Inalpi SpA, con il supporto di Coldiretti, ha ottenuto dai suoi primi fornitori di latte – Compral Latte società cooperativa – un regalo di 5 milioni di euro. Mediante accordi di sottoscrizione di suo capitale di rischio, anche in compensazione dei debiti sulle forniture.
I rischi per i fornitori potrebbero ulteriormente aggravarsi, poiché il ‘prestito obbligazionario Inalpi convertendo 2021-2036-2041’ può raggiungere i 15 milioni di euro complessivi. Sulla base di un bilancio ove il forte indebitamento è l’unica voce certa e senza garanzie.
Le notizie esposte da chi scrive il 19.7.21 (1) – che in altri Paesi avrebbero fatto scattare le indagini di magistratura e organi di vigilanza – hanno invece stimolato un comunicato stampa, il 22.7.21. Ove Inalpi S.p.A. prova a indorare l’amara pillola somministrata ai suoi fornitori di latte.
Nel vergognoso silenzio degli organi di stampa, un approfondimento su un caso che potrebbe fare scuola. #VanghePulite.
Inalpi SpA, comunicato stampa 22.7.21
Il comunicato stampa di Inalpi celebra la delibera dell’assemblea straordinaria di Compral Latte con la quale ‘i circa duecento soci, in rappresentanza delle 250 aziende associate’ hanno deliberato ‘la partecipazione al piano di investimenti di Inalpi per la seconda torre di sprayatura’. Piano di investimenti che, si sottolinea, non viene neppure adombrato nel regolamento del prestito obbligazionario di In.Al.Pi. SpA.
Il presidente di Compral Latte Raffaele Tortalla, ‘alla luce di un’attenta analisi delle opportunità che rappresenta’, dichiara che ‘la quota di 5 milioni di euro del prestito obbligazionario convertibile emesso dall’azienda di Moretta […] verrà finanziata con la cessione di 1 centesimo per ogni litro di latte conferito’. Una favola suggestiva che però trascura i termini di pagamento, a seguire.
Inalpi, termini di pagamento
110 giorni è la media dei termini di pagamento delle fatture da parte di Inalpi, nel periodo tra maggio 2020 e aprile 2021 (68,5 la media di settore). L’analisi di Cerved, oltre a rilevare tali dati, ha declassato Inalpi SpA dal livello ordinario a quello di ‘solvibilità bassa’, al 31.12.20, con € 43,1 milioni di debiti verso fornitori e € 172,3 milioni di debiti totali.
Il centesimo di euro su ogni litro di latte richiederebbe 1.000 giorni, quasi tre anni di forniture regolari di 5.000 quintali/giorno, per raggiungere € 5 milioni. Ma il finanziamento di Inalpi SpA è previsto all’atto della sottoscrizione del capitale di rischio. I 5 milioni di euro sono perciò quelli già versati ‘in kind’, con forniture di latte a pagarsi in 15-20 anni (si spera) anziché in 110 giorni. O meglio, entro i 30 giorni dalla consegna, come prescritto dalla direttiva UE 2019/633.
Un caso che farà scuola?
‘Un’assemblea straordinaria in tutti i sensi quella che ha tenuto la cooperativa Compral Latte a Cussanio’, declama il comunicato stampa di Inalpi SpA. ‘Si tratta di un fatto epocale, “un caso che farà scuola” ha osservato il direttore [di Compral Latte Bartolomeo] Bovetti. Presente ai lavori, il delegato confederale Coldiretti Bruno Rivarossa ha messo l’accento sull’unicità della filiera del latte piemontese.’
L’apertura di un’indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cuneo potrebbe in effetti costituire un caso-scuola laddove seguita dalla nomina di un commissario giudiziale, in alternativa ad altre misure cautelari, ‘tenuto conto delle sue dimensioni e delle condizioni economiche del territorio in cui è situato, rilevanti ripercussioni sull’occupazione’. (2)
Il caso-scuola potrebbe verificarsi nell’eventualità in cui il pubblico ministero ritenesse sussistere gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di false comunicazioni sociali, ove del caso, commesso nell’interesse di Inalpi S.p.A. Oltre al periculum in mora che potrebbe investire una pluralità di creditori, ivi incluse le centinaia di allevatori di bovini in Piemonte.
Bilancio Inalpi 2020, principali criticità
Quale che sia lo sviluppo della vicenda in esame, appare doveroso condividere le principali criticità del bilancio di In.Al.Pi. SpA al 31.12.20.
1) Rimanenze finali al 31.12.20
Le rimanenze finali di materie prime, semilavorati e prodotti finiti raggiungono i € 43,8 mln, nel 2020, +142% rispetto ai € 18,1 milioni del 2019. L’incremento di € 25,7 milioni circa in valore assoluto, corrisponde al 15% del fatturato netto. Il magazzino, che al 31.12.19 esprimeva il 10% del fatturato netto, ha così raggiunto il suo 25% al 31.12.20.
L’incremento delle rimanenze è giustificato in nota integrativa come ‘opportunità, causa Pandemia COVID-19, di reperire materie prime e semilavorati a prezzi inferiori agli standard di mercato’. (3) La stessa nota integrativa mostra peraltro come il 68% dell’incremento di magazzino sia costituito da prodotto finito e non da materie prime e semilavorati.
La relazione sulla gestione riferisce ad accordi con caseifici piemontesi stipulati nel primo trimestre 2020 per il ritiro delle loro eccedenze. Così viene spiegata la creazione dello ‘stock strategico’ che si indica essere destinato quasi esclusivamente alle produzioni 2021. Non viene fatto cenno, però, alla capacità di Inalpi di stoccare internamente e/o esternamente questo incremento dello stock.
1.1) Il magazzino dei miracoli
La consistenza fisica di materie prime e semilavorati (oltre a prodotti finiti) per un valore complessivo di € 43,8 mln merita la formulazione di alcune ipotesi.
– materie prime. Compral fornisce circa €57 mln/anno di latte fresco, pari a circa 330 t/die. Poiché il latte deve venire utilizzato entro un paio di giorni, la giacenza non può ragionevolmente superare i 300 mila euro (valore della produzione di due giorni),
– semilavorati. 43,5 milioni di euro possono corrispondere, grossomodo, a 20 mila tonnellate (800 tir) di prodotto secco, tra burro (a sua volta deperibile) e polvere di latte.
1 milione di euro di ricavi è riferito alla logistica che, secondo alcune voci, Inalpi gestirebbe per conto di Ferrero (polvere di latte). È forse possibile che Inalpi abbia mostrato ai revisori la merce altrui a magazzino indicandola come propria?
1.2) Il magazzino dei misteri
Non sono disponibili informazioni su:
– consistenza dell’inventario fisico,
– suoi strati di formazione. In quale periodo dell’anno sono state acquistate le merci, trattandosi presumibilmente in buona parte di merci deperibili?
– metodo di valutazione applicato. Presumibilmente il F.I.F.O. (First In, First Out) che, ricordiamo, avvicina i valori di bilancio a quello degli ultimi acquisti.
Sulla base dei pochi dati disponibili, si può comunque ipotizzare un fondato rischio di iper-valutazione delle merci a stock. Un aspetto rilevante che sfugge alla nota integrativa riguarda i termini di deperibilità delle merci, i quali possono condizionare fortemente la politica di bilancio.
Si evidenzia al riguardo come i revisori debbano segnalare fatti importanti che si manifestino dopo la chiusura dell’esercizio. (4) Se le merci sono deperibili nel breve periodo, ad esempio, parte dello stock potrebbe riguardare merci da sottoporre a procedura di obsolescenza e il suo valore dovrebbe di conseguenza venire ridotto.
1.3) Rimanenze e fabbisogni
Il significativo incremento delle rimanenze finali di Inalpi SpA al 31.12.20 appare in bilancio come uno dei principali fabbisogni di risorse finanziarie, finanziato dall’accensione di prestiti a breve termine di importo quasi analogo (€ 25,9 milioni).
Non si spiega tuttavia come mai l’azienda abbia fatto ricorso all’indebitamento a breve per l’importo di € 25,9 milioni, quando le disponibilità dichiarate in banca e cassa ammontino a circa la metà (€ 12,2 milioni costanti, nei due anni 2019-2020).
2) Capitale circolante netto
Il capitale circolante netto (CCN, pari alla differenza tra attivo corrente e passivo corrente) esprime la capacità dell’azienda di fare fronte agli impegni finanziari a breve termine. Già al 31.12.19 il capitale circolante netto si attestava in negativo a – 29 milioni di euro. Ed è diminuito di ulteriori € 3,5 milioni, attestandosi a – 35 milioni di euro.
La misura negativa del C.C.N. può esprimere l’incapacità dell’impresa di fare fronte ai propri impegni finanziari di breve termine. Non sempre un segnale patologico di squilibrio monetario, ma certo un KPI (Key Performance Indicator) degno di attenzione. Tenuto anche conto della scarsa coerenza tra i debiti di Inalpi e il mancato utilizzo delle dichiarate consistenze attive di banca e cassa.
3) Rivalutazione cespiti
In.Al.Pi. S.p.A. si è avvalsa della rivalutazione dei beni prevista dal DL 104/20 (convertito con modifiche in legge 126/20). L’incremento dei cespiti totali ammonta a € 41 milioni circa (al lordo degli ammortamenti 2020), inclusa la rivalutazione di circa € 26 milioni. Anche in questo caso, come per le rimanenze, andrebbe verificato se la rivalutazione risulti in linea con la consistenza dell’inventario cespiti. E soprattutto, con il principio contabile della residua possibilità di utilizzare gli stessi, da applicare a bilancio. La rivalutazione in ogni caso, si ricorda, deve venire basata su una perizia di parte terza.
La rivalutazione ha generato la riduzione di circa 8 punti percentuali del ROE (Return on Equity), aumentando i mezzi propri. In presenza di un reddito operativo aziendale costante, al 31.12.20, rispetto a quello dello stesso periodo dell’anno precedente. In termini monetari, la rivalutazione cespiti rappresenta una delle principali fonti di finanziamento dell’azienda (aumento dei mezzi propri). Nei prossimi esercizi si farà sentire l’incremento degli ammortamenti dovuti alla rivalutazione, con pregiudizio della futura dinamica reddituale dell’azienda.
Le conclusioni, a chi di dovere.
#VanghePulite.
Dario Dongo
Note
(1) Dario Dongo. Inalpi chiama i fornitori di latte a pagare i suoi debiti. GIFT (Great Italian Food Trade). 19.7.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/inalpi-chiama-i-fornitori-di-latte-a-pagare-i-suoi-debiti
(2) D.lgs. 231/2001. Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica. V. articoli 45 e 15.1.b. Testo aggiornato al 15.7.20 su Normattiva, https://bit.ly/3szmjzq
(3) Il burro di centrifuga nel 2020 è oscillato tra 3,60 e 3,40 €/kg, il latte spot nazionale crudo tra 0,38 e 0,36 €/(dati 4.1.20-14.12.20 bollettino Camera Commercio di Milano, rilevazioni lattiero-casearie)
(4) OIC 29. Cambiamenti di principi contabili, cambiamenti di stime contabili, correzione di errori, fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio. Fondazione OIC (Organismo Italiano di Contabilità). Testo aggiornato al 29.12.17, https://www.fondazioneoic.eu/wp-content/uploads/2011/02/2017-12-OIC-29-Cambiamenti-di-principi-contabili….pdf
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.