La filiera di grano duro, semola e pasta ‘Made in Italy’ sta registrando segnali di crisi – nelle relazioni tra agricoltura e industria – che meritano particolare attenzione.
1) Grano duro, semola e pasta. Dati di produzione in Italia
La produzione italiana di grano duro, semola e pasta pasta – pur non avendo la rilevanza di altre (es. vini, prodotti lattiero-caseari), in termini di fatturato complessivo – ha un ruolo di primissimo piano nell’immagine globale del ‘Made in Italy’ e della dieta mediterranea. Oltre a costituire una risorsa unica per alcuni distretti agricoli del Sud Italia.
I dati della produzione, in termini di media pluriennale, si riassumono come segue:
– superficie a grano duro in Italia, 1,2 milioni di ettari
– produzione media (ultimi 3 anni), 3,6 milioni di tonnellate
– grano duro totale trasformato, 6 milioni di tonnellate (di cui 2,2-2,6 mln t di grano estero)
– semola macinata, 4 milioni di tonnellate (3)
– pasta prodotta, 3,6 milioni di tonnellate
– export di pasta, circa la metà della produzione.
2) Import di grano duro in Italia
L’import di grano duro dalle diverse provenienze UE (Francia, Grecia, e Est Europa) e extra-UE (Canada, USA, Kazakistan, Messico, etc.) risponde oggi alla necessità, da parte dell’industria di trasformazione, di mantenere un livello di approvvigionamento di materia prima adeguato alla domanda (interna ed estera) di pasta.
Le esigenze tecnologiche di grano duro ad alto tenore proteico – che il secolo scorso hanno giustificato la necessità di ricorrere a grano duro estero – possono ora invece venire pienamente assolte dal grano duro nazionale. La cui qualità è molto migliorata, nell’ultimo ventennio, grazie a nuove varietà e tecniche agronomiche più razionali.
3) Filiera italiana, il sostegno politico
Il governo italiano, nel 2016-2017, aveva introdotto due importanti misure di sostegno, diretto e indiretto, alla filiera nazionale della pasta ‘100% Made in Italy’:
– ‘fondo grano duro’. Il decreto ministeriale 2 novembre 2016 ha istituito il c.d. ‘fondo grano duro’ che tuttora prevede un aiuto di Stato ‘de minimis’, erogato alle aziende agricole che sottoscrivono con le industrie contratti di coltivazione triennali. (1) Tale aiuto potrebbe ora venire raddoppiato, si noti bene, grazie alla recente riforma europea del regime ‘de minimis’. (2)
Il plafond iniziale del ‘fondo grano duro’ era di 10 milioni di euro, da suddividere pro quota sugli ettari dichiarati. Il contributo medio per la campagna 2017/2018, ad esempio, fu di 65 euro per ettaro. Un importo che non cambia di molto il conto colturale dell’azienda agricola, ma contribuisce ad assorbire la spesa per le sementi certificate;
– ‘decreto origine pasta’. Il successivo decreto ministeriale 26 luglio 2017 ha introdotto l’obbligo di indicare l’origine del solo grano duro in etichetta della pasta prodotta e commercializzata in Italia. (3) Una norma inefficace per violazione della TRIS (Technical Regulation Information System) Directive (EU) 2015/1535, e tuttavia applicata (4,5).
4) Obiettivi
I due decreti ministeriali di cui sopra citati ambivano a stimolare la filiera del grano duro italiano su entrambi i versanti dell’offerta, di grano duro e sementi, e della domanda:
– imprese sementiere e agricoltori. Le imprese agricole ricevono un incentivo a coltivare grano duro con garanzia contrattuale triennale, vincolato all’impiego di sementi certificate (a beneficio delle imprese sementiere, sotto pressione per il crescente utilizzo delle sementi autoprodotte dalle aziende agricole).
Coldiretti come sempre, dietro le quinte, portava acqua al proprio mulino a spese degli agricoltori. S.I.S. S.p.A. presieduta dal suo vicepresidente nazionale Mauro Tonello, ora in orbita Federconsorzi 2, acquisiva infatti dal CREA la concessione esclusiva per 15 anni sul grano duro ‘Senatore Cappelli’ in quelle stesse settimane. Per poi imporre pratiche commerciali abusive agli agricoltori italiani, come accertato dall’Autorità Antitrust. (6)
– industrie della pasta. Il ‘decreto origine pasta’ ha introdotto la possibilità di utilizzare il simbolo tricolore, in etichetta della pasta, e riferire il Paese di coltivazione del grano a ‘Italia e altri Paesi’ (UE, non UE, UE e non UE, a seconda dei casi), quando almeno il 50% di esso sia italiano. (7) Un incentivo a metà.
5) Contratti di filiera, il successo iniziale
Gli effetti sinergici dei due decreti sulla filiera italiana di grano duro, semola e pasta furono immediati:
– Granoro e De Matteis Agroalimentare, già in precedenza, erano stati i pionieri nel valorizzare il grano duro locale con le rispettive linee ‘Dedicato, 100% grano pugliese’ e ‘Armando, 100% grano nazionale’; Barilla, a sua volta, aveva promosso e sostenuto i contratti di coltivazione a partire dagli anni ’80;
– altri grandi marchi di pasta come Divella, De Cecco e La Molisana, su stimolo dei citati decreti, hanno invece iniziato a stipulare contratti con stoccatori privati e cooperativi che a loro volta stipulavano contratti con le aziende agricole, affinché queste potessero accedere all’aiuto de minimis.
L’apice dello sviluppo dei contratti di filiera è stato raggiunto nel periodo 2020-2021, fino a coprire circa 200.000 ettari, pari a circa il 17% della superficie coltivata a grano duro in Italia. (8) In uno scenario tra l’altro complesso, sul mercato globale del ‘durum wheat’. (9)
6) Semine 2024, retromarcia dell’industria
I contratti di filiera per la coltivazione del grano duro nazionale paiono essere funzionati abbastanza bene per i due primi cicli triennali. La campagna di semina 2024 ha invece registrato una netta riduzione dei volumi e delle superfici contrattualizzate. Secondo le informazioni raccolte da GIFT (Great Italian Food Trade), infatti:
– Barilla ha ridotto i propri impegni nei confronti dei fornitori storici di filiera italiana, -25% circa in quantità
– La Molisana non ha rinnovato i contratti con gli stoccatori del Centro-Sud
– altre industrie hanno confermato o anche ampliato le superfici sotto contratto, ma il saldo netto quasi sicuramente non è positivo.
7) Conclusioni provvisorie
Il ministero dell’Agricoltura, la Sovranità Alimentare e le Foreste (MASAF) ha rifinanziato il ‘fondo grano duro’ con 36 milioni di euro, raddoppiando il massimale del contributo per ettaro da 100 a 200 euro. (10) Senza tuttavia affrontare il guaio delle pratiche commerciali sleali. (11)
Le coltivazioni di grano duro in Italia però vacillano, forse anche a causa dell’opacità dei listini e delle turbative di mercato sulla Borsa merci di Bologna, le cui denunce sono state ignorate da Coldiretti, la sua fondazione Filiera Italia e la Procura competente. (12)
Il #prezzoequo garantito per legge, sul grano duro come sulla semola e sulla pasta, rimane il grande assente da ogni dibattito politico. Al di là delle ricorrenti prese in giro, a Roma come a Bruxelles (11,13).
#VanghePulite
Dario Dongo
Note
(1) Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Decreto ministeriale 2 novembre 2016 https://tinyurl.com/2pfw8rzy
(2) Dario Dongo. Aiuti di Stato in agricoltura, raddoppia il ‘de minimis’ in UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.1.25
(3) Dario Dongo. Origine pasta, silenzio su farro e kamut. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.11.17
(4) Dario Dongo. Decrees origin pasta, rice, tomato, plant location. Uncertainties and dangers. FT (Food Times). May 31, 2018
(5) Dario Dongo. Origine pasta, quali etichette? GIFT (Great Italian Food Trade). 6.11.17
(6) Dario Dongo. Decreto su origine del grano in etichetta della pasta, il TAR Lazio e le regole UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.1.23
(7) Dario Dongo. Grano Senatore Cappelli e pratiche commerciali scorrette, la conferma di TAR Lazio. GIFT (Great Italian Food Trade). 11.11.23
(8) L’industria molitoria italiana nel 2023. ITALMOPA https://tinyurl.com/486w7vd3
(9) Dario Dongo. Grano duro, crisi globale in vista? A rischio la produzione italiana di pasta. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.8.21
(10) Legge 12 luglio 2024, n. 101. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale https://tinyurl.com/4nupn6pk
(11) Dario Dongo. DL agricoltura, l’ennesima presa in giro di Lollobrigida. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.5.24
(12) Dario Dongo. Grano duro, le denunce di ‘truffe’ ignorate da Coldiretti e Filiera Italia. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.2.24
(13) Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali, proposta di regolamento UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.12.24

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.