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La qualità nutrizionale degli alimenti dopo sette anni di Nutri-Score 

A sette anni dall’introduzione del Nutri-Score in Francia, uno studio (Bauner e Rahman, 2024) esamina gli effetti dell’etichettatura nutrizionale front of pack (FoPNL) sulla riformulazione nutrizionale degli alimenti. (1)

Lo studio

I ricercatori dell’Università del Massachusetts, negli Stati Uniti, confrontano il cambiamento nel profilo nutrizionale degli alimenti immessi in commercio dal 2014 (tre anni prima del debutto della più nota etichetta FoPNL) al 2021 in Francia con quelli introdotti sul mercato in Italia e Regno Unito, dove il Nutri-Score non è stato ancora adottato.

Lo studio include tre categorie di prodotti – molto diffusi ovunque e altamente trasformati, quindi migliorabili – campionati nei tre Paesi. Nel complesso:

  • 3.113 cereali da colazione,
  • 602 popcorn,
  • 2.120 snack a base di patate.

Il campione non comprende i prodotti che non riportano in etichetta la quantità di fibre alimentari. La carenza di tale informazione, tuttora facoltativa in UE, non consente infatti di valutare in modo appropriato i profili nutrizionali degli alimenti.

Una partenza svantaggiata

L’analisi evidenzia un miglioramento significativo nei punteggi Nutri-Score dei prodotti francesi. Via via, dopo l’introduzione dell’etichettatura nutrizionale sul fronte della confezione, l’industria ha ridotto gli ingredienti sfavorevoli per la salute.

I prodotti francesi, peraltro, partivano da una posizione svantaggiata. Prima del 2018, in media, i cereali da colazione e i popcorn erano molto meno salutari di quelli italiani e britannici. L’Italia era sempre la più virtuosa, tranne che per gli snack a base di patate, per i quali era all’ultimo posto.

L’effetto Nutri-Score in Francia

Dopo il 2018, con l’introduzione del Nutri-Score (tuttora su base volontaria e presente su circa metà dei prodotti) lo scenario cambia. La Francia registra i miglioramenti più dinamici del punteggio Nutri-Score:

– sui cereali da colazione raggiunge la qualità nutrizionale dell’Italia. Il Paese più virtuoso è però il Regno Unito. Senza cambiamenti sostanziali per quanto riguarda l’energia e i grassi saturi, i prodotti francesi contengono meno zucchero e sodio e più fibre e proteine. Su questo alimento, già UFC-Que Choisir aveva dimostrato che in soli 7 anni, tra il 2015 e il 2022, in Francia la quota di prodotti con NutriScore A e B è quasi quintuplicata (dall’8% al 38%). (2)

– sui popcorn migliora, con riduzioni di energia, zucchero e sodio, ma solo in confronto ai livelli britannici. L’Italia si conferma la più virtuosa, lasciando molto indietro gli altri due Paesi,

– sugli snack a base di patate i cambiamenti sono meno significativi, ma la Francia primeggia. Segue a breve distanza la produzione britannica. Molto male, invece, l’Italia. (3)

Le strategie per guadagnare una lettera

I ricercatori hanno anche valutato l’entità della riformulazione degli alimenti per capire se l’industria spinga il miglioramento nutrizionale appena sotto il limite per guadagnare una posizione nella classificazione a cinque lettere del Nutri-Score. (4) Una sorta di greenwashing, comunque positivo nel contesto.

Il fenomeno è confermato. In due categorie di alimenti cresce il numero di prodotti con classificazione borderline:

– per i cereali da colazione aumentano i prodotti al limite tra A e B, e B e C,

– per i popcorn crescono quelli classificati al limite tra A e B, B e C e C e D.

Nessuna evidenza, invece, per gli snack di patate.

Nutri-Score, un vantaggio per chi consuma e per chi produce

Nel complesso, lo studio suggerisce che i produttori delle categorie alimentari analizzate sono intenzionati a migliorare il punteggio Nutri-Score. In alcuni casi vi può essere un desiderio genuino di migliorare la salubrità dei propri prodotti. Tuttavia, l’aumento dei punteggi borderline sembra indicare che il posizionamento sul mercato sia la prima reale motivazione delle riformulazioni.

La preferenza dei consumatori per alimenti più equilibrati è del resto marcata. E se il punteggio Nutri-Score influisce sulla domanda, l’offerta non può fare altro che adeguarsi. Questo è, infatti, il grande valore dell’etichettatura nutrizionale sul fronte della confezione. Vale a dire del Nutri-Score, il sistema più diffuso e giudicato più efficace dalla comunità scientifica. (5,6) Da aprile adottato anche in Portogallo. (7)

Marta Strinati

Note

(1) Christoph Bauner and Rajib Rahman. The effect of front-of-package nutrition labelling on product composition. European Review of Agricultural Economics. Vol 00 (00) (2024) pp. 1-24. Febbraio 2024 doi:https://doi.org/10.1093/erae/jbae004

(2) Dario Dongo. NutriScore, pieni voti ai prodotti locali. E la qualità degli alimenti migliora. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.4.23

(3) Dario Dongo. Cibi d’indulgenza o cibo-spazzatura? Il caso delle patatine fritte. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.3.17

(4) Dario Dongo. NutriScore, aiutiamo i consumatori a scegliere alimenti equilibrati! Petizione. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.10.22

(5) Marta Strinati. NutriScore e altre tre etichette nutrizionali a confronto. Studio OCSE. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.2.24

(6) Marta Strinati, Dario Dongo. NutriScore, un rapporto di 320 scienziati per sollecitare la Commissione europea. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.5.23

(7) V. Despacho n.º 3637/2024, de 4 de abril. Implementação do sistema Nutri-Score como medida de saúde pública de promoção da alimentação saudável. https://diariodarepublica.pt/dr/detalhe/despacho/3637-2024-859190971

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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