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I consumi alimentari in Italia nella XV edizione dell’Osservatorio Immagino

I consumi alimentari in Italia sono ancora vessati da un caro-prezzi che riduce il carrello della spesa allo stretto necessario. Cresce il fatturato, calano i volumi venduti. In questo scenario emergono tuttavia tendenze marcate, come sintetizza la XV edizione dell’Osservatorio Immagino, che fotografa lo scenario a dicembre 2023.

Il rapporto di GS1 Italy, nato nel 2016, analizza le etichette (con più di cento variabili) di oltre 139 mila prodotti venduti in supermercati e ipermercati e ne integra l’esame con i dati di consumi e vendite rilevati da NielsenIQ.

Il metaprodotto dell’Osservatorio Immagino

Il metaprodotto è un indicatore statistico di sintesi, messo a punto dall’Osservatorio Immagino, che compone un’etichetta nutrizionale media dei consumi alimentari in Italia.

La tabella nutrizionale media si caratterizza, nel secondo semestre 2023, per l’aumento delle proteine e la riduzione degli zuccheri, con grassi e carboidrati stabili. Questi ultimi si confermano il primo macronutriente (19,3%). La sotto-componente di zuccheri semplici diminuisce, grazie al minore consumo di zucchero, cola, latte fresco, nettari e simili, gelati multipack, aranciata, succhi 100%, bevande base thè e bevande a base frutta 30-99%, variamente generosi in apporto zuccherino, come si è visto.

I grassi, al secondo posto, sono stabili (8,6%). Si consuma meno olio extravergine di oliva, olio di oliva, tonno sott’olio, olio di semi, latte fresco, frutta secca con guscio, gelati multipack, würstel, sughi pronti freschi e paste filate uso cucina.

Più proteine e fibre

Le proteine tornano a crescere (+1,3%, al 6,7%), grazie al maggiore consumo di uova di gallina, alimenti per sportivi, formaggi grana e simili, biscotti tradizionali, frutta secca senza guscio, yogurt greco colato/skyr, yogurt intero, latte fermentato/kefir, passata di pomodoro e creme spalmabili dolci.

Fibre alimentari in leggera crescita (2,1%, +0,5%), infine, grazie al consumo di alimenti per sportivi, biscotti tradizionali, frutta secca senza guscio, legumi secchi, passata di pomodoro, pasticceria e sostitutivi del latte.

il metaprodotto dell'Osservatorio Immagino XV edizione
Il metaprodotto dell’Osservatorio Immagino, XV edizione.

Made in Italy, si salvano solo le DOP

Il richiamo in etichetta all’italianità perde appeal. Per gli oltre 26mila prodotti così identificati il 2023 si è concluso con un calo del -4,5% dei volumi venduti, a fronte di un aumento del +7,4% del giro d’affari. Il caro-prezzi ha tagliato gli acquisti degli alimenti presentati con evidenza in etichetta di

– bandiera italiana (-4,1% le vendite a volume in confronto al 2022), male soprattutto gelati multipack, latte fresco e surgelati pizzeria

– 100% italiano (-5,3%, specie per latte fresco, gelati multipack e birre alcoliche)

– prodotto in Italia (-7%, in particolare per uova di Pasqua, pesce preparato panato surgelato e vini italiani Doc e Docg).

Le indicazioni geografiche protette cedono anch’esse. Si salvano soltanto le DOP. In particolare fra le tre prime denominazioni protette

– i 2.291 vini Doc sono primi per numerosità. Nel 2023 hanno prodotto oltre 533 mln di euro di vendite, +3,2% a valore e -3,8% a volume

– i 1.328 prodotti Dop sono invece primi per il valore delle vendite, quasi 716 mln di euro. Nel 2023 hanno registrato il più alto tasso di crescita a valore (+9,1%) e – unico caso nel paniere dell’italianità – anche un incremento di +1,6% a volume,

– i 992 vini Docg hanno subito una flessione delle vendite a volume di -3,6%. Complici gli aumenti, il volume d’affari è comunque cresciuto di +1,7%, fino a oltre 298 mln di euro,

– Igp e Igt, infine, nel 2023 hanno vissuto un crollo delle vendite numeriche (-5%) e un pur minimo incremento del fatturato, +1,7% a 298 mln di euro.

L’origine regionale

L’origine regionale viene indicata su 10.420 prodotti. Come da copione, nel 2023 le vendite sono aumentate in valore (+5,2%, fino a oltre 3 miliardi di euro) e diminuite in volume (-3,7%).

Il trend più rilevante appartiene al Molise, seguito da Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta e Basilicata, tutte regioni con crescite a due cifre.

Solo cinque regioni hanno chiuso il 2023 con un segno positivo anche nei volumi venduti: Molise, Basilicata e Valle d’Aosta li hanno aumentati, mentre Abruzzo e Puglia li hanno mantenuti tendenzialmente stabili.

Le prime cinque regioni in classifica

La top five si compone così:

– Trentino-Alto Adige ancora in cima alla classifica. Nel calo delle vendite a volume (-2,7%) contribuiscono lo spumante classico, i salumi cubettati, le mele e la pasta di semola

– Sicilia conferma la seconda posizione, con 1.194 prodotti. Nel 2023 ha registrato un trend del +2,4% a valore e del -6,7% nei volumi, penalizzati dall’andamento negativo di arance, gelati multipack, mozzarelle e birre alcoliche

– Piemonte, saldo al terzo posto, con crescita a valore del +3,8% e calo delle vendite in volume, -7,1%, soprattutto nella terza lavorazione bovino, negli altri formaggi freschi tradizionali e nei vini Doc e Docg

– Emilia-Romagna, con un aumento delle vendite a valore di +8,4% e una contrazione di quelle a volume di -4%. Vini (Igp, Igt, Doc e Docg), pasta all’uovo e miele sono risultate tra le categorie più in calo

– Veneto, con 794 prodotti che fatturano 286 mln di euro (+6%) e tengono anche complessivamente in volume (-0,5%). Il calo di vini Doc e Docg, latte fresco e nettari e simili è in parte compensato dalla dinamica positiva della passata di pomodoro.

‘Free from’

Il paniere dei free from – oltre 14mila alimenti le cui etichette vantano l’assenza di alcuni ingredienti o nutrienti – valgono nel complesso un giro d’affari di 8,1 mld di euro, in crescita +9,7%. Al contrario i volumi hanno chiuso l’anno con un andamento negativo (-3,5%).

Tra i claim monitorati, cinque hanno aumentato anche i volumi di vendita, come ormai di rito ben inferiori all’incremento di fatturato. In ordine di quota di mercato, sono

– ‘Pochi grassi’, stabile con +0,4% in volume (+11,5% il fatturato). Trainano yogurt greco colato/skyr, biscotti tradizionali, tacchino e latte Uht.

– ‘Pochi zuccheri’, +1,9% (+18,3% a valore). Tra le categorie più brillanti, confetture e spalmabili base frutta, biscotti tradizionali, frutta conservata, bevande base frutta 30-99%, basi e cola.

– ‘Senza zuccheri aggiunti’, +5,4% (+18,5% a valore). Molto bene confetture e spalmabili base frutta, frutta conservata, biscotti tradizionali e bevande base frutta 30-99%.

– ‘Senza grassi idrogenati’ +1,7% (+15,2% il fatturato). In crescita le vendite di biscotti salutistici e tradizionali, pasticceria, torte pronte e margarina.

– ‘Senza aspartame’, +5,1% (+10,8% a valore). L’edulcorante di sintesi – considerato dalla Iarc un possibile cancerogeno – viene sempre più spesso scartato dai consumatori. Trainano dolcificanti, aranciata e cola.

‘Rich in’

Gli 11mila alimenti naturalmente ricchi o arricchiti di componenti benefiche hanno accresciuto il fatturato, nel 2023, in misura del +10%. I volumi venduti sono invece diminuiti del -2,2%, con due sole eccezioni:

– ‘fermenti lattici’, rimasto sostanzialmente stabile, con volumi di vendita a +0,3%, soprattutto grazie a latte fermentato/kefir, yogurt intero e crescenza,

– ‘proteine’, il principale claim per giro d’affari (+12,8%, fino a 1,88 mld di euro) nel paniere dei ‘rich in’ è cresciuto in volume di +1,2%. Molto bene latte fresco e Uht, formaggi grana e simili, basi e alimentazione sportiva.

Alimenti per intolleranze alimentari

I quasi 11mila prodotti proposti come idonei per persone con intolleranze alimentari sono anch’essi vessati dal caro-prezzi. Il fatturato cresce complessivamente del +6,2% (a oltre 4,7 mld di euro) ma le vendite in volume diminuiscono del -3,9%.

La serie negativa per vendite a volume riguarda

– ‘senza glutine’ (-4,4%),

– ‘senza lattosio’ (-1,3),

– ‘senza glutine con logo AIC’, Associazione Italiana Celiachia (-7,3%),

– ‘senza latte’ (-5,1%),

– ‘senza lievito’ (-3,1%).

Il claim ‘senza uova’ fa eccezione. Il più piccolo segmento del paniere è infatti cresciuto anche a volume (+3,6%), soprattutto grazie a pasta fresca non ripiena, pasta fresca senza glutine, pasta senza glutine e biscotti salutistici.

Stile di vita a tavola

Tra i cinque claim che identificano prodotti coerenti con un preciso stile di vita complessivamente si ripropone la forbice tra aumento di fatturato (+8,7%) e calo dei volumi di vendita  (-2,4%).

Tre i richiami all’assenza (totale o parziale) di ingredienti di origine animale,

– ‘veg’, che vale 24 mld di euro, fa registrare +10,4% nel valore delle vendite e -1,6% nell’andamento a volume. Molto male, a volume, primi piatti pronti, formaggi da tavola interi e in porzione, formaggi freschi industriali, formaggi a fette e gelati multipack

– ‘vegetariano’, con fatturato a +9% e volumi a -3,1%, cede nelle medesime categorie del claim ‘veg’

– ‘vegano’, infine, incrementa le vendite a valore (+11,9%) e a volume (+0,2%). Bene le confetture e gli spalmabili base frutta nonché i surgelati vegetali naturali/frutta.

Biologico

Il claim ‘bio’ su 8.200 referenze nel 2023 sviluppa più di 1,2 mld di euro di vendite, +2,8%. Calano invece, -5,1%, i volumi di vendita. Male soprattutto latte fresco, verdura di quarta gamma, gallette, pasta integrale/farro/kamut/base legumi e addirittura anche le uova di gallina.

Gli alimenti biologici, va tuttavia ricordato, vengono spesso acquistati nei mercati contadini e nei negozi specializzati, canali di vendita tuttora non considerati nell’Osservatorio Immagino.

Kosher e halal

La stessa considerazione vale per gli alimenti certificati come kosher o halal, disponibili soprattutto in esercizi commerciali dedicati. Nel canale dei supermercati e ipermercati, i due claim relativi alle prescrizioni religiose hanno andamento diverso:

– ‘kosher’, idoneo per la religione ebraica, appare su 1.710 prodotti e cresce in valore del +10,3%, fino a oltre 921 mln di euro. A volume, invece, cede il -1,4%, a causa soprattutto di olio extravergine di oliva, caffè macinato, confetture e spalmabili base frutta, praline e cioccolatini,

– ‘halal’, presente su 521 prodotti, vive un 2023 di successo, complice l’aumento degli stranieri di fede musulmana da Bangladesh e Afghanistan. La crescita è di +16,7% a valore (per un fatturato di oltre 269 mln di euro) e di +5,9% a volume, soprattutto grazie a pasta di semola, formaggio grana e simili e surgelati vegetali naturali/frutta.

Ingredienti ‘benefici’

Tra gli alimenti con evidenza in etichetta di un ingrediente ‘benefico’, il generale contrasto tra fatturato in aumento e vendite quantitative in calo è pienamente confermato.

Traditional. Sette claim richiamano i prodotti ‘tradizionali’ più amati in Italia. Cacao, nocciola, limona, vaniglia, pistacchio, noci e caramello. Il calo delle vendite in volume è generalizzato e a due cifre in tre casi: nocciola (-12,9%), vaniglia (-14,6%) e caramello (-12,9%).

Superfruit. Stesso trend per i sette superfruit monitorati, con un calo delle vendite in volume di -4,4%.

Mandorla e mirtillo perdono vendite in volume rispettivamente per -7,4% e -7,9%.

Tre eccezioni. La quantità di vendite in volume cresce per

– anacardi, +5,2%,

– avocado, +24,1%, nel segno di una crescita che negli ultimi anni pare inarrestabile,

– acqua di cocco, sostanzialmente stabile a +0,6%.

Riso e avena, le eccezioni

Nel gruppo di supercereali e farine, avena, farina di riso e olio di riso sono gli unici a vantare un aumento delle vendite in volume: +4,1%, +1,6% e +5,3%.

Dei due dolcificanti monitorati, le vendite in volume precipitano del -7,5% per lo zucchero di canna e rimangono sostanzialmente stabili per la stevia, -0,1%, a fronte di fatturato aumentato di +5,6%.

Tra i semi, a fronte di un complessivo aumento delle vendite a valore (+6,8%) e un calo di quelle a volume (-4,5%), si nota la drastica riduzione del numero di acquisti di semi di zucca (-9,2%) e semi di canapa (-11,9%).

Le spezie fanno registrare nel 2023 una performance negativa soprattutto a volume (-10,5%) ma anche a valore (-2%). Per queste ultime, il crollo è di -10% per lo zenzero, -17% per la curcuma e -8,1% la cannella.

Superfood

I superfood, ultimo gruppo degli ingredienti benefici monitorati da Osservatorio Immagino, sono anch’essi nel solco generato dai rincari: il valore delle vendite è aumentato del +2,8% mentre i volumi sono diminuiti del -2,7%.

‘Pappa reale’ è il claim con maggiore giro d’affari: 20,3 milioni di euro sviluppati da 48 referenze. Le vendite crescono a valore (+6,8%) e, seppur poco, anche a volume (+0,8%).

‘Burro di arachidi’ è in seconda posizione per giro d’affari, 18,4 mln di euro da appena 50 prodotti. La crescita delle vendite è a due cifre sia a valore (+15,7%) che a volume (10,7%). Bene le creme spalmabili dolci, le bevande base latte e i wafer.

‘Edamame’, con 7,5 mln di euro di giro d’affari e 28 prodotti a scaffale, nel 2023 perde il -7,9% a valore e il –13,8% a volume.

‘Goji’ e ‘Acaj’ precipitano con vendite a volume ridotte rispettivamente di -25,9% e -41%.

‘Matcha’, ‘spirulina’ e ‘tahina’ tengono invece con vendite quantitative a +0,7%, +4,1% e +2,7%.

Metodo di lavorazione

‘Artigianale’ è in controtendenza in confronto agli altri claim sul metodo di lavorazione. Trovato su 752 prodotti, ha accresciuto le vendite in valore di +21,6% (per un fatturato di 143 mln di euro) e in volume di 17,1%, soprattutto grazie alla pizza surgelata.

‘Essiccazione’ è l’unico altro claim del gruppo a tenere. Tipico della pasta secca, il richiamo segna un incremento delle vendite di +7,8% a valore e +3,1%.

Molto male le vendite in volume di ‘lavorato a mano’ (-13,2%), ‘non filtrato’ (-17,1%) e ‘affumicatura’ (-10,3%). Con riguardo a quest’ultimo claim ricordiamo la recente decisione della Commissione europea di rifiutare il rinnovo all’autorizzazione degli aromi di affumicatura in quanto genotossici, ma mantenendoli negli alimenti per ulteriori cinque anni.

In caduta anche le vendite in volume dei prodotti con claim ‘estratto a freddo’, essenzialmente l’olio extravergine di oliva. I rincari accrescono il fatturato del +31,5%, ma riducono le vendite in volume del -3,1%.

Consistenza dell’alimento

La consistenza dell’alimento (la texture) rappresenta un’attrazione per i consumatori. I relativi claim appaiono su 7.792 referenze, che nel 2023 hanno generato oltre 1,4 miliardi di euro di vendite. Il trend delle vendite è positivo a valore (+10,4%) ma negativo a volume (-4,1%).

Tra gli 11 claim monitorati, soltanto due registrano segno positivo nelle vendite a volume:

– ‘morbido’ con +1,3% (+14,2% a valore) è trainato da pancarrè, pan bauletto, pane da tramezzino e affettati. Vale un giro d’affari di 532 mln di euro,

– ‘ruvido’ con +0,9% (+13,7% a valore) totalizza un giro d’affari di 206 mln di euro. Molto bene la pasta di semola e la pasta integrale, al farro e al kamut, oltre ai legumi.

Marta Strinati

Note

(1) Osservatorio Immagino 2024.1. GS1 Italy https://servizi.gs1it.org/osservatori/osservatorio-immagino-15/

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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