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Riduzione, riutilizzo e riciclo degli imballaggi in UE. La proposta di PPWR

Il 22 novembre 2022 la Commissione europea ha adottato la proposta di PPWR, Packaging and Packaging Waste Regulation, volta a promuovere la riduzione, riutilizzo e riciclo degli imballaggi (1). Uno schema di regolamento in linea con il Piano di azione UE sull’economia circolare, già approvato dal Parlamento europeo il 10 febbraio 2021. (2)

1) Imballaggi e rifiuti da imballaggio, la proposta di regolamento

La proposta di regolamento in esame è volta ad aggiornare la disciplina di imballaggi e rifiuti da imballaggio immessi nel mercato interno, ivi inclusi quelli in arrivo da Paesi extra-UE (proposta PPWR, art. 4). In abrogazione della dir. 94/62/CE nonché riforma del reg. UE 2019/1020 e della direttiva UE 2019/904).

L’etichettatura ambientale degli imballaggi deve altresì venire armonizzata a livello europeo, a fronte di quel caleidoscopio di norme nazionali che di fatto tuttora ostacola la libera circolazione delle merci, provocando confusione nei consumatori e gravi oneri per le imprese. (3)

2) Riduzione, riutilizzo e riciclo del packaging, gli obiettivi

Il settore degli imballaggi è oggi il primo utilizzatore in UE di materiali vergini (per il 50% della carta e il 40% della plastica), oltre a esprimere il 36% dei rifiuti solidi urbani. I volumi di tutti gli imballaggi, riciclabili e non, sono oltretutto aumentati nel corso degli ultimi anni.

Gli imballaggi riciclabili spesso non vengono valorizzati, anche a causa di inadeguatezza o inesistenza delle infrastrutture necessarie. (4) Aumentano così pure le emissioni di gas serra e l’inquinamento. (5) La Commissione propone perciò una serie di obiettivi di economia circolare.

3) RIDUZIONE

La progettazione degli imballaggi deve ridurne al minimo il peso e il volume. Tutti gli spazi vuoti che hanno quale unico scopo l’aumento della la percezione visiva del prodotto non saranno più ammessi.

Gli ‘spazi vuoti’ vietati comprendono quelli riempiti da carta ritagliata, cuscini d’aria, bolle d’aria, spugne e schiuma di riempimento, lana di legno, polistirolo, trucioli di polistirolo o altri materiali di riempimento (art. 9).

Le ‘buste molto leggere’, generalmente utilizzate per frutta e verdura, dovranno venire drasticamente ridotte. Senza tollerare un consumo maggiore di 40 buste/ anno pro-capite, entro fine 2025 (proposta PPWR, art. 29).

4) RIUTILIZZO

Riutilizzo e refill sono al secondo posto nella scala di Lansink, il paradigma dell’economia circolare. Il packaging riutilizzabile o ricaricabile è quello che permette un numero maggiore di impieghi e movimentazioni. Le operazioni di ricarica e svuotamento devono garantire l’integrità del materiale e il rispetto degli standard di igiene e sicurezza (proposta PPWR, art. 10). Il sistema di ricarica o di riuso deve funzionare dietro il pagamento di una cauzione da parte dell’utente (art. 25).

Distributori automaticitake-away e food delivery sono soggetti agli obiettivi di riuso fissati in due tappe, entro l’inizio del 2030 e l’inizio del 2040:

  • distributori di bevande calde o fredde. 20% dei contenitori riutilizzabile o ricaricabile dal 2030, l’80% dal 2040,
  • cibi pronti, 10% e 40%,
  • alcolici e altre bevande da asporto (eccetto il vino). 10% dal 2030 e 25% dal 2040,
  • vino, 5% dal 2030 e 15% dal 2040 (proposta PPWR, art 26).

4.1) Imballaggi secondari e di logistica, ecommerce

Il riuso degli imballaggi secondari e di logistica segue obiettivi variamente ambiziosi. Il 90%, a partire dal 2030, per i materiali di trasporto di grandi elettrodomestici. Ma solo il 30% per pallet e cassette di plastica, al 2030 (fino a raggiungere il 90% dal 2040).

È incomprensibile il privilegio agli operatori di ecommerce, laddove (per i prodotti diversi dagli alimenti) si prevede solo il 10% di riuso degli imballaggi dal 2030, il 50% dal 2040. (7) In ogni caso gli imballaggi, ça va sans dire, devono venire inseriti in un sistema di riuso effettivo e non ipotetico.

4.2) Sistemi di deposito e ritorno

Gli Stati Membri dovranno garantire l’istituzione di Deposit Return Systems (DRS), in particolare su:

  • bottiglie in plastica monouso con capacità fino 3 litri,
  • contenitori per bevande monouso in metallo con capacità fino 3 litri.

Sono esclusi i contenitori per latte, vini e bevande spiritose. Una meno comprensibile deroga è poi prevista a favore di quei Paesi che riciclino il 90% di questi materiali o che presentino un piano per il loro riciclo entro l’inizio del 2027 (proposta PPWR, art. 44). (8)

5) RICICLO

Tutti i materiali degli imballaggi, a partire dal 2030, dovranno essere riciclabili. E le materie ottenute dal riciclo dovranno essere di qualità tale da poter costituire materie prime secondarie (proposta PPWR, art. 6). Il riciclo dovrà raggiungere gli obiettivi intermedi e finali di cui a seguire, entro fine 2025 e fine 2030 rispettivamente:

  • per tutti gli imballaggi, 65% (2025) e 70% (2030),
  • plastica, 50% e 55%,
  • legno, 25% e 30%,
  • metalli ferrosi, 70% e 80%,
  • alluminio, 50% e 60%,
  • vetro, 70% e 75%,
  • carta e cartone, 75% e 85% (proposta PPWR, art. 46).

5.1) Plastica da riciclo nei MOCA

I materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA) dovranno contenere percentuali minime di materiale riciclato, con obiettivi fissati a inizio 2030 e inizio 2040:

  • MOCA in PET (6), 30% al 2030, 50% al 2040,
  • imballaggi in materiali plastici diversi dal PET (a eccezione delle bevande monouso), 10% e 50%,
  • bottiglie in plastica per bevande monouso, 30% e 65%,
  • altri MOCA, 35% e 65%.

Entro fine 2026 la Commissione potrà adottare atti di esecuzione ove stabilire i metodi di calcolo e verifica della quota di materiali riciclati (proposta PPWR, art. 7).

5.2) Bioplastiche compostabili

Le etichette adesive su frutta e verdura, le ‘buste molto leggere’ (v. supra, par. 3), le cialde per caffè e i filtri del tè – entro due anni dall’entrata in vigore del regolamento – dovranno essere compostabili ‘in condizioni industriali controllate in impianti di trattamento dei rifiuti organici’ (proposta PPWR, art. 8). (9)

Si sottolinea che gli imballaggi compostabili non devono pregiudicare la riciclabilità degli altri flussi di rifiuti. Si riferisce al problema della contaminazione dei rifiuti plastici urbani con le bioplastiche e la mancanza di impianti atti al compostaggio di tale materiale.

6) Etichettatura ambientale

L’etichettatura ambientale degli imballaggi, a cui è dedicato il Capitolo III del regolamento, deve venire finalmente armonizzata a livello europeo. Le etichette dovranno informare i consumatori sulla composizione del packaging e indicare se esso fa parte del sistema di restituzione. In tal caso, l’etichetta dovrà contenere un QR code che riferisca sulla riutilizzabilità, il calcolo viaggi e rotazioni e la disponibilità di un sistema di riutilizzo e raccolta.

Ulteriori informazioni riguardano la quota di materiale da riciclo, la modalità di smaltimento degli imballaggi o dei singoli materiali che costituiscono l’imballo nonché il ruolo degli utenti finali per contribuire alla prevenzione dei rifiuti. Non devono viceversa comparire marchi o simboli che possano indurre in errore il consumatore in merito ai requisiti di sostenibilità degli imballaggi.

7) Italia, reazioni varie

Reazioni varie alla proposta di Bruxelles si sono registrate proprio in Italia. Ove i tassi medi di riciclo sono nel complesso apprezzabili, come si è visto, (10) mentre il riutilizzo appartiene purtroppo alla storia.

7.1) Voci contrarie

Confindustria e Federdistribuzione, Conai e anche un sindacato (CISL), oltre al neo ministro dell’Ambiente, hanno criticato la scelta di un regolamento – cioè un sistema di regole uniformi – in luogo di una direttiva (invece soggetta a variabili nazionali).

Si tratterebbe di un ‘regolamento ideologico’, a dire del viceministro dell’ambiente Vannia Gava, secondo cui il sistema di deposito con cauzione andrebbe a ‘smantellare il sistema dei consorzi in Italia [..] che garantiscono eccellenti livelli di riciclo con cui l’Italia ha superato con 9 anni di anticipo i target UE’. (11) Così per Stefan Pan, delegato di Confindustria per l’Europa, la proposta di regolamento ‘gela la strategia del riciclo degli imballaggi per puntare sul riutilizzo’ travolgendo 700 mila aziende che rischierebbero la chiusura. (12)

Conai addirittura afferma l’inutilità del deposito cauzionale rispetto al sistema della raccolta differenziata tradizionale, come se riuso e riciclo fossero la stessa cosa. (8) E stima una spesa di 2,3 miliardi di euro per 100 mila Reverse Vending Machine. (13)

7.2) Il valore del deposito con cauzione

Il Deposit Return System (DRS), al di là delle reazioni di cui sopra, si è invece rivelato essere molto efficiente nei Paesi UE ove è stato adottato. Per il recupero degli imballaggi, soprattutto delle bevande. La Slovacchia ha così raggiunto in un anno il formidabile risultato dell’80% della raccolta di plastica.

Il valore del sistema di deposito con cauzione è infatti riconosciuto anche in Italia. I Comuni Virtuosi vi hanno dedicato un’apposita campagna a cui Great Italian Food Trade aderisce. (14) In linea tra l’altro con il Manifesto del Riutilizzo di PLEF (Planet Life Economy Foundation). (15)

Uno studio di Assobibe peraltro dimostra come l’adozione di una RVM (Reverse Vending Machine) ogni 2.073 abitanti, come in Germania, comporterebbe per l’Italia un fabbisogno di 25.534 macchine, un quarto di quelle indicate da CONAI. (13)

7.3) Costi e benefici

La responsabilità estesa dei produttori comporta che essi si dovranno accollare i costi dello smaltimento degli imballaggi dei loro prodotti (proposta PPWR, art. 40. In linea con l’art. 8 della dir. 2008/98/CE). E il sistema di deposito con cauzione risulta utile, tra l’altro, anche alla raccolta selettiva dei materiali d’imballo (es. bottiglie in PET).

Gli Stati Membri del resto già versano all’UE 800 euro per ogni ton di rifiuti in plastica non riciclata. Una spesa pubblica costata all’Italia, nel 2021, 744 milioni di euro. Vale a dire più dell’investimento richiesto per installare le 25 mila RVM prospettate da Assobibe ai costi indicati da Conai. Il sistema ha perciò una convenienza economica che si aggiunge ai benefici ambientali.

8) Prospettive

Il progetto di Packaging and Packaging Waste Regulation è soggetto a procedura legislativa di codecisione. Vale a dire che è necessario raggiungere un’intesa tra Parlamento europeo e Consiglio, in accordo con la Commissione europea. V’è da sperare che i politici italiani imparino presto a rappresentare gli interessi collettivi dei cittadini, anziché quelli particolari di singole lobby.

Dario Dongo e Alessandra Mei

Note

(1) European Commission. Proposal for a revision of EU legislation on Packaging and Packaging Waste https://environment.ec.europa.eu/publications/proposal-packaging-and-packaging-waste_en

(2) Dario Dongo, Giulia Torre. Economia circolare, risoluzione del Parlamento europeo sul piano d’azione. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.3.21

(3) Dario Dongo, Giulia Torre. Etichettatura ambientale degli imballaggi, nuove regole al via l’1.1.23. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.10.22

(4) Il tasso di riciclo degli imballaggi in plastica, si ricorda, è ancora molto basso rispetto ad altri materiali. Oltre a essere causa di inquinamento da microplastiche di atmosfera, acque superficiali e di falda, suoli. V. Dario Dongo. Plastica in imballaggi e in agricoltura, un guaio per ambiente e salute. Rapporto della Corte dei Conti UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.1.21

(5) Dario Dongo, Alessandra Mei. Plastica ed emissioni di gas serra, un‘emergenza da prevenire. Studio scientifico. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.2.20

(6) Marta Strinati. Plastica riciclata negli imballaggi alimentari, nuovo regolamento UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.9.22

(7) Marta Strinati. La sostenibilità dell’ecommerce. Lo studio VVA per il Parlamento europeo. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.12.22

(8) Il riutilizzo è una pratica di gestione dei materiali unanimemente favorita rispetto al riciclo, in una logica di economia circolare e LCA (Life-Cycle Assessment), poiché quest’ultimo postula la costruzione di nuovi imballaggi invece non richiesta in ipotesi di riuso

(9) Non a caso il leader mondiale delle capsule da caffè, Nespresso, si è finalmente orientato in questa direzione. Per mettere fine, meglio tardi che mai, a una produzione di imballaggi del tutto insostenibile. V. Dario Dongo. Caffè in capsule, costi ambientali e rischi per la salute. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.4.19

(10) Marta Strinati. Riciclo degli imballaggi, l’esempio italiano e le nuove sfide. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.12.21

(11) Imballaggi, il Viceministro Vannia Gava: regolamento ideologico misure inadeguate che condannano le eccellenze italiane. https://www.mite.gov.it/notizie/imballaggi-viceministro-vannia-gava-regolamento-ideologico-misure-inadeguate-che-condannano?fbclid=IwAR2EZbjyQB2EUNGf6sZczLhJ7tZYSkm0aHr1bV0oSmuly2c9BumAjeva8iA Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. 30.11.22

(12) Sara Deganello. Imballaggi, sulle nuove regole UE le imprese puntano allo slittamento. https://www.ilsole24ore.com/art/imballaggi-nuove-regole-ue-imprese-puntano-slittamento-AEooaNDC Il Sole 24 Ore. 2.11.22

(13) Il Deposito Cauzionale al centro del dibattito pubblico è un’ottima notizia, nonostante tutto. https://buonrendere.it/2022/11/28/il-deposito-cauzionale-al-centro-del-dibattito-pubblico-e-unottima-notizia-nonostante-tutto/ A Buon Rendere. 28.11.22

(14) Marta Strinati. Sistema di deposito cauzionale per le bottiglie delle bevande. La campagna dei Comuni Virtuosi. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.3.22

(15) Marta Strinati. Incentivare il riutilizzo dei contenitori alimentari, il Manifesto PLEF. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.6.22

Alessandra Mei

Laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna, ha frequentato il Master in Food Law presso la stessa Università. Partecipa alla squadra di WIISE srl benefit dedicandosi ai progetti europei e internazionali di ricerca e innovazione.

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