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Cracker con farina di grillo, il Made in Italy mancato

Il triplo delle proteine e la metà dei grassi, con una lieve riduzione anche dei carboidrati, rispetto alla media dei crackers in commercio. È lo snack Crické, arricchito con farina di grillo. L’innovazione sostenibile che ha costretto tre giovani italiani a migrare a Londra per superare gli ostacoli normativi e burocratici del Bel Paese.

Tre cervelli in fuga

Il progetto Crické nasce 5 anni fa dall’intuizione di Edoardo e Francesco. Un business consultant e un designer che riflettono sul costo ambientale delle proteine animali e decidono di ragionare sull’impiego di ‘gamberetti di terra’ nella produzione alimentare. Proteine nobili e sostenibili che in un paio d’anni trovano anche espressione culinaria grazie all’ingresso di Marco, chef esperto e terzo socio. L’impresa debutta a ottobre 2018 con l’immissione in commercio di cinque prodotti da forno (3 crackers e 2 tortilla chips) e una farina.

L’impiego degli insetti nelle produzioni alimentari è già consentito in diversi Paesi europei come Belgio, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito e Svizzera. Non è ancora ammesso invece in Italia, sebbene si tratti di un’ottima occasione per creare valore nella produzione agricola primaria Made in Italy.

Le ragioni del grillo

L’entomofagia – già pratica abituale in varie parti del pianeta – inizia a incontrare curiosità e interesse anche presso i consumatori italiani, come ha mostrato il più ampio sondaggio finora realizzato in Italia. L’urgenza di ridurre il costo ambientale delle produzioni alimentari è del resto un’esigenza sempre più condivisa dai consumatori. E vi è un altro aspetto che può facilitare l’ingresso degli insetti a tavola, sotto forma di farine in prodotti da forno e snack.

La farina di grillo offre il 70% di proteine (a fronte del 23% della carne di manzo) e apporta altri micronutrienti quali vitamine, minerali, acidi grassi essenziali. Combinata con semi vegetali, olio extravergine di oliva e farina di grano tenero semi-integrale, nel Crické, viene proposta come un superfood biologico ‘on the go’. Spezzafame ideale, jolly da aperitivo, snack per sportivi.

Un super cracker

L’intera linea Crické – che conta 5 referenze tra cracker e tortilla, più una farina di grillo – si caratterizza per le ‘clean labels’. Pochi ingredienti di qualità, nessun additivo, profilo nutrizionale equilibrato e distintivo. I Cricket Crackers con semi di girasole e chia, ad esempio, contengono 7 soli ingredienti: farina di grano tenero, semi di girasole (15%), farina di grillo (12%), semi di chia (6%), olio extravergine d’oliva, semi di papavero e sale.

Il profilo nutrizionale è interessante. 100 grammi di cracker forniscono

– poco meno di 400 kCal,

– 12,3% grassi, di cui 1,5% saturi,

– 50 g di carboidrati, di cui 3,1 g di zuccheri,

– 3,3 grammi di fibre,

– 22,3 g di proteine,

– 2 g di sale (un aspetto da migliorare, con una drastica riduzione),

– 1,7 mg di vitamina B12 (il 66% della dose giornaliera raccomandata).

La nota dolente è per ora rappresentata dal prezzo, troppo elevato per chi non goda degli stipendi del Regno Unito (48 €/kg). Ma chissà mai, tra un Crické e un Cricket, che l’economia di scala non possa facilitarne la ‘democratizzazione’.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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