Gli illeciti di Coldiretti a danno degli agricoltori e le evasioni fiscali, attraverso Campagna Amica, proseguono in tutta Italia.
Neppure una condanna del Consiglio di Stato è bastata a scalfire un sistema che si tinge di giallo per bandiera e offensività. #VanghePulite.
Campagna Amica, agricoltori al cappio
Campagna Amica è un sistema che organizza e promuove il commercio alimentare – e non solo la vendita diretta di derrate proprie o acquistate da altri imprenditori agricoli (1) – sul territorio italiano. Dietro tale marchio opera la triade di Palazzo Rospigliosi, strutturata sui livelli centrale, regionale e locale con la Fondazione Campagna Amica (cioè Coldiretti nazionale), le federazioni locali e le Impresa Verde Srl di Coldiretti distribuite in ogni angolo del Paese. (2)
Fig. 1. Campagna Amica, Bottega in via Bernardino Passeri 6/8R, 00153 Roma. In primo piano in vendita il ‘caffè d’autore’ di Morganti. Un’impresa agricola? (1)
La triade ha estrema facilità, un eufemismo, a fare aggiudicare a Campagna Amica la gestione di mercati alimentari in aree pubbliche di valore strategico. Un esempio su tutti, lo spazio accanto a Circo Massimo e alla sede della FAO, nel centro di Roma. Sebbene il Consiglio di Stato abbia dichiarato illegittime le concessioni di spazi pubblici a favore di Campagna Amica, a causa dei gravosi vincoli da essa imposti agli agricoltori che intendano partecipare ai mercati. (3)
Campagna Amica, il nodo scorsoio
‘Tutti i soggetti che partecipano ai mercati agricoli di vendita diretta gestiti da Agrimercati devono essere associati a Coldiretti, devono aver affidato tutta le gestione della propria contabilità fiscale, previdenziale e del personale dipendente alla società Impresa Verde territoriale, unitamente al fascicolo aziendale, ovvero il complesso delle informazioni che caratterizzano l’azienda agricola al Centro Assistenza Agricola Coldiretti.’
Gli agricoltori che intendano partecipare ai mercati in aree pubbliche colonizzate dalla triade devono prestare il collo al suo nodo scorsoio, secondo lo schema di cui sopra che si ritrova negli statuti delle associazioni ‘Agrimercato’, costituite da Coldiretti per la gestione dei vari centri di vendita diretta. (4) In pratica, essi devono:
– impegnarsi per contratto a essere iscritti a Coldiretti, con buona pace dei principi di libertà di associazione e partecipazione ai sindacati (Costituzione della Repubblica italiana, articoli 18 e 39),
– affidare in toto al sistema di Coldiretti la gestione fiscale, previdenziale e dei finanziamenti pubblici in agricoltura relativi alla propria azienda agricola e ai suoi dipendenti. In barba al fatidico articolo 62 (L. 27/2012).
Pratiche commerciali sleali
Le clausole vessatorie storicamente imposte dalla GDO (grande distribuzione organizzata) ai propri fornitori di derrate alimentari – rispetto al nodo scorsoio della triade di Coldiretti – sembrano quasi una boccata d’ossigeno. Ed è anche perciò, evidentemente, che il cerchio magico di Coldiretti ha siglato accordi ed esercitato lobby per ottenere la disapplicazione in Italia di alcune norme cruciali a tutela degli agricoltori rispetto alle pratiche commerciali sleali. (5)
L’Antitrust (Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, AGCM) non si è mai interessata però delle pratiche commerciali sleali imposte da Palazzo Rospigliosi agli agricoltori, neppure nel caso in esame. E anzi, l’AGCM è addirittura intervenuta a sostegno del provvedimento AGEA che il TAR Lazio ha dichiarato illegittimo proprio poiché distorsivo della concorrenza sui servizi di gestione delle pratiche agricole, guarda caso, a favore di Coldiretti. (6)
Estorsioni
Le estorsioni sono la logica, criminale, conseguenza del nodo scorsoio. Se l’agricoltore-suddito non si piega completamente agli ordini della triade, il cappio si stringe. Gli esempi non mancano, alcuni di essi sono già stati citati su questo sito nella saga di #VanghePulite. Nel caso di Campagna Amica, ciò che colpisce è la sfacciataggine che culmina nelle minacce via PEC di infliggere ‘sanzioni’ di 300.000 euro – sulla base dei cavilli nei regolamenti di ogni ‘agrimercato’ – agli agricoltori che osino partecipare a mercati organizzati da altri.
L’Osservatorio Agromafie di Coldiretti – il cui comitato scientifico, presieduto da Gian Carlo Caselli, annovera tra gli altri il procuratore generale e 5 consiglieri e della Corte di Cassazione, il presidente onorario aggiunto e 3 consiglieri del Consiglio di Stato, 11 tra procuratori e sostituti procuratori della Repubblica, il procuratore nazionale antimafia e 5 sostituti, 9 altri magistrati, 13 ex magistrati, 2 generali e 8 alti ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, 4 alti dirigenti di GdF e Agenzia Entrate, 5 tra prefetti, ex prefetti e questori, 5 dirigenti MiPAAF tra cui l’ispettore capo di ICQRF, etc. – avrebbe quindi un bel daffare, se solo ve ne fosse l’intenzione.
Evasione fiscale. Il secondo Stato
Le aziende agricole che partecipano ai farmer market di Coldiretti pagano i costi di partecipazione al mercato attraverso prestazioni di servizi curiosamente sottratte all’applicazione dell’IVA al 22%. A volte vengono rilasciate ricevute che appaiono prive di alcun valore fiscale, a volte neppure quelle. Sebbene gli agricoltori paghino servizi e/o merci (es. cartellini ove scrivere i prezzi), anche tramite bonifici bancari. E come mai?
I funzionari del sistema adducono che la disapplicazione delle norme fiscali sia dovuta allo status di Campagna Amica, una fondazione, o a quello delle associazioni Agrimercato. Hanno il controllo diretto sulla contabilità delle imprese agricole e confidano di operare in un secondo Stato, governato da Palazzo Rospigliosi, ove l’applicazione delle norme italiane e UE non è sempre scontata. (7)
Nello Stato italiano come negli altri Paesi membri UE, invece, anche gli enti del terzo settore sono soggetti all’applicazione dell’IVA quando svolgano attività commerciale. Persino quando tali attività siano rivolte agli associati. E ‘sono considerate in ogni caso commerciali, ancorché esercitate da enti’, le attività di ‘gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale’. (8)
La legge è uguale per tutti? #VanghePulite
Dario Dongo
Note
(1) D.lgs. 228/01, Orientamento e modernizzazione del settore agricolo. Testo aggiornato al 13.10.20 su Normattiva, https://bit.ly/3zXO87j.
‘Gli imprenditori agricoli, singoli o associati, iscritti nel registro delle imprese di cui all’art. 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, possono vendere direttamente al dettaglio, in tutto il territorio della Repubblica, i prodotti provenienti in misura prevalente dalle rispettive aziende. (…) i medesimi soggetti possono altresì vendere direttamente al dettaglio in tutto il territorio della Repubblica i prodotti agricoli e alimentari, appartenenti a uno o più comparti agronomici diversi da quelli dei prodotti della propria azienda, purché direttamente acquistati da altri imprenditori agricoli’ (articolo 4, Esercizio dell’attività di vendita)
(2) Dario Dongo. Campagna Amica… di chi? #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 19.6.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/campagna-amica-di-chi-vanghepulite
(3) Dario Dongo, Francesca Coli. Vendita diretta, accesso ai mercati senza vincoli associativi. La pronuncia del Consiglio di Stato. FARE (Food and Agriculture Requirements). 25.1.20, https://www.foodagriculturerequirements.com/archivio-notizie/vendita-diretta-accesso-ai-mercati-senza-vincoli-associativi-la-pronuncia-del-consiglio-di-stato
(4) Si citano a esempio gli statuti delle associazioni ‘Agrimercato’ di Brescia, Milano Lodi e Brianza, Cremona, Parma, e del Consorzio ‘Veronatura’ (VR)
(5) V. note 1 e 7 all’articolo citato in nota 2. Si veda anche l’analisi critica su pratiche commerciali sleali e legge di delegazione europea https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/pratiche-commerciali-sleali-e-legge-di-delegazione-europea-analisi-critica
(6) V. precedente articolo Tris del TAR Lazio sui CAA. Riammessi i liberi professionisti https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/tris-del-tar-lazio-sui-caa-riammessi-i-liberi-professionisti
(7) Una frode e/o evasione fiscale da una dozzina di milioni di euro è stata pure realizzata con l’operazione CAI Real Estate S.r.l., si ricorda (v. articolo https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/federconsorzi-2-cai-real-estate-srl-evasione-o-frode-fiscale-milionaria-vanghepulite). Ma non si ha notizia di contestazioni dell’Agenzia delle Entrate della Regione Lazio al cerchio magico di Coldiretti
(8) DPR 633/72, Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto. Testo aggiornato al 24.7.21 su Normattiva, https://bit.ly/3tApOWT. V. articolo 4, comma 4 e 5
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.