. (5) Tuttavia, la proprietà è ora cinese e il settore delle sementi è dislocato a Chicago. Al contrario, è interesse della collettività intera che queste clausole vengano vietate e venga realmente protetta la diversità genetica in agricoltura e il diritto dei contadini di selezionare le proprie sementi e di poterle scambiare. (6)
Dario Dongo, Alessandra Mei
Note
(1) Communiqué de presse de la coalition suisse Droit aux semences. Droit à l’alimentation: la Suisse épinglée par l’ONU. Public Eye. 7.6.24 https://www.publiceye.ch/fr/coin-medias/communiques-de-presse/detail/droit-a-lalimentation-la-suisse-epinglee-par-lonu?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3egAM_DjsOR-TN62A3Txig_RDOYsakPN0mo2M_ohmZepAVqhRSc-YAklk_aem_AcbCz7mkFkIMKD6xS1JwMivDZPQ7NgXE37FebDm0qu4mSVkEVvRuBV4gFXgUp0eOxv_cyqtPcs26zDeUEkR3E82j
(2) UPOV https://www.upov.int/portal/index.html.en
(3) Droit aux semences. Quels problèmes pose l’UPOV? https://www.recht-auf-saatgut.ch/contexte/quels-problemes-pose-lupov/?lang=fr
(4) Dario Dongo, Alessandra Mei. Nuovi OGM e scambio di semi, la vergogna. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.5.24
(5) Dario Dongo. Sementi, i 4 padroni del mondo. GIFT (Great Italian Food Trade). 15.1.19
(6) Dario Dongo, Camilla Fincardi. Agroecologia, SDGs, salvezza. Il decalogo della FAO. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.4.20