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Export in Cina, via libera alle carni bovine italiane

Dopo un bando durato 16 anni, la zootecnia italiana 4.0 apre le porte all’Impero di Mezzo. Grazie al Ministero della Salute, l’Italia è il primo Stato membro autorizzato ad esportare carni bovine nella Repubblica Popolare Cinese

Al termine dei lavori del comitato inter-governativo tra Cina e Italia – presieduto dai ministri degli esteri delle due nazioni – il ministero dell’agricoltura e l’amministrazione cinese per il controllo della qualità, l’ispezione e la quarantena (AQSIQ) hanno comunicato la rimozione del bando relativo all’importazione di carne bovina italiana disossata da animali di età inferiore ai 30 mesi. (1)

La Cina introdusse nel 2001 un bando alle importazioni di carni bovine in arrivo dall’Europa, a causa della diffusione nel vecchio Continente del virus da encefalopatia spongiforme bovina (BSE), noto anche come il morbo di ‘Mucca Pazza’ (a causa degli effetti sulla locomozione degli animali da esso affetti).

La fiducia dimostrata dalle Autorità cinesi costituisce il risultato di un lungo processo di consultazioni e verifiche, portato avanti con il prezioso contributo del Ministero della Salute e delle rappresentanze della zootecnia italiana, che hanno saputo dimostrare l’effettiva attenzione del nostro Paese verso la sicurezza alimentare e il benessere animale.

Un contributo essenziale proviene dall’OIE (Organizzazione mondiale per la sanità animale), che nel 2013 ha attribuito all’Italia un livello di rischio ‘trascurabile’ (anziché, semplicemente, ‘controllato’) rispetto al fenomeno BSE. Tale riconoscimento deriva, tra l’altro, da un ulteriore e significativo miglioramento del sistema dei controlli pubblici ufficiali in ambito veterinario. Che ha consentito l’esecuzione, da parte degli Istituti Zooprofilattici, di circa 7 milioni di analisi accreditate sulle carni bovine prodotte in Italia.

L’intesa tra le autorità cinesi e quelle italiane è perciò basata sul consenso scientifico in ordine alla sicurezza della filiera e dei prodotti alimentari Made in Italy, verso i quali si registra un crescente interesse anche da parte dei consumatori della prima economia globale. Le esportazioni di carni italiane in Cina potranno avere luogo a seguito della definizione di appositi protocolli che recepiranno gli accordi tecnici intercorsi, in vista dell’armonizzazione dei requisiti sanitari relativi ai singoli prodotti.

Le carni suine fresche della della macroregione del Nord Italia, (2) a loro volta, avevano ricevuto a fine 2016 il via libera alle esportazioni in Cina. A seguito del riconoscimento dell’indennità da malattia vescicolare – da parte del Ministero dell’agricoltura cinese, e dell’Amministrazione generale per il controllo della qualità, l’ispezione e la quarantena (Aqsiq) – che ha consentito la rimozione di un blocco introdotto nel lontano 1999.

Si delinea uno scenario economico di grande interesse per la zootecnia bovina da carne in Italia, che potrà quindi offrire le proprie merci di qualità certificata su un mercato ove i consumi di carni sono tuttora in crescita. Con la prospettiva di ottenere la progressiva rimozione dei limiti alle esportazioni ancora in essere, per quanto attiene alle carni da animali di età superiore ai 30 mesi e a quelle con osso.

Tommaso Di Paolo e Dario Dongo

Note

Cfr. http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=salastampa&p=comunicatistampa&id=4986
La macroregione del Nord Italia è un’area composta da Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia-Romagna e Marche, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia-Giulia. Un’area che rappresenta oltre l’80% della produzione di carne suina italiana

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