Piattaforma europea per azione su dieta, attività fisica e la salute. Tante chiacchiere, pochi fatti, risultati negativi. Il sistema è fallito e le associazioni che rappresentano la società civile lo abbandonano, sbattendo la porta. Tutto da rifare, ecco come e perché.
EU Platform for Action on Diet, Physical Activity and Health, un fallimento europeo
La Piattaforma per l’Azione su Dieta, Attività Fisica e Salute venne creata dalla Commissione europea nel 2005. Con l’obiettivo di ‘riunire tutte le iniziative volontarie intraprese nell’UE dalle aziende, dalla società civile e dal settore pubblico’ per la prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie correlate. La EU Platform avrebbe anche dovuto promuovere ‘altre iniziative a livello nazionale, regionale o locale e cooperando con forum analoghi a livello nazionale’. (1)
Obesità, sovrappeso e malattie correlate continuano a crescere, in Europa come nel mondo. Nella popolazione adulta e in quella giovanile-infantile, senza tregua. Le sinergie pubblico-private che la Piattaforma avrebbe dovuto promuovere hanno condotto a promesse e impegni che Big Food smentisce con politiche industriali e commerciali di direzione opposta.
Prosegue la produzione di cibi ultra-processati con profili nutrizionali scadenti e sregolati promossi con strategie di marketing aggressive e insidiose. A discapito della salute delle fasce sociali più deboli e soprattutto dei più giovani, bambini e adolescenti.
Piattaforma UE, la società civile abbandona
Le associazioni europee che rappresentano i consumatori e la società civile – BEUC, EHN, EPHA, CPME, COFACE, World Obesity e IBFAN – escono dalla EU Platform. La decisione è stata resa nota il 3.7.19, con un comunicato stampa conciso ma efficace. ‘La piattaforma, nel suo attuale funzionamento, non è idonea allo scopo’ per cui è stata istituita. (2) Una notizia prevedibile, dopo che il 3.4.19 le stesse organizzazioni – che hanno partecipato al gruppo di lavoro per oltre un decennio – avevano denunciato invano, alla Commissione europea, gravi carenze organizzative e programmatiche.
Le risorse finanziarie per promuovere le attività dell’organismo e la frequenza delle sue riunioni plenarie – dalle 5 del 2005 alle 2 del 2018 – sono progressivamente scemate. L’interesse politico è venuto meno, come dimostra il decennale ritardo sui profili nutrizionali, che la Commissione avrebbe dovuto definire sulla base di apposito mandato del legislatore europeo. Riprova di una carenza di interesse affatto giustificata. E le associazioni hanno insistito, fino all’ultimo, per la ripresa di un dialogo serio e costruttivo con la Commissione europea, DG Sante, sulla messa a punto di strategie e politiche efficaci.
‘Avevamo chiesto un incontro con i servizi della Commissione prima della fine di questa legislatura. Purtroppo, la Commissione non ha accolto questa nostra richiesta di dialogo costruttivo e ciò è particolarmente deludente, dato che la Commissione stessa sta attualmente rivedendo e considerando il futuro della piattaforma… […] In questo momento non riteniamo che la partecipazione continuativa nella piattaforma della società civile tramite le nostre organizzazioni sia un uso produttivo delle nostre risorse’. (3)
Obesità, sovrappeso e malattie correlate, che fare?
L’incapacità del forum brussellese di invertire – o quantomeno mitigare – il trend in crescita di obesità, sovrappeso e malattie correlate è stata denunciata in ripetute occasioni, anche sul nostro sito Great Italian Food Trade. (4) Big Food ha esternalizzato sui sistemi sanitari nazionali i costi crescenti delle malattie croniche non trasmissibili (Non-Communicable Disease, NCDs) causati dalle proprie politiche scriteriate. E la Commissione europea, Direzione generale su salute e sicurezza alimentare è venuta meno ai suoi doveri.
Il teatrino europeo della politica nutrizionale è fallito, bisogna ripartire da zero e introdurre misure cogenti. A partire dall’introduzione del Nutri-Score, che deve essere reso obbligatorio a livello europeo sulle etichette dei prodotti alimentari. Quantomeno sui cibi ultraprocessati, da sottoporre a ulteriori restrizioni allorché squilibrati dal punto di vista nutrizionale. Misure semplici ma efficaci, come il divieto di marketing di cibo-spazzatura, la tassazione di scopo e programmi seri di educazione nutrizionale.
Dario Dongo e Giulia Caddeo
Note
(1) Commissione europea. (2005). Libro verde ‘Promuovere le diete sane e l’attività fisica: una dimensione europea nella prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie croniche’
(2) BEUC et al., comunicato stampa 3.7.19, su https://www.beuc.eu/publications/beuc-x-2019-039_statement_on_leaving_platform.pdf
(4) Si vedano anche i precedenti articoli https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/obesità-infantile-una-sfida-in-salita, https://www.foodagriculturerequirements.com/approfondimenti_1/food-product-improvement-criteri-nutrizionali-e-marketing-come-affrontare-la-crescente-epidemia-di-obesità-e-diabete#