La tanto attesa riforma organica della disciplina UE sui materiali a contatto con gli alimenti (MOCA o FCM, Food Contact Material) slitta ancora in avanti. La relazione preliminare della Commissione europea – dopo due anni di confronti (workshop, seminari, consultazioni) con le parti interessate (produttori e associazioni) – verrà pubblicata nel 2022, invece che ad aprile 2020. Così ha annunciato Bastian Schupp, funzionario della DG SANTE, alla conferenza annuale di Chemical Watch l’11-12.2.20 a Bruxelles. (1)
MOCA, la riforma-lumaca
A 43 anni dal primo atto normativo sui materiali a contatto con gli alimenti (la direttiva 76/893/EEC, abrogata dal reg. CE 1935/2004), l’Europa sembra ancora allontanarsi dalla disciplina armonizzata di un settore industriale che è spesso causa di gravi rischi per la salute pubblica. La cui produzione rappresenta in Europa un fatturato annuo di circa 100 miliardi di euro, per metà nei segmenti plastica, carta e cartone. (2)
Il rinvio del documento finale della valutazione dei MOCA è legato alla decisione politica di allinearne i tempi con la valutazione d’impatto della legislazione vigente. La quale, secondo il calendario indicato, dovrebbe iniziare quest’anno per giungere a pubblicazione all’inizio del 2022. E solo in seguito la Commissione adotterà una proposta di riforma organica della disciplina europea dei MOCA.
La normativa europea sui MOCA rimane perciò essenzialmente basata sui due regolamenti orizzontali, applicabili a tutti i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti:
– reg. (CE) 1935/04, recante criteri generali, speculare al c.d. General Food Law (reg. CE 178/02),
– reg. (CE) 2023/06, relativo alle GMP (Good Manufacturing Practices) di settore.
Poche normative verticali armonizzate
Normative verticali armonizzate vigono soltanto per alcuni FCM – materiali ceramici, film di cellulosa rigenerata, materie plastiche (compresa la plastica riciclata), materiali attivi e intelligenti.
Altri tre regolamenti si occupano di alcune sostanze impiegate o presenti nei MOCA:
– reg. (UE) 2018/213 sull’uso del bisfenolo A in vernici e rivestimenti destinati a venire a contatto con alimenti,
– reg. CE 1895/2005, che limita l’uso di determinati derivati epossidici nei MOCA,
– direttiva 93/11/CEE sul rilascio di N-nitrosammine e sostanze N-nitrosabili da capezzoli di gomma e succhietti.
La gran parte dei MOCA è invece ancora priva di misure specifiche armonizzate a livello UE. È il caso di adesivi, sughero, vetro, resine a scambio ionico (usate nei filtri per il trattamento dell’acqua), metalli e leghe, multimateriali, carta e cartone, inchiostri , gomma, silicone, vernici e rivestimenti, cera, legno e bambù. Sebbene si tratti di materiali molto presenti negli imballaggi alimentari e negli oggetti di uso quotidiano a contatto con cibo e bevande, e le tossicità siano ricorrenti.
MOCA in plastica, aggiornamenti
I MOCA in plastica sono disciplinati dal reg. (CE) n 10/2011. È la normativa verticale più completa e di dettaglio in questo ambito, che codifica la composizione dei FCM in plastica e fornisce l’elenco delle sostanze ammesse nella fabbricazione di materiali a contatto con gli alimenti. Oltre a stabilire restrizioni d’uso e standard di conformità.
Il regolamento sui MOCA in plastica è soggetto a continui aggiornamenti. Nei prossimi mesi interverranno due ulteriori modifiche, ad aggiungersi alle 14 già adottate:
– la 15a modifica, con entrata in vigore prevista nel secondo quadrimestre 2020, riguarda, tra l’altro, l’inclusione di tre sostanze all’elenco di quelle impiegabili (Argilla montmorillonite modificata con bromuro di esadeciltrimetilammonio, acido fosforoso, estere trifenilico, polimero con alfa-idr-omega-idrossipoli [ossi (metil-1,2-etandiolo)], estere alchilico C10-16) e biossido di titanio trattato in superficie con allumina modificata con fluoruro, anche in forma nanometrica, (3)
– la 16a modifica, attesa per il terzo quadrimestre 2020, ancora in progress, dovrebbe ammettere altre sostanze all’elenco di quelle utilizzabili e tenere conto dei pareri dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sull’impiego nei MOCA di fibre legnose e ftalati. Per 5 di questi ultimi il parere è giunto a pubblicazione appena due mesi fa.
Il parere EFSA sugli ftalati
A dicembre 2019, EFSA ha pubblicato l’aggiornamento della valutazione di rischio di 5 ftalati, sostanze chimiche utilizzate per ammorbidire (o ‘plastificare’) alcuni materiali usati anche nei MOCA. E ha fissato un nuovo livello di sicurezza in termini di dose di assunzione giornaliera tollerabile (DGT), vale a dire la stima della quantità di una sostanza che l’uomo può ingerire quotidianamente nel corso dell’intera esistenza senza alcun rischio apprezzabile per la salute.
Rispetto alla precedente valutazione del 2005, l’EFSA ha fissato una DGT di gruppo in 50 microgrammi per kg di peso corporeo (µg/kg pc) al giorno per quattro dei cinque ftalati (DBP, BBP, DEHP e DINP). E confermato una DGT separata, pari a 150 µg/kg pc, per il solo quinto ftalato oggetto di considerazione, il DIDP.
L’incarico affidato a EFSA dalla Commissione europea riguarda soltanto la tossicità degli ftalati sul sistema riproduttivo. Un’eventualità ampiamente dimostrata per i primi 4 ftalati (diminuzione del testosterone nei feti), ma non per il quinto (tuttavia altamente tossico per il fegato).
Le DGT, sottolinea EFSA, sono fissate su base temporanea, ‘a causa dei margini di incertezza circa effetti diversi da quelli riproduttivi e del contributo degli FCM in plastica all’esposizione complessiva del consumatore agli ftalati’. Ai livelli attuali di esposizione, tuttavia, i 5 ftalati ‘non pongono preoccupazioni in termini di salute pubblica‘. L’esposizione alimentare al gruppo dei 5 è in media di 7 µg/kg pc, 7 volte al di sotto del livello di sicurezza, mentre per i forti consumatori è di 12 µg/kg pc, cioè inferiore di quattro volte. Per il DIDP l’esposizione alimentare per i forti consumatori è di 1.500 volte inferiore al livello di sicurezza.
Note
(1) V. https://www.foodpackagingforum.org/news/conference-on-european-food-contact-regulations
(2) ‘Il mercato delle FCM in Europa rappresenta un fatturato annuo di circa 100 miliardi di euro. La plastica insieme a carta e cartone rappresentano più della metà, seguita da vetro, metallo e macchinari. I settori di adesivi, inchiostri, resine, cere, ceramiche, sughero, legno, gomme, silicone e rivestimenti sono più piccoli. Molti settori hanno una parte significativa di piccole e medie imprese anche se il loro contributo al fatturato è limitato’. Non-harmonised food contact materials in the EU: regulatory and market situation, JRC 2017
(3) V. https://www.foodpackagingforum.org/news/draft-15th-amendment-to-eu-plastic-fcm-regulation
(4) Vittorio Silano, José Manuel Barat Baviera, Claudia Bolognesi, Andrew Chesson, Pier Sandro Cocconcelli, Riccardo Crebelli, David Michael Gott, Konrad Grob, Evgenia Lampi, Alicja Mortensen, Gilles Rivière, Inger‐Lise Steffensen, Christina Tlustos, Henk Van Loveren, Laurence Vernis, Holger Zorn, Jean‐Pierre Cravedi, Cristina Fortes, Maria de Fatima Tavares Poças, Ine Waalkens‐Berendsen, Detlef Wölfle, Davide Arcella, Claudia Cascio, Anna F Castoldi, Katharina Volk, Laurence Castle. Update of the risk assessment of di‐butylphthalate (DBP), butyl‐benzyl‐phthalate (BBP), bis(2‐ethylhexyl)phthalate (DEHP), di‐isononylphthalate (DINP) and di‐isodecylphthalate (DIDP) for use in food contact materials. EFSA Panel on Food Contact Materials, Enzymes and Processing Aids (CEP) https://doi.org/10.2903/j.efsa.2019.5838
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".