Inalpi SpA chiama i fornitori di latte a pagare i suoi debiti da capogiro, per rassicurare le banche creditrici. Non si spiega altrimenti chi mai potrebbe investire nel suo capitale di rischio, men che meno alle condizioni proposte.
Il ministro Stefano Patuanelli si reca intanto in visita a Moretta (CN), per celebrare ‘un’importante azienda lattiero casearia che (…) riesce a tracciare quotidianamente la qualità del latte’. (1) Senza averne letto i bilanci né conoscere, si spera, la storia del ‘latte alpino di pianura’ e altri più gravi precedenti (2,3).
Per amor di patria appare utile segnalare, in primis agli allevatori e ai soci delle cooperative interessati:
1) la situazione economica e finanziaria di In.Al.Pi. S.p.A., come risulta dal bilancio 2020,
2) il regolamento del suo prestito obbligazionario convertibile.
Inalpi SpA, proprietà
Inalpi SpA è tuttora un’industria padronale, le cui quote sono ripartite tra la famiglia Invernizzi (70%) e la famiglia Barattero (30%). Gli Invernizzi ora vi partecipano attraverso la
– Pag S.r.l. (capitale sociale € 10 mila), che nel 2015 ha acquistato il 70% delle azioni di
– Inalpi (capitale sociale €12 milioni), per €15,890 milioni, senza neppure pagare a quanto sembra, presso la
– Saverni Investment Bv (Olanda). La quale è stata poi incorporata nella Inalpi stessa.
1) Inalpi SpA, bilancio 2020
Il bilancio al 31.12.20 di In.Al.Pi. SpA mostra una serie di valori in crescita significativa. Ci si sofferma su quelli che appaiono più enigmatici e critici.
1.A) Stato patrimoniale. Attivo.
Immobilizzazioni
– Costi di sviluppo, + 592.336€ (+19,4%).
– Terreni e fabbricati, + 5.897.340€ (+20,3%).
– Impianti e macchinari, +24.571.085€ (+69,8%).
– Totale immobilizzazioni +31.732.222€ (+41,2%).
Rimanenze (magazzino)
– Materie prime +4.261.437€ (+75,2%).
– Prodotti in corso di lavorazione +4.017.111€ (da zero).
– Prodotti finiti e merci +17.382.410 (+139,3%).
– Totale rimanenze +25.660.958€ (+141,5%).
1.B) Stato patrimoniale. Passivo
– Debiti verso banche esigibili entro l’esercizio successivo +20.421.557€ (+71,4%).
– Totale debiti verso banche +20.116.764€ (+33,1%). Per complessivi 80.846.813€.
– Totale debiti verso fornitori +5.230.957€ (+13,8%). Per complessivi 43.107.280€.
– Totale debiti +26.798.800€ (+26,5%),
– Totale passivo +53.515.985€ (+45,1%). Complessivamente, 172.272.283€.
1.C) Conto economico
Nel valore della produzione si annota la variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti (+20.907.573€, da -1.091.180€), che non appare semplice fare conciliare con le rimanenze in attivo allo stato patrimoniale.
La società si è oltretutto avvalsa della ‘libera rivalutazione’ dei beni d’impresa per 26 milioni di euro, ai sensi del ‘decreto agosto’. (4) Con effetti fiscali, oltreché di ‘ombrello’ rispetto alle procedure concorsuali. Anche così si complica l’analisi di bilancio.
1.D) Bilancio Inalpi 2020, brevi note
La lettura dei dati di bilancio di In.Al.Pi S.p.A. al 31.12.20, senza conoscere i dettagli contabili, sembra in ogni caso fare emergere:
– la rivalutazione di tutti gli asset, forse eccessiva e non nuova, (5) per fronteggiare
– l’incremento del passivo, sostanzioso e indiscutibile.
In estrema sintesi, il magazzino di Inalpi è aumentato contabilmente di 25 milioni di euro, mentre il fatturato è rimasto invariato. Se ne deduce che Inalpi è in difficoltà finanziaria, essendo parimenti aumentato il debito bancario.
2) Inalpi, il prestito obbligazionario convertibile
Il prestito obbligazionario ‘Inalpi convertendo 2021-2036’ ha un ammontare complessivo massimo di € 15 milioni, in 150 obbligazioni dal valore nominale di € 100 mila, con identico valore di emissione, a emettersi in una o più tranches. (6) 10 di queste obbligazioni, per 1 milione di euro, sono già state emesse e sottoscritte a decorrere dal 30.6.21 (data di prima emissione).
A partire da tale data e fino al 30.6.30 ‘salvo proroghe’ potranno quindi venire sottoscritte ed emesse altre 140 obbligazioni, per un ammontare di €14 milioni, il 30 giugno e/o 31 dicembre di ogni anno.
2.A) Compensazioni dei crediti dei fornitori, garanzie
Gli ‘accordi di sottoscrizione’ possono prevedere la compensazione delle obbligazioni con crediti liquidi, certi ed esigibili. Vale a dire che i fornitori di latte potranno ‘decidere’ di accettare titoli obbligazionari non garantiti a 15-20 anni, in ‘blocchi’ da 100 mila euro, anziché ricevere la valuta loro spettante nei 30 giorni da fine mese data fattura (7,8).
‘Le obbligazioni attribuiscono un credito diretto, incondizionato e non garantito nei confronti dell’emittente [Inalpi, ndr] e saranno classificate in qualsiasi momento di pari grado tra di loro e con ogni altro credito non garantito dell’Emittente presente o futuro.’
2.B) Vincoli ed esiti
La trasferibilità delle obbligazioni è soggetta al duplice vincolo della loro cessione a ‘investitori qualificati’ (es. fondi di investimento, enti creditizi) e del ‘previo consenso scritto’ di Inalpi.
La durata del prestito obbligazionario è fissata in 15 anni, fino al 30.6.2036. Fatte salve le decisioni di Inalpi, ‘a sua insindacabile scelta’, di:
– prorogare il debito di altri 5 anni, fino al 30.6.41, o
– anticipare il rimborso (al ‘valore nominale’, cioè quello iniziale), in tutto o in parte, anche in quota non proporzionale tra gli obbligazionisti,
– convertire le obbligazioni in azioni (al ‘valore di conversione’), in tutto o in parte, a chi pare. Anche in anticipo, al ricorrere di ‘eventi di accelerazione’. (9)
2.C) ‘Rendimenti’
Gli interessi – al tasso fisso nominale annuo lordo del 2% – saranno corrisposti in via posticipata di sei mesi, il 30.6 e 31.12 di ogni anno. Fatta salva l’ipotesi in cui l’emittente Inalpi ‘non disponga di risorse finanziarie sufficienti’ e decida perciò di ‘capitalizzarli in natura’. Riservandosi la possibilità di revocare la sua (esclusiva) ‘opzione di capitalizzazione’ in qualsiasi momento.
Il ‘prezzo di conversione’ delle obbligazioni in azioni è soggetto a un algoritmo che si basa sulle prestazioni economiche future dell’impresa. Con un moltiplicatore (15 volte l’EBITDA) degno di una startup dell’IT a Wall Street. Sull’incredibile presupposto che € 15 milioni – il valore complessivo del prestito, che coincide quasi con il prezzo di acquisto del 70% delle azioni di Inalpi SpA, da Saverni Investment Bv a Pag S.r.l., il 30.7.15 (quando i debiti erano poco più della metà di quello attuali) – possano oggi esprimere il 4% delle azioni di Inalpi.
La leggenda di Moretta
La fatidica ‘seconda torre’ di polverizzazione del latte è ormai nota come ‘la leggenda di Moretta’. La sua apparizione è stata annunciata in varie occasioni, nel corso degli anni, anche assieme alla leggenda della quotazione in borsa di Inalpi S.p.A. I 24 milioni di euro contabilizzati nel solo 2020 per nuovi impianti e macchinari avrebbero consentito di costruire anche tre o forse quattro nuove torri, in un’economia di scala. Ma tra il dire e il fare, gli asset contabili e quelli reali, la leggenda di Moretta non si è ancora rivelata.
Il regolamento del prestito obbligazionario, a sua volta, non accenna neppure all’ipotesi che Inalpi possa costruire la seconda torre di polverizzazione. Ed è anche perciò plausibile l’idea che il capitale di rischio serva anzitutto a garantire le banche su € 81 milioni di debiti al 31.12.20. Magari anche a posticipare di una ventina d’anni il pagamento dei 43 milioni di debiti verso i fornitori costretti alla sindrome di Stoccolma. Il ministro Stefano Patuanelli del resto ha dichiarato con entusiasmo che Inalpi è ‘un esempio di ciò che intendiamo incentivare anche grazie a 1 miliardo e 200 milioni di euro stanziati con il PNRR per i contratti di filiera.’ (1) Povera Italia.
Inalpi e Coldiretti
Neppure a farlo apposta, Inalpi e le sue torri di polverizzazione del latte sono da sempre uno dei sogni di Bruno Rivarossa, delegato confederale nonché direttore storico di Coldiretti Piemonte. Ove è rientrato – in compagnia del suo attuale presidente (ed ex presidente nazionale) Roberto Moncalvo – dopo alcuni anni trascorsi a Palazzo Rospigliosi quale candidato delfino dell’intramontabile capo dei capi.
Bruno Rivarossa considera Inalpi come una risposta ai conferitori di latte piemontesi ed è stato infatti uno dei promotori della sua intesa con le confederazioni regionali di Coldiretti Piemonte e Lombardia. (10) Inalpi aiuta a risolvere il problema sindacale del conferimento del latte e tanto basta. Salvo magari dilazionare i termini di pagamento e sostituire la moneta sonante ai ‘pagherò’ ventennali senza garanzie.
Cooperative e cooperanti
Cooperative come la Piemonte Latte di Savigliano (CN) e la Compral Latte di Cuneo, alfieri della produzione di latte piemontese di qualità, sono probabilmente i fornitori più esposti al rischio di ‘dover decidere’ di aderire al prestito obbligazionario di Inalpi SpA.
Il capitale di rischio privo di garanzie non si addice però alle esigenze di chi debba affrontare i costi di mangimi e bollette. Senza poterli rinviare di 20 anni né tantomeno potersi permettere di non pagare, casomai qualcosa andasse storto in casa d’altri.
I cooperanti a loro volta sono esposti al rischio di subire ulteriori ritardi di pagamenti, nella migliore delle ipotesi, in caso di avversità. (11) Proprio oggi però si apprende notizia della decisione di Compral Latte di sottoscrivere obbligazioni per 5 milioni di euro. (12)
Dario Dongo
Note
(1) Stefano Patuanelli, profilo Facebook, post 17.7.21. Qualcuno potrà forse ricordare al ministro che la rintracciabilità dei prodotti alimentari è obbligatoria per tutti gli operatori della filiera dall’1.1.2005 (data di applicazione del reg. CE 178/02, articolo 18)
(2) Dario Dongo. Latte alpino falso. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.2.18, https://www.greatitalianfoodtrade.it/etichette/latte-alpino-falso
(3) Dario Dongo. Latte alpino falso, relazioni pericolose? GIFT (Great Italian Food Trade). 3.5.18, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/latte-alpino-falso-relazioni-pericolose
(4) Il c.d. ‘decreto agosto’, DL 104/20, convertito con modifiche in legge 126/20, ha infatti introdotto la possibilità di rivalutare i beni d’impresa, anche su singoli cespiti all’interno della stessa categoria. Con effetti anche fiscali, dietro il pagamento d’imposta sostitutiva del 3% in tre anni a decorrere dal 2021
(5) V. articolo citato in nota 3, penultimo paragrafo. Già nel bilancio 2016 si annotava il dato inverosimile, per un’industria che non lavora formaggi stagionati, di € 19 milioni di rimanenze a magazzino. Laddove, se il latte avesse rappresentato anche solo la metà delle materie prime dichiarate, si sarebbe trattato di circa 9 milioni di litri (272 cisterne). I bilanci Inalpi, ora come allora, sono certificati da Deloitte (che nel settore lattiero-caseario si ricorda per le certificazioni dei bilanci Parmalat, prima del grande crac)
(6) Cfr. Regolamento del prestito obbligazionario, massimi euro 15.000.000, obbligazioni convertende con scadenza 2036 Inalpi S.p.A. “Inalpi convertendo 2021-2036”. Visto per l’inserzione a Moretta, il 27.5.21. Depositato presso la Camera di Commercio di Cuneo
(7) Alcune voci riferiscono a possibili ritardi di pagamento già in corso, da parte di Inalpi, nei confronti dei fornitori di latte. L’Antitrust potrebbe magari disporre verifiche su tale aspetto, come pure sulla legittimità di eventuali ‘inviti’ a compensare i crediti su forniture di alimenti deperibili con obbligazioni convertibili. Con buona memoria dell’articolo 62 della legge 24.3.12 n. 27, tuttora ampiamente disapplicato
(8) La direttiva UE 2019/633, come si è più volte sottolineato, impone peraltro il pagamento dei prodotti deperibili entro 30 giorni dalla data di consegna. V. Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali e legge di delegazione europea, analisi critica. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.4.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/pratiche-commerciali-sleali-e-legge-di-delegazione-europea-analisi-critica
(9) Gli ‘eventi di accelerazione’, come ogni altra condizione del prestito, sono decisi a insindacabile giudizio di Inalpi. E riguardano le decisioni della sua assemblea di fusioni, scissioni, trasformazioni, incorporazioni in altri enti, quotazioni in borsa o altri mercati regolamentati
(10) Un airbag di polvere di latte Made in Italy. Coldiretti Piemonte. 11.4.17, https://piemonte.coldiretti.it/news/un-airbag-di-polvere-di-latte-made-in-italy/
(11) Anche perciò chi scrive sostiene la necessità di estendere i diritti previsti dalla direttiva UTPs (Unfair Trading Practices, dir. 2019/633) ai conferimenti di derrate agroalimentari nelle cooperative. V. articolo citato in nota 8
(12) Luigina Ambrogio. Compral latte partecipa con 5 milioni di euro al Piano di investimenti Inalpi. La Fedeltà, settimanale del Fossanese. 19.7.21, https://www.lafedelta.it/2021/07/19/compral-latte-partecipa-con-5-milioni-di-euro-al-piano-di-investimenti-inalpi/
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.