Gli alimenti confezionati contengono troppo sale. A ribadire l’allarme che la comunità scientifica internazionale ripete da anni è una ricerca condotta da ‘Process Alimentaire‘, rivista francese sull’agroalimentare, che evidenzia l’urgenza di riformulare le ricette degli alimenti trasformati.
Dal confronto fra 341 prodotti acquistati in 8 diverse catene della Gdo è emerso che le ricette dell’industria alimentare sono ancora impermeabili alle ripetute raccomandazioni delle istituzioni sanitarie, che in tutto il mondo suggeriscono di non superare la dose giornaliera di 5 grammi di sale (in Francia, 8 g per gli uomini e 6,5 per le donne), per prevenire ipertensione e malattie cardiovascolari. Basta una porzione di ravioli confezionati per consumare il 58% della razione quotidiana raccomandata di sale.
La strada da intraprendere è a due corsie. Avviare una seria riformulazione delle ricette e condurre iniziative di educazione nutrizionale. Come ha iniziato a fare l’Italia. Sulla base della campagna ‘Guadagnare salute‘ promossa nel 2010 dal ministero italiano della Salute, le associazioni dei panificatori hanno avviato la graduale riduzione della quantità di sale aggiunto nel pane, alimento ampiamente presente nella dieta degli italiani.