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Stop alla fame in Europa, iniziativa popolare

Stop alla fame che colpisce l’8% della popolazione europea’, ‘Stop starvation!’. È l’iniziativa popolare dei cittadini europei, che la Commissione europea dovrà fare propria e sottoporre all’iter legislativo UE.

Malnutrizione, tra fame ed eccessi. La statistica di Trilussa

Nel 2016 la fame è tornata a crescere nel mondo dopo oltre un decennio di declino, con ulteriore aggravio nel 2017. La situazione è peggiorata anche in Europa e Asia centrale ove attualmente 14,7 milioni di persone sono afflitte da gravi carenze nutrizionali. (1)

La malnutrizione in Europa e nel mondo vive al contempo un’altra emergenza senza pari, in direzione solo in apparenza opposta. Obesità, sovrappeso e patologie correlate. Quelle che un tempo venivano definite le ‘malattie del benessere’ si propagano invece in ogni dove, anche nei Paesi in Via di Sviluppo e in particolare nelle fasce di popolazione meno abbienti. 

Il cibo-spazzatura, junk food, tende infatti a essere più facilmente disponibile dappertutto, nei cinque continenti. Ed è generalmente più economico rispetto ai cibi equilibrati e nutrienti, di cui tutti hanno bisogno.

A chi poco o nulla, a chi troppo e ancor di più. Disuguaglianze, sfruttamenti e speculazioni richiamano alla mente la metafora del pollo coniata da Trilussa, mai così attuale. (2) 

 

Me spiego: da li conti che se fanno

seconno le statistiche d’adesso

risurta che te tocca un pollo all’anno:

e, se nun entra nelle spese tue,

t’entra ne la statistica lo stesso

perch’è c’è un antro che ne magna due’

(‘La statistica’, poesia, Trilussa)

Fame zero, obiettivo ONU 2030

I ‘Sustainable Development Goals’ (SDGs) concordati in sede di Nazioni Unite per il 2030 contemplano ‘fine povertà (estrema)’ e ‘fame zero’, rispettivamente, al 1’ e 2’ posto. (3)

Fame zero’, ‘to End hunger, achieve food security and improved nutrition and promote sustainable agriculture’. Gli Stati membri sono tenuti ad attivarsi in modo concreto con azioni certe e fattibili al fine di perseguire l’Obiettivo di sviluppo sostenibile, cancellando tutte le forme di malnutrizione, incluso la mancanza di micronutrienti e ipernutrizione.

Tutto chiaro a parole. Nei fatti, già nel 2000 i 191 Stati membri ONU avevano assunto l’impegno di eradicare la povertà estrema e la fame nel mondo entro il 2015. Era proprio questo il primo degli 8 Millennium Development Goals

La crisi globale è tuttavia peggiorata, anziché venire risolta, a conferma dell’inaffidabilità di quasi tutti i governi del pianeta, ad eccezione di quello cinese (l’unico ad avere rispettato gli impegni). Così oggi 815 milioni di individui soffrono la fame, che è causa del 45% delle morti di bambini entro i 5 anni di vita (3,1 milioni). Altri 1,2 milioni vivono in condizioni di povertà estrema.

Avanti di questo passo la fame nel mondo colpirà 2,8 milioni di persone di qui al 2050. Basterebbero 267 milioni di US$ di aiuti in più, ogni anno. Noccioline, al confronto delle spese militari che invece continuano a crescere, alimentando terrore e disagi. (4)

Fame in Europa, iniziativa popolare

Il 19.7.18 la Commissione ha registrato l’iniziativa dei cittadini europei ‘Stop alla fame che colpisce l’8% della popolazione europea’.

L’iniziativa dei cittadini è uno strumento innovativo di partecipazione attiva alla politica europea, previsto dal Trattato di Lisbona. (5)

Stop alla fame’ mira a ottenere azioni concrete, da parte dei governi degli Stati membri UE, per garantire l’eradicazione del problema. Le aree di intervento sono 5:

1) ridurre gli sprechi alimentari, con l’obiettivo di recuperare 44 milioni di tonnellate di cibo in Europa entro due anni,

2) introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, onde generare 30 miliardi di euro all’anno,

3) affidare alle autorità pubbliche la responsabilità di gestire il problema della malnutrizione,

4) arrestare i fenomeni speculativi sulle produzioni alimentari,

5) garantire a tutti gli individui un livello base di diritto al cibo, nel rispetto della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

In una parola, ancora una volta, Égalité. Il valore che manca alla società per recuperare gli attributi di civiltà e democrazia.

Dario Dongo e Jessica Trombin

Note

(1) Dati FAO (Food and Agriculture Organization)

(2) Trilussa, alias Carlo Alberto Salustri, 1871-1950

(3) https://www.un.org/sustainabledevelopment/wp-content/uploads/2016/08/2_Why-it-Matters_ZeroHunger_2p.pdf

(4) È bene ricordare che la Siria assediata dalle forze occidentali è uno dei tre primi Paesi per numero di migranti in fuga (dati UNHCR, 2018)

(5) L’iniziativa popolare può venire promossa da 7 cittadini UE, aventi diritto al voto, residenti in almeno 7 Stati membri. A seguito di verifica di ammissibilità e registrazione da parte del collegio dei Commissari, si avvia la raccolta delle firme per un periodo di 12 mesi. Qualora venga raccolto un milione di firme, la Commissione è obbligata ad assumere una decisione motivata, nei tre mesi successivi. Decidendo se dare seguito alla richiesta dell’iniziativa oppure no

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