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DOSSIER – Omnibus e semplificazioni, CSR e due diligence a rischio?

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato nella sua
‘bilancia della competitività’ una prima proposta Omnibus che prevede la revisione
simultanea delle normative sulla rendicontazione di sostenibilità per imprese e istituti
finanziari:

  • Corporate Sustainability Reporting Directive (EU) 2022/2464 (CSRD);
  • Corporate Sustainability Due Diligence Directive (EU) 2024/1760 (CSDDD);
  • EU Taxonomy Regulation (EU) 2020/852. (1)

Le buone intenzioni di ridurre gli oneri amministrativi e burocratici per le imprese, in
particolare le PMI, erano già state dichiarate nella Strategia di Lisbona (2000). Tuttavia,
negli ultimi 25 anni, le normative europee hanno raggiunto livelli kafkiani di complessità, in
tutti i settori, con scarso sollievo per le PMI. Secondo chi scrive, le PMI dovrebbero essere
prioritarie in qualsiasi sforzo di semplificazione normativa.

1) Von der Leyen 2, ‘competitività’ al primo posto

‘Competitività’ è il leitmotiv delle dichiarazioni di Ursula von der Leyen, sulla scia di un
rapporto omonimo pubblicato dall’ex presidente della BCE Mario Draghi. (2) È proprio nel
quadro della ‘bilancia della competitività’ che la semplificazione normativa viene inserita
dalla Commissione come primo ‘volano’ per tutti i settori economici.

La promessa è di ridurre significativamente gli oneri amministrativi per le imprese, almeno del 25%, e addirittura del 35% per le PMI. La semplificazione, senza dubbio, può
migliorare l’efficienza e ridurre gli oneri burocratici per le imprese, i lavoratori, i cittadini e le amministrazioni pubbliche che interagiscono con loro.

2) Competitiveness Compass (2025). Il capitolo sulla semplificazione

La comunicazione sulla ‘bilancia della competitività’ (Competitiveness Compass), al capitolo 2.1, sottolinea la necessità per l’Unione Europea di migliorare la competitività semplificando e razionalizzando le normative, riducendo gli oneri amministrativi e accelerando i processi decisionali. Due pagine di indefinite promesse, ove si riferisce:

  • semplificazione normativa. L’UE dovrebbe tagliare il superfluo per rendere le
    normative proporzionate, stabili, coerenti e neutrali dal punto di vista tecnologico. E
    quindi procedure di autorizzazione più rapide, accesso semplificato ai fondi e
    procedure amministrative snellite, in particolare per settori come le energie
    rinnovabili e le industrie ad alta intensità energetica;
  • implementazione e vigilanza. La Commissione dichiara di voler condurre uno sforzo
    di semplificazione senza precedenti, dedicando un Commissario alla supervisione del processo. Ciò dovrebbe comprendere dialoghi regolari con le parti interessate,
    controlli di realtà e obiettivi ambiziosi;
  • focus sulle PMI. Le semplificazioni normative su misura beneficeranno le PMI e una
    nuova categoria di piccole medie imprese. Le misure includono la semplificazione del
    Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alla Frontiera e l’introduzione di un
    controllo per le PMI e la competitività nelle valutazioni di impatto;
  • digitalizzazione. Strumenti digitali e intelligenza artificiale saranno utilizzati per
    ridurre gli oneri di rendicontazione e migliorare l’interoperabilità transfrontaliera. Il
    portafoglio aziendale europeo faciliterà interazioni digitali senza soluzione di
    continuità con le amministrazioni pubbliche;
  • armonizzazione e applicazione. La Commissione perseguirà una piena
    armonizzazione e applicazione per garantire un campo di gioco uniforme nel mercato
    unico, evitando frammentazione e sovraregolamentazione;
  • cooperazione interistituzionale. Tutte le istituzioni dell’UE devono collaborare per
    mantenere un impegno verso una migliore regolamentazione durante l’intero processo
    legislativo, garantendo che gli sforzi di semplificazione siano sostenuti dall’inizio alla
    fine. (3)

3) La Strategia di Lisbona (2000) e la politica ‘better regulation’

La Strategia di Lisbona, lanciata nel 2000 e promossa dall’ex presidente della Commissione europea Manuel Barroso, mirava a trasformare l’UE in un’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo entro il 2010. Essa si concentrava su tre pilastri: crescita economica attraverso innovazione e competitività, coesione sociale tramite la creazione di posti di lavoro e la riduzione della povertà, e sostenibilità ambientale.
Nonostante gli obiettivi ambiziosi, la strategia è stata criticata per la mancanza di meccanismi di attuazione chiari. Quasi nessuno degli obiettivi è stato infatti raggiunto entro il previsto termine del 2010.

La politica di better regulation, complementare a Lisbona, è stata introdotta per garantire che le regole UE siano necessarie (cioè basate sulla prova della loro necessità), efficaci, efficienti e proporzionate. Minimizzando gli oneri non necessari per le imprese e i cittadini.

La consultazione pubblica delle parti interessate, la semplificazione, la trasparenza e la
proporzionalità sono essenziali. Gli strumenti chiave includono quindi valutazioni di impatto
per valutare gli effetti potenziali della legislazione, consultazioni pubbliche per raccogliere
feedback e valutazioni ex-post per valutare l’efficacia delle normative. Iniziative come
il REFIT (Regulatory Fitness and performance programme), lanciato nel 2012,
dovrebbero rivedere le leggi esistenti per garantire che rimangano adeguate allo scopo. (4)

3.1) Il programma REFIT

REFIT è un’iniziativa dell’UE volta a garantire che la legislazione rimanga efficace, efficiente e priva di oneri non necessari. Funziona valutando le leggi esistenti, coinvolgendo le parti interessate e proponendo miglioramenti per semplificare le normative preservandone i benefici.

Il processo inizia con l’identificazione di leggi obsolete o eccessivamente complesse attraverso valutazioni e controlli di idoneità, che ne valutano le prestazioni rispetto agli obiettivi. Il feedback delle parti interessate – tra cui imprese, ONG e cittadini – è in questa fase cruciale. Sulla base dei risultati, la Commissione europea propone azioni come l’abrogazione di leggi obsolete, la semplificazione della rendicontazione o l’introduzione di strumenti digitali per ridurre i costi di conformità.

Questo programma enfatizza l’elaborazione di politiche basate su prove, utilizzando
valutazioni di impatto per garantire che i cambiamenti raggiungano i loro obiettivi senza
conseguenze indesiderate. La trasparenza e la responsabilità sono mantenute attraverso
rapporti regolari sui progressi e il coinvolgimento delle parti interessate, garantendo che le
normative si adattino alle esigenze economiche, tecnologiche e sociali in evoluzione. (4)

4) Sovraregolamentazione

Le buone intenzioni del REFIT sono state incluse nell’Agenda per la ‘better regulation’
(2015) e hanno alimentato le speranze sia delle imprese che di altre parti interessate. Dopo un inizio promettente in alcuni ambiti normativi, tuttavia, il REFIT non ha prodotto i risultati sperati. Ecco un esempio quantitativo e uno qualitativo:

  • il numero di regolamenti UE pubblicati annualmente, più che dimezzato durante il decennio della Strategia di Lisbona (da 2.909, nel 2000, a 1.266 nel 2010), è tornato a salire, raggiungendo un record di 3.250 regolamenti UE nel 2024. E 123 proposte
    legislative sono attualmente pendenti;
  • le normative sulla sicurezza alimentare, oggetto di una riforma strutturale con il General Food Law (2002) e il Pacchetto Igiene (2004), si sono complicate ulteriormente con una serie di regole e oneri spesso ingiustificati e/o sproporzionati.

5) Deregolamentazione, quali rischi?

Affrontare la sovraregolamentazione con la deregolamentazione è un approccio semplicistico e pericoloso, soprattutto quando si tratti di normative sviluppate per proteggere la salute e altri diritti umani fondamentali, nonché le istanze diffuse dei cittadini. Questo approccio, tuttavia, è ricorrente in entrambi i mandati della Commissione von der Leyen. Alcuni esempi a seguire.

5.1) Diritti negati

La prima Commissione von der Leyen aveva già omesso il doveroso aggiornamento di una serie di norme a tutela dei diritti fondamentali. Tra queste:

5.2) Diritti rinnegati

La seconda Commissione von der Leyen ha a sua volta rinnegato in pochi mesi i diritti
fondamentali che i cittadini e la società civile rivendicano da decenni. Alcuni esempi:

  • Direttiva UTP (Unfair Commercial Practices) (UE) 2019/633. Il 94,8% delle
    aziende agricole sono a conduzione familiare e contadina, e il 37% di esse ha chiuso
    tra il 2005 e il 2020 a causa della pressione delle oligarchie finanziarie. Gli agricoltori non possono sopravvivere senza un #prezzoequo per i loro prodotti, ma la Commissione continua a ignorare le loro richieste, sostenute tra l’altro anche dai consumatori;
  • EUDR, Deforestation Regulation (UE) 2013/1115. Dopo decenni di proteste di agricoltori, lavoratori senza terra e comunità indigene nei Paesi a basso e medio reddito, il legislatore europeo ha finalmente introdotto precise responsabilità di due diligence per le catene di approvvigionamento più critiche. Tuttavia, due mesi prima dell’entrata in vigore dell’EUDR, la Commissione ha chiesto e ottenuto il suo rinvio.
  • NGT. I cittadini europei hanno sempre rivendicato il diritto di sapere se gli alimenti contengano o siano derivati da OGM, vecchi o nuovi. Chiedono garanzie, insieme agli agricoltori che applicano il sistema biologico, per preservare la biodiversità. Le associazioni contadine legate al movimento Via Campesina sono anche preoccupate per il rischio di brevetti su variazioni anche minime di sementi tradizionali. In direzione contraria, la Commissione insiste sulla pericolosa proposta di deregolamentazione dei nuovi OGM, basandosi sulla falsa premessa della loro ‘irriconoscibilità’.

6) Omnibus, CSR e due diligence a rischio?

Le parti sociali hanno dedicato anni allo sviluppo dei criteri ESG (Environmental, Social,
Governance) che sono ora alla base della CSRD (Corporate Sustainability Reporting) e della CSDDD (Sustainability Due Diligence Directive). Il legislatore europeo ha quindi:

L’ipotesi di deregolamentazione ventilata dalla Commissione Europea, annunciata per la prima volta nel novembre 2024, arriva quindi come un fulmine a ciel sereno. Questo vale sia per le imprese che hanno già introdotto i criteri ESG, sia per la società civile.

7) La richiesta di un vero programma, da parte dell’industria

Le grandi imprese hanno già affrontato gli investimenti necessari ad adempiere a queste
regole, quelle quotate vi si stanno adeguando. Poiché tutte sono in ogni caso tenute alla
rendicontazione ESG – sotto entrambe le prospettive di CSR e due diligence – per poter
accedere al mercato finanziario, sulla base del Sustainable Finance Disclosure Regulation
(EU) 2022/1288 (SFDR).

La necessità di semplificazione non può quindi essere risolta in questo modo. ‘L’impatto effettivo dei pacchetti Omnibus e di un’agenda di semplificazione sulla riduzione degli oneri per le imprese deve ancora essere visto’, spiega Markus J. Beyrer, Direttore Generale di BusinessEurope. ‘Se il carico complessivo sulle aziende continua ad aumentare, questo sarebbe ben lontano da un approccio ‘uno dentro, uno fuori’. Abbiamo quindi bisogno di vedere un programma complessivo di riduzione degli oneri, con chiari traguardi e tempistiche dal breve al medio termine’. (5)

7.1) I pionieri della CSR contro la deregulation

Ancora più avanti, il Collège des Directeurs du Développement Durable (C3D) – che
rappresenta oltre 400 Chief Sustainability Officer di aziende francesi come Bouygues, EDF,
L’Oréal e Carrefour – fornisce una critica tagliente alla proposta Omnibus. Con ferma
contrarietà verso qualsiasi diluizione o ritardo della CSRD, della CSDDD e della Tassonomia
Ambientale, poiché queste normative sono essenziali per mantenere la leadership globale
dell’Europa in termini di sostenibilità, competitività e sovranità.

I firmatari respingono le affermazioni di eccessivo carico normativo, notando che la
rendicontazione si concentra su elementi materiali e non grava direttamente sulle PMI.
Avvertono che indebolire queste regole significherebbe cedere influenza a framework
statunitensi o asiatici e minare la posizione strategica dell’Europa. Pur sostenendo una comunicazione più chiara e un supporto alla conformità, insistono sul fatto che la
semplificazione non deve portare alla deregolamentazione, poiché questi framework sono
cruciali per affrontare i rischi ESG e garantire il successo a lungo termine. (6)

7.2) Le preoccupazioni dei renitenti

Una piccola coalizione di conglomerati globali – tra cui rappresentanti di logistica e
operazioni portuali (es. DP World), alimentari e bevande (es. Nestlé, Ferrero, Mars, Incorporated), retail e abbigliamento (es. Primark), beni di consumo e cosmetici (es.
Unilever, L’Occitane), illuminazione e tecnologia (es. Signify), investimenti e finanza
(es. NEI Investments) – ha sollevato preoccupazioni diverse sulla proposta Omnibus. (7)

7.3) La posizione delle associazioni di categoria

Le associazioni di categoria, rappresentanti di settori chiave come l’agroalimentare, l’energia e la finanza, hanno espresso preoccupazioni simili a quelle delle grandi aziende. Pur riconoscendo la necessità di semplificazione, temono che la proposta Omnibus possa portare a una frammentazione delle normative, creando incertezza e aumentando i costi di conformità. ‘La coerenza normativa è essenziale per garantire un livello di gioco equo e prevedibile‘, ha dichiarato il Presidente di Confindustria, sottolineando che qualsiasi modifica alle direttive esistenti dovrebbe essere affrontata con cautela e in consultazione con le parti interessate. (13)

8) La risposta della Commissione europea

Di fronte alle critiche, la Commissione Europea ha difeso la proposta Omnibus, sostenendo che l’obiettivo principale è ridurre gli oneri burocratici senza compromettere gli standard di sostenibilità. ‘La semplificazione non significa deregolamentazione‘, ha affermato un portavoce della Commissione. ‘Stiamo lavorando per rendere le normative più efficienti, non per indebolirle. Le aziende hanno bisogno di chiarezza e stabilità, ed è questo che intendiamo fornire‘. Tuttavia, molti osservatori rimangono scettici, temendo che la Commissione stia cedendo alle pressioni di alcuni gruppi di interesse a scapito degli obiettivi ambientali e sociali. (14)

9) L’appello della società civile a mantenere la leadership UE sulla sostenibilità

Le organizzazioni della società civile, i difensori dei diritti umani, gli attivisti ambientali, i sindacati e oltre 170 parti interessate si sono uniti in una forte opposizione alla proposta Omnibus della Commissione Europea, avvertendo che riaprire testi legislativi concordati come la Direttiva sulla Due Diligence per la Sostenibilità Aziendale (CSDDD) rischia di creare incertezza normativa, minare gli investimenti e erodere la leadership dell’UE sulla sostenibilità. (9)

L’attuale approccio manca di trasparenza, valutazioni d’impatto approfondite e un coinvolgimento inclusivo delle parti interessate, rischiando di indebolire le protezioni conquistate a fatica per le persone e il pianeta. Oltre 150 esperti di affari e diritti umani, 230 economisti e 400 Chief Sustainability Officer di aziende francesi hanno fatto eco a queste preoccupazioni, esortando la Commissione a concentrarsi su un’implementazione efficace attraverso linee guida e chiarimenti piuttosto che riaprire negoziati. Qualsiasi diluizione di queste norme danneggerebbe la competitività economica, ritarderebbe i progressi e minerebbe la fiducia nel processo legislativo dell’UE in un momento in cui è urgentemente necessaria una governance robusta e inclusiva.

10) Conclusioni provvisorie

Il Direttore Generale di BusinessEurope, Markus J. Beyrer, ha sottolineato che le aziende hanno bisogno di più della semplificazione della rendicontazione:

Per alleviare veramente il carico, la Commissione deve andare oltre la semplificazione della rendicontazione e implementare misure che possano rapidamente sgravare le imprese e favorire gli investimenti. Ciò include affrontare il differenziale dei costi energetici rispetto ai nostri principali concorrenti, accelerare il dispiegamento sul mercato dell’innovazione e rendere più veloci le procedure di autorizzazione. Alla fine, ciò che conta per le aziende è vedere miglioramenti tangibili nelle loro operazioni quotidiane“. (5)

11) Competitività? Lasciata indietro

Vale la pena ricordare che i sedicenti “architetti della competitività europea” – Ursula von der Leyen e Mario Draghi – non sono stati così lungimiranti come sostenevano. Le loro audaci previsioni secondo cui le sanzioni UE avrebbero “messo in ginocchio l’economia russa” ora suonano vuote, servendo come un duro promemoria della troppa sicurezza che ha gettato le basi per la peggiore recessione che l’Europa abbia affrontato dalla Seconda Guerra Mondiale. Queste erano le loro aspettative nel 2022:

  • la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Le nostre sanzioni avranno un impatto massiccio e duraturo sull’economia russa, tagliando il suo accesso a tecnologie e mercati critici“. (10)
  • Allo stesso modo, nel suo discorso al Parlamento Europeo il 3 maggio 2022, durante il dibattito “Questa è l’Europa“, l’allora primo ministro Draghi ha sottolineato l’importanza di misure economiche coordinate per influenzare la capacità della Russia di continuare le sue attività. (11)

Eppure, la realtà è stata molto diversa. L’economia dell’UE è sprofondata in una profonda recessione, con la crescita del PIL stagnante, la disoccupazione in aumento e i costi energetici alle stelle. La Banca Centrale Europea (BCE) ha faticato a contenere l’inflazione, mentre le aziende affrontano sfide senza precedenti nel mantenere la competitività. Il tasso di disoccupazione dell’Eurozona è salito al 7,5% nel 2024, il più alto in oltre un decennio, e i prezzi dell’energia rimangono 40% più alti rispetto ai livelli pre-crisi, paralizzando industrie e famiglie. (12)

Né von der Leyen né Draghi sono stati eletti da circoscrizioni europee, eppure le loro politiche hanno avuto conseguenze di vasta portata. La proposta Omnibus, invece di affrontare questi problemi sistemici, rischia di destabilizzare ulteriormente l’ambiente normativo, minando le stesse fondamenta dell’agenda di sostenibilità dell’Europa. Senza un cambiamento radicale nella leadership e nella direzione politica, la ripresa dell’UE rimane una speranza lontana.

Dario Dongo

References

(1) An EU Compass to Regain Competitiveness and Secure Sustainable Prosperity. European Commission. Press release, 29 January 2025. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_339

(2) The Future of European Competitiveness: Report by Mario Draghi. European Commission. https://commission.europa.eu/topics/eu-competitiveness/draghi-report_en#paragraph_47059

(3) A Competitiveness Compass for the EU. Commission’s Communication, 29 January 2025. COM(2025) 30 final. https://commission.europa.eu/document/download/10017eb1-4722-4333-add2-e0ed18105a34_en

(4) REFIT – Making EU Law Simpler, Less Costly and Future Proof. European Commission. https://commission.europa.eu/law/law-making-process/evaluating-and-improving-existing-laws/refit-making-eu-law-simpler-less-costly-and-future-proof_en#:~:text=About%20REFIT,-The%20REFIT%20programme&text=Under%20this%20programme%2C%20the%20Commission,and%20easier%20to%20comply%20with.

(5) European Commission Work Programme 2025: Efforts to Reduce Regulatory Burden Must Be Bolder and Faster. BusinessEurope. 12 February 2025. https://www.businesseurope.eu/

(6) Bonnifet, F. Letter to the European Commission on the Omnibus Proposal. On behalf of the Collège des Directeurs du Développement Durable (C3D). 6 January 2025. https://www.we-support-the-csddd.eu/ 

(7) EU: Major Businesses Urge Commission to Ensure ‘Omnibus’ Approach Will Not Allow Renegotiation of Agreed Texts, incl. CSDDD. 18 January 2025. https://www.business-humanrights.org/en/latest-news/business-letter-omnibus/

(8) A Practical Guide to ESG Integration for Equity Investing. Principles for Responsible Investment (PRI). 4 February 2025. https://www.unpri.org/download?ac=22691

(9) 150+ CSOs from Across the Globe Reaffirm ‘No’ to Reopening EU Sustainability Legislation incl. CSDDD & Criticise Lack of Proper Consultation. Business and Human Rights Resource Center. 4 February 2025. https://www.business-humanrights.org/en/latest-news/cso-input-simplification-consultations/

(10) von der Leyen, U. Press Statement by President von der Leyen on a New Package of Restrictive Measures Against Russia. European Commission. 28 September 2022. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/api/files/document/print/en/statement_22_5856/STATEMENT_22_5856_EN.pdf?utm_source=chatgpt.com 

(11) Draghi, M. Address to the European Parliament During the ‘This is Europe’ Debate. European Parliament. 3 May 2022. https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-9-2022-05-03-ITM-005_EN.html 

(12) Eurozone Economic Outlook: Recession Deepens as Unemployment Rises. Eurostat. 2024. https://ec.europa.eu/eurostat 

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