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Tossicità chimica dei materiali a contatto con gli alimenti, appello dei ricercatori

La tossicità chimica dei materiali a contatto con gli alimenti (MOCA) è un rischio così noto quanto sottovalutato. 33 ricercatori di fama internazionale – in un documento appena pubblicato su Environmental Health – lanciano un appello. (1) È urgente chiamare a raccolta l’intera comunità scientifica e i decisori politici per correggere le normative e proteggere la salute delle popolazioni.

Tossicità chimica degli imballaggi, le evidenze

La migrazione dei prodotti chimici presenti nei materiali a contatto con gli alimenti è certa. A questo fenomeno, oggetto di ricerca sin dagli anni ‘50 del secolo scorso, sono stati dedicati circa 1200 studi scientifici (validati e pubblicati).

Le sostanze chimiche che migrano nel cibo attraverso imballaggi, contenitori, stoviglie e ogni altro materiale a contatto con gli alimenti si distinguono in due categorie:

– sostanze aggiunte intenzionalmente nella fabbricazione del MOCA. Quali ad esempio gli ftalati e il BPA (bisfenolo-A), usati in numerosi articoli di materiale plastico,

– sostanze derivate da processi di reazione degli additivi o impurità nei materiali, le NIAS (Non-Intentionally Added Substance). Molecole di fatto sconosciute, non testate, che vanno a comporre mix il cui impatto sulla salute (effetto cocktail) è in genere privo di analisi del rischio.

Migliaia di sostanze chimiche a contatto con cibo

Le sostanze autorizzate a livello globale nei MOCA sono 12mila. In Europa, sommando quelle elencate dalle norme UE e le altre impiegate negli Stati membri, se ne utilizzano 8030. Negli Stati Uniti – delle 10.787 sostanze ammesse come additivi alimentari diretti o indiretti – circa la metà sono destinate ai c.d. FCM (Food Contact Material).

In USA si aggiungono tutte quelle sostanze non registrate né notificate alla FDA (Food and Drug Administration), il cui utilizzo è tollerato sulla base del principio GRAS, Generally Recognized As Safe. (2)

La pericolosità di queste sostanze dipende dalla tossicità e dall’esposizione della popolazione. Due dati non sempre disponibili. Secondo gli autori del documento in esame, i dati sulla tossicità di molte sostanze correntemente utilizzate nei MOCA sono parziali o assenti. E mai riferiscono agli effetti tossici sul sistema endocrino, nonostante le correlazioni ripetutamente evidenziate dalla scienza.

Molecole tossiche autorizzate nei MOCA in UE

Altamente tossiche sono le sostanze che il regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) qualifica come ‘estremamente problematiche’ (SVHC, Substance of Very High Concern), vale a dire con un profilo di rischio inaccettabile. Ci si riferisce a cancerogenicità, mutagenicità, tossicità per la riproduzione, interferenza endocrina.

Il regolamento REACH non disciplina le sostanze ammesse nei MOCA. Ma offre un quadro completo delle sostanze chimiche autorizzate in Unione Europea, ivi comprese quelle impiegate nei MOCA. E alcune di tali sostanze, quando utilizzate nei materiali a contatto, migrano negli alimenti e nelle bevande. I ricercatori citano quali esempi diversi orto-ftalati, PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche), perclorati.

Sostanze chimiche tossiche, un male sottotraccia

La valutazione del rischio per la salute della popolazione, in relazione alle sostanze impiegate nei MOCA, è comunemente basata su ipotesi o stime. Gli autori del documento in esame sottolineano tuttavia come a tutt’oggi si ignori lo scenario reale. L’esposizione a sostanze chimiche tossiche – come già evidenziato in un recente studio britannico – deriva infatti dai MOCA ma anche da una miriade di oggetti d’uso quotidiano, compresi i tessuti e i prodotti per l’igiene personale.

Medici ed epidemiologi d’altra parte non sono ancora riusciti a identificare una causalità diretta tra l’offesa chimica e l’insorgenza delle più gravi malattie. Al di fuori dei casi di interferenza endocrina, linearmente associati ad alcune sostanze (es. BPA, ftalati). Eppure, ‘i costi aggiuntivi delle malattie correlati all’esposizione a sostanze chimiche dannose per il sistema endocrino sono significativi, con annualmente 340 miliardi di dollari negli Stati Uniti e 217 miliardi di dollari nell’UE‘, spiegano i ricercatori.

L’agenda dei ricercatori esperti

L’appello rivolto ai responsabili politici, i regolatori, i produttori di imballaggi per alimenti, la società civile e gli scienziati tutti è ‘rivolgere maggiore attenzione alla valutazione della sicurezza delle sostanze chimiche a contatto con gli alimenti, un’importante opportunità per la prevenzione di malattie croniche associate a esposizioni chimiche pericolose.’

7 aree di intervento urgente vengono indicate dagli esperti:

1 – eliminare dai materiali a contatto con alimenti le sostanze chimiche pericolose. Rivedere perciò l’elenco di quelle autorizzate ed eliminare quelle SVHC,

2 – sviluppare sostanze alternative più sicure, procedendo a identificazione e caratterizzazione dei pericoli prima dell’uso su larga scala degli FCC,

3 – aggiornare i criteri di valutazione del rischio, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche. Le sostanze autorizzate per il contatto alimentare che sono attualmente in uso dovrebbero venire rivalutate di conseguenza, con procedure trasparenti,

4 – includere il rischio di perturbazione endocrina nella valutazione di tutte le sostanze chimiche che migrano dai MOCA e di quelle aggiunte intenzionalmente,

5 – accertare la tossicità delle miscele di sostanze chimiche impiegate nei MOCA per i rischi gravi, come la genotossicità, la mutagenicità e la perturbazione endocrina,

6 – rafforzare i regolamenti e dotare di apposite risorse le autorità di vigilanza. (3) Bisogna assolutamente escludere la migrazione negli alimenti di sostanze cancerogene,

7 – trovare soluzioni pratiche, attraverso un dialogo con tutte le parti interessate (multi-stakeholder). Allo scopo di identificare soluzioni sostenibili, centrate sull’obiettivo di proteggere l’uomo e l’ambiente attraverso imballaggi al contempo sicuri e consoni a un’economia circolare.

La Commissione europea invece latita. Dopo avere ritardato le doverose misure in tema di interferenti endocrini ha poc’anzi posticipato di due anni il progetto di revisione complessiva della disciplina dei MOCA. La sicurezza chimica rimane priva di tutele.

Marta Strinati e Dario Dongo

Note

(1) Muncke, J., Andersson, A., Backhaus, T. et al. Impacts of food contact chemicals on human health: a consensus statement. Environ Health 19, 25 (2020). https://doi.org/10.1186/s12940-020-0572-5

(2) Il principio GRAS (Generally Recognized As Safe) – adottato in USA sui materiali a contatto (v. https://www.fda.gov/food/food-ingredients-packaging/generally-recognized-safe-gras) e su altre sostanze che entrano a fare parte degli alimenti (es. additivi alimentari, pesticidi) è emblematico della radicale difformità di approccio alla sicurezza alimentare. Laddove il GRAS di fatto consente di immettere sul mercato tutte le sostanze di cui non si sia accertata la pericolosità.

Il principio di precauzione che vige in UE, al contrario, comporta il divieto d’impiego di qualsivoglia materiale ogni qualvolta esista un dubbio sulla sua sicurezza e manchi il consenso scientifico sull’assenza di rischi per la sicurezza alimentare e l’ambiente

(3) Controlli e sanzioni sui Materiali e gli Oggetti a Contatto con gli Alimenti sono affidati in Italia alle ASL, mediante d.lgs. 27/17 (v. https://www.foodagriculturerequirements.com/archivio-notizie/moca-materiali-e-oggetti-a-contatto-con-gli-alimenti-le-sanzioni-in-italia_1). E con quali strumenti potrà venire formato il personale ispettivo, ‘senza alcun maggior onere’ per la finanza pubblica, come stabilito in tale decreto?

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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