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Bottiglie leggere e più riciclo, la via alla decarbonizzazione del vetro Made in Italy

L’industria italiana del vetro, prima in Europa per la produzione di contenitori, presenta i dati sulla decarbonizzazione delle produzioni. Alcuni impianti sono già in vantaggio. Pesa però l’assenza di misure incentivanti, varate invece in altri Paesi. Lo scenario è stato illustrato a Roma, il 9 aprile 2024, da Assovetro, l’associazione degli industriali del vetro aderente a Confindustria.

La strategia del vetro Made in Italy per la decarbonizzazione

Nel biennio 2021-2022 l’industria italiana del vetro ha avviato importanti investimenti per ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2.

La strategia poggia essenzialmente su

  • elettrificazione, aumento delle quote di energie rinnovabili utilizzate, nuovi combustibili
  • piani stringenti di riduzione dei gas serra per gli impianti produttivi attraverso nuove soluzioni tecnologiche
  • interventi sul prodotto, come l’alleggerimento di peso di bottiglie e vasetti e un maggior utilizzo di rottame di vetro nella produzione. Quest’ultimo ha consentito di ridurre le emissioni di 1.042.295 tonnellate di CO2 equivalente nel 2022.

Sostegno alla transizione, l’esempio di Germania e USA

L’associazione degli industriali del vetro sottolinea che la transizione energetica in un settore tanto energivoro richiede un supporto politico ed economico che altrove è già realtà.

‘Le soluzioni tecnologiche per un cambio di paradigma energetico ci sono ma non basta, occorre definire un quadro normativo-regolatorio chiaro e duraturo, con adeguati sistemi incentivanti che rendano sostenibili gli investimenti per le aziende. 

Altri Paesi, per facilitare la transizione energetica della propria industria energivora, hanno varato piani di supporto economico: la Germania ad esempio, con i ‘ contratti di protezione del clima’ , e gli USA con sovvenzioni per 6 miliardi di dollari.  

Le aziende del vetro stanno facendo la loro parte. Il nostro report di sostenibilità ci dice che il 68% del campione esaminato ha formalizzato una roadmap di decarbonizzazione al 2030 e 2050 e molte vetrerie stanno già attuando importanti cambiamenti sia nel campo dei processi industriali che dei prodotti’, dichiara Marco Ravasi, Presidente di Assovetro.

I numeri della decarbonizzazione del vetro

Il percorso dell’industria italiana del vetro verso un sistema produttivo più sostenibile viene illustrato da Assovetro con i seguenti dati:

– la quota di energia rinnovabile, autoprodotta o acquistata, ha rappresentato oltre l’11% nel 2022 (+1% rispetto all’anno precedente) sul totale dei consumi

– il peso delle bottiglie di vino è diminuito in media del 12% negli ultimi 10 anni. Ciò comporta un minore consumo di materie prime, di energia e, di conseguenza, genera minori emissioni di CO2,

– l’utilizzo del rottame di vetro ha finora raggiunto una media dell’85/87% nella produzione delle bottiglie scure (con un risparmio pari a 0,67 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di vetro prodotto). Se tutti i forni italiani che producono bottiglie chiare (quelle che utilizzano una minor quantità di rottame) passassero al vetro scuro le emissioni di CO2 diminuirebbero di circa l’8%.

Il Rapporto di Sostenibilità 2023 mostra come l’industria del vetro abbia altresì ridotto, tra il 2016 e il 2022, le emissioni di

– ossidi di azoto (NOX),  -41%,

– ossidi di zolfo (SOX)), -49%

– polveri, -53%.

I consumi idrici sono a loro volta diminuiti in misura significativa, grazie a un importante contributo del recupero. -39% tra il 2016 e il 2022, -7,2% tra il 2021 e il 2022.

Transizione energetica, i migliori esempi

Tre industrie italiane del vetro vengono portate ad esempio nella riduzione della propria impronta carbonica.

1) Biomassa locale e teleriscaldamento a Fossalta di Portogruaro

Zignago Vetro – 3 miliardi di contenitori l’anno – ha da tempo stabilito obiettivi strategici al 2030 e si è dotata di un vero e proprio Piano di decarbonizzazione.

Un’iniziativa chiave di questo percorso è l’impianto di Fossalta di Portogruaro alimentato ad energia rinnovabile prodotta dall’impianto a biomassa di Zignago Power che rifornisce quasi il 100% dell’elettricità consumata dalla vetreria e copre circa il 38% del fabbisogno di energia elettrica del Gruppo.

La centrale termoelettrica di Zignago Power di Fossalta di Portogruaro utilizza quali combustibili biomassa di scarto (residui di potatura, scarti di segheria etc.) da filiera corta. Recuperando altresì parte dell’energia termica dei fumi di combustione sia per produrre acqua calda, sia per alimentare una rete di teleriscaldamento.

2) Preriscaldamento dei gas e bottiglie leggere da Verallia

Verallia (10mila dipendenti e 34 stabilimenti di produzione) sta portando avanti il progetto innovativo HEATOX (preriscaldo di gas e ossigeno), ove metano e ossigeno passano attraverso uno scambiatore di calore applicato al forno. I gas entrano così nel forno già preriscaldati e richiedono meno calorie per raggiungere la temperatura di fiamma. Ciò comporta la riduzione di circa il -5% delle emissioni di CO2 “scope 1”, generate dalla combustione del gas nell’attività di fusione.

Il gruppo lavora anche a prodotti super leggeri con minore carbon footprint, come la Bordolese Air 300gr, la bottiglia Bordolese più leggera di sempre. Un progetto che utilizza strumenti di modellazione all’avanguardia per prevedere la resistenza meccanica della bottiglia.

3) O-I , l’ossigeno che taglia consumi ed emissioni

Lo stabilimento O-I di Villotta di Chions ha avviato un progetto di utilizzo dell’ossigeno nei due forni fusori per aumentare l’efficienza energetica. Questa nuova tecnologia – ‘oxy-fuel’ – ha permesso una riduzione sostanziale del consumo di energia (-38%) e delle emissioni (-80%).

A ciò si aggiunge il riutilizzo ‘circolare’ del calore dei fumi, che preriscalda il rottame di vetro delle raccolte differenziate prima di immetterlo nei forni di fusione.

Meno consumi, meno packaging di vetro

La crisi dei consumi, innescata dalla crisi geopolitica e dall’inflazione, ha penalizzato anche la produzione dei contenitori in vetro, imballaggio di eccellenza per cibi e bevande.

La produzione di vetro cavo nel 2023 è infatti diminuita sia per le bottiglie (-5,3%), sia per i vasi (-0,9%).

Import ed export di bottiglie sono a loro volta diminuiti, rispettivamente, del -11,6% e del -18,3%. Per i vasi invece, mentre l’export è calato del -30%, l’import è aumentato del +5,5%.

Marta Strinati

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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