L’operazione di buyout effettuata dal fondo di private equity Charterhouse CP sulla riminese Optima srl (Mec3), leader mondiale nella produzione di ingredienti semilavorati per gelati artigianali e pasticceria, suscita stupore ed eccitazione per una valorizzazione inusuale per il settore. Eccitazione ovviamente perché operazioni simili possano ripetersi.
Ma siamo sicuri che sia l’inizio di una fase espansionistica del F&B italiano?
Charterhouse ha acquistato Optima a € 350 mln dal Fondo The Riverside Company che nel febbraio 2014 la valorizzò € 140 mln.
I ricavi 2013 di Optima erano di circa € 100 mln con un Ebitda di € 17 mln.
I ricavi 2015 circa € 110 mln, Ebitda a € 29 mln. La quota di mercato di Mec3 al 12% (1), valorizzerebbe il mercato dei semilavorati per pasticceria e gelateria a circa € 900 mln.
Una crescita dei ricavi del 10% in 3 anni e un ebitda già al 26%, giustifica quindi la valorizzazione monster dell’operazione?
Sì, se invece di considerarla un’operazione industriale, la si considera una operazione finanziaria.
Per esprimere un giudizio sono necessarie nozioni di finanza e ragioneria, di conoscenza del settore e di teoria della cospirazione.
– La finanza aiuta a comprendere il concetto di mezzanine financing, che consente di ottenere rendimenti del capitale prestato a tassi tra il 12% e il 20% garantiti da Equity. Questo tipo di operazione è possibile in aziende con una reputazione ed una storia solida (come Mec3). Che consente, in un secondo momento, di accedere al credito a buon mercato come quello oggi disponibile, ristrutturando il debito utilizzato in sede di acquisizione.
– La ragioneria spiega il ruolo dell’Ebitda.
– La conoscenza del settore di Mec3 e dell’agroalimentare italiano “fatto ancora di piccole e medie imprese, con forti limiti dal punto di vista manageriale”(2). I principali players del settore sono aziende solide, caratterizzate da figure storiche e carismatiche (Emendatori – Mec3, Rabboni – PreGel), poco compatibili con i Sales Mix di professionisti dei fondi di Private Equity, con una Exit Strategy di 2-6 anni, altamente focalizzati sui risultati dettati dal Fondo di riferimento.
– La conspiracy theory vuole che l’obiettivo non sia la crescita industriale, ma il rendimento nel breve-medio periodo. Che potrebbe bruciare le aziende oggetto di acquisizione, nel lungo periodo.
I partecipanti all’asta per Mec3 erano 3 fondi di Private Equity e Froneri (Multinazionale gelato e surgelati – JV Nestlè e R&R). Un operatore di settore (multinazionale o meno) non avrebbe mai pagato €350 mln per Mec3.
Per il resto, Seat Pagine Gialle insegna (3).
Fabio Ravera
Note
(2) http://www.linkiesta.it/it/article/2015/02/24/la-finanza-ora-si-mangia-il-cibo-italiano/24813/
Specialista in modelli di distribuzione e Revenue Operations con oltre 25 anni di progetti in settori industriali e paesi differenti (12 anni negli US). Lavoro su Organizzazioni lean, Inefficienze della Supply Chain, progetti di ristrutturazione organizzativa e finanziaria, Digitalizzazione e GDPR