Le tendenze dei consumi alimentari degli italiani vengono riferiti dalla XI edizione dell’Osservatorio Immagino. Il rapporto di GS1 Italy e NielsenIQ è basato sull’analisi di etichette (ingredienti e tabella nutrizionale) e claim di oltre 128mila prodotti disponibili in ipermercati e supermercati italiani, fonte di oltre 30 miliardi di euro di fatturato nel 2021.
Il ritorno delle fibre nel metaprodotto dell’Osservatorio Immagino
Le preferenze degli italiani in termini di nutrienti vengono sintetizzate nel metaprodotto, lo strumento statistico di Osservatorio Immagino che indica il valore nutritivo medio dei prodotti alimentari acquistati in supermercati e ipermercati, in base all’analisi delle tabelle nutrizionali di 75.982 prodotti.
Nel 2021, sono tornate a crescere le fibre (com’era fino al 2019) e si è verificata una contrazione di calorie, grassi, proteine e zuccheri, dopo le significative crescite del 2020, anno I dell’era Covid-19.
Made in Italy in raffreddamento
L’italianità degli alimenti è associata a una sostanziale stabilità delle vendite (-0,1%), pur rimanendo il fenomeno più pervasivo, presente nel 26,8% delle referenze rilevate. I segni distintivi sono sempre, nell’ordine,
– bandiera tricolore, con vendite in aumento su affettati, bevande base tè, pizze surgelate e avicunicoli di quarta lavorazione, in tutti i casi per un maggior utilizzo del simbolo sulle confezioni.
– 100% italiano, con effetto positivo sulle vendite di merendine, affettati, avicunicoli di quarta lavorazione e latte Uht accompagnati da questo claim,
– prodotto in Italia, con vendite in crescita su piatti pronti surgelati, pesce surgelato panato, uova di Pasqua, uva e verdure di quarta gamma. Questo claim, ricordiamo, attesta solo che l’ultima trasformazione dell’alimento è avvenuta in Italia, come abbiamo visto di recente nella comparazione di succhi di arancia da concentrato di origine ignota.
DOP, DOC, DOCG
Le diverse articolazioni del marchio di denominazione di origine protetta segnano invece un +4%, grazie a spumanti charmat secchi, spumanti classici e vini. Questi segni di riconoscimento dell’italianità compaiono su oltre 4mila prodotti, per un giro d’affari di 1,3 miliardi di euro nel 2021.
Traina la DOCG (+13,2% di vendite), segue la DOC (6,4) e cala la DOP (-2,1), per la contrazione delle vendite di formaggi grana e simili.
Sostanzialmente stabili, invece, sono risultate le vendite dei 1.946 prodotti contrassegnati dalla IGP (Indicazione geografica protetta) o dalla IGT (Indicazione geografica tipica).
L’origine regionale
L’offerta di indicazioni di origine da una regione italiana cresce. Nel complesso segna un incremento del giro d’affari del +3,2%.
La classifica è sempre dominata dal Trentino-Alto Adige con 968 prodotti e una crescita delle vendite del 2,1%.
Le indicazioni regionali più dinamiche, invece, riguardano
– Veneto. La migliore performance 2021 con un ottimo +9,1% del giro d’affari, grazie soprattutto a Prosecco e vini Doc e Docg,
– Calabria. Amari, cipolle rosse e clementina spingono la brillante annata dei 247 prodotti calabresi: +8,7% del giro d’affari, per 102 milioni di euro,
– Puglia. Burrata, taralli, mozzarelle e vini rossi danno un forte contributo all’incremento del +8,3%.
Bene anche Liguria (7,7%), Basilicata e Marche (rispettivamente 6,8 e 6,7%).
Free from
Le etichette free from, che evidenziano l’assenza di un ingrediente, subiscono un arresto nel 2021. Quelle più dinamiche sono ‘poche calorie‘ (10,9), ‘senza zuccheri aggiunti‘ (10,6) e ‘pochi zuccheri‘ (10,4).
Il claim ‘senza antibiotici‘, di cui Coop Italia è stata pioniere, nel 2021 ha avuto un giro d’affari aumentato del 5,6%, fino a 109 milioni di euro.
Primo per performance però è ‘non fritto‘. Usato per snack ed estrusi salati, registra un +17%.
I ‘senza‘ per intolleranti e allergici
Tra i claim dei free from dedicati ai consumatori intolleranti o allergici il ‘senza glutine‘ è stabile con un +0,7%, in confronto al 2020. Degli 8.400 prodotti, crescono molto uova di Pasqua e bevande a base tè, mentre cedono terreno würstel e salumi in cubetti.
Più vivace (+1,1) è l’andamento dei 1.965 prodotti gluten free certificati dalla spiga barrata dell’AIC, Associazione italiana celiachia. A crescere maggiormente sono stati i pani morbidi e i cereali snack.
Il ‘senza lattosio‘ aumenta le vendite del 4,3%, grazie soprattutto all’ampliamento dell’offerta, con prodotti come kefir, integratori vitaminici, sostitutivi del latte Uht, latti per l’infanzia, dessert freschi e yogurt funzionali. Il claim affine ‘senza latte‘, presente nell’etichetta di 481 prodotti (come affettati e terza lavorazione suina), registra un +1,8%.
Andamento dinamico, infine, per i due recenti claim ‘senza lievito‘ (+3,9) e ‘senza uova‘ (7,3), presente su 172 prodotti, tra i quali spiccano la pasta fresca non ripiena e la pasta fresca senza glutine.
La carica dei ‘rich in‘
Rimane positiva (+2%) la tendenza dei 9.642 prodotti ‘rich in‘, vale a dire accompagnati da un claim sull’elevato apporto di un nutriente.
Dei 12 claim monitorati da Osservatorio Immagino, ‘fibre‘ è il più diffuso (3.777 prodotti) ed è associato a un incremento delle vendite del 3,7%. Lo scavalca ‘proteine‘, il fenomeno del 2021, con un +6,4% di vendite dei 2.589 prodotti che lo vantano.
Per il resto, ‘vitamine‘ e ‘integrale‘ segnano un +1,2 e +1,4%. Tra i claim meno diffusi, infine, ‘magnesio‘ e ‘zinco‘ aumentano le vendite rispettivamente del 5,6 e 5,7%
Stile di vita a tavola
L’assenza di ingredienti di origine animale è l’elemento più dinamico tra gli alimenti etichettati con un claim o una certificazione relativa a particolari stili di vita o di consumo.
Le vendite crescono sia a livello macro ‘veg‘ (+0,6)), sia a livello di singoli claim ‘vegetariano‘ e ‘vegano‘ (1,8 e 2,3). I prodotti più performanti sono bevande di avena o di soia, patate, snack dolci base cereali e latte di mandorla.
Il bio rallenta
‘Bio‘ è il claim più diffuso in questo gruppo. Le vendite degli 8.255 prodotti così etichettati rallentano (-1,3%), principalmente a causa del taglio dell’offerta (-1,8%) mentre la domanda è lievemente cresciuta (+0,5%).
In aumento le vendite di estrusi, salmone affumicato, cereali semplici per la prima colazione e bevande di avena. In calo, composte di frutta spalmabili, farine, uova di galline allevate all’aperto e yogurt magro.
Kosher e halal
Quanto alle preferenze alimentari legate ai dettami religiosi, per i prodotti con certificazione kosher (coerente con la religione ebraica) le vendite calano del -3,7%, come conseguenza dell’importante calo della domanda (-6,8).
Gli alimenti certificati halal in quanto verificati come conformi ai requisiti alimentari dell’Islam, nel 2021 hanno aumentato le vendite del +1,3%.
La carica degli ingredienti benefici
Il paniere dei 6.304 prodotti sulle cui etichette viene segnalata la presenza di uno dei 27 super-ingredienti rilevati dell’Osservatorio Immagino ha aumentato le vendite del +3,1%. È l’unico, assieme ai claim sull’origine regionale, a registrare una crescita della domanda.
Tra i superfruit, che complessivamente segnano un +7,9, cala solo l’acqua di cocco (-9,5). La mandorla rimane il frutto più diffuso e traina le vendite con un +7,2. I mirtilli conquistano un +3% e il cocco svetta con +19,9%, grazie soprattutto a biscotti, bevande e skyr. L’avocado è inarrestabile: +21%.
Supercereali e farine stagnano, a eccezione dell’avena, +5,1, grazie a una aumentata offerta di prodotti quali bevanda di avena, biscotti integrali/multicereali frollini integrali arricchiti, cereali per la prima colazione, fette biscottate arricchite e panini da tavola.
Tra i dolcificanti esaminati da Osservatorio Immagino, crolla lo zucchero di canna (-8,7) e cresce la stevia (+2).
Semi e spezie
La famiglia dei semi è la più dinamica del mondo degli ingredienti benefici, con un complessivo +8,5% delle vendite in confronto al 2020.
Il fenomeno del 2021 è la canapa: trainata dagli infusi, ha visto espandersi del +31,4% il suo giro d’affari, arrivato a 3,5 milioni di euro. Il più importante, semi di zucca, cresce del 2%. Molto positivo l’andamento dei semi di lino (12,6) e semi di sesamo (11,3).
Le super-spezie complessivamente cedono di -2,9. A differenza di zenzero e curcuma, la cannella è un ingrediente che spinge le vendite del +6,9, soprattutto per la presenza nei gelati multipack e nei dessert.
Superfood
Goji a parte (-17,6), gli altri tre superfood monitorati producono vendite in sostenuto aumento, soprattutto grazie all’espansione della domanda. Il paniere, con le sue 170 referenze, nel suo complesso ha superato i 13 milioni di euro di sell-out (+3,2% annuo). Il matcha segna +25,6, açai il +19,3%, soprattutto in quanto aggiunta in yogurt funzionale e nelle tavolette e barrette di cioccolato fondente. Eccellente crescita, infine, per la spirulina (+49,3), grazie soprattutto a integratori estratti naturali e frullati/frappè.
Il metodo di lavorazione
Il riferimento in etichetta al metodo di lavorazione (3.125 prodotti) è complessivamente stabile. Il claim più diffuso ‘trafilato‘ (al bronzo) si mantiene con un +2,2% delle vendite. Il secondo per valore ‘estratto a freddo‘, relativo all’olio extravergine di oliva, perde il -2,8.
Rallentamento fisiologico (+2,5) per i 142 prodotti presentati come ‘non filtrato‘, birre artigianali in primis. Sono -11,4%, invece, le vendite associate a ‘lievitazione lenta/naturale‘, in coerenza con il calo di pizze surgelate e merendine.
‘Lavorato a mano‘, presente soprattutto su tonno e conserve di pesce, segna un +4,2%. Il metodo di ‘essiccazione‘ (pasta di semola in particolare) segna un calo del -7,3%. Negativa è stata, soprattutto, la domanda (-8,9%).
Piace la lavorazione ‘artigianale‘, +10,5%, in particolare su patatine, grissini, prodotti da ricorrenza e mozzarelle. Molto bene, infine, ‘affumicatura‘, che soffia sulle vendite con un +16,2%, grazie all’aumentata domanda di specialità ittiche e formaggi in primis.
La consistenza preferita, secondo Osservatorio Immagino
il richiamo alla consistenza dell’alimento, infine. Il claim più impiegato è ‘croccante‘ e cede di -0,8. Va peggio (-9,1) ‘cremoso‘, soprattutto a causa delle minori vendite di yogurt intero, formaggi fusi in fette, biscotti tradizionali, formaggi freschi industriali e panna Uht.
Crescono invece le vendite di prodotti caratterizzati dal claim
– ‘morbido‘ (+4,9) con pane da tramezzino, panettoni, caffè, formaggi da tavola in fette, basi per cucinare e torrone tra i prodotti-chiave,
– ‘soffice’ (+2,3), in particolare le merendine, le torte pronte e i prodotti da ricorrenza natalizi e pasquali,
– ‘ripieno‘, con un importante +12,8%, grazie a pasta fresca ripiena, in praline e cioccolatini, nella pasticceria e nelle tavolette di cioccolato,
– ‘farcito‘ (+2,1), con in testa surgelati dolci, basi per cucinare e snack salati.
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".