Il MiSE ha stabilito con appositi decreti le modalità di accesso al ‘Fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole’ PMI. Con l’obiettivo di agevolare l’acquisto di beni materiali o immateriali – come la blockchain – da utilizzare nell’ambito della trasformazione e/o commercializzazione dei prodotti agricoli (1,2,3).
Fondo per gli investimenti innovativi a imprese agricole. Destinatari e settori d’intervento
Il Fondo per gli investimenti innovativi in agricoltura è rivolto alle PMI agricole con sede legale o unità locale sul territorio nazionale, senza precedenti sanzioni amministrative e/o penali. Tali imprese devono essere attive sia nella produzione agricola primaria, sia nella trasformazione di prodotti agricoli e la loro commercializzazione (esclusivamente diretta al consumatore finale ed eseguita in locali separati, adibiti a tale scopo).
I settori d’intervento sono appunto quelli della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Le imprese non ancora attive nei due settori ammissibili possono attivare i pertinenti codici ATECO entro la data di presentazione della richiesta, allegando copia della relativa comunicazione.
Entità dei contributi e cumulo di agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo a fondo perduto nella misura del 30% delle spese ammissibili, ovvero del 40% nei casi in cui le spese riguardino l’acquisto di beni strumentali materiali o immateriali previsti dagli allegati A o B della legge 232/2016. (4)
Il limite minimo delle agevolazioni è di € 5.000, quello massimo di € 20.000 per soggetto beneficiario. Ed è possibile chiedere un anticipo in misura non superiore al 50% dell’agevolazione concessa.
Il cumulo delle agevolazioni in esame con altri aiuti di Stato è soggetto ai limiti previsti dal regolamento ABER, i quali non possono venire superati neppure in ipotesi di cumulo con i contributi concessi in ambito FEASR. (5)
Spese ammissibili e termini
L’investimento deve venire completato entro i 12 mesi dalla data di concessione ed essere mantenuto nei 3 anni successivi al saldo del contributo o l’installazione del bene. In caso di impossibilità d’uso o obsolescenza, è possibile presentare richiesta di sostituzione al MiSE. Sono escluse le spese:
– relative a beni usati,
– sostenute attraverso il sistema della locazione finanziaria,
– ascrivibili a titoli di spesa inferiori a € 500, IVA inclusa,
– IVA, a meno che non sia effettivamente sostenuta dall’impresa beneficiaria e non recuperabile,
– connesse alla costruzione, acquisto o locazione di fabbricati o terreni,
– servizi e consulenze di qualsiasi genere,
– imposte e tasse, oneri accessori, legali ed amministrativi.
Modalità e termini di presentazione delle domande
Le domande di contributo devono venire presentate tramite PEC (all’indirizzo contributofia@pec.mise.gov.it) a partire dal 23.5.22 ed entro il 23.6.22. La domanda, in forma di dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà (DSAN), deve venire firmata digitalmente dal legale rappresentante o titolare dell’impresa agricola richiedente. In caso di più domande, quelle precedenti sono annullate dall’ultima presentata.
Le richieste di erogazione sono trasmesse sempre tramite PEC, allo stesso indirizzo, dal 30.9.22 ed entro il 30.9.23. Allegando tutta la documentazione fiscale necessaria alla valutazione positiva e l’erogazione del contributo, affidate a Invitalia. In caso di domanda incompleta o non chiara, Invitalia farà richiesta di integrazione a cui rispondere entro 30 giorni, pena la revoca della concessione del contributo.
Blockchain
La blockchain è uno dei beni immateriali che meglio si presenta all’eleggibilità delle agevolazioni in esame, che possono coprire il 40% dei costi. In Allegato B alla legge 232/2016 sono infatti compresi software, sistemi, piattaforme e applicazioni volti a facilitare:
– il dispatching delle attività e l’instradamento dei prodotti nei sistemi produttivi,
– la gestione della qualità a livello di sistema produttivo e dei relativi processi,
– i sistemi di gestione della supply-chain finalizzata al drop shipping nell’ecommerce.
Wiise Chain è la piattaforma di blockchain pubblica Made in Italy – basata sul protocollo BitCoin e il software open-source OpenTimestamps – sviluppata su misura per gli operatori della filiera agroalimentare e quelle contigue. L’approccio modulare di tale sistema si associa alla sua versatilità d’impiego, in grado di valorizzare la tracciabilità e sostenibilità di processi e prodotti per condividerne il valore con gli stakeholders (es. buyers, importatori, operatori della logistica, autorità di controllo) e i consumatori (6,7).
Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna
Note
(1) MiSE. Fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole. https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/fondo-investimenti-innovativi-imprese-agricole
(2) MiSE . Modalità attuative connesse all’utilizzo delle risorse del «Fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole» destinato a favorire la realizzazione, da parte delle imprese agricole, di investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali allo svolgimento dell’attività. GU Serie Generale n.246 del 14-10-2021, https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/10/14/21A05989/sg
(3) MiSE. Decreto direttoriale 2.5.22. Fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole – Termini presentazione domande. https://bit.ly/37U42Hd
(4) MiSE. Allegati A e B della Legge 232/2016. https://www.mise.gov.it/images/stories/normativa/Allegati_DM_imprese_agricole.pdf
(5) Cfr. reg. UE n. 1305/2013
(6) Dario Dongo. Blockchain agroalimentare, da Walmart alla FDA in USA, Wiise Chain in Italia. Verso il Web 3. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.2.22, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/blockchain-agroalimentare-da-walmart-alla-fda-in-usa-wiise-chain-in-italia-verso-il-web-3
(7) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Blockchain pubblica e filiera agroalimentare, sostenibilità per chi produce e chi consuma. GIFT (Great Italian Food Trade). 28.2.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/blockchain-pubblica-e-filiera-agroalimentare-sostenibilità-per-chi-produce-e-chi-consuma