La sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino – offerta da GS1 Italy sulla base dei dati NielsenIQ, con analisi di dettaglio delle tendenze di consumo su oltre 138.000 prodotti a scaffale di supermercati e ipermercati – mostra una lieve attenuazione dell’ondata inflattiva e la lenta ripresa dei consumi alimentari in Italia, nella seconda metà dei 12 mesi conclusi a giugno 2024.
La contrazione delle vendite numeriche si riduce o torna a livelli accettabili in rapporto al fatturato, rispetto ai dati drammatici del precedente rapporto.
Il caro-prezzi è significativo sull’olio extravergine di oliva. L’italianità di cibi e bevande deraglia, mentre riemergono l’attenzione alla salute (meno zuccheri e grassi) e ai rischi legati ai residui di pesticidi. Senza ancora però distinguere la differenza tra i prodotti presentati con claim quali ‘senza residui’ o ‘senza glifosato’ e quelli che invece derivano da agricoltura biologica.
1) Metaprodotto Immagino, i profili nutrizionali
Il metaprodotto è un indicatore statistico di sintesi creato dall’Osservatorio Immagino. Si presenta come un’etichetta nutrizionale media dei consumi alimentari in Italia nei 12 mesi conclusi a giugno 2024.
Il profilo nutrizionale medio dei consumi alimentari (in super e ipermercati) mostra:
- grassi in aumento (+0,8% i grassi totali, e +0,9% i grassi saturi)
- carboidrati stabili (-0,1%),
- zuccheri in calo (-1,5%)
- proteine in aumento (+0,9%, in continuità con i 12 mesi precedenti, +1%)
- fibre alimentari in lieve aumento (+0,3%).
Ne consegue un lieve aumento del valore energetico del metaprodotto Immagino, con una crescita delle calorie (+0,5%).
Gli analisti purtroppo non monitorano i tenori medi di sale, un dato importante anche in vista della riformulazione dei prodotti e altre misure a tutela della salute pubblica.
2) ‘Made in Italy’ in declino
Il richiamo all’italianità compare nell’etichetta di 26.411 prodotti. Si tratta del paniere più importante tra quelli analizzati da Osservatorio Immagino. Vale un fatturato di quasi 11,4 mld di euro (nel solo canale supermercati e ipermercati) ma continua a perdere terreno, a eccezione delle DOP.
Il giro d’affari è cresciuto del +2,1%, ma le vendite a volume sono diminuite del -2%, così come nell’anno precedente. In dettaglio, in ordine di peso nel paniere:
– la bandiera italiana, che ‘sventola’ su oltre 15mila prodotti, è associata a un aumento del fatturato del +3,3% (fino a quasi 7 mld di euro) ma a un calo delle vendite a volume del -1,6%. Male latte uht e fresco, verdura di quarta gamma (confezionata) e terza lavorazione avicunicola (vale a dire prodotti carnei con condimenti e spezie e pronti alla cottura)
– 100% italiano, claim presente su oltre 8.500 prodotti, ha aumentato il fatturato di +2,4% ma perso in volume il -2,1% delle vendite. In calo latte Uht, latte fresco, pasta di semola, merendine e birre alcoliche
– prodotto in Italia, claim presente su 5.771 prodotti, mostra il segno del caro prezzi con un drastico calo delle vendite a volume (-3,6%) a cui corrisponde un lieve incremento di valore (+0,7%, per un totale di 1,4 mld di euro). In calo vino italiano (Doc/Docg e Igp/Igt), uova di Pasqua, verdura di quarta gamma, spumante classico e pasta di semola.
3) Indicazioni geografiche
Le indicazioni geografiche che certificano l’italianità dei prodotti non vanno meglio. Calano le vendite di affettati DOP, vino e spumante classico Doc/Docg. Perdono quota anche i prodotti IGP e IGT, in particolare gli affettati, vini, pasta di semola e sostitutivi del pane:
– DOP. La denominazione di origine protetta è la prima indicazione geografica per valore delle vendite, oltre 723 mln di euro. Ed è l’unica a segnare, nei 12 mesi conclusi a giugno 2024, un incremento delle vendite a volume (+2,1%) e a valore (+3,5%)
– DOC. I 2.282 vini così etichettati hanno fruttato quasi 538 mln di euro, +1,5% a valore ma -2,2% a volume
– DOCG. I 989 vini con questa indicazione hanno perso ben -2,8% di vendite a volume. Il fatturato resta invece pressoché stabile (+0,6%) a oltre 304 mln di euro
– IGP. I 1.222 prodotti accompagnati da questa indicazione valgono oltre 477 mln di euro, con un fatturato in calo di -0,5% e vendite a volume giù di -2,3%
– IGT. Le vendite dei 932 vini con Indicazione Geografica Tipica crollano a volume (-7,7%), con lieve calo a valore (-0,9%, 176 mln di euro).
4) Regionalità in etichetta
L’indicazione di origine regionale compare su 10.294 prodotti, per un valore complessivo di oltre 3 mld di euro.
L’andamento delle vendite è sempre negativo a volume (-2,6%) e sostanzialmente stabile a valore, +0,7%.
4.1) Prime regioni in calo
Le prime tre regioni in classifica per giro d’affari confermano la tendenza descritta:
– Trentino-Alto Adige. Stabile in prima posizione, con oltre 392 mln di euro di vendite sviluppate da 967 prodotti, perde il -3% delle vendite a volume e mantiene stabile il giro d’affari, +0,4%. Calano spumante classico, affettati, latte Uht, salumi cubettati, yogurt (magro e da bere) e mele. Bene, invece, i vini Doc o Docg, lo yogurt intero e quello funzionale, il latte fresco e le mozzarelle.
– Sicilia. Stabile al secondo in posto in classifica con un giro d’affari di oltre 377 mln di euro per i suoi 1.176 prodotti, perde il -3,5% dei volumi venduti e mantiene stabile il fatturato, +0,2%. Molto male i vini Doc o Docg, i gelati multipack, le birre alcoliche e il vino liquoroso/passito.
– Piemonte. Terza posizione confermata, con oltre 319 mln di euro di vendite realizzate da 1.271 prodotti. Vendite giù di -3,6% a volume e di -0,5% a valore. Molto male i vini Doc o Docg, gli altri formaggi freschi tradizionali, la crescenza, la terza lavorazione di bovino, lo spumante charmat dolce e il latte Uht.
4.2) Tre regioni in crescita
Dal crollo delle vendite si salvano tre regioni. In ordine di giro d’affari:
– Sardegna. In settima posizione nella classifica nazionale, l’origine sarda qualifica 604 referenze con oltre 207 mln di euro di fatturato e registra ottime performance, +4,8% a valore e +3,2% a volume, grazie anche a latte Uht, vini Doc/Docg, mozzarelle e latte fresco.
– Molise. Pasta di semola, pasta integrale e passate di pomodoro trainano le vendite dei 160 prodotti che indicano in etichetta la provenienza da questa regione. Le vendite crescono a valore (+6,1%), fino a 122 mln di euro, ma soprattutto a volume (+8,4%) in controtendenza rispetto al caro-prezzi
– Valle d’Aosta. Con un paniere composto da appena 30 prodotti, e un giro d’affari di 11 mln di euro, l’origine valdostana traina le vendite a valore (+8,5%) e a volume (+4,2%), grazie alle performance positive della quarta lavorazione avicunicola e dei formaggi da tavola in fette.
5) ‘Free from’, 14mila prodotti alimentari
Quasi 14mila prodotti con un fatturato annuo superiore a 8 mld di euro presentano in etichetta o sul packaging un claim riferito alla minore presenza o all’assoluta assenza di un nutriente, un ingrediente o un additivo. Il giro d’affari è cresciuto del +3%, mentre il volume delle vendite è sceso di -0,9%.
Ben 12 claim ‘free from’ sono accompagnati da una crescita delle vendite a volume. L’andamento conferma la tendenza alla riduzione di zuccheri e grassi, nonché l’attenzione a sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale.
Le performance positive in termini di vendite a volume appartengono ai prodotti etichettati con i claim:
– pochi grassi, +0,6% (+0,2% in valore), grazie a yogurt greco, latte Uht e suoi sostitutivi, biscotti tradizionali, formaggi freschi, oli di semi, mozzarelle e patate
– pochi zuccheri, +4% (+9,4%) e senza zuccheri aggiunti, +4,3% (+8,7%). I prodotti più venduti sono gomme da masticare, sostitutivi del latte, bevande base frutta, yogurt greco, confetture, frutta conservata e biscotti salutistici
– senza additivi +0,4 (+3,6%), grazie soprattutto al contributo positivo fornito da affettati, primi piatti pronti, carne in scatola, estrusi, dolcificanti, frutta secca senza guscio e spalmabili vegetali
– senza glutammato +1,6% (+3,9%) e senza OGM, +2,6% (5,3%), entrambi in positivo grazie soprattutto all’andamento dei consumi di primi piatti pronti, carne in scatola, tacchino e pasta fresca ripiena
– senza antibiotici, +2,6% (+5,2%) con specialità ittiche, uova di gallina, pollo e affettati che hanno aumentato le vendite
– senza grassi idrogenati, +5,8% (+10,2%), trainato da snack dolci, biscotti, piadine e torte pronte
– senza polifosfati +1,3% (+3,1%), ma con calo delle vendite di würstel e salumi (cubettati, tranci e precotti)
– senza/uso limitato di pesticidi, +4,9 (+11,2%), nella verdura di quarta gamma, la pasta di semola, le fragole e i surgelati vegetali/frutta naturali
– senza/zero residui +15,5% (+17,8%). A spingere le vendite sono soprattutto la pasta di semola, la verdura di quarta gamma, i frutti di bosco, le albicocche e i surgelati vegetali/frutta naturali
– senza glifosato, +25,9% (+22,4%), individuato su 75 prodotti e sostenuto dalla vendita di pasta di semola, pasta integrale e pasta all’uovo
– senza aspartame, +3,9% (+5,6%), che appare su 60 prodotti, essenzialmente dolcificanti, yogurt magro e aranciata.
6) ‘Rich in’, quasi 11 mila prodotti
Il paniere dei 10.725 prodotti etichettati come ricchi o arricchiti di un ingrediente o componente vale un giro d’affari di oltre 5 mld di euro. Nel complesso, le vendite in valore sono cresciute (+3,4%), quelle a volume sono invece diminuite (-1,3%).
L’andamento delle vendite a volume mostra tre claim in equilibrio e due in crescita:
– proteine. Il più rilevante dei claim ‘rich in’, presente su 3.337 prodotti, genera un giro d’affari di quasi 1,9 mld di euro. Scomparsa la vivacità rilevata dalle precedenti edizioni di Osservatorio Immagino, segna una tenuta dei volumi (+0,5%) e un fatturato in aumento di +4,5%. Le categorie più dinamiche sono yogurt greco, piatti pronti vegetali, formaggi grana e simili, alimentazione sportiva, latte fermentato, formaggi freschi e yogurt funzionale
– fibre. Tra gli oltre 4mila prodotti accompagnati da questo claim, crescono fette biscottate, surgelati vegetali e frutta naturali, pasta integrale, piatti pronti vegetali, biscotti tradizionali, pani morbidi senza glutine, sostitutivi del latte Uht e panini. Vendite a volume stabili a +0,5%, a valore 5,1%
– calcio. Presente su 790 prodotti, questo richiamo è associato a una stabilità delle vendite a volume (+0,1%) e una crescita di quelle a valore (+3,1%). Bene latte fermentato, altri formaggi freschi tradizionali, gomma da masticare, latte Uht e latte per l’infanzia
– fermenti lattici. Le 537 referenze di questo paniere hanno messo a segno un +3,5% a volume e un +5,6% a valore, superando i 431 milioni di euro di fatturato. Bene latte fermentato/kefir e yogurt intero
– magnesio. Presente su 449 referenze, il claim genera un’avanzata del +5,8% a valore (per un totale di oltre 137 mln di euro) e del +1,5% a volume. Performance particolarmente brillanti in alimentazione sportiva, frutta secca sgusciata, integratori, cereali per la prima colazione e camomilla.
7) Intolleranze e allergie
I 10.813 prodotti che evidenziano in etichetta l’assenza di un allergene o di un ingrediente che può causare intolleranze alimentari valgono 4,7 mld di euro. Il fatturato è cresciuto di +1,4% ma i volumi sono calati del -1,6%.
Le vendite a volume diminuiscono per i prodotti:
– gluten free (-2,1 a volume, ma +1,3% a valore) e quelli certificati con logo spiga barrata di Associazione Italiana Celiachia (-3% a volume, +1% a valore). Tengono bene i prodotti da forno, cereali, snack, confetture, yogurt greco, pasta senza glutine, pani morbidi e surgelati vegetali. I prodotti più specifici per celiaci sono in crescita, mentre calano prodotti come le carni o i salumi che hanno un target molto più ampio e generico, osservano gli analisti di Osservatorio Immagino;
– senza latte (-3,2% a volume, +0,3% a valore).
Le vendite degli altri tre claim sono invece rimaste stabili:
– senza lattosio, +0,7% a volume, +2,1% a valore. Affettati, formaggi grana e simili, formaggi da tavola interi/pezzi, mozzarelle, latte fermentato/kefir e integratori sono state le categorie a maggiore crescita. Würstel, latte fresco, sostituivi del latte Uht e formaggi da tavola in fette sono state, invece, le categorie più penalizzanti
– senza lievito, +0,4% a volume, +4,5% a valore. Le crescite ottenute dalla terza lavorazione suino, dai biscotti tradizionali e dalle creme spalmabili dolci non sono state sufficienti a controbilanciare le contrazioni di affettati, würstel e merendine
– senza uova, +0,4% a volume, +5,6% a valore. Nei 144 prodotti accompagnati da questo claim, le migliori performance sono state realizzate da pasta fresca non ripiena, maionese, biscotti salutistici e pasta fresca senza glutine.
8) Il mondo veg
I 12.951 prodotti proposti con claim che riferisce a un particolare stile di vita valgono un giro d’affari di oltre 4 mld di euro, aumentato del +3,8%, mentre le vendite a volume sono leggermente calate (-0,9%).
Nell’ambito del mondo veg, un solo claim è associato a un aumento delle vendite a volume:
– veg, presente su 4.876 prodotti, aumenta il fatturato di +3,9%, per un totale di 2,5 mld di euro, ma i volumi restano a -0,3%
– vegetariano, che qualifica 1.991 prodotti, sviluppa un fatturato di 1,5 miliardi di euro (+1,9%) ma perde il -2,5% a volume
– vegano è l’unico dei tre claim con una crescita delle vendite a volume (+1,1%), oltre che a valore (+5,8%). Presente su 3.703 prodotti, vale 1,2 mld di euro di giro d’affari. I trend di mercato molto positivi dei sostitutivi di quelli di origine animale indicano che il claim vegano ‘funziona’ maggiormente nei prodotti rivolti a target specifici piuttosto che su quelli destinati a un pubblico più ampio, spiegano gli analisti.
9) Biologico
Il biologico accresce il fatturato con i 7.967 prodotti disponibili in supermercati e ipermercati (+1,7%, per oltre 1,2 mld di euro), ma cede a volume (-1,6%). Male latte fresco, verdure di quarta gamma e surgelati naturali di frutta e verdura.
Bene l’olio extravergine di oliva e le uova di gallina. Prodotti che, nella prima parte del 2024, hanno evidenziato una crescita dei volumi di vendita, favorita dal rientro del tasso di inflazione, riferisce il rapporto.
10) Halal ancora in crescita
Entrambe le certificazioni che attestano l’idoneità degli alimenti ai dettami religiosi sono in crescita:
– kosher. I 1.744 prodotti certificati come in linea con i dettami della religione ebraica sviluppano un fatturato di 975 mln di euro, +8,4%. Sostanzialmente stabili le vendite a volume (-0,3%).
– halal continua a crescere. I 558 prodotti conformi alle regole dell’Islam valgono un giro d’affari di 281 mln di euro in crescita di +9,2%, come pure le vendite in volume aumentate di 2,1%.
11) Ingredienti benefici
Quasi 17 prodotti su 100 evidenziano la presenza di un ‘super ingrediente’, che ne migliora il profilo organolettico, il valore nutrizionale o, più semplicemente, lo rende più gustoso e accattivante.
Complessivamente, le vendite delle 14.222 referenze di questo paniere hanno superato i 4,5 mld di euro di giro d’affari. Il trend è positivo a valore (+4,5%) ma negativo a volume (-1,5%).
Tra gli ingredienti tradizionali soltanto due claim sono associati a una performance positiva:
– noci. Il claim rintracciato su 518 prodotti segna una crescita del +6,6% a valore e del +3,7% a volume, avvicinandosi ai 185 mln di euro di fatturato, grazie a frutta secca sgusciata, yogurt funzionale, sughi pronti base e freschi, pane bauletto, verdura di quarta gamma e cereali per la prima colazione;
– caramello. Ultimo per ampiezza del giro d’affari (156 mln di euro e 480 prodotti), questo claim è primo per tassi di crescita: +20,5% le vendite a valore, ma +2,4% anche a volume. Trainano dessert freschi, gelati in vaschetta, snack dolci, sostitutivi del pasto e alimentazione sportiva.
12) Superfruit
Con i suoi 3.017 prodotti questo significativo paniere ha ampiamente superato i 915 mln di euro di giro d’affari, evidenziando una crescita del +6,4%, delle vendite a valore e un aumento del +1,2% di quelle a volume.
Salvo mandorla e mirtillo, con vendite a volume in flessione di circa -1%, i valori associati ai claim di questo gruppo sono sempre positivi:
– cocco. È tra le più brillanti del paniere superfruit la performance dei 446 prodotti accompagnati da questo claim. Nei 12 mesi terminanti a giugno 2024 le vendite sono aumentate del +10,9% a valore e del +6,4% a volume. Molto bene yogurt intero, yogurt greco, sostitutivi dello yogurt, snack dolci, alimentazione sportiva e cocco (frutto);
– mango. Citato su 268 prodotti, con oltre 61 mln di euro di fatturato, segna +14,6% di vendite a valore e +6,2% a volume. Molto bene energy drink, yogurt, gelati multipack, bevande base frutta, frutta disidratata, succhi freschi e sostitutivi dello yogurt;
– anacardi. Segnalato sulle etichette di 249 prodotti, vale un fatturato di quasi 66 mln di euro, in crescita del +16,8%. A volume le vendite sono aumentate del +12,6%. Trainano frutta secca sgusciata, cereali per la prima colazione e gelati multipack;
– avocado. Continua imperterrita l’evoluzione dei prodotti associati a questo superfruit. Segnalato sull’etichetta di 67 prodotti che segnano un +21,9% di vendite in volume e +25,3% a valore, salite a oltre 43 mln di euro. Trainano frutta esotica, salse spalmabili vegetali e pani morbidi senza glutine.
13) Supercereali
Il paniere che riunisce otto claim appartenenti al mondo dei cereali conta 2.150 prodotti e un giro d’affari di 569 mln di euro, aumentato del +5,3% a valore e appena mosso, +0,9%, a volume, con alterne performance.
Il segno positivo nelle vendite a volume si registra soltanto per
– avena. Con un giro d’affari di 285 mln di euro, la presenza di questo ingrediente segna un aumento delle vendite del +10,7% a valore e del +5,7% a volume. Le crescite più importanti riguardano sostituti del latte Uht (bevanda all’avena), cereali per la prima colazione, biscotti tradizionali e salutistici, cracker, snack dolci, sostituti dei formaggi e dei panini;
– farina di riso. Alto gradimento fra i consumatori per i prodotti con questo ingrediente. I 159 prodotti che lo contengono hanno ottenuto una crescita del +8,8% del loro giro d’affari, vicino agli 81 mln di euro, e hanno aumentato i volumi venduti del +2,6%. Molto bene farine, pasta integrale, torte e pasticceria, pasta fresca non ripiena, biscotti salutistici e prodotti da forno, cereali e snack senza glutine.
14) Dolce stevia
Tra i due dolcificanti monitorati, uno affossa la media:
– lo zucchero di canna, segnalato su 352 prodotti, è in crollo: -6% le vendite a volume e -2,4% quelle a valore (92 mln di euro). Restano a scaffale lo zucchero tal quale oltre a biscotti, merendine e fette biscottate che lo contengono;
– la stevia, invece, cresce. Il richiamo aumenta le vendite del +1,5% in volume e del +4,2% a valore. Tra i 132 prodotti che la contengono – giro d’affari di oltre 43 mln di euro – vanno bene bevande base tè, caramelle, alimentazione sportiva, sciroppi per bevande e altri infusi.
15) I semi. Bene la chia, molto male la canapa
La presenza di semi viene evidenziata su oltre 500 prodotti. Il paniere nell’insieme vale un giro d’affari di oltre 127 mln di euro, in crescita di +2,9%. Le vendite a volume sono invece diminuite di -2,5%. In dettaglio l’andamento dei vari claim:
– semi di lino è associato a una sostanziale stabilità delle vendite a volume (-0,6%, ma +4% in valore);
– semi di zucca perde -2% di fatturato e -3,1% in volume. In calo snack dolci, cereali per la prima colazione, yogurt funzionale e cracker;
– semi di sesamo, -7,5% le vendite numeriche, -1% il fatturato. In calo panini, specialità ittiche, grissini e altri prodotti da forno, cereali, snack senza glutine;
– semi di chia. Vendite in crescita del +18,5% a valore e del +1,4% a volume, nonostante l’importante crescita dei prezzi. Decisamente brillanti i risultati di biscotti salutistici, semi di chia, cereali per la prima colazione, panetti croccanti, pani morbidi senza glutine, fette biscottate e cereali;
– canapa. Pesanti cali per gli alimenti associati a questo claim: -5,9% a valore e -12,4% a volume. La flessione peggiore riguarda altri infusi, panetti croccanti, spremute Uht, olio di semi. Solamente grissini, cereali per la prima colazione e surgelati di carne hanno ottenuto una crescita delle vendite.
16) Spezie in discesa
I tre claim relativi alle spezie monitorati da Osservatorio Immagino compaiono su 854 prodotti, per un giro d’affari di quasi 86 mln di euro gravato da un calo delle vendite di -4,6% a valore e -8,3% a volume, negli ultimi 12 mesi terminanti a giugno 2024:
– zenzero. Il primo claim del paniere presente su 505 prodotti per un giro d’affari di 59 mln di euro, cede il -4,8% a valore il -8% in volume. In calo altri infusi, tè, tavolette di cioccolato e yogurt magro
– la curcuma segna la peggiore performance. I 211 prodotti (valore 16 mln di euro) che ne segnalano la presenza perdono il -9,4% a valore e il -12,1% a volume. Molto male altri infusi, piatti pronti vegetali e primi piatti pronti, yogurt funzionale, yogurt intero e tè
– la cannella, infine, segnalata su 190 prodotti, vale un giro d’affari di oltre 15 mln di euro, in calo di -2,9%. Drastica anche la flessione delle vendite in volume, -9,1%. Male altri infusi, tè, dessert freschi, yogurt, integratori e confetture.
17) I superfood
Il paniere dei nove superfood monitorati da Osservatorio Immagino mostra complessivamente un giro d’affari stabile e volumi in calo del -3,6%. Segnalati su 788 prodotti questi ingredienti benefici valgono 149 mln di euro.
Le migliori performance riguardano due claim in fondo alla classifica per fatturato
– matcha, il tè verde giapponese, conta 36 prodotti e un giro d’affari di 3,5 mln di euro. Vendite in crescita a valore (+12,2%) e a volume (+9,3%), grazie a tè, frullati e frappé, integratori, gelati dessert e bevande base tè
– tahina, con 15 referenze e un valore di 2,5 mln di euro di vendite, accresce le vendite di +14,3% in valore e +11,1% in volume. La salsa di semi di sesamo viene consumata tal quale o impiegata come base per preparare in casa l’hummus, che nella versione confezionata può contenere additivi, olio non extravergine di oliva e troppo sale, come abbiamo visto. (2)
Tra gli altri claim, restano stabili le vendite in volume di pappa reale e ginseng (rispettivamente, +0,3% e +0,6%), mentre diminuiscono in tutti gli altri casi. In particolare:
– peperoncino, primo in classifica con 50 mln di euro di fatturato, -4,9% in volume, con incassi ben stabili a +0,9
– burro di arachidi, -10% in volume, -6,9 in valore
– edamame, -6,5% in volume, -4,2% in valore
– goji, -17,2% in volume, -16,2% in valore
– spirulina, -7,4% in volume, -5,5% in valore.
18) Metodi di lavorazione, il caso EVOO
Il metodo di lavorazione degli alimenti compare sulle etichette di 3.957 prodotti. Il paniere vale 1,5 mld di euro di vendite e ha guadagnato il +11,5% a valore, a fronte di una sostanziale stabilità dei volumi (-0,4%).
I rincari sull’olio extravergine di oliva (EVOO) sono ben rappresentati dalla tendenza fotografata da Osservatorio Immagino:
– ‘estratto/spremuto a freddo’, claim proprio di questo prodotto, segna un aumento record del fatturato, +39,5%, giunto a oltre 456 mln di euro, tanto da guadagnare il primo posto in classifica per giro d’affari. Le vendite numeriche perdono invece il -2,2%
– ‘trafilato’, cresce invece sia a valore (+5,8%), sia a volume (+3,5%). Spicca la buona performance di pasta di semola, pasta integrale, pasta all’uovo e pasta fresca senza glutine. In controtendenza la pasta fresca, ripiena e non
– ‘lavorato a mano’, terzo claim con un giro d’affari di oltre 150 mln di euro sviluppati da sole 308 referenze, ha riscosso un buon successo nei 12 mesi rilevati: le vendite sono cresciute a due cifre sia a valore che a volume (rispettivamente +11,3% e +10,6%). Bene tonno sott’olio, altre conserve di pesce, tonno al naturale, affettati e gelati in vaschetta
– ‘non filtrato’, claim presente su 187 prodotti, segna un calo annuo del -3,9% dei volumi venduti ma un aumento del +10% delle vendite a valore, realizzando quasi 144 mln di euro. A ridurre le vendite a volume sono stati soprattutto birre alcoliche e olio extravergine di oliva
– ‘essiccazione’ compare su 375 prodotti che sviluppano 128 mln di fatturato. L’andamento è positivo per le vendite a valore (+6,5%) ma ancora di più per quelle a volume (+8,2%), complice una intensa attività promozionale soprattutto su pasta di semola, pasta integrale e pasta all’uovo
– ‘lievitazione lenta/naturale’ mostra invece indicatori tutti negativi. -7,9% le vendite in volume e -2,7% quelle a valore, pari a quasi 124 mln di euro. Male i surgelati della categoria pizzeria e le merendine
– ‘non fritto’ segna la stagnazione delle vendite numeriche ma aumenta di +5,4% quelle in valore, a oltre 112 mln di euro. Male estrusi e merendine, bene panetti croccanti e gallette
– ‘artigianale’ perde vendite sia a valore (-3,8%) sia a volume (-6,3%). I 734 prodotti che ne recano indicazione in etichetta valgono poco più di 104 mln di euro. Male birre alcoliche, affettati, altre conserve di pesce, liquori brown, grissini e dessert freschi. In crescita, invece, patatine, pasta fresca ripiena, panettone, tonno sott’olio, torte e pasticceria
– ‘affumicatura’, ultimo claim del paniere, riguarda soltanto 88 referenze e vale 55 mln di euro. La cattiva performance delle specialità ittiche determina un calo di vendite sia a valore (-16,9%), sia a volume (-15,5%).
19) La consistenza degli alimenti
L’andamento delle vendite dei prodotti accompagnati da un claim relativo alla consistenza dell’alimento sembra ancora spesso soggiogato al diktat del caro-prezzi.
Sette dei 12 claim di questo paniere vendono meno in termini quantitativi, ma non in valore:
– ‘croccante’, -4,3%. +1,9% a valore. Male surgelati (pesce preparato panato, pizza e specialità salate), gelati multipack e cereali per la prima colazione
– ‘morbido’, -1,2% in volume, +2,5% in valore. Bene pane bauletto, pane da tramezzino, caffè macinato, pasta fresca non ripiena e formaggi da tavola a fette
– ‘tenero’ perde -4,7% a volume, mentre mantiene a valore un +1,6%. Crescono tavolette di cioccolato e patate, calano biscotti (tradizionali, integrali e salutistici), torrone e panini
– ‘ripieno’, -0,7% in volume, +5,7% in valore. In crescita pasta fresca ripiena, caramelle, snack dolci e gomme da masticare
– ‘farcito’ ha il record di ribasso delle vendite quantitative: -6,2%, mentre in valore rimane stabile a +0,3%. Male snack dolci e salati, pasticceria, surgelati pizzeria e surgelati pasticceria/dolci
– ‘soffice’ perde il -3,8% in volume e mantiene sostanzialmente stabile il fatturato (-0,5%). Male surgelati pizza, affettati, merendine, altri formaggi freschi tradizionali
– ‘vellutato’, -3,8% in volume e -0,4% in valore. Trend negativo per caffè (macinato e solubile), primi piatti pronti e pasta fresca non ripiena.
Crescono invece su entrambi i versanti di volume e valore:
– ‘cremoso’, +3,4% in volume, +7.1% in valore. Yogurt intero, formaggi freschi, creme spalmabili dolci e passate di pomodoro hanno vissuto le maggiori crescite
– ‘sottile’, +5,5% in volume, +6,1% in valore. Bene pasta fresca ripiena, affettati, piadine e crackers
– ‘ruvido’, +9,9% in volume, +10,3% in valore. Le categorie più performanti sono state la pasta di semola, la pasta fresca ripiena, la pasta integrale/farro/ kamut/base legumi e la pasta fresca senza glutine
– ‘fragrante’, +1,3% in volume, +8,6% in volume. Positivo il trend di crackers, sostitutivi del pane fresco, surgelati pasticceria/ dolci e basi.
Marta Strinati
Note
(1) Osservatorio Immagino, sedicesima edizione 2024 • 2 https://servizi.gs1it.org/osservatori/osservatorio-immagino-16/
(2) Marta Strinati. Hummus di ceci, 8 prodotti a confronto. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.8.22

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".