HomeIdeeSpecie aliene invasive, una minaccia trascurata. Rapporto IPBES

Specie aliene invasive, una minaccia trascurata. Rapporto IPBES

Il recente rapporto di IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity & Ecosystem Services) – approvato a settembre 2023 dai suoi rappresentanti in 143 Paesi – analizza l’impatto delle specie aliene invasive sull’ambiente, l’economia e la salute umana. (1)

Le ‘invasive alien species’ (IAS) – insieme ai cambiamenti nell’uso del suolo e del mare,
lo sfruttamento diretto delle specie, i cambiamenti climatici e l’inquinamento – è una delle cinque principali cause di perdita di biodiversità a livello mondiale.

La politica europea, in questa legislatura ora al tramonto, ha però trascurato questa grave minaccia. Sebbene essa continui a manifestarsi, con gravi danni all’agricoltura, la zootecnia e la pesca. Un approfondimento.

1) Specie aliene invasive, nozione e dati

Le specie aliene invasive, o alloctone, sono organismi che si trovano al di fuori della loro area di origine a causa dell’intervento umano, (volontario o accidentale), i quali si stabiliscono e si diffondono in aree differenti ove minacciano la biodiversità e i servizi ecosistemici a essa collegati. (CBD 2018; IUCN 2022. Si vedano le note 2,3). Il rapporto IPBES in esame – sviluppato da un gruppo multidisciplinare di 86 esperti con il contributo di numerosi altri autori contribuenti, mediante analisi approfondita di oltre 13.000 documenti

– identifica le IAS come una minaccia globale. Gli ultimi dati, in sintesi:

– ogni anno vengono introdotte circa 200 nuove specie aliene;

– 37.000 specie aliene sono state finora introdotte a livello mondiale a causa delle attività umane;

-di queste, circa 3.500 specie aliene sono classificate come invasive;

– le specie aliene invasive causano il 60% delle estinzioni, totali o parziali, di specie vegetali e animali. Avendo già causato 1.215 estinzioni locali di specie native;

– i costi annuali di tali perdite, quadruplicati ogni decade a partire dal 1970, sono oggi stimati in circa US$ 423 miliardi.

2) Biologia delle invasioni

La biologia delle invasioni è un ambito scientifico che esplora il trasporto, l’introduzione e la diffusione delle specie aliene provocati dall’azione umana. Questa disciplina fornisce le basi per analizzare i rischi e pianificare le attività di prevenzione, gestione e controllo necessarie a preservare gli ecosistemi nativi.

L’introduzione delle specie aliene può venire causata dal trasporto navale o aereo degli organismi stessi, ovvero di merci ove essi sono presenti anche a causa di contaminazioni accidentali, o altri vettori. (4)

L’invasione riguarda meno del 10% delle specie aliene, poiché la maggior parte di esse non sopravvive al trasporto e la gran parte di quelle che vi resistono non si stabilizzano, per incapacità di adattarsi alle nuove condizioni ambientali. Alcuni organismi rimangono poi confinati in ambienti controllati (4,5).

2.1) Processo di invasione

Il processo di invasione è influenzato da vari fattori che comprendono la storia di introduzione della nuova specie, la sua invasività intrinseca, la suscettibilità dell’ambiente a venire invaso. Le specie più resilienti – con caratteristiche di resistenza a parassiti e malattie, adattabilità a condizioni ambientali diverse, crescita veloce ed elevato potenziale riproduttivo – hanno maggiori probabilità di diventare invasive.

Gli ambienti più vulnerabili alle invasioni includono isole, acque interne, habitat frammentati vicino ai grandi centri urbani e aree a intenso traffico commerciale. Questi ambienti sono particolarmente suscettibili a causa del loro grado di disturbo, l’assenza di predatori naturali per le specie aliene e la presenza di spazi vuoti che possono venire facilmente colonizzati.

3) Impatti

Gli impatti significativi delle specie aliene invasive vengono registrati da IPBES sull’ecologia e i servizi ecosistemici, l’economia e la salute umana.

Entità dei problemi causati dalle specie esotiche invasive
Fig. 1. IPBES. Entità dei problemi causati dalle specie esotiche invasive (1)

3.1) Ecosistemi nativi

Dal punto di vista ecologico, le specie aliene invasive (IAS) sono la seconda causa di perdita della biodiversità dopo la distruzione degli habitat naturali. Vari meccanismi (i.e. competizione, predazione, ibridazione e trasmissione di malattie) provocano l’estinzione di specie native e la riduzione della diversità locale.

Le IAS (invasive alien species) spesso diventano specie dominanti, soprattutto in assenza di predatori naturali. Le specie aliene invasive modificano perciò anzitutto la struttura delle comunità animali e vegetali. Oltre a influenzare i servizi ecosistemici, tramite alterazioni delle proprietà fisico-chimiche e la struttura degli habitat invasi.

3.2) Economia e salute

Dal punto di vista economico, le specie aliene invasive causano danni significativi alle attività produttive e alle infrastrutture, con costi elevati di gestione e controllo. Le IAS hanno un impatto profondo e negativo sull’economia, le produzioni agroalimentari e la ‘food security’, la sicurezza alimentare e delle acque, la salute umana e l’identità culturale.

La minaccia delle ’invasive alien species’ sui sistemi agroalimentari si esprime nella prevalenza degli impatti negativi (75%) sul regno terrestre, soprattutto su foreste e aree coltivate a latitudini temperate e boreali. A seguire le acque dolci (14%) e i mari (10%).

La salute umana è a sua volta minacciata da batteri e virus di cui le specie aliene invasive sono vettori (i.e. febbre gialla e dengue, trasmesse da zanzare invasive come Aedes aegypti e Aedes albopictus). Le IAS possono quindi diffondere malattie, oltreché causare allergie e intossicazioni, a seconda delle circostanze.

4) Gestione delle specie aliene invasive

Il rapporto IPBES evidenzia che le invasioni biologiche di specie aliene invasive e i loro impatti avversi possono venire prevenuti e mitigati applicando strategie efficaci. Sulla base di protocolli di valutazione del rischio che servono sia a prevedere l’invasività di specie non ancora introdotte, sia a stabilire una scala di priorità per la gestione delle specie già presenti. La strategia di gestione si articola in tre fasi principali:

prevenzione. Servono normative efficaci, sistemi di sorveglianza nei punti di ingresso (e.g. porti e aeroporti), codici di condotta e sensibilizzazione pubblica. Questa fase è cruciale per evitare nuove introduzioni e ridurre il numero di specie invasive in arrivo;

rapida identificazione ed eradicazione. Quando la prevenzione fallisce, servono in ogni caso un monitoraggio costante e una risposta immediata per eliminare le specie aliene invasive appena rilevate, prima che esse si diffondano. Con l’obiettivo è la rimozione completa di tutti gli individui di una specie da un’area specifica;

mitigazione. Quando le specie sono già diffuse, si punta all’eradicazione, ove possibile, o al controllo permanente. L’eradicazione è l’opzione più efficace, ma spesso limitata a contesti specifici come isole o aree circoscritte. Il controllo permanente implica la rimozione parziale degli individui per contenere gli impatti.

5) Biodiversità e specie invasive, monitoraggio

EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization) – oltre a gestire un database con oltre 95.000 specie di interesse per l’agricoltura, la silvicoltura e la protezione delle piante (coltivate e selvatiche) e dei parassiti (compresi patogeni e piante esotiche invasive) – coordina il monitoraggio delle specie aliene attraverso l’Alert list. (6)

IUCN (International Union for Conservation of Nature) a sua volta aggiorna sia le proprie ‘red list’ delle specie minacciate a livello globale, sia le informazioni sugli impatti delle ‘invasive alien species’ (IAS) e un’analisi di come esse contribuiscono al rischio di estinzione delle specie. (7)

6) Specie aliene invasive, alcuni esempi nel Vecchio Continente

Tra i numerosi esempi degli impatti negativi delle IAS (Invasive Alien Species) nel Vecchio Continente se ne citano quattro:

Varroa destructor, che da Corea e Giappone è propagata in Europa negli anni ‘70 del secolo scorso e ha preferito invadere in misura significativo le larve di api operaie e di fuchi dell’Apis mellifera europea e americana, raggiunta nel 1987, piuttosto che quelle delle api africane e dell’Apis cerana asiatica, (8)

Xylella fastidiosa. Le istituzioni europee, nazionali e regionali hanno risposto con misure tardive, drastiche e sproporzionate (9,10), ordinando l’abbattimento di migliaia di olivi secolari e millenari in Sud Italia (Puglia) solo in parte censurate dalla giustizia amministrativa, (11) con enormi danni ad agricoltura e paesaggi rurali;

West Nile virus (WNV). EFSA ed ECDC, nel rapporto annuale sulle zoonosi occorse in Unione Europea nel 2022, riporta 1.133 casi di infezione (+638,8% rispetto al 2021), con focolai epidemici in Grecia e Italia. Il WNV virus, trasmesso dalle zanzare (Culex), venne isolato per la prima volta in Uganda, nel 1937; (12)

Callinectes sapidus. Il granchio blu atlantico, nativo della Nova Scotia (Argentina), è stato registrato a partire dal 1949 nel mar Mediterraneo ove si è diffuso progressivamente sulle coste del Nord, dalla Spagna alla Turchia, e del Sud (dal Marocco all’Egitto). Con impatto drammatico sulle attività di pesca, in Italia, negli ultimi anni. (13)

7) Invasive Alien Species, le regole UE

Invasive Alien Species Regulation (EU) No 1143/2014 stabilisce un elenco delle specie aliene potenzialmente invasive di rilievo per l’Unione Europea e impone restrizioni sulla loro introduzione e diffusione. (14)

La ‘Union list’ aggiornata al 12 luglio 2022 comprende 88 specie esotiche invasive, strettamente regolamentate, nonché 47 specie animali e 41 specie vegetali di ‘concern’ per l’Unione Europea. (15)

Gli Stati membri sono tenuti a monitorare la presenza di queste specie, adottare misure di eradicazione o controllo e ripristinare gli ecosistemi danneggiati (16,17).

8) IAS, EU Biodiversity strategy 2030, Nature Restoration Law

La comunicazione ‘EU Biodiversity EU Biodiversity Strategy for 2030, bringing nature back into our lives’ – adottata dalla Commissione Von der Leyen il 20 maggio 2020, lo stesso giorno del proclama ‘Farm to Fork’ (18,19) – aveva dedicato attenzione anche alle IAS (Invasive Alien Species).

EU Nature Restoration Plan indicava infatti l’impegno ad attuare un cambiamento concreto che va oltre il mandato della Commissione europea ora in scadenza. Con una serie di ‘buoni propositi’, a realizzarsi ‘entro il 2030’, che comprendevano la riduzione del numero di specie sotto minaccia (-50%) indicate nella red list della Habitats Directive 92/43/EEC. (20)

Il regolamento che avrebbe dovuto attuare i ‘buoni propositi’ di cui sopra, Nature Restoration Law, è stato però oggetto di un ‘accordo al ribasso’ tra Parlamento Europeo e Consiglio, che ha ridotto al minimo sia gli obiettivi di ripristino delle aree protette e dei terreni agricoli, sia le responsabilità degli Stati membri e i criteri di monitoraggio. (21)

9) Conclusioni provvisorie

Il rapporto IPBES offre un’analisi esaustiva dello scenario attuale sulle specie aliene invasive e le gravi minacce che ne derivano per l’ambiente, i sistemi agroalimentari e la salute umana. Conoscere questi rischi e non adottare ogni misura possibile per prevenirli e mitigarli è una forma di masochismo virale.

Gli eurodeputati uscenti – al guinzaglio delle grandi confederazioni agricole (i.e. Copa-Cogeca, Farm Europe, Coldiretti) – sono però riusciti a demolire ogni proposta di ripristino di ecosistemi che già versano in gravi condizioni di degrado. Fino al punto di calpestare la Habitats Directive, come si è visto. (22) #Enough!

Prevenire è la strada maestra, e la vulnerabilità alle specie aliene invasive è in gran parte legata alle condizioni di salute degli ecosistemi locali. Politici degni di tale appellativo devono assumere la responsabilità di adottare le misure indispensabili, a partire dal SUR (Sustainable Use and Reduction of Pesticides). (23)

Dario Dongo 

Note

(1) IPBES Invasive Alien Species Assessment. https://www.ipbes.net/IASmediarelease#

(2) Convention on Biological Diversity (2018). Decision 14/11. Invasive alien species. UNEP (United Nations Environment Programme) https://www.cbd.int/doc/decisions/cop-14/cop-14-dec-11-en.pdf

(3) IUCN Red List of Threatened Species. https://www.iucn.org/resources/conservation-tool/iucn-red-list-threatened-species

(4) Elena Tricarico, Alberto Inghilesi, Giuseppe Brundu, Gianluca Iiriti, Maria Loi, Alessandra Caddeo, Lucilla Carnevali, Piero Genovesi, Luciana Carotenuto, Andrea Monaco (2018). Le specie aliene invasive: Cosa e come comunicare al grande pubblico. ISBN: 978-88-943544-0-9 http://tinyurl.com/3fvjbd7d

(5) Mark Herbert Williamson. Biological invasions. Chapman & Hall( London, 1996). ISBN: 0412591901 (pbk)

(6) EPPO (2023). EPPO Global Database (available online). https://gd.eppo.int

(7) IUCN Red List https://www.iucnredlist.org

(8) Wenfeng Li, Yi Zhang, Hui Peng, Ruonan Zhang, Zhengwei Wang, Zachary Y. Huang, Yan Ping Chen, Richou Han (2022). The cell invasion preference of Varroa destructor between the original and new honey bee hosts. International Journal for Parasitology. Volume 52, Issues 2–3,
Pages 125-134, https://doi.org/10.1016/j.ijpara.2021.08.001

(9) Dario Dongo, Marina De Nobili, Guido Cortese. Xylella Fastidiosa, la soluzione a portata di mano. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.2.19

(10) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Biostimolanti in olivicoltura, rivoluzione bio. Rassegna scientifica. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.5.21

(11) Giuseppe Francesco Sportelli. Xylella, Tar Puglia: “Non estirpare olivi infetti”. Edagricole.
12.5.22 http://tinyurl.com/yc5nacxk

(12) Si veda il paragrafo 6 del precedente articolo di Marta Strinati, Dario Dongo. Andamento delle zoonosi in UE, rapporto One Health 2022. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.12.23

(13) Marchessaux G, Gjoni V, Sarà G (2023) Environmental drivers of size-based population structure, sexual maturity and fecundity: A study of the invasive blue crab Callinectes sapidus (Rathbun, 1896) in the Mediterranean Sea. PLoS ONE 18(8): e0289611. doi:10.1371/journal.pone.0289611

(14) European Commission, DG Environment. Invasive alien species, overview http://tinyurl.com/4f8dx6uf

(15) Commission implementing Regulation (EU) 2016/1141. Latest consolidated text 12 July 2022
of 13 July 2016 http://tinyurl.com/3uh5dnxu

(16) In Italia, il decreto legislativo 230/2017 (http://tinyurl.com/yck5t5sy) adatta la normativa nazionale allo IAS Regulation, tramite designazione delle autorità competenti e definizione delle procedure per prevenzione, controllo ed eradicazione delle specie aliene invasive

(17) Il Network Nazionale della Biodiversità: la raccolta e la condivisione dei dati per la conservazione della biodiversità. Ambiente e non solo. 3.1.24 http://tinyurl.com/4kzzuvyw

(18) Dario Dongo, Giulia Torre. Speciale – Strategia UE 2030 per la Biodiversità, il piano annunciato a Bruxelles. GIFT (Great Italian Food Trade). 31.5.20

(19) Dario Dongo, Marina De Nobili. Speciale Farm to Fork, la strategia presentata a Bruxelles. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.5.20

(20) European Commission, DG Environment. The Habitats Directive, overview http://tinyurl.com/3vaf52j8

(21) Dario Dongo, Alessandra Mei. ‘Nature Restoration Law’, via libera con accordo al ribasso. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.11.23

(22) Si veda il paragrafo 4 del precedente articolo di Dario Dongo. Food security, tesi e antitesi del Parlamento europeo. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.3.22

(23) Marta Strinati. Avanti con il regolamento SUR per la riduzione dei pesticidi. Lettera alla Commissione europea. GIFT (Great Italian Food Trade). 17.12.23

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