I negoziati dell’accordo tra Unione e Canada continuano all’interno dei Comitati CETA. Nei quali vengono decisi, a porte chiuse, gli standard degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole. A rischio sono le regole stabilite in Europa a presidio di salute umana e ambiente.
La denuncia
Foodwatch – organizzazione no-profit che si batte per un cibo sicuro, sano e accessibile a tutti – dopo aver intrapreso una lunga corrispondenza con la Commissione europea/DG Trade, ha presentato il 30.11.21 la sua denuncia formale al Mediatore europeo. Gli aspetti su cui chiede all’European Ombudsman di esprimersi sono in particolare due: la mancanza di trasparenza nei negoziati e il deficit democratico nelle decisioni prese dai comitati CETA.
I cittadini europei dovrebbero vedere riconosciuto il loro diritto a conoscere cosa la Commissione e il Canada stiano decidendo, su questioni fondamentali come quelle relative agli standard alimentari. L’opacità dei lavori svolti nei comitati mina invece la fiducia della società civile, impedendo lo sviluppo di un sano – e quanto mai necessario – dibattito pubblico su questi temi.
Nelle parole della Commissione, ‘Lack of transparency undermines the legitimacy of EU trade policy and public trust. (…) Transparency should apply at all stages of the negotiating cycle from the setting of objectives to the negotiations themselves and during the post-negotiation phase.’ (1). Eppure, le decisioni vengono prese in segreto, senza dibattito pubblico e senza alcun controllo democratico da parte dei parlamenti europei o nazionali.
CETA, dal 2017 ad oggi
L’accordo commerciale tra Canada e Unione Europea (CETA, Comprehensive Economic Trade Agreement), viene applicato in Europa a titolo provvisorio a partire dal 21.09.2017. Il Trattato entrerà in vigore definitivamente solo con la ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell’UE, in quanto è stato classificato come un trattato ‘misto’, ossia che investe materie di competenza condivisa tra UE e Stati membri. (2)
Mentre UE e Canada hanno firmato l’accordo il 30 ottobre 2016, non tutti gli Stati membri lo hanno ratificato. L’Italia ha iniziato l’iter nel 2017 (3), con l’approvazione di un disegno di legge che è stato poi ritirato. Da allora, non vi sono stati ulteriori tentativi di ratifica. (4)
L’applicazione provvisoria comporta l’esclusione dall’applicazione di alcune parti dell’accordo (5), quali:
– protezione degli investimenti,
– accesso al mercato degli investimenti per gli investimenti di portafoglio,
– il controverso sistema giudiziario per la protezione degli investimenti, il cui funzionamento è stato nel frattempo definito (6),
– un articolo sul ‘camcording’ (tutela penale dei diritti di proprietà intellettuale).
Nonostante ciò, le restanti parti sono da considerarsi integralmente vincolanti, per lo meno fino a quando almeno uno Stato membro non decida di notificare alla Commissione il suo rifiuto di ratificare il Trattato. Critica in particolare è la posizione di Cipro, che il 31.7.2021 ha deciso di non ratificare l’accordo per proteggere i propri prodotti tradizionali, e in particolare il famoso formaggio Halloumi (7).
1. Mancanza di trasparenza
Ratificando il CETA, l’Europa e i parlamenti nazionali danno all’esecutivo carta bianca sul contenuto dell’accordo stesso. Infatti, poiché l’accordo CETA non è concluso, le negoziazioni vanno avanti negli incontri dei comitati, le cui decisioni possono sviluppare, implementare o emendare nella sua interezza l’accordo e i suoi allegati. In alcune sezioni è previsto persino uno spazio bianco, da riempire successivamente dai comitati stessi. È tra l’altro il caso della Sezione B dell’Allegato 5-E, riguardante le misure fitosanitarie.
I Comitati possono riconoscere gli standard per le misure sanitarie e fitosanitarie, in tal caso queste non possono poi venire modificate salvo il raggiungimento di un diverso accordo con il Canada. Eventuali modifiche unilaterali potrebbero comportare sanzioni da parte del CETA Dispute Settlement Panel, e costituire una violazione del diritto internazionale.
Nei Comitati vengono negoziati aspetti di profondo interesse pubblico, come gli standard di protezione dei pesticidi, quelli di ingegneria genetica e i controlli alimentari. Le loro decisioni possono quindi abbassare il livello dei controlli europei in tema di salute pubblica.
Il principio di precauzione
In discussione è anche l’applicazione del principio di precauzione. Esemplare è la battaglia in corso sui pesticidi (8). Per il Canada è fondamentale abbassare gli standard europei sui livelli massimi di residui (MRL) dei pesticidi, in quanto le esportazioni agricole canadesi – che valgono più di 1,88 miliardi di euro all’anno – ne sono gravemente colpite. Col rischio fondato di compromettere la qualità degli alimenti consumati in Europa.
Eppure è impossibile ricevere informazioni dettagliate circa gli sviluppi del CETA. Alcuni documenti (come l’agenda e un breve riepilogo dell’incontro) sono disponibili online (9), ma sono superficiali e non sufficienti considerata l’importanza degli argomenti toccati. Le note di briefing, le e-mail, la corrispondenza interna e quella con gli stakeholder – documenti che chiaramente devono esistere, così come i verbali dei diversi comitati e i documenti e le presentazioni discusse nelle riunioni – non sono stati resi accessibili.
Il CETA Joint Committee ha persino deciso che nessun resoconto dettagliato possa venir preso durante gli incontri. Ciò è particolarmente grave, considerando la valenza legislativa de facto delle decisioni adottate.
2. Deficit democratico
Il Parlamento europeo non può esprimere un’opinione sulle decisioni prese dai Comitati ed è solo un osservatore. Da quanto è noto, i membri del Parlamento europeo non hanno neppure accesso a informazioni dettagliate dai comitati CETA. Né è previsto alcun meccanismo di responsabilità parlamentare o pubblico dei comitati del CETA per le loro decisioni.
Aver sminuito il ruolo del Parlamento è segno di un grave deficit democratico che mina l’equilibrio di poteri tra le istituzioni europee. Il Parlamento dovrebbe invece essere coinvolto sostanzialmente nell’implementazione del CETA, così da attribuire all’accordo raggiunto un riconoscimento democratico.
Le richieste di Foodwatch
Foodwatch chiede che la Commissione agisca introducendo:
1. Resoconti dettagliati da fornire dopo ogni meeting, con una lista dei presenti a ciascun incontro e le decisioni prese. Le presentazioni e altra documentazione chiave nella comprensione della discussione dovrebbe venire a sua volta fornita. Assieme alla corrispondenza email, interna ed esterna, e ai briefing positions.
2. Una lista della documentazione disponibile – immediatamente accessibile o su richiesta – così da fornire un quadro completo di ciò che viene discusso, le posizioni e le decisioni prese.
3. La istituzionalizzazione del coinvolgimento del Parlamento europeo nelle decisioni dei comitati CETA. L’accordo del Parlamento dovrebbe essere obbligatorio, così che importanti decisioni non possano venire prese a porte chiuse.
Il precedente
L’European Ombudsman si è già espresso nel 2015 sulla trasparenza e accessibilità dei negoziati relativi ad accordi bilaterali, in particolare di quelli relativi al TTIP (Partenariato trans-atlantico su commercio e investimenti) (10). Nel decidere tale caso, il Mediatore europeo ha affermato alcuni principi fondamentali in relazione all’accesso agli atti e al dovere di garantire la trasparenza e democraticità dei negoziati.
Vengono anzitutto rigettate le tesi di chi vorrebbe tenere i documenti segreti, in quanto:
– Non esiste alcun interesse pubblico, per quanto riguarda le relazioni internazionali, a conformarsi a richieste irragionevoli di non divulgare documenti da parte di Stati terzi. Altrimenti, il partner internazionale avrebbe un veto incondizionato sulla divulgazione di qualsiasi documento in possesso delle istituzioni dell’UE.
– Sono ‘profondamente sbagliate’ le argomentazioni secondo cui, data la complessità delle questioni coinvolte nel TTIP, una maggiore trasparenza potrebbe portare a confusione e malintesi tra i cittadini. ‘L’unico modo efficace per evitare la confusione e l’incomprensione del pubblico è una maggiore trasparenza e un maggiore sforzo proattivo per informare il dibattito pubblico.’
Certamente, la Commissione può negare l’accesso ad alcuni documenti, almeno durante certe fasi del processo di negoziazione, per poter negoziare efficacemente l’accordo nell’interesse dell’Unione e dei suoi cittadini. Comunque, qualsiasi policy di no-disclosure deve venire adeguatamente giustificata, e ciascuna eccezione al diritto fondamentale di accesso pubblico ai documenti deve venire interpretata restrittivamente. Con particolare attenzione al periodo temporale durante il quale l’accesso è negato.
Se sceglie di rifiutare l’accesso del pubblico ai documenti del TTIP, la Commissione deve presentare argomenti specifici, basati sul contenuto dei documenti e sul contesto dei negoziati. Se la divulgazione di un documento, in un momento particolarmente delicato dei negoziati, è tale da danneggiare gli interessi legittimi, l’accesso a quel documento può essere validamente negato in quel periodo temporale.
Il Mediatore, inoltre, ‘riconosce la speciale responsabilità democratica degli eurodeputati nel controllare i negoziati per conto dei loro elettori’ e individua le seguenti condotte a cui la Commissione dovrebbe conformarsi:
– fornire le spiegazioni necessarie quando rilascia il documento, se ritiene che questo possa venire mal interpretato dal pubblico. Dovrebbe anche impegnarsi con coloro che esprimono preoccupazioni legittime.
– Valutare se un documento TTIP può essere reso pubblico non appena il documento in questione è stato finalizzato internamente e, successivamente, a intervalli regolari e predeterminati.
– Se non viene applicata alcuna restrizione eccezionale, il documento in questione dovrebbe venire pubblicato proattivamente dalla Commissione.
– Se invece il documento non può essere reso pubblico in modo proattivo, il riferimento del documento (e, se possibile, il suo titolo) dovrebbe essere reso pubblico.
– Insieme al riferimento a tale documento deve venire presentata una spiegazione del perché il documento non può essere reso disponibile.
– Devono venire pubblicati proattivamente gli ordini del giorno delle riunioni e i resoconti delle riunioni che tiene sul TTIP con organizzazioni commerciali, gruppi di pressione o ONG
Conclusioni provvisorie
L’accordo CETA può aprire le porte a OGM e clonazioni, ormoni di sintesi e farmaci veterinari vietati in Europa, carni bovine da capi nutriti con farine animali (11).
Al Mediatore europeo, ancora una volta, il compito di indirizzare la Commissione perché siano assicurate garanzie minime di trasparenza e democraticità. In un sistema europeo che sembra aver perso di vista la tutela dei suoi cittadini.
Giulia Torre
Immagine di copertina tratta da Trade Justice Network (Canada), http://tradejustice.ca/ceta/
Note
(1) Commissione europea. 2015. Trade for All – Towards a more responsible trade and investment policy (europa.eu). https://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2015/october/tradoc_153846.pdf
(2) Il Consiglio ha adottato una posizione che ha classificato il CETA come avente competenza mista dell’UE e degli Stati membri nel febbraio 2014; alle medesime conclusioni è giunto il Consiglio Affari Esteri il 13 maggio 2016. La Commissione ha quindi deciso di proporre il CETA quale accordo misto.
(3) Dario Dongo. CETA, il governo italiano approva la ratifica. GIFT (Great Italian Food Trade). 05.06.2017 https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/ceta-il-governo-italiano-approva-la-ratifica/
(4) Il Disegno di legge ‘Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo di partenariato strategico tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Canada, dall’altra, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016; b) Accordo economico e commerciale globale tra il Canada, da una parte, e l’Unione europea e i suoi Stati membri, dall’altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016, e relativo strumento interpretativo comune’, è stato ritirato il 21 giugno 2018. https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/49239.htm
(5) Notice concerning the provisional application of the Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) between Canada, of the one part, and the European Union and its Member States, of the other part. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:22017X0916(02)&rid=1
(6) È notizia del 29 gennaio 2021 . La legittimità dell’Investment Court System, mediante la quale i privati potranno contestare le regole vigenti in UE e pretendere il risarcimento dei danni per l’ostacolo ai loro business, è stato riconosciuto dalla Corte di Giustizia UE, il 30.4.19 con Opinione 1/17. https://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=2240&title=The-EU-and-Canada-adopt-rules-putting-in-place-the-CETA-investment-court
V. Dario Dongo, Sabrina Bergamini. CETA, via libera della Corte di Giustizia al ‘trita-norme’ a servizio delle ‘Corporation’. GIFT (Great Italian Food Trade). 05.05.2019. https://www.greatitalianfoodtrade.it/ceta-via-libera-della-corte-di-giustizia-al-trita-norme-a-servizio-delle-corporation/
(7) Si veda la risposta data dal vice-presidente esecutivo Valdis Dombrovskis, per conto della Commissione europea, all’inchiesta parlamentare E-004489/2020 presentata da Emmanuel Maurel (GUE/NGL) https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2020-004489-ASW_EN.html. Il Governo cipriota ha dichiarato che, prima di provare nuovamente a ratificare l’accordo, tenterà di negoziare alcune eccezioni per la tutela dell’Halloumi.
(8) Dario Dongo, Marta Strinati. CETA, il Canada annuncia battaglia all’Europa su pesticidi e OGM. GIFT (Great Italian Food Trade). 04.07.2019. https://www.greatitalianfoodtrade.it/ceta-il-canada-annuncia-battaglia-alleuropa-su-pesticidi-e-ogm/
(8) Decisione nel caso OI/10/2014/RA – Trasparenza dei negoziati relativi al partenariato trans-atlantico su commercio e investimenti (TTIP) decisione caso OI/10/2014/RA. Aperto Mttipartedì 29 luglio 2014, decisione del 6 gennaio 2015. https://www.ombudsman.europa.eu/it/decision/it/58668
(9) V. Dario Dongo. Carni bovine con ormoni dal Canada all’UE. CETA, quali garanzie?. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.01.2021 https://www.greatitalianfoodtrade.it/carni-bovine-con-ormoni-dal-canada-allue-ceta-quali-garanzie/ e Marta Strinati, Dario Dongo. CETA, carne canadese da bovini nutriti con farine animali. GIFT (Great Italian Food Trade). 06.08.2019 https://www.greatitalianfoodtrade.it/ceta-carne-canadese-da-bovini-nutriti-con-farine-animali/
Laureata in giurisprudenza, master in European Food Law, si occupa di legislazione agro-alimentare, veterinaria, agricola. Dottoranda alla Scuola per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in materia di novel food.