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Single-Use Plastics, l’Italia a rischio di infrazione UE

La Commissione europea ha messo in mora l’Italia, che rischia ora di subire una procedura d’infrazione UE, per l’inesatto recepimento della Single-Use Plastics (SUPs) Directive No 2019/904/CE.

1) Single-Use Plastics (SUPs) Directive, recepimento in Italia

Single-Use Plastics (SUPs) Directive No 2019/904/CE, come si è visto, è un tassello fondamentale nel Pacchetto sull’Economia Circolare per la riduzione dei rifiuti in vari settori produttivi e di consumo. La direttiva SUPs aspira a ridurre l’utilizzo degli imballaggi in plastica monouso ed è stata recepita in Italia con il d.lgs. 8 novembre n. 196. (1)

Il provvedimento italiano, così come la direttiva SUPs, introduce il divieto all’immissione in commercio di una serie di oggetti monouso quali posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette), piatti, cannucce, agitatori per bevande, contenitori per alimenti e bevande, nonché i soli bicchieri e tazze in polistirene espanso (d.lgs. 196/21, articolo 5.1 e Allegato, Parte B. V. nota 2).

2) Italia, le deroghe nazionali

Il recepimento della direttiva SUPs nella normativa italiana, come chi scrive ha a suo tempo annotato, (2) prevede tuttavia alcune deroghe non contemplate nel provvedimento europeo:

– la definizione di ‘plastica’ esclude i ‘rivestimenti in plastica aventi un peso inferiore al 10% rispetto al peso totale del prodotto, che non costituiscono componente strutturale principale dei prodotti finiti’. Un escamotage che di fatto sottrae al divieto i piatti e bicchieri in cartone rivestito in plastica

– gli articoli monouso in plastica biodegradabile e compostabile, se certificati come conformi agli standard europei UNI EN 13432 o UNI EN 14995 e prodotti con almeno il 40% di materia prima rinnovabile (il 60%, dall’1.1.24), sono altresì esclusi dal divieto .

3) Messa in mora dell’Italia, rischio di infrazione UE

L’esecutivo europeo, due anni e mezzo dopo il recepimento della direttiva SUPs in Italia, ha notificato al governo di Roma una lettera di messa in mora – che precede l’avvio di una procedura d’infrazione – per le ragioni che seguono:

– mancato rispetto della Single-Use Plastics (SUPs) Directive No 2019/904 sugli oggetti in plastica monouso

– violazione della procedura di notifica delle norme tecniche nazionali a Bruxelles, ai sensi della TRIS (Technical Regulations Information System) Directive (EU) No 2015/1535.

La lettera di messa in mora, datata 23 maggio 2024, concede al governo italiano (come d’uso) due mesi di tempo per fornire giustificazioni ed esporre le proprie tesi.

4) Contestazioni

Le contestazioni della Commissione europea riguardano ben 13 punti del decreto legislativo 196/2021, oltre alla mancata notifica preventiva del provvedimento a Bruxelles, secondo quanto riferito dalla rivista Polimerica che ha avuto accesso alla lettera di messa in mora.

In aggiunta alle due deroghe richiamate nel precedente paragrafo, la Commissione europea infatti contesta all’Italia:

– gli incentivi per l’acquisto e l’uso di prodotti realizzati con materiali biodegradabili e/o compostabili (solo in Italia sottratti al divieto europeo)

– le limitazioni della responsabilità estesa del produttore alla mera copertura dei costi di raccolta dei rifiuti per i prodotti interessati ‘in misura proporzionale al peso della componente plastica rispetto a quello del prodotto’ (d.lgs 196/2021, art. 8)

– la marcatura degli imballaggi

– l’utilizzo improprio, in alcuni articoli del decreto, del riferimento al territorio nazionale

– alcune definizioni secondarie, tra cui quella di impianto portuale di raccolta

– omissioni nelle norme che riguardano la vendita, il recupero e il monitoraggio di attrezzi da pesca contenenti plastica. (3)

5) Italia, campione di infrazioni UE

Le procedure d’infrazione aperte nei confronti dell’Italia sono già 65, riferisce il Dipartimento per gli affari europei presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, guidato dal ministro Raffaele Fitto. (4)

L’inadempimento agli impegni assunti in sede UE, vale la pena ricordare, comporta l’applicazione di sanzioni milionarie a danno degli Stati membri. Come si è visto nel caso dei gravi inadempimenti al trattamento delle acque reflue urbane. (5)

Marta Strinati e Dario Dongo

Note

(1) D.lgs. 8.11.21 n. 196. Attuazione della direttiva (UE) 2019/904, del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente. In GU 30.11.21, Serie Generale n. 285, Supplemento Ordinario n. 41. https://bit.ly/31bzmOp

(2) Dario Dongo, Luca Foltran. Direttiva SUP, d.lgs. 196/21. Nuove regole su oggetti in plastica monouso dal 14.1.22. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.12.21

(3) SUP, ecco cosa contesta la UE all’Italia. Polimerica. 22.7.24 https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=32258

(4) V. http://eurinfra.politichecomunitarie.it/ElencoAreaLibera.aspx

(5) Dario Dongo, Giulia Torre. Acque reflue in agricoltura, salute pubblica e sicurezza alimentare. Le regole UE e il disastro italiano. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.3.22

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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