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Covid-19 e rischi di food security. Raccomandazioni FAO

La pandemia Covid-19 potrebbe provocare problemi di food security. Nei Paesi a Basso-Medio Reddito (LMIC, Low-Middle Income Countries) ma anche a livello globale. Monito e raccomandazioni del professor Qu Dongyu, direttore generale della FAO (Food and Agriculture Organization).

Covid-19 e food security

La crisi globale causata dalla pandemia Covid-19 – che gli economisti già associano alla Grande Recessione del 2008-2009 – espone la popolazione mondiale a gravi rischi di food security, vale a dire delle forniture essenziali del cibo necessario alla vita.

Già nel 2019 i rapporti FAO (Food and Agriculture Organization), WFP (World Food Program) e WHO (World Health Organization) censivano per difetto:

– 821 milioni persone afflitte da denutrizione cronica,

– 113 milioni affette da malnutrizione acuta,

– 143 milioni a rischio di malnutrizione acuta.

I bambini e minori, come sempre, sono le fasce esposte ai maggiori rischi. Assieme ad anziani, disabili e donne. I milioni di bambini che in molti Paesi – nel Sud del mondo e non solo – affidavano alla mensa scolastica l’unico pasto della giornata hanno in larga parte perduto questo presidio essenziale a causa della chiusura delle scuole. 1 su 4 bambini del pianeta veniva del resto indicato da UNICEF come bisognoso di aiuti umanitari pochi mesi prima della pandemia, a fine 2019, nell’appello Humanitarian Action for Children 2020. (1)

Filiere alimentari globali, quali rischi

Il rischio attuale è quello di una carenza improvvisa di provviste, proprio come accadde nella crisi del 2008-2009, secondo gli esperti del Committee on World Food Security (CFS) presso la FAO. Le misure di contenimento del contagio oltretutto, nello stabilire rigorosi limiti alla circolazione delle persone, rischiano di mettere in crisi le produzioni agricole stagionali per carenza di forza lavoro. E la logistica – anche via mare, a causa della parziale chiusura dei porti – subisce vari ostacoli. (2)

La filiera alimentare globale è quindi esposta a un rischio di riduzione degli approvvigionamenti (e delle scorte) che potrebbe riflettersi sugli andamenti dei listini e come sempre colpire i Paesi LMIC in misura drammatica. La disponibilità di alimenti freschi e nutrienti oltretutto, come si è visto, è la base per garantire l’efficacia del sistema immunitario. E così della capacità dell’organismo di resistere al nuovo coronavirus. (2)

Le raccomandazioni del Committee on World Food Security (CFS, FAO)

Una risposta efficace al concreto rischio di crisi alimentare legata a COVID-19 richiede l’esame di come ristrutturare i sistemi alimentari a livello nazionale e globale, spiega il presidente del CFS Thanawat Tiensin. L’obiettivo è garantire la stabilità politica e finanziaria, proteggere le nostre comunità dalla cattiva salute e dal degrado ambientale, garantire la vitalità economica.

‘Come le cure mediche, il cibo deve poter attraversare liberamente i confini. I produttori alimentari devono garantire che siano disponibili alimenti sani e nutrienti e non sprecati’ (2).

L’esperienza della Grande Recessione (‘08-‘09) ha mostrato come i governi – con il sostegno di istituzioni finanziarie, ONU e di altri – possano mitigare il rischio di carenze alimentari globali e prezzi elevati. Gli stimulus package hanno stabilizzato il settore agricolo con programmi di distribuzione di sementi e vari input per l’agricoltura, oltre ai sussidi per trattori e altri macchinari.

Il monito del direttore generale FAO

Qu Dongyu, direttore generale della FAO, sottolinea a sua volta l’esigenza di garantire la continuità delle filiere di produzione e distribuzione delle derrate alimentari. I governi dei 197 Stati membri devono impegnarsi affinché l’agricoltura non perda efficienza e i braccianti possano lavorare, garantendo ovviamente la loro sicurezza.

Le rotte commerciali devono venire mantenute aperte per garantire la regolarità della supply chain globale. Anche se una crisi come questa porta ciascuno a occuparci soprattutto del bene del Paese – ammonisce il professor Qu Dongyu – è fondamentale continuare a guardare al di là dei confini nazionali. E non perdere di vista la cooperazione internazionale. (3)

Mettere fine alla fame con l’agroecologia

End hunger. Mettere fine alla fame nel mondo, ricorda il direttore generale FAO, è il secondo dei Sustainable Development Goals in Agenda ONU 2030. Porre fine alla fame, garantire cioè la food security del pianeta, non può prescindere tra l’altro dal sostegno di agricoltura contadina e su piccola-media scala.

L’agroecologia si riafferma quale modello da promuovere e sostenere, con aiuti concreti, nei cinque continenti. Bisogna favorire lo sviluppo di filiere sostenibili di produzione dei cibi, radicate su ogni territorio, per bene dell’ambiente e dell’umanità.

Dati e immagini che documentano i problemi di food security ora affrontati nei vari Paesi del mondo sono raccolti su Twitter dal canale @covidfood creato dall’ex direttore generale della FAO José Graziano Da Silva.

Dario Dongo e Alessandra Mei

Note

(1) UNICEF (2019). Humanitarian Action for Children. V. https://www.egalite.org/unicef-azione-umanitaria-per-i-bambini-2020/

(2) T. Tiensin, A. Kalibata, M. Cole. Ensuring Food Security in the Era of COVID 19. Project Syndicate, 1.4.20, https://www.project-syndicate.org/commentary/covid19-threatens-to-unleash-global-food-insecurity-by-thanawat-tiensin-et-al-2020-03

(3) Qu Dongyu. Coronavirus could worsen hunger in the developing world. World Economic Forum, 10.4.20. https://www.weforum.org/agenda/2020/04/coronavirus-worsen-hunger-developing-world/

Alessandra Mei

Laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna, ha frequentato il Master in Food Law presso la stessa Università. Partecipa alla squadra di WIISE srl benefit dedicandosi ai progetti europei e internazionali di ricerca e innovazione.

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