Il progetto di adottare in Francia il sistema del deposito cauzionale per le bottiglie in plastica è oggetto di un dibattito serrato. Le parti sociali interessate – industria, ONG ed enti locali – sono state convocate dalla ministra della Transizione ecologica, Bérangère Couillard, che ha programmato una decina di incontri per raggiungere una decisione quanto più possibile condivisa entro il primo semestre dell’anno. (1)
Deposito cauzionale, le resistenze in Francia
L’idea di varare un sovrapprezzo a titolo di cauzione su ogni bottiglia di plastica era già stata proposta ma rimasta in sospeso – il 10 febbraio 2020, in occasione del voto sulla legge antispreco e per un’economia circolare – a causa della strenua opposizione degli enti locali.
Il Parlamento di Parigi aveva quindi dato il via a un’ampia serie di misure, rinviando la trattazione del Deposit Return Scheme (DRS) a ulteriore confronto, per giungere a una conclusione entro giugno 2023.
Tassi di riciclo da migliorare
Il ricorso al deposito cauzionale viene considerato dalla ministra Couillard il tassello mancante – e indispensabile – per aumentare i tassi di riciclo delle bottiglie di plastica. I livelli di raccolta sono ancora insufficienti, in Europa come pure in Francia. Ove la media nazionale è del 60% (con eccellenze locali dell’80%), lontana dall’obiettivo del 77% entro il 2025.
Il sistema DRS – già applicato con successo in altri Paesi (2) – prevede l’applicazione di un sovrapprezzo alla bevanda imbottigliata nella plastica (PET e HDPE, in primis) come pure nella lattina o nel cartone in poliaccoppiato. L’importo viene poi recuperato dai consumatori mediante restituzione dell’imballaggio vuoto.
In Germania, ad esempio, il deposito cauzionale sulle bottiglie varia da 15 a 25 centesimi di euro in funzione del tipo di plastica. E il reso (pfand) è disponibile in ogni supermercato.
La guerra del PET
Tra gli oppositori al deposito cauzionale si pongono da sempre le ONG ambientaliste, che chiedono di ridurre tout court l’impiego della plastica, per rallentare l’inquinamento globale.
Gli enti locali in Francia rimangono però i più strenui oppositori. I Comuni operano infatti con un sistema di gestione differenziata dei rifiuti (conferiti dai cittadini nel cassonetto giallo) che ha richiesto investimenti significativi, da parte delle amministrazioni locali, per lo smistamento rapido e puntuale dei diversi materiali.
Il rifiuto plastico più prezioso è il PET, utilizzato per produrre la gran parte delle bottiglie in plastica. Ed è facilmente riciclabile, poiché richiesto dall’industria che lo reimpiega nella produzione di nuove bottiglie. Sul mercato vale dai 600 ai 700 euro a tonnellata. Si spiega così la resistenza dei Comuni a ’vedersi sottratto’ il materiale dai raccoglitori automatici.
L’industria che utilizza – ed è obbligata a utilizzare – il PET riciclato a sua volta resiste poiché teme gli ulteriori rincari sia di questa ‘materia prima seconda’, sia dei prodotti finali soggetti a deposito cauzionale. Con buona pace ai dichiarati impegni verso l’economia circolare.
Doppia tassa sui consumatori
Un altro elemento di disaccordo poggia sulla doppia tassazione dei cittadini-consumatori, i quali già pagano la tassa comunale sullo smaltimento dei rifiuti. Con il deposito cauzionale verrebbero gravati di un secondo prelievo (al quale idealmente dovrebbe corrispondere una riduzione del primo, ndr), nonché costretti a recarsi ai punti di deposito per recuperarlo.
Un ulteriore timore è la diffusione del saccheggio dei cassonetti gialli per estrarne il PET da monetizzare. Un fenomeno già emerso nelle città che hanno installato le macchine automatiche che erogano un compenso per ogni bottiglia conferita.
Il problema sono le altre plastiche?
L’associazione Amorce, che riunisce le comunità che organizzano la raccolta e lo smistamento dei rifiuti, afferma poi che la priorità nella gestione dei rifiuti non sarebbero le bottiglie, a suo dire già ben gestite, ma tutte le altre plastiche usate negli imballaggi alimentari (yogurt, patatine), nei giocattoli, nei pannolini (il cui recupero segue un canale diverso, ndr), la cui raccolta sarebbe prossima allo zero. (3)
A differenza del deposito per il vetro, che viene lavato e (in quota tuttora minimale, ndr) destinato al riutilizzo, il recupero delle bottiglie in plastica è finalizzato alla triturazione e riciclo. La stessa destinazione già raggiunta con la raccolta differenziata esistente, secondo Amorce, che perciò lamenta la concorrenza dei due sistemi (senza però considerare la migliore qualità dei materiali raccolti con il DRS, ndr).
La dispersione nei consumi ‘hors foyer’
La dispersione delle bottiglie in plastica, secondo il manager di Amorce, non riguarda i consumi domestici, ma quelli fuori casa. Gli ‘hors foyer’, vale a dire la bottiglia che si compra in una panetteria e si beve andando al lavoro o quella che si acquista allo stadio. In questo caso la raccolta è a zero e dovrebbe venire organizzata (con l’installazione di più punti di raccolta nel sistema DRS, ad esempio, ndr).
Situazione analoga si verifica nelle aree a più spiccata vocazione turistica. ‘In Île-de-France, a Paca, oggi viene raccolta meno della metà di questi rifiuti. Sarà perché in queste regioni turistiche il volume gettato nei cassonetti stradali è maggiore? L’idea di questa consultazione è identificare soluzioni’, riconosce la ministra. (4) Che guarda avanti, ricordando l’obiettivo, ben oltre il deposito cauzionale.
‘Entro il 2025, il 77% delle nostre bottiglie di plastica dovrà essere riciclato. Vogliamo anche dimezzare il numero di queste bottiglie usa e getta e riciclarne il 90% entro il 2030. Siamo al 60%. Il passo da compiere è grande’.
Marta Strinati
Note
(1) Bérangère Couillard lance une concertation sur la mise en place éventuelle d’une consigne des bouteilles. Ministère de la Transition écologique et de la Cohésion des territoires 19.1.23 https://www.ecologie.gouv.fr/berangere-couillard-lance-concertation-sur-mise-en-place-eventuelle-dune-consigne-des-bouteilles
(2) Marta Strinati. Sistema di deposito cauzionale per le bottiglie delle bevande. La campagna dei Comuni Virtuosi. GIFT (Gret Italian Food Trade). 13.3.22
(3) Mise en place éventuelle d’une consigne pour les bouteilles en plastique : “Les Français vont payer deux fois”, déplore l’association Amorce. FranceInfo. 30.1.23. https://www.francetvinfo.fr/monde/environnement/mise-en-place-eventuelle-d-une-consigne-pour-les-bouteilles-en-plastique-les-francais-vont-payer-deux-fois-deplore-l-association-amorce_5630606.html
(4) ENTRETIEN. Les bouteilles en plastique bientôt consignées ? « Une décision sera prise en juin ». Ouest France. 29.1.23 https://www.ouest-france.fr/environnement/dechets/entretien-les-bouteilles-en-plastique-bientot-consignees-une-decision-sera-prise-en-juin-47c1e118-9c9e-11ed-92eb-e890e5f5f960

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".