La Commissione europea, a dicembre 2021, ha pubblicato una comunicazione su carbon farming, sustainable carbon cycles e certificati di carbonio in agricoltura. (1)
Si prospetta così lo sviluppo di una nuova linea di finanziamento, in ambito della Politica Agricola Comune (PAC), legata alla capacità di sequestrare CO2 in atmosfera.
Questa iniziativa si colloca in ambito del Green Deal, assieme alle strategie Farm to Fork, Biodiversity 2030 e Soil Protection 2030. Un approfondimento.
1) Premessa. Suoli, agricoltura e sequestro di carbonio
I suoli custodiscono una quantità di carbonio doppia rispetto a quella presente in atmosfera. L’incremento di sostanza organica nei suoli – oltre a contribuire al miglioramento delle proprietà fisiche e chimiche del terreno – concorre al sequestro di CO2 in atmosfera. Decenni di agricoltura convenzionale (non bio), d’altra parte, hanno diminuito in misura significativa e diffusa le concentrazioni di sostanza organica nei suoli. In particolare là dove le perdite non sono state compensate da apporti organici. (2)
Alcune pratiche agronomiche – quali la rotazione delle colture, le colture di copertura, la lavorazione minimale dei terreni (permacultura) e in termini più generali il sistema di agricoltura biologico – possono contribuire all’incremento di sostanza organica nei suoli e così anche a mitigare l’emergenza climatica. L’agricoltura di precisione può a sua volta concorrere alla riduzione dei consumi di fertilizzanti azotati.
2) Cicli sostenibili di carbonio. Il progetto UE
2.1) Obiettivi e macro-misure
I ‘cicli sostenibili di carbonio’, nella recente comunicazione di Bruxelles, (3) esprimono un modello di green business che dovrebbe premiare l’adozione – da parte dei gestori del territorio – di pratiche di carbon farming. Le attività agricole e forestali capaci di incrementare il sequestro di carbonio in atmosfera, secondo le stime della Commissione, potrebbero assorbire in UE fino a 250 milioni di tonnellate/anno di CO2 entro il 2030.
Tre macro-misure sono definite per raggiungere questo obiettivo:
– incentivare il carbon farming nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC) e di altri programmi UE, es. ‘Soil Deal for Europe’. In aggiunta alle sovvenzioni pubbliche a livello nazionale,
– definire standard di monitoraggio, reportistica e verifica per garantire l’affidabilità della certificazione e favorire lo sviluppo del carbon market,
– mettere a disposizione degli agricoltori un sistema di gestione dei dati e servizi di consulenza ‘su misura’.
2.2) Carbon farming, esempi di buone prassi
La gestione dei territori ovviamente dipende dalle loro caratteristiche. La Commissione riporta alcuni esempi di pratiche efficaci ad aumentare il sequestro di carbonio che, nella gran parte dei casi, apportano anche benefici collaterali per gli ecosistemi e la biodiversità:
– rimboschimento e riforestazione, nel rispetto dei principi ecologici a presidio di biodiversità e gestione sostenibile delle foreste, con attenzione anche al loro adattamento ai cambiamenti climatici,
– agroforestazione e altre forme di agricoltura mista che combinano la vegetazione legnosa (alberi o arbusti) con sistemi di produzione agricola e/o zootecnica sullo stesso terreno,
– colture intercalari, colture di copertura, dissodamento conservativo e aumento delle caratteristiche del paesaggio (es. protezione dei suoli, riduzione delle perdite di suolo per erosione e aumento del carbonio organico del suolo su terreni arabili degradati),
– conversione mirata di terreni coltivati a maggese o di aree ritirate dalla produzione in pascoli permanenti,
– ripristino di torbiere e zone umide, per ridurre l’ossidazione delle riserve di carbonio esistente e aumentare il potenziale di sequestro di CO2.
2.3) Carbon farming, il sistema di certificazione
La remunerazione degli agricoltori si baserà sui certificati di carbonio. Vale a dire, la certificazione delle t di CO2 accumulate dalle singole aziende agricole grazie a specifiche attività di carbon farming. Tali certificati potranno venire collocati sul mercato e acquistati da altre imprese per compensare le proprie emissioni di gas-serra, così apportando una nuova fonte di reddito agli agricoltori.
La DG per l’Azione sul Clima, alla Commissione europea, sta perciò lavorando ai criteri da seguire per la stima e l’asseverazione del bilancio carbonico di aziende agricole e silvicole, tenendo conto dei sistemi finora sviluppati. (4) Si dovrà inoltre decidere se attingere le premialità dal primo pilastro della PAC – e così dal FAEGA (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia) – ovvero dal secondo pilastro, tramite il FEASR (Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale).
3) Reazioni delle parti sociali interessate
Le reazioni alla comunicazione in esame da parte della comunità agricola europea sono contrastanti, nel senso che le premesse relative alla manovra non convincono pienamente tutti gli addetti ai lavori.
3.1) Copa-Cogeca e Big Ag
Copa-Cogeca – la giga-confederazione degli agricoltori in UE, sempre vicina agli interessi di Big Ag (i colossi dell’industria agrochimica) – ha accolto con entusiasmo la notizia relativa all’inclusione del carbon farming nell’agenda politica. Una grande opportunità per agricoltori e proprietari di boschi e foreste, da orientare verso il mercato.
Big Ag a sua volta ha già adottato iniziative in tema di carbon farming. Proprio Bayer – non a caso, l’unica Corporation europea, tra le Big 4 – ha lanciato il suo ‘Carbon Program’. Un progetto triennale che coinvolge 27 aziende agricole in 7 Paesi europei (non anche in Italia), incentrato sulle pratiche agricole, come l’uso di colture di copertura e la riduzione delle lavorazioni sul terreno.
3.2) Via Campesina e Greenpeace
#ECVC – European Coordination Via Campesina, il coordinamento dei contadini e lavoratori rurali in Europa – esprime invece forti perplessità verso questo ennesimo strumenti di ‘finanziarizzazione dell’agricoltura e speculazione fondiaria’. I giganti di altri settori (es. IT, energia, chimica, etc.) potrebbero così mascherare le loro attività inquinanti con l’acquisto di crediti di carbonio. A discapito tra l’altro di produzione agricola, sovranità alimentare e food security.
Greenpeace a sua volta annota come il meccanismo di ‘compensazione’ tra le emissioni di gas-serra (GHG, Greenhouse Gases) di impianti inquinanti e il carbonio teoricamente catturato e stoccato nei suoli sia di per sé puramente teorico, a tutt’oggi indimostrato. È chiaro come la sola ‘algebra del carbonio’ non sia sufficiente neppure a spiegare la complessità del fenomeno dell’emergenza climatica in atto, alla quale contribuiscono anche le particelle atmosferiche e altri inquinanti.
4) Finanziamenti
I piani strategici nazionali relativi alla PAC definiti dalla Commissione europea già indicano tra le priorità, anche in Italia:
– ‘sostenere l’agricoltura e la zootecnia biologica’ (E.2.6, strategico),
– ‘conservare e aumentare la capacità di sequestro del carbonio dei terreni agricoli e nel settore forestale’ (E.2.1, qualificante),
– ‘favorire la riduzione delle emissioni di gas climalteranti’ (E.2.2, qualificante),
– ‘incentivare la produzione e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili’ (E.2.3, qualificante). (5)
Supporto finanziario a progetti pilota può venire concesso attraverso il programma LIFE, lo European Regional Development Fund (ERDF) Horizon Europe. Sulla scia di precedenti progetti, come LIFE Carbon Farming Scheme e Interreg Carbon Farming Scheme.
5) Sviluppi normativi
Una proposta normativa per la certificazione del sequestro di carbonio verrà adottata dalla Commissione europea entro la fine del 2022.
In Italia intanto si aspetta la ripresa dei lavori su quattro proposte di legge dedicate alla protezione del suolo, ancora ferme al Senato. (6)
Dario Dongo, Giorgio Perrone
Immagine di copertina da Rugwegwe Olivier N. Sustainable carbon farming and carbon credits business models. Agriterra. 3.8.20, https://www.agriterra.org/sustainable_carbon_farming/
Note
(1) European Commission. Carbon farming, sustaonable carbon cycles. https://ec.europa.eu/clima/eu-action/forests-and-agriculture/sustainable-carbon-cycles/carbon-farming_en
(2) Si considerino anche, in una logica di economia circolare, le opportunità di recupero di materiale organico da sottoprodotti di origine vegetale e animale (con eccezione dei coprodotti soggetti alle misure previste dal reg. CE 1069/2009) offerte dal reg. UE 2019/1009, che stabilisce norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti dell’UE. V. articolo 19, cessazione della qualifica di rifiuto
(3) Communication from the Commission to the European Parliament and the Council. Sustainable Carbon Cycles. 15.12.21. COM(2021) 800 final. https://bit.ly/3ASAnsa
(4) Setting up and implementing result-based carbon farming mechanisms in the EU. Technical guidance handbook. Publication Office of the EU, 2021. https://bit.ly/3ubV29c
(5) Relazione 2021 sul piano strategico della PAC (FEAGA, FEARS). V. paragrafo 2.1.S04, pagine 74-75, su https://www.reterurale.it/downloads/PSN_PAC_31-12-2021.pdf#page74
(6) DDL Senato n. 164, disposizioni per l’arresto del consumo di suolo, di riuso del suolo edificato e per la tutela del paesaggio (https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/49158.htm). DDL Senato n. 965, legge quadro per la protezione e la gestione sostenibile del suolo (https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/50998.htm). DDL Senato n. 812, disposizioni per il contenimento e la riduzione del consumo di suolo (https://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/testi/41285_testi.htm). DDL Senato n. 2383, contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato (https://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/46877.htm)