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Gorillas chiude in Italia. Via ai licenziamenti

La app di quick ecommerce Gorillas chiude in Italia. Dopo appena un anno di attività, l’azienda abbandona la piazza e licenzia tutto il personale, 540 persone. La decisione era trapelata già alcune settimane fa, in occasione della notizia del lancio di una sua private label su alcuni mercati esteri.

Gorillas investe in 5 paesi e chiude in Italia

Gorillas ha deciso di focalizzarsi su Germania (dove è nata, a Berlino), Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti (New York City). Vale a dire i mercati chiave da cui deriva la maggior parte dei ricavi (90%). In Italia, invece, nelle 5 città di Milano, Roma, Torino, Bergamo e Firenze, dopo il successo raccolto durante le fasi più gravi della pandemia, prende atto del flop e fa i bagagli.

Per quanto riguarda la nostra presenza in Italia, abbiamo valutato e stiamo tuttora valutando attentamente diverse alternative strategiche e finanziarie, come la cessione d’azienda o l’ingresso di nuovi investitori‘, spiega l’azienda.

Fino a esaurimento scorte

Tuttavia ad oggi nessuna trattativa si è conclusa positivamente e non esistono al momento negoziazioni a un livello di concretezza tale da far ipotizzare un buon esito. Abbiamo pertanto deciso di avviare un graduale processo di chiusura dell’attività in Italia.

Abbiamo già chiuso 3 dei nostri magazzini nelle città di Milano, Roma e Bergamo, mentre gli altri magazzini del Paese saranno chiusi nelle prossime settimane. Fino ad allora, e fino ad esaurimento scorte, continueremo a garantire il servizio di spesa a domicilio ai nostri clienti’, precisa Gorillas in un comunicato del 4.7.22.

Un sogno finito male

Tutti i fattorini (o riders) di Gorillas viaggiano su biciclette elettriche (zero emissioni) e sono assunti con regolare contratto di lavoro. In Italia hanno pedalato per un anno, consegnando la spesa alimentare in una manciata di minuti. Un servizio perfetto per lavoratori e clienti. Ma economicamente insostenibile.

Per i lavoratori si apre dunque la via del licenziamento.

Questa decisione ha importanti implicazioni per il nostro team italiano, che è già stato informato dei nostri piani per il mercato, e rispetto al quale abbiamo avviato le procedure previste da legge e contratti collettivi di consultazione sindacale, propedeutiche al licenziamento dell’intera forza lavoro‘.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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