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Export, una guida per le PMI

Le piccole, micro e medie imprese che intendano muovere i primi passi nell’internazionalizzazione hanno a disposizione un variegato pacchetto di iniziative pubbliche e gratuite di sostegno e incentivo. Le raccoglie l’ebook ‘Export, una guida per partire: strumenti e servizi pubblici a portata di PMI’.

Il progetto è coordinato dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Direzione generale per la promozione del Sistema Paese, DGSP). Con il supporto di Conferenza delle Regioni e Province autonome, ICE, SACE-SIMEST e Unioncamere.

Una guida all’export

La guida ha l’obiettivo di introdurre le PMI al percorso dell’internazionalizzazione. Identificare le opportunità, comprendere i potenziali sbocchi delle proprie merci e il logos del commercio internazionale (IncoTerms), considerare le occasioni di finanziamento e i programmi di supporto, organizzarsi.

L’internazionalizzazione, ricorda il ministero, può aumentare la competitività delle imprese e soprattutto diversificare i rischi d’impresa, riducendo la dipendenza dal solo mercato interno e l’impatto di eventuali crisi di singole aree. Ma non è il caso d’improvvisare, né illudersi che un semplice ‘giro di giostra’ possa fare miracoli.

I 10 Paesi su cui concentrare l’attenzione sono essenzialmente quelli già indicati il decennio scorso dall’analista Jim O’Neill nel libro The Growth Map. BRICS e N11. La guida si sofferma su Vietnam, India, Repubblica Sudafricana, Senegal, Russia, Messico, Filippine, Qatar, Perù, Repubblica Ceca.

La prevenzione dei rischi è indispensabile e non può prescindere dalla conoscenza dei loro fattori. Al di là degli andamenti dei mercati internazionali e valutari, vanno considerate con attenzione le normative dei Paesi di destino e le eventuali barriere doganali. (1) Una panoramica dei rischi più evidenti viene fornita da SACE-SIMEST nella Risk&Export Map, ove si evidenziano i rischi (monetari, politici, economici, etc.) e le opportunità legati a ciascun Paese. Con una sintesi espressa nel c.d. Export Opportunity Index.

5 fasi per il decollo delle esportazioni

Il documento è organizzato in 5 fasi.

1 – Risorse umane. La formazione e l’ingaggio di esperti sono essenziali per avviare percorsi di internazionalizzazione. Allo scopo, vengono offerti corsi online gratuiti, incontri formativi, assistenza sulle regole doganali. Nonché finanziamenti agevolati per arruolare Temporary Export Manager, vale a dire professionisti specializzati che accompagnino l’impresa nell’approccio verso uno o più mercati esteri.

2 – Know-how. Sono disponibili ricerche di mercato sull’andamento dei prodotti, assistenza per aderire alle piattaforme di ecommerce, servizi informativi su opportunità commerciali e bandi internazionali.

3 – Supporto economico. Finanziamenti agevolati di varia natura (anche a fondo perduto), garanzie e assicurazioni dei crediti, servizi di recupero crediti sono alcune delle misure proposte.

4 – Programmi regionali. Tutti i finanziamenti e le attività di sostegno all’internazionalizzazione vengono elencati per ciascuna Regione e Provincia autonoma, con indicazione di siti web e contatti.

5 – Assistenza in loco. La guida ministeriale fornisce infine una mappa del network italiano nel mondo. 450 strutture tra ambasciate e consolati, uffici ICE e SACE, camere di commercio, Istituti italiani di cultura. Ed è bene imparare a fare rete per conoscere le realtà locali e le reti distributive, organizzare incontri e presentazioni, fiere e quant’altro.

Tutte le informazioni verranno accorpate in un unico portale dedicato ai servizi per l’export. La guida è scaricabile a questo link.

La nostra squadra è sempre disponibile per ogni esigenza utile all’export. Consulenza strategica e comunicazione, ma anche assistenza tecnico-legale e regolatoria.

Marta Strinati e Dario Dongo 

Note

(1) Alcuni esempi di rilievo nel settore alimentare:
– requisiti linguistici per l’etichettatura e la vendita online dei prodotti alimentari nei vari Paesi, UE ed extra-UE (v. https://www.foodagriculturerequirements.com/archivio-notizie/domande-e-risposte/e-commerce-quali-notizie-in-quali-lingue-risponde-l-avvocato-dario-dongo)
– verifica di conformità della composizione dei prodotti, con peculiare attenzione sia al rispetto dei requisiti kosher e halal, nei numerosi mercati ove essi si applicano, sia alle legislazioni nazionali in tema di additivi alimentari (con particolare riguardo ai mercati asiatici)
– autorizzazioni all’export (di rilievo soprattutto per i prodotti che contengano ingredienti di origine animale, se pure qualificati in UE come prodotti composti e perciò non soggetti al regolamento Igiene 2 (reg. CE 853/04)
– documentazione da predisporre ai fini dell’esportazione nei diversi mercati extraeuropei (v. es. Iran)
– denominazione dell’alimento (v. es. pasta in Turchia),
– allergeni da considerare nei diversi mercati extra-UE (v. es. Giappone e Brasile),
Precautionary Allergens Labelling (PAL), c.d. ‘may contain’ (v. es. USA, Canada)
Le barriere doganali possono esprimersi in dazi più elevati su determinate categorie di prodotti. La loro conoscenza può comportare la scelta di adeguare le loro caratteristiche e presentazioni, anche in vista dell’applicazione di codici doganali diversi

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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